Summer
Paradise.
“Hai
preso tutto?”
“Certo, devi smettere di preoccuparti sempre per
me.”
“Ma io lo faccio perché ti amo.”
“Lo so, ma sei
fastidioso comunque.”
“Hai il ciclo, per caso?”
“Mi hai
vietato di mettermi il papillon!” sibilò Blaine.
“Ma dai,
ragiona! Stiamo andando in spiaggia. Non si è mai visto che
uno
indossa il papillon in spiaggia!” tentò di
blandirlo Kurt.
“Lascia
perdere.”
“Su, è la nostra luna di miele. Dimentichiamo
questo piccolo contrattempo.”
“Va bene” sbuffò l'altro,
mettendo su un broncio così adorabile che Kurt non
poté fare a meno
di sorridere appena lo vide.
“Non posso resistere al tuo muso
lungo, lo sai.”
“Ecco perché l'ho fatto”
replicò l'altro
con una pseudo-risata maligna. “Ecco perché ho
preparato una cosa
speciale per questa occasione...” si girò a
frugare nella valigia
dietro a sé.
“Ti prego, dimmi di no...”
“Un costume con
papillon sopra.”
“Siamo a questi livelli?”
“Sapevo ti
sarebbe piaciuto.” disse ignorando l'espressione scioccata
del
compagno.
“Forse è meglio che andiamo” riprese
Kurt scuotendo
la testa nel vedere quello scempio.
“Fa
caldissimo.”
“Cosa ti aspettavi? E' una spiaggia, poi ovvio
che fa caldo: siamo in agosto!”
“Non sono mai stato al
mare...”
“Davvero? E' la prima volta?” Kurt fece un cenno di
assenso silenzioso. “Allora dobbiamo festeggiare!”
prese il
marito per mano, trascinandolo verso il bagnasciuga.
“Fermo,
cosa stai facendo?”, ma prima di poter dire altro, il moro lo
spinse in acqua completamente vestito, buttandoglisi addosso. Kurt
riemerse dal mare sputacchiando in giro.
“Cosa hai al posto del
cervello?”
“Ti stavo battezzando.” disse l'altro con faccia
seria per poi scoppiare a ridere.
“Tu sei matto come un cavallo,
ma con l'altezza di un pony.”
“Mi piacciono i pony” sussurrò
Blaine avvicinandosi a Kurt.
“Anche a me, ma mi piaci più tu.”
Gli lasciò un bacio leggero sulla punta del naso e
accarezzò i suoi
ricci scuri;aveva fatto bene a costringerlo ad andare al circolo dei
gelisti anonimi. “Sai di sale.” o di lacrime.
E
quell'afoso pomeriggio di luglio tornò alla sua mente. Burt
e Finn
stavano facendo il check-in per lasciargli un momento di privacy con
Blaine, e loro due stavano davanti all'entrata, senza riuscire a
decidere cosa dire.
“Blaine, non credo che
funzionerebbe.”
“Cosa?”
“Una relazione a distanza.”
Blaine lo guardò inespressivo, poi si rese conto di quello
che
implicavano quelle parole e si immobilizzò.
“Quindi... no, non
dirlo.”
“Non è colpa di nessuno dei due. Io ti amo, e non
voglio che tu soffra. Devo farlo.”
“Ma io amo te e tu ami me,
funzionerebbe.” Non riusciva a tenere gli occhi aperti senza
piangere.
“No. Cambierebbe tutto. E' meglio lasciare un ricordo
perfetto che rovinare tutto tentando ancora.” Kurt si
avvicinò a
prendergli le mani, ma l'altro fece un passo indietro e si
scostò.
“Non sono per l'eutanasia.” sussurrò
Blaine mentre
si passava le dita fra i capelli.
“Credimi, dirti addio è la
cosa più difficile che io possa fare, ma è anche
la più giusta.”
Dalla
porta automatica spuntò il viso sorridente di Finn,
sottobraccio a
Rachel che gli fece cenno di entrare. Poi diede un'occhiata al volto
devastato di Blaine, scosse vigorosamente le braccia per cancellare
tutto quello che aveva detto prima e sparì dalla loro vista.
“Mi
dispiace, devo andare. Per favore non chiamarmi, renderebbe solo
tutto più reale.” Kurt si avvicinò di
nuovo al ragazzo, che
questa volta rimase immobile, e gli diede un bacio sulla guancia.
Sapeva di sale e di lacrime, di disperazione. Gli sembrò di
poter
assaggiare tutto di nuovo: il primo caffè insieme, l'alcol
della
festa di Rachel, il loro bacio, il primo di tanti altri, la granita
di Sebastian, la loro prima volta. Stava dicendo addio ad un anno
della sua vita, l'anno più straordinario che aveva
– avevano –
vissuto.
