II
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Messaggio
due
-
L'idea
che Tom Hiddleston fosse amico di suo fratello la disgustava e
terrorizzava al tempo stesso.
Sapeva
perfettamente come fossero le amicizie di James: prima si
trasformavano in semplici amici, poi diventavano dei fratelli non di
sangue.
E
sinceramente sperava non fosse così. Almeno non con lui.
Non
c'era un vero motivo per tutta quella mal sopportazione nei confronti
dell'attore inglese: forse era la sua celebrità, o forse
quel
sorrisetto fastidioso che rimaneva perennemente incollato al suo
viso...
Non
lo sapeva. Era solo certa che fosse così.
«
Da quanto sei sveglia? »
Dal
soggiorno in cucina comparve suo fratello mentre sbadigliava a bocca
aperta e con una mano si stropicciava l'occhio destro.
«
Quale grazia regale... »
Commentò
sarcastica Alexandra fissandolo. Si sedette su una delle tante sedie
che circondavano il tavolo, bevendo dalla tazzina di caffè
che si
era preparata prima.
«
Come sei inglese... »
Osservò
James, sedendosi a sua volta e appoggiando pigramente i gomiti sulla
superficie lignea del tavolo.
«
Tu lo sei solo perché il tuo» il suo viso assunse
una smorfia per
le parole che stava per pronunciare « caro amico lo
è? »
«
L'hai conosciuto solo una settimana fa e lo detesti così?
»
Domandò
ironico, aspettandosi una risposta che negasse palesemente le sue
parole...
«
Sì. »
… e
invece non fu così.
Alexandra
si alzò dal tavolo, mettendo la tazzina dentro il lavandino,
per poi
voltarsi e lasciare suo fratello da solo.
Com'era
patetico. Lui ed il suo amico.
***
Durante
la mattinata, Alexandra prese la decisione di vedere a che punto
fosse il suo vestito per l'imminente premiere che l'attendeva, prima
di ricongiungersi col fratello per pranzo, in un piccolo ristorantino
francese, che in realtà di piatti tipici non aveva nulla.
Era
un posto piuttosto imbucato che non passava per una strada
principale. Anzi, per raggiungerlo, era necessario svoltare diverse
viuzze e finalmente si raggiungeva il posto.
Appena
entrata nel locale si tolse gli occhiali da sole, cercando il viso
familiare del fratello che pochi attimi dopo la chiamò con
un cenno
della mano.
«
Santo cielo, che caldo! »
Esclamò
sedendosi davanti a lui, facendosi aria con una mano.
«
Non poteva andarci la tua agente a vedere il vestito? »
Alexandra
scosse il capo, riprendendosi.
«
Cat c'era, ma volevo essere comunque presente. E' a buon punto in
ogni caso. »
Non
si accorse tuttavia che sulla sedia posta accanto a lei c'era
appoggiata una giacca. Probabilmente era del fratello, quindi anche
se l'avesse notata non ci avrebbe dato peso.
Ordinò
da mangiare per sé, giacché James l'aveva
già fatto in precedenza
e tornarono a chiacchierare per qualche minuto ancora.
Tuttavia
all'improvviso, Alexandra non poté credere ai suoi occhi
quando vide
uscire dalla toilette un dannatissimo sorriso che conosceva bene.
Si
voltò velocemente verso il fratello, con sguardo serio e
gravoso.
«
L'hai invitato tu? »
Domandò
sibilando a denti stretti. Eppure la risposta non giunse mai,
perché
Tom Hiddleston si era già seduto, accanto a lei.
«
Ehi! »
James
per caso lo faceva appositamente?
«
Se mi hai fatta venire qui » si rivolse al fratello
« per
annunciarmi il vostro fidanzamento, James, bastava che me lo
comunicassi per telefono. » sbottò acidamente,
spostandosi una
ciocca rossa dietro l'orecchio.
Poi
fissò Tom, ostentando un sorrisetto alquanto falso.
«
Ciao Hiddleston. »
La
sua acida simpatia, tuttavia, fece ridere entrambi gli uomini.
Alexandra
lo guardò nuovamente, ma solo per un fugace istante. Come
faceva ad
essere così perfettamente sorridente? Era felice
ventiquattro ore su
ventiquattro o aveva avuto una paralisi facciale che lo costringeva
ad avere i lati della bocca perennemente alzati?
E
poi quando sorrideva mostrava un po' la lingua... che ribrezzo!
Le
ordinazioni di James e Tom giunsero qualche minuto prima di Alexandra
e quando suo fratello ebbe il piatto davanti non esitò a
mangiare.
«
Come sei poco cavaliere, James. Una donna si aspetta. »
Lo
rimproverò l'attore inglese che, effettivamente, non aveva
toccato
forchetta e coltello per attendere che arrivasse la pietanza anche ad
Alexandra.
Lei
non disse nulla, si limitò a pensare a quanto,
effettivamente, fosse
stato cortese...
Poi
scosse il capo, calcolando che in realtà era suo fratello ad
essere
un completo orso e che Tom Hiddleston era solo un comune educato
essere umano.
Poco
dopo, finalmente, tutti e tre poterono pregustarsi quel finto cibo
francese e parlare un po'.
«
Quindi la premiere di Sorrow
è tra tre settimane? »
Domandò
Tom, prima di bere dell'acqua dal bicchiere, rivolgendo una rapida
occhiata ad Alexandra.
«
Come sei ben informato... »
Fu
la risposta di lei, sorridendo appena, ma era propensa a dirgli di
più se suo fratello non si fosse intromesso per l'ennesima
volta nel
loro discorso.
