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Radh'ka aveva molto lavoro da fare
prima dell'arrivo di Navayel, doveva preparare tutto l'occorrente per
il dopo; il tatuaggio sarebbe stato sicuramente impegnativo e sarebbe
durato diverse ore, in quanto il suo potere risiedeva sia
nell'inchiostro che nel disegno, ma quello che lo aspettava
successivamente era altrettanto difficile, se non di più. Le ferite
del demone si stavano richiudendo rapidamente e senza apparenti
problemi, grazie anche all'infuso che gli aveva fatto bere poco
prima; ma solo quello non sarebbe bastato, ne avrebbe dovuti bere
altri per depurare il sangue da tutto quel veleno.
Si poteva quasi considerare un miracolo
che il demone fosse sopravvissuto; il veleno presente sulle lame di
Vyras era letale, in quanto il sangue stesso che le ricopriva era il
veleno. Non era una coincidenza il fatto che il sangue del servitore
fosse nero come il carbone, la sua eredità paterna era uno dei
motivi per cui lo aveva scelto; per non parlare del suo potere e
della sua resistenza.
Uno dei suoi acquisti migliori.
Mescolò per l'ultima volta, con un
bastoncino di cristallo, la pozione; il colore era variato poco per
volta, mano a mano che le varie sostanze si mescolavano tra loro. Ora
era di un rosso cupo, e ribolliva adagio, poco sotto il bordo
dell'ampollina. Altre pozioni erano impilate ordinatamente sulla
scrivania, ognuna con il suo compito specifico. Radh'ka depositò
l'ampollina che aveva in mano affianco alle altre, posizionandola per
ultima; i preparativi erano quasi ultimati, ma non poteva portarli a
termine prima dell'arrivo del tatuatore. Non doveva essere interrotto
per nessuna ragione, e fermare il procedimento a metà era rischioso
per entrambi.
Fece bere l'ennesimo infuso a Kreuz, e
si sedette sulla comoda poltrona di velluto che si era fatto portare
in precedenza, sorseggiando uno dei suoi liquor più pregiati.
Non dovette attendere molto, il leggero
bussare tipico dei servitori lo fece voltare verso la porta; quando
dette il permesso di entrare, il servitore che aveva incrociato
prima nei corridoi si prodigò in un profondo inchino. Radh'ka però
non lo degno di uno sguardo, concentrandosi invece sulla figura alle
sue spalle; il nuovo venuto possedeva una folta e crespa barba
bionda, pochi e radi capelli incorniciavano quel viso all'apparenza
vecchio, che però non possedeva gli anni che dimostrava. Gli occhi
piccoli erano completamente bianchi, ma questo non significava che il
nuovo venuto fosse cieco, tutt'altro. Piccole orecchie a punta
svettavano ai lati della testa, rendendolo più simile ad uno gnomo
di montagna che ad un demone. Non era vestito con gli abiti sfarzosi
che usava indossare il diavolo, ma nemmeno come un demone di basso
livello; indossava una semplice tunica di velluto scuro che gli
arrivava fino ai piedi, non si poteva scorgere quali vestiti avesse
sotto, ma il diavolo non aveva bisogno di controllare per sapere che
sotto portava dei semplici pantaloni. Non che la cosa gli sarebbe
comunque interessata. Radh'ka congedò il servitore con un gesto
rapido della mano, poi si rivolse a Navayel; che si avvicinò a lui
senza esitazione, restando però ad una certa distanza.
« In cosa posso esserle utile questa
volta? » Domandò senza giri di parole il biondo; non era certo uno
stupido, sapeva che la convocazione del diavolo aveva un unico fine.
E la cosa gli stava più che bene; odiava i giri di parole e quelli
che lo chiamavano senza un motivo preciso.
« Ti ho convocato per farti eseguire
una delle tue illusioni su un demone; ma prima di farti vedere il tuo
nuovo paziente devo avvertirti. Nulla di quello che accadrà in
questa stanza, dovrà uscire da essa. Sono stato abbastanza chiaro?
Non vorrei sfigurare il tuo bel faccino. » Domandò minaccioso il
diavolo nella sua direzione.
« Come sempre, non mi pare di aver mai
spifferato i vostri affari ad altri. Cosa c'è di diverso questa
volta? » Chiese indagatore Navayel, puntando i suoi occhi bianchi
sul letto che celava il demone alla sua vista.