Mentre
si allontanava, senza voltarsi indietro, percepiva lo sguardo
accusatore di Blaine che gli trapassava la pelle, puntando dritto al
cuore. Non riusciva ad ignorare la sua voce interiore che, con il
tono dell'altro, gli ripeteva “Codardo. Sei solo un vile
codardo, e
hai paura di rischiare. Non lo meriti, quel ragazzo che si butterebbe
fra le fiamme per te, e tu lo stai abbandonando
così.”
Aveva
raggiunto Finn e Burt, lo avevano abbracciato e, una volta
sull'aereo, aveva pianto tutte le sue lacrime nel sonno, appoggiando
la testa sulla spalla di Rachel che non ne fece mai parola con
nessuno.
Davanti
all'entrata era rimasto Blaine, solo. Sfilò dalla tasca il
cellulare
e compose un numero.
“Cooper,
so che non siamo in ottimi rapporti, ma puoi venirmi a prendere? Sono
all'aeroporto...”
Blaine
sentì il marito irrigidirsi fra le sue braccia; succedeva
ogni volta
che ripensava a quell'avvenimento. Lo abbracciò ancora
più
strettamente per fargli dimenticare.
“Il
mare sa di sale, sciocchino” con dolcezza gli
scostò una ciocca di
capelli attaccata al viso.
“Lo
so.” sospirò Kurt. L'atmosfera giocosa di poco
prima era del tutto
scomparsa.
“Io direi che magari possiamo mostrare al mondo
intero il mio fantastico costume...” e, detto questo, si
alzò
dall'acqua e, ancora grondante, arrivò alla loro borsa.
“No,
fermo, per carità! Mi si bagnerà tutto”
e, urlando si precipitò
fuori anche lui per salvare il suo prezioso I-phone dalle grinfie del
marito. I pantaloni, già di per sé
attillatissimi, erano un
tutt'uno con la pelle, come anche la maglietta. Era praticamente
nudo.
“Niente commenti, per favore.” disse con un
sorriso,
anticipando i pensieri del marito.
“E chi ci pensava a
commentare? Io osservo e basta.” ammiccò Blaine.
“Gara
di castelli di sabbia? Altro bagno? Qualunque cosa tu voglia,
amore.”
propose il moro, ancora in ammirazione del fisico del marito.
“Devo
mettere la crema solare”
“Che noia che sei!”
“Ma mi hai
visto? Mi basta un raggio di sole e mi scotto.”
“Fai come
vuoi, Porcellana.” replicò sorridendo.
Kurt rovistò fra le sue
cose per trovare la lozione solare, alla fine la trovò e la
sventolò
in aria come il trofeo delle Nazionali conquistato molti anni
prima.
“50+? Che esagerato!”
“Sono sensibile, in tutti i
sensi. Vieni qui.”
“Perché?”
“Devo metterti la
crema!”
“Non mi va!”
“Sembri un bambino. Almeno sul
viso che poi ti vengono le rughe.”
A malincuore Blaine si
avvicinò al marito che gli disegnò quattro
strisce bianche sul
volto: una sul naso, due sulle guance e una sulla fronte.
“Contento?
Sono un indiano, ora.”
“Ma smettila, piuttosto aiutami a
metterla sulle spalle che non ci riesco.”
“E' questo il
vantaggio di essere bassi. Sdraiati, così la spalmo
meglio.”
Blaine
spremette il flacone finché ne ebbe abbastanza nelle mani.
Con
l'indice iniziò a disegnare spirali inesistenti che si
univano a
formare milioni di cuori su quella pelle candida. Con le punte dei
polpastrelli percorreva tutto quello che poteva vedere di quei
centimetri bianchissimi, massaggiando e accarezzando le spalle
dell'altro. Con le unghie tracciava lunghe linee che partivano dalla
nuca e andavano a perdersi nelle fossette del bacino. Quando ne
disegnò una proprio sulla spina dorsale il corpo steso sotto
di lui
rabbrividì.
“Mi stai facendo venire la pelle d'oca,
Blaine.”
“Shh, concentrati solo sulle tue sensazioni.”
Ora
alternava l'uso del palmo della mano a quello dei polpastrelli, in un
gioco infinito di carezze e contatti. Con l'indice stava stuzzicando
l'attaccatura dei capelli di Kurt, il luogo in cui i capelli si
schiariscono e vanno a confondersi con la pelle: giocherellava e
passava le dita in quella seta. Poi si abbassò, arrivando al
livello
della nuca, e gli depose un bacio delicato che scatenò
brividi in
Kurt, ma, ancora insoddisfatto, si avvicinò all'orecchio e
iniziò a
mordicchiarlo leggermente. Da sotto giungevano i gemiti di piacere
dell'altro.