«
Ci andrà anche da sola, pensa »
ridacchiò, quasi fosse divertito
da quella constatazione. In realtà la sua risata aveva ben
altri
scopi.
Sua
sorella lo fissò duramente.
«
Sei infantile, James, cresci. » e con quelle parole, prese il
tovagliolo che teneva appoggiato sulle gambe per potersi ripulire le
labbra. « Vado in bagno. » Si alzò,
rifugiandosi momentaneamente
nella toilette.
Quanto
detestava quando faceva il bambino in quel modo!
Si
fissò in uno dei tanti specchi, guardando quanto la sua
acidità, il
suo cinismo, il suo sarcasmo non l'avessero mai condotta da nessuna
parte.
Era
sola. Chi c'era oltre a James e i suoi genitori che davvero potesse
dire di amarla? Nessuno. E più ci pensava più
trovava la cosa
triste.
Con
una mano si toccò i capelli ramati, cercando di risistemarli
anche
se erano perfetti così com'erano, mentre si
ritrovò a sospirare
pesantemente. Improvvisamente decise di voltare le spalle alla sua
immagine riflessa sul vetro, richiudendosi dentro un bagno.
Rimase
lì, senza far niente, come se fosse tornata adolescente con
i suoi
ormoni in circolo. Il problema vero era che James, certe volte,
toccava punti della sua anima che non dovevano nemmeno essere
sfiorati.
E
siccome le era parso che volesse farsi beffe di lei, si era
imbestialita ancora di più. Scosse il capo, cercando di
riprendere
la dignità che aveva perso per circa dieci minuti e decise
di
uscire, come se nulla fosse mai successo.
Tornò
a sedersi al suo posto, spostando la sedia verso il tavolo e
afferrando il bicchiere per portarselo alle labbra e bere.
Calò
il silenzio da quando Alexandra tornò dal fratello e Tom per
diversi
minuti, fino a quando tutti non finirono di mangiare.
Al
momento di pagare, ben sapendo che James le avrebbe offerto il
pranzo, la giovane donna uscì per accendersi una sigaretta
estratta
dalla borsa, mentre si mise gli occhiali da sole scrutando i pochi
passanti in quella stradina sconosciuta.
Ci
vollero pochi minuti prima che i due uomini uscissero dal ristorante
e, insieme alla donna, si incamminarono lentamente.
«
Io ho parcheggiato la macchina al prossimo incrocio. Voi? »
Alexandra,
nel porre quella domanda, non li guardò nemmeno, continuando
a
fumare e fissare il marciapiede verso il basso. Non aveva voglia di
vedere lo sciocco sorriso di Hiddleston o la faccia da perenne ebete
di suo fratello.
«
Stesso parcheggio. »
Rispose
Tom, aggiungendo di essere nella stessa macchina con James.
Calò
il silenzio ancora una volta, fino a quando non giunsero al
parcheggio indicato.
Gettata
la sigaretta a terra, Alexandra salì in macchina senza dire
nulla.
Quando fu il momento di accendere il motore, salutò entrambi
con una
mano e se ne andò.
Forse
era stata sin troppo scortese, forse no, ma il comportamento di suo
fratello l'aveva irritata eccessivamente.
Prima
di arrivare a casa fece diversi giri a vuoto rimanendo fuori casa per
qualche ora, probabilmente per sbollentare quell'animo che era stato
oltremodo stuzzicato.
Quando
rientrò nell'appartamento di suo fratello, non
trovò nessuno.
Probabilmente James se ne sarà andato dalla sua fidanzata,
una certa
Helena. Ancora non capiva come potesse sopportare un bambino
infantile come lui.
Poggiando
la borsa su una poltroncina in salotto, notò con la coda
dell'occhio
la presenza di diversi messaggi sulla segreteria telefonica.
Chissà
quali importanti chiamate riceverà il suo caro e amato
fratellino!
Schiacciò
il pulsante di avvio, mentre si spostò verso la sua stanza
per
prepararsi a fare una doccia.
La
voce metallica della macchina annunciò i 2 messaggi presenti.
«
Messaggio uno: E' una
vergogna che entrambi i miei figli non mi chiamino mai, ora che sono
oltreoceano! Sì, sono la mamma se non l'aveste capito.
Fatevi
sentire, grazie. »
Alexandra
sospirò nel sentirla, ma in modo completamente sereno.
Quella donna
era del tutto fuori di testa e probabilmente suo fratello aveva preso
da lei.
Ora
che aveva ascoltato sua madre, poteva benissimo lasciar perdere
l'altro messaggio – sicuramente di minore importanza
– ed entrare
finalmente in bagno.
«
Messaggio due: Ciao
James, sono Tom. Mi sono scordato precedentemente di dirti che mi
spiace che tua sorella abbia reagito così. Pecchi di
galanteria! »
si sentì una lieve risata « Dille comunque che se
mai avessi detto
qualcosa di sbagliato mi dispiace, non desideravo di certo
offenderla. In ogni caso ci sentiamo in settimana. Ciao »
Peccato
che Alexandra fosse già sotto la doccia prima ancora che Tom
Hiddleston cominciasse a parlare.
Hiddle's
corner:
Bene,
dopo un millennio torno ad aggiornare col secondo capitolo.
Vorrei
inizialmente precisare che il film citato "Sorrow" è di
mia invenzione. Non ho ricordi dell'uscita di un film con un titolo
del genere. Comunque sarà fondamentale, visto che il film in
cui
Alexandra ha girato.
Per
il resto non voglio tornare sul discorso delle recensioni, che ho ben
già affrontato privatamente con ognuno di voi.
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