« Il tuo nuovo paziente è,
particolare. Lui non conosce la sua vera natura, e per il momento non
desidero che altri ne siano al corrente. Dovrai praticare l'illusione
su una zona ben specifica; la parte alta della schiena dovrebbe
andare bene.» Rispose freddamente Radh'ka.
« Devo essere a conoscenza di cosa
devo nascondere per praticare la mia arte, a meno che lei non voglia
un lavoro impreciso e mal fatto. » Continuò il biondo senza
scomporsi.
« Molto bene. Spero che il poco veleno
che ancora gli circola in corpo, non sia un ostacolo alla buon
riuscita del tuo lavoro. »
« Che tipo di veleno? Una droga? »
Domandò il tatuatore dando le spalle al diavolo e dirigendosi verso
il letto.
« Il veleno di uno dei miei servitori,
lo ha ingerito durante una piccola dimostrazione. » Rispose il
diavolo, sistemandosi più comodamente sulla poltrona, e versandosi
ancora un po' di liquore; senza però levare gli occhi dal biondo
nemmeno per un secondo.
Il tatuatore si girò di scatto verso
il diavolo. « Il veleno del piccolo spettro? » Chiese stupito.
« Come diavolo a fatto a sopravvivere?
» Domandò ancora, non ricevendo però alcuna risposta.
Si avvicinò al letto, e scostò le
tende che gli impedivano la vista sul suo occupante; sdraiato di
schiena stava un demone dalla corporatura media con degli improbabili
capelli verdi, che si diramavano sul cuscino come lunghi ed
irregolari steli d'erba. Ad una prima occhiata non sembrava avere
segni particolari, ma lui meglio di tutti sapeva che l'apparenza
spesso era portatrice di menzogne; nonostante questo, si chiese
comunque come avesse fatto quel piccolo demone a sopravvivere al
veleno dello spettro.
Girò il demone di schiena ed ebbe un
piccolo sussulto; davanti ai suoi occhi aveva la risposta alle sue
domande.
« Se posso chiedere, come vi siete
procurato questo cucciolo? » Chiese Navayel, girandosi appena verso
il diavolo; non riusciva a staccare gli occhi dalla sottile coda
nera, che si muoveva appena, tra le candide lenzuola. Era la prima
volta che vedeva da vicino una rarità di quel genere, capiva
perfettamente il motivo per cui il diavolo voleva tenerla nascosta
agli occhi della gente.
« Nel mio lavoro come nel tuo, si
possono incontrare diverse creature interessanti, mi è capitato tra
le mani per caso; solo dopo ho scoperto la vera portata del mio nuovo
acquisto. » Rispose sogghignando Radh'ka.
« Siete stato fortunato a imbattervi
in una simile rarità. Molto bene, mi metto subito al lavoro. La
parte da celare penso sia ormai ovvia. » Concluse il demone
inespressivo, per poi mettersi al lavoro.
Navayel iniziò togliendo al demone la
semplice maglia che indossava, ungendogli poi la schiena con una
strana sostanza oleosa di un raccapricciante color violetto spento;
dalle tasche della tunica prelevò una piccola boccetta contenente
una sostanza scura, l'inchiostro.
« Avete qualche preferenza sul
disegno? » Chiese il biondo girandosi verso il diavolo.
« Un ragno dalle 8 zampe sulla scapola
sinistra, la ragnatela deve essere composta da diversi fili uniti tra
di loro, e in essa ai lati del ragno, devono essere imprigionati due
occhi. » Rispose pragmatico Radh'ka.
Navayel annui con un gesto secco della
testa, e rivolse nuovamente l'attenzione al demone steso sul letto;
piccoli e affilati artigli si allungarono sulle sue dita, il diavolo
lo vide intingere un'unghia nella boccetta di inchiostro, per poi
portarla alla schiena di Kreuz ed iniziare così il lavoro.
