I diari del dottore

di Bethesda
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La governante si era allontanata da qualche ora e la sera era calata sulla campagna, ammantandola di un velo nero tarmato di stelle. Ero assonnato ma avvertii la necessità di una tazza di tè, così lasciai il bollitore sul fuoco e mi sedetti al tavolo di legno della cucina, spostando qualche provetta che Holmes aveva incautamente abbandonato – se avevo pensato che il trasferirmi in campagna con lui avrebbe eliminato i suoi esperimenti mi ero sbagliato di grosso.
Chiusi gli occhi, perdendomi in pensieri senza né capo né coda, un susseguirsi di immagini sfocate e piacevoli. Il tepore della stanza aumentava il mio desiderio di ritirarmi e stavo vagando fra vecchi casi ed avventure quando sentii qualcosa premere sulle mie labbra e con stupore aprii gli occhi, senza però privarmi di quel contatto leggero e piacevole.
Un sorriso leggero mi increspò le labbra e giocosamente andai a mordicchiare e tastare con la lingua quelle che mi avevano appena ridestato dal mio viaggio nel passato.
Con stupore avvertii un sapore dolce e vischioso su di esse, in forte contrasto con l’odore di trinciato che emanava il loro proprietario.
Mi separai da lui, guardandolo con curiosità e provocandogli un sorriso mentre faceva passare la lingua sulle labbra sottili.
«Miele», sussurrò senza riuscire a nascondere una nota divertita nella voce. «Dell’ultima raccolta».
«Davvero ottimo».
Inarcò un sopracciglio, chinandosi su di me nuovamente ma senza sfiorarmi, benché i nostri volti fossero a un fiato di distanza.
«Ne vuoi ancora un po’?»
Il tè avrebbe atteso.


Note: Credo che scrivere una fan fic, per quanto breve, a otto ore dall'orale di maturità sia la cosa più stupida che abbia mai fatto. Ma che ci posso fare? Avevo bisogno di rilassarmi!
Baci,
Beth




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