Il sogno di una vita.

di MartinaaP
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‘Ellen, tesoro vieni è prontooo!’
‘Arrivo!’
Da quando mia madre era un continuo spostarsi per lavoro, e trasferirsi sempre ovunque, ho deciso di restare a casa, assieme alla mia ‘badante’ Janet che mi conosce fin da quando ero piccola.
Sono Ellen, e sono una ragazza come tante, forse però non proprio come tutti si aspetterebbero.
Ho 15 anni, e sono sempre in mezzo ai casini.
Come detto prima sono una tipa diversa. Sono introversa, mi piace chiudermi in libri, testi di canzoni, o nel ballo, sì è la mia più grande passione e da quando mio padre non si è fatto più vivo ho smesso, circa un annetto fa.
Le persone senza la quale non vivrei? Sì i miei migliori amici, Nate e Cassie.
Janet: Cos’è non hai fame? Su su ingoia qualcosa che poi ce ne andiamo a giocare alla play.
Lei è fatta così. Una tipa giovane, che sa capirmi, sa come farmi ragionare e sa come ricattarmi. La adoro mica per niente.
Io: Boh, non so che mi prende questi giorni.
Janet : Uhm, ho capito và, vieni con me.
Sono un paio di giorni che sono agitata, mia madre è partita un'altra volta, che novità (?) Ma stavolta il problema era un altro.
Dovrei fare un passo indietro, uhm, vediamo.


24 Giugno 2012:


Nate: Hai mai pensato di riprendere il ballo? Voglio dire, sei un talento sprecato, dovresti riprovare, ti sfogheresti.
Cassie: Giusto, ne stavamo parlando, e sinceramente sei giù questo periodo, non c’è la nostra Ellen di sempre, quella che prende per il culo, che se ride non smette più, quella bella dentro e fuori, dovresti avere un attività che ti distragga, perché non ricominciare con la danza? Che ti succede?
Ero rimasta estrefatta.
Il bello è che neanche io sapevo cosa mi succedeva quel periodo, ero cupa, strana. E gli unici due che se ne sono accorti Nate e Cassie. (Avevamo dubbi? Non credo.)
Io: Comunque voi dovreste fare gli investigatori. Ragazzi non se ne parla, non mi va di riprendere, non voglio sprofondare nei ricordi, no.
Nate e Cassie: vabene, scusaci, ma sai come la pensiamo.
In effetti le loro parole mi avevano un po’ turbata, come se fossi pronta a riaccendere la fiamma. Mi serviva legno però, e in questo caso mi serviva coraggioe fiducia.
Come potevo rimettere piede in quell’accademia? Dopo tutto quello che è successo in famiglia, ho lasciato tutto così a merda e sono fuggita dai miei stessi problemi dando la colpa al ballo.
Da quella chiacchierata, avevo cominciato a dubitare di me stessa, delle mie insicurezze.


2 Luglio 2012


Io: Ebbene, questo è quello che è successo.
Sono in terrazza con Janet, amavo quella terrazza, di notte potevi andarci, potevi stenderti e guardare il cielo, guardare le stelle, e pensare.
Janet: Ragazza. Scherzi vero?
Le sue uniche parole dopo tutto il mio discorso sono state queste. Tre parole che non sapevo interpretare.
Io: No, sinceramente no.
Janet: Merda! La danza, la danzaaaa. Venivo a ogni tuo saggio all’inizio venivo nei camerini e ti davo la mia collana porta fortuna, e alla fine ti portavo sempre i fiori.
Eri allegra, spensierata, e sorridevi, avevi un sogno, diventare ballerina professionista, ed ora tutto andato in fumo? No cara Ellen, se non ti decidi a continuare, ti faccio decidere io.
Io: Seriamente, Janet, non ne sono convinta, non ne ho più le forze, e poi ho 15 anni dove vado?!
Janet: E io ne ho 27, come la mettiamo?
Janet sapeva essere convincente, sapeva come prendermi e sapeva i miei punti deboli.
Quella serata era stata di grande importanza per me, ma ora ero sull’indecisione totale, ero distrutta dai miei stessi sogni.
La mattina seguente arriva una telefonata a casa che mi ha svegliata, stavo per alzare la cornetta e mandare a fanculo chiunque fosse che alle 8 del mattino non avesse nulla da fare quando Janet entra in camera…




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