*****
Navayel se n'era andato da poco,
consigliando al diavolo di far riposare il demone per almeno un
giorno, in modo che i pori della sua pelle si chiudessero senza
danneggiare il disegno. Era rimasto poco a parlare con Radh'ka a
lavoro finito, non era uno che si dilungava in chiacchiere
inutili, ma aveva garantito sul suo silenzio riguardo la vera
identità del demone; erano sempre stati in buoni affari e il diavolo
pagava bene i suoi servigi, quindi non ne avrebbe ricavato alcun
profitto tradendolo. Kreuz aveva dormito per tutto il trattamento,
che era durato poco più di due ore, e non si era lamentato nemmeno
una volta; la cosa non stupì Radh'ka, la sostanza vischiosa che il
biondo gli aveva spalmato sulla schiena prima di iniziare il lavoro,
serviva non solo per pulire la pelle da eventuali residui di magia,
ma anche come anestetico. Stette seduto sulla poltrona per molto
tempo, facendosi poi portare la cena da un servitore quando iniziò a
sentire un leggero languorino; mangiò con calma, meditando sulla
prossima mossa. Navayel aveva svolto bene il suo lavoro, il disegno
era perfetto e non emanava alcuna aurea di potere; sembrava un
comunissimo tatuaggio. La coda nera ora era perfettamente celata alla
vista, come se non fosse mai esistita; solo gli esseri con un immenso
potere, e quelli a conoscenza dell'incanto avrebbero potuto vedere
dietro all'illusione, e lui era in possesso di entrambi i
requisiti.
Ordinò al servitore davanti alla porta
di non essere disturbato per nessun motivo, non avrebbe tollerato
nemmeno la più piccola delle infrazioni quella volta; nessuno doveva
osare interromperlo.
Si alzò dalla poltrona, avvicinandosi
al letto dove dormiva il demone; lo spogliò degli ultimi indumenti
rimasti, lasciandolo nudo tra le lenzuola. Recuperò la prima delle
boccette disposte sulla scrivania, e la versò completamente sopra al
demone; facendo dopo pochi minuti la stessa cosa con altre due
ampolline. La boccetta successiva conteneva un liquido più denso,
con la quale iniziò a disegnare degli strani simboli, prima sul
pavimento e successivamente su tutta la parte visibile del corpo del
demone, coprendo in parte anche il tatuaggio. L'incantesimo che si
apprestava a compiere, non avrebbe influito minimamente sull'effetto
illusorio del disegno. Girò il demone di schiena, e ripeté alcuni
simboli runici su alcuni dei punti vitali: occhi, gola, cuore.
Poi si spogliò e fece la stessa cosa
con se stesso, prelevando però l'ultimo oggetto che gli sarebbe
servito per completare l'incantesimo, dalla tunica ai piedi del
letto.
Il demone aveva preso a sudare e
lamentarsi durante tutto il procedimento, ma non si era svegliato;
Radh'ka vedeva la coda del demone muoversi irrequieta tra le
lenzuola, percependo il cambiamento di energia nell'aria.
Prese l'ultima ampollina presente sulla
scrivania, e la fece bere al demone; poi iniziò a recitare
l'incantesimo; una lenta litania riempì l'aria, le parole erano
sconosciute a chi non conosceva la lingua arcana, ma l'effetto si
manifestò fin da subito.
Il demone aprì gli occhi di scatto, ma
non sembrava vedere davvero cosa aveva davanti a se; Radh'ka lo vide
portarsi le mani munite di artigli alla gola e iniziare a graffiarsi
a sangue, imprecò mentalmente, maledicendosi per non aver pensato
prima a quell'eventualità. Si mise a cavalcioni sul demone,
prendendogli i polsi e sollevandoglieli sopra alla testa; continuando
a recitare l'incantesimo. Kreuz provò a liberarsi, scalciando e
facendo forza sulle mani in modo da liberarsi; ma il diavolo ebbe la
meglio. Oltre ad essere molto più forte del demone, aveva
l'esperienza e la lucidità dalla sua parte; controllare un cucciolo
non nel pieno delle sue forze, era un gioco da ragazzi per lui.
Ad un certo punto della litania,
avvertì un leggero cambiamento nel comportamento del demone; aveva
improvvisamente smesso di dimenarsi ed emetteva degli strani versi,
simili a gemiti. La sua temperatura corporea si era alzata ancora,
segno che l'incantesimo stava compiendo il suo lavoro; anche
l'energia presente nell'aria ebbe un fremito.