“Ti stai divertendo troppo” sussurrò
Kurt “siamo
in un spiaggia, tienili per dopo, in albergo.”
“E se non ci
riuscissi... ?” mormorò ancora più
piano Blaine.
“Non vorrei
essere arrestato per atti osceni in luogo pubblico, anche se la
proposta è molto più che allettante...”
“E va bene, non
infrangerò la legge... questa volta”
mugugnò l'altro e si alzò,
in modo che anche l'altro potesse sedersi a sua volta. Rimasero a
fissarsi per qualche secondo.
“Ti
dona il sole.” sorrise Kurt.
“I
tuoi occhi sono più blu e puri del mare.” rispose
Blaine.
“Giurami
che mi farai ancora complimenti del genere quando saremo vecchi e
litigheremo in continuazione.”
“Lo giuro.” Blaine si portò
la mano sul cuore per ufficializzare la promessa.
“Ho
un'idea assolutamente geniale.”
“Sentiamo... ti preannuncio
che non farò castelli di sabbia a forma di
papillon”
“Tzè,
uomo di poca fede. Ho visto che affittano delle canoe allo
stabilimento.”
“Non
è che lo stai facendo solo per dare un'occhiata al
bagnino?”
“Non
sono mica così meschino, io. Tu piuttosto quando sei voluto
andare
da Hollister & Co?”
“Era un'occasione unica, Blaine.
C'erano sconti pazzeschi, come puoi non capirlo?”
“Occasione
unica per farsi fare delle foto coi modelli, vorresti dire.”
“Non
mi pare che tu li abbia disprezzati, comunque...”
“Questi sono
altri discorsi!” replicò Blaine piccato.
“Comunque
per questa canoa?”
“Non sono più tanto sicuro di volerlo
fare...”
“Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego...”
sussurrò Kurt.
“E non ti azzardare a usare i miei
super-collaudati puppy eyes con me!” ribatté
l'altro, evitando
ogni contatto visivo con il marito, ma Kurt gli piazzò a
tradimento
due occhi azzurri così grandi e limpidi da poterci vedere
attraverso. Blaine cessò di sottrarsi al compagno.
Il
verde degli alberi e il nocciola del terriccio si scontrarono con il
cielo indaco, formando un mondo intero di segreti che solo loro
conoscevano, che solo loro condividevano, segreti che non creavano
fratture, ma che cementavano la loro unione, per sempre.
“E
va bene!” cedette Blaine alla fine “Che
disonore!”
“Che ci
vuoi fare? Ho imparato dal migliore” ridacchiò
Kurt.
“Non
potresti camminare come le persone normali?” diceva un
esasperato
Kurt ad un Blaine che zampettava allegramente fra l'acqua,
sporcandosi di sabbia dappertutto.
“Prima
cosa: io non sono normale, dovresti essertene accorto ormai”
replicò il marito continuando imperterrito a saltellare
“secondo:
non è divertente camminare!”
Kurt sospirò e tese una mano al
ragazzo che a malincuore si rassegnò a camminare sul
bagnasciuga. Le
dita di Kurt erano l'unica ancora sicura che manteneva il suo cuore
integro dal mondo ostile che li circondava e non li accettava. Ma
questo non aveva importanza finché erano insieme.
“Allora,
hai la minima idea di come si fa a muovere questo coso?”
“ehm..
no. Penso che dovremo procedere per tentativi.”
“Non
riesco neanche a salirci sopra!” infatti Kurt stava tentando
in
tutti i modi di entrare nella canoa, ma falliva miseramente. Quando
per la settima volta consecutiva si ritrovò a gambe
all'aria, con i
capelli pieni di sabbia mista ad acqua appiccicati al volto,
inzuppato da capo a piedi, diede un calcio al quel malefico mezzo di
locomozione e lo spinse lontano, sedendosi sul bagnasciuga. Blaine lo
raggiunse, dopo aver recuperato la canoa fra le risate.
“Qualche
problema, tesoro?”
“Solo quella canoa... è malefica,
credimi.”
“Certo tesoro, ti credo, certo.”
“Guarda che
non ho bisogno del tono compiacente che di solito riservi con i
vecchietti!”
“Offeso nell'onore?”
“Mi sento come quando
Rachel mi rubava tutti gli assoli al Glee e prendeva le note
più
alte di me.”
“Potremmo
riportare le canoe al bagnino e fare una passeggiata” propose
Blaine.
“Assolutamente
no. Kurt Hummel non si battere da una misera canoa. Le riporteremo
dopo l'ora concordata.”
“Come
vuoi tesoro.”
“Potremo
camminare nell'acqua trascinandole!”
“Sai che è l'idea più
stupida che io abbia mai sentito? Ancora peggio di quella di Finn per
'salvare' Puck!”
“Così mi offendi, amore.”
replicò Kurt
con un broncio fintissimo.
“Facciamo
che questo non verrà mai riferito all'amato Finn.”
“Dipende
come mi corrompi...” e sul volto del soprano
apparì un sorriso
malizioso. Blaine si avvicinò al marito e fece passare il
suo
braccio attorno alla sua vita. Kurt passò le sue dita
attraverso
quella foresta incantata di riccioli scuri, sospirando leggermente.
Si accostò ancora di più e appoggiò
con delicatezza le sue labbra
su quelle del moro. Blaine iniziò a mordicchiarle,
strappando dei
gemiti di soddisfazione a Kurt. I respiri in sintonia, anche i
battiti del cuore coordinati, essere una sola persona, questo
succedeva ogni volta che stavano insieme. Dalla prima volta che si
erano visti aveva sempre provato tutto questo; erano destinati,
semplicemente. Lo aveva sempre saputo, Blaine, ma il difficile era
stato convincere Kurt.
“Direi
che mi hai pagato abbastanza...”
“Una
volta che ci avevo preso divertimento...” all'occhiata di
Kurt
riprese “sì, la spiaggia, il luogo pubblico, va
bene, ho capito.”
“Allora
trasciniamo queste canoe?”
“Continuo a pensare che sia un'idea
balorda, ma va bene.”
“Basta critiche alle mie idee, tesoro.
Oppure ti brucio il costume.”
“Hai
vinto, questa volta. Ma è solo una battaglia, non la
guerra...”
sibilò Blaine.
“Guarda,
laggiù c'è una spiaggetta appartata!”
Arrivarono
dopo circa mezz'ora. Era piccola e a forma di semicerchio, ricoperta
di sassolini di tutte le dimensioni e forme. La coppia si sedette sul
limite dell'onda più lunga mentre il cielo aveva perso il
suo colore
brillante e ora tendeva verso il lavanda pallido, striato da
sporadiche stracci di nubi. Abbracciati osservavano il tempo che
passava, tramutando il pomeriggio in notte.
Blaine
cercò dei sassi adatti a saltare più volte sul
pelo dell'acqua. Ne
trovò uno e fece tre saltelli, poi provò con un
altro, cinque.
Mentre era intento nella ricerca un sasso dalla forma particolare e
lo mostrò a Kurt.
“Cosa
ti sembra?”
“Un
cane.”
“Eh?
Cosa dici? Un cane? E dove sarebbe questo cane, secondo te?”
“La
testa, le zampe, la coda” spiegò Kurt mentre
indicava ogni minima
sporgenza della pietra.
“Oh.
Pensavo sembrasse un cuore.”
“Questione di punti di vista. Da
qua sembra proprio un cuore.”
“Tieni, ti regalo il mio cuore”
disse Blaine, inginocchiandosi davanti al marito con il sasso al
centro del palmo della mano. Kurt lo prese con delicatezza fra le
dita e lo esaminò come una gemma preziosa. Poi, con un unico
movimento fluido, lo lanciò nell'oceano.
Blaine
lo osservò, troppo scioccato per fare qualsiasi cosa.
“Cosa hai
fatto?”
“L'ho
gettato in mare.”
“Questo
lo vedo, ma perché?”
“Perché non ne ho bisogno. Noi ci
apparteniamo, non mi servono manifestazioni plateali per dimostrarlo.
Mi basta trovarti accanto a me la mattina e sentirti cantare mentre
fai la doccia per essere completamente felice. Non mi serve
altro.”
“Non hai idea di quanto ti amo. Davvero, è troppo
grande da capire anche per me.”
“Qui
non si tratta di capire, ma di vivere.”
Si
presero per mano e Blaine poggiò la testa sulla spalla di
Kurt, come
l'altro aveva fatto tanto tempo prima. Con le dita intrecciate, il
suo cuore era ancora nel porto sicuro di quello di Kurt, non
annaspava più nell'acqua gelata, pregando per un po' di aria.
Ringraziamenti
a chi di dovere:
-
ai
due tipi al lago che mi hanno inspirato #thankyou
-
a
_Meg ecco tuo figlio! Grazie del supporto continuo, senza di te non ce
l'avrei davvero fatta. #muchlove
Ok,
non so scrivere un dialogo decente e scade tutto nel nonsense, ma
sono dettagli D:
E'
per il contest di Ale_HP e 4l3
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10285780&&tid=2e282df5a409ec33f1787518fcecf238f91dc21f8da3fe4180fefea157c97469#idm117967437
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