La coda, che prima aveva tentato di
colpirlo, si arrotolò docile alla sua gamba, arrivando a pochi
centimetri dal suo linguine; Radh'ka le dedicò appena uno sguardo
compiaciuto, per poi tornare a fissare il demone sotto di lui. Non
poteva permettersi distrazioni a quel punto dell'incantesimo, la
droga che gli aveva fatto bere poco prima, unita all'incanto stava
evidente facendo il suo dovere; mancava poco al compimento. Radh'ka
aumentò la presa sui polsi del demone, quando lo sentì cambiare
posizione sotto di lui, ricevendo dall'altro un sibilo frustrato e un
piccolo gemito; gli occhi del demone erano appannati, era come se una
piccola barriera si frapponesse tra lui e la realtà, non riusciva a
mettere a fuoco quello che stava succedendo. Si sentiva confuso,
percepiva la presenza del diavolo sopra il suo corpo, ma la cosa al
posto di disturbarlo e irritarlo gli mandava delle piccole scosse giù
per la spina dorsale. Era la stessa sensazione che aveva provato la
prima volta, quando gli occhi del diavolo si erano posati sulla sua
pelle nuda; non riusciva a comprenderla fino in fondo, la testa gli
pulsava in modo fastidioso, e non riusciva a ragionare con la
freddezza di sempre. Sentiva solo una sensazione di fondo, una forza
invisibile che lo spingeva a volere un contatto più profondo con il
corpo che lo sovrastava; non era come quando aveva un'incredibile
fame, era una sensazione più calda. E lui non aveva ne la voglia ne
la forza di opporsi ad essa; si lasciò guidare dall'istinto,
assecondando ogni azione ed ogni gesto docilmente. Non fu però
preparato a quello che avvenne poco dopo, il dolore improvviso gli
fece spalancare gli occhi; per un solo attimo la vista gli tornò
nitida, rendendolo consapevole di quello che stava avvenendo. Il
sesso del diavolo era entrato in lui senza alcun preavviso, facendosi
spazio tra la sua carne senza alcun riguardo; ringhiò, o almeno
provò a farlo, ma quello che ottenne fu solo un lungo ansito
contrario. Il diavolo si spinse in lui ancora ed ancora, senza dargli
un attimo di tregua; Kreuz si sentiva diviso in due, quella cosa lo
stava aprendo senza pietà, e lui era combattuto tra il dolore e il
piacere che quell'atto gli stava procurando. Cinse con le gambe i
fianchi di Radh'ka, per assecondare meglio le spinte; il diavolo gli
aveva liberato i polsi in un momento in cui era stato distratto da
altro, e lui ne approfittò per artigliargli la schiena con le
unghie, e tracciando lunghi solchi sulla pelle candida. Le braccia di
Radh'ka ora poggiavano ai lati della sua testa, facendo leva sul
materasso per non cadergli addosso; Kreuz ansimò ancora, più forte,
il diavolo aveva toccato un punto dentro di lui che gli aveva fatto
annebbiare la vista, più di quanto già non fosse. Morse la spalla
al diavolo per trattenere i gemiti; il sangue caldo gli scese in gola
e lo inebriò, era la cosa più dolce che avesse mai provato, ma
aveva un retrogusto amarognolo, che gli impediva di cedere
completamente alla sete di sangue. Lo aveva a mala pena provato e già
si sentiva sazio; portò le braccia al collo di Radh'ka e inspirò
appieno l'odore del sangue e del sesso. Il senso di benessere e le
spinte del diavolo, lo portarono in poco tempo all'orgasmo; non sentì
l'altro svuotarsi dentro di lui, ne il piccolo monile che gli
circondò la parte alta della coda.
Sprofondò nuovamente nel mondo dei
sogni, ignaro che la notte avesse ormai ceduto il posto al giorno da
parecchie ore.
L'angolo di Sèlìs:
Allora, allora! Vi è piaciuto il
capitolo???
Mi sto chiedendo se dopo questo
capitolo debba o meno alzare il Rathing della FF... Uhm.. Voi che
dite? Ringrazio la Nel Nel che mi ha corretto il capitolo. <3
Grazie ammoWa!!
E anche tutti quelli che commentano! Mi
rendete immensamente felice!!!! >___<
E infondo lo so, anche quelli che
leggono e basta sono brave persone.... >__> ahaha xDDD
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