Again and Again - Cap.1
"Di cene settimanali, amore, team iperprotettivi, sentimenti nascosti e famiglie.
Di un teme, un dobe, un pervertito, un sociopatico ed un una violenta. Di lui e lei.
Perché c'è lei che aspetta, loro che osservano e lui che, semplicemente, deve imparare a perdonarsi.
Perché sono una famiglia."
Questa è una commedia romantica coi fiocchi. Nel vero senso della parola.
L'elemento comico sarà presente, ma in dosi decisamente
inferiori: è una storia più, avvolgente.. diciamo. E
più romantica - per quanto Sasuke e Sakura possano esserlo,
ovvio.
Non ci saranno situazioni al limite del verosimile, folli piani da
seguire, litigi disperati e finali mozzafiato. E' una storia semplice,
che parla della famiglia, del crescere e dello stare insieme.
Forse è anche più noiosa, chi lo sa, ma è
più.. avvolgente, come ho già detto. E più dolce.
Dovrebbe trasmettere serenità e sicurezza. E, cosa eccezionale,
è quasi tutta POV Sasuke.
Il titolo è il nome di una canzone coreana, Again and Again, alle quali lyrics
(dolcissime e significative) si ispira l'intera storia. La canzone fa
parte dell'OST di "Love Rain", un famoso drama coreano che ho appena
finito di vedere.
Spero gradiate questa spruzzata di genuino fluff sul vostro desktop :)
Again & Again.
1. A Dinner With Them.
Lo chiamavano "Yashiki", l'appartamento di Sakura.
Il che non avrebbe avuto neanche molto senso, visto che alla
fine "yashiki" significava "mansione" e quell'appartamento aveva
l'aspetto di tutto meno che di una mansione, ma la prima volta che
Sakura li aveva invitati dentro - quasi due anni prima, quando
trascorsi i diciotto anni aveva decretato di essere abbastanza grande
da riuscire a vivere da sola - una volta che tutti gli scatoloni erano
stati disposti in pile ordinate e un primo oggetto estratto da essi -
la loro foto, che ricordava aver visto Sakura posare sul pavimento e
perdere lunghi istanti ad osservarla - Naruto non era riuscito a
tenere chiusa la sua bocca e aveva urlato "Yashiki!", poco prima che
tutti si voltassero ad osservarlo attoniti.
E così Yashiki era rimasto.
L'appartamento di Sakura era di una grandezza modesta, né troppo
grande né troppo piccolo per una ragazza della sua età -
era quel tipo di appartamento semplice, con un unico ambiente che
comprendeva in sé il soggiorno, la sala da pranzo, lo studio e,
in una modesta parte, anche la cucina. La "camera da letto" non era
altro che un livello rialzato del pavimento, dove stanziava il suo
letto - nascosto da un muro che a sua volta, con una porticina,
conduceva al bagno; degli scaffali colmi di rotoli e libri e una
poltrona.
Sasuke avrebbe saputo descriverne con precisione ogni singolo angolo,
ogni singola fessura e ogni singola crepa presente sul muro,
semplicemente perché non riusciva a ricordare una singola
giornata degli ultimi due anni senza metterci un piede dentro.
C'era quell'enorme vaso, vicino al televisore, di un raccapricciante
color verde che avrebbe dovuto intornarsi agli occhi smeraldini di
Sakura - così almeno avrebbe voluto sua madre, che glielo aveva
propinato come regalo per la sua nuova casa, tempo prima. Sakura era
riuscita a mascherare perfettamente il suo estremo disgusto per
l'oggetto in questione, ed era riuscita a tenerlo in vita per un intero
biennio - non senza danni inestimabili. Sasuke in effetti non ricordava
il numero di volte che Naruto lo aveva fatto cadere, o il numero delle
volte in cui lui stesso lo aveva calciato, solo per il gusto di vedere
quella cosa verde frantumarsi ai suoi piedi. Ogni volta, però,
si ritrovavano a raccoglierne i pezzi e a perdere ore a rincollarli fra
loro, e non era più una novità vedere il vaso oramai
ricomposto con allarmati spazi vuoti dispersi qua e là. Ma ci
avevano fatto tutti l'abitudine.
C'erano le tende appese alle finestre; tende dei più disparati
e cangianti colori. Quelle vicino al letto di lei erano di un
delizioso blu
oltremare, quelle che pendevano sul soggiorno e sulla sala da pranzo
sfumavano da
un delicato viola fino ad una tonalità di verde, mentre quelle
riservate a l'unica vetrata presente nell'angolo cottura erano di un
luminoso arancione. Era un'accozzaglia di colori decisamente
pacchiana, ma ogni volta che Sai, in particolare, lo aveva fatto
notare, Sakura si era sempre limitata a scrollare le spalle e a dire di
trovarle "allegre e carine".
C'erano i libri, e i rotoli: erano così tanti che a volte
straripavano dalle tre librerie e finivano accatastati negli angoli
più impensabili della casa. Sasuke una sera che era entrato in
bagno, aprendo l'armadietto igienico, ne aveva visti alcuni nel
ripiano più alto.
Sakura amava leggere, lo sapevano tutti, ma qualche volta era stato
decisamente inquietante trovarla alle tre di notte che divorava
l'ultimo romanzo acquistato a Kiri. Questo dimostrava apertamente la
sua intelligenza, non c'era alcun dubbio, e il suo desiderio di
imparare nuove cose, ma ciò che veramente l'aveva lasciato a
bocca aperta era stato a venire a conoscenza che lei, oltre alla
lettura, si divertiva a trascorrere il tempo a completare cruciverba.
Niente shopping - anche se già sapeva che Sakura non era quel
tipo di ragazza - o perlomeno uscite con le amiche. Cruciverba e una
tazza di tè. "Tiene allenato il cervello" - aveva detto.
C'era quella crepa sul muro, vicino al tavolo da pranzo: era stata
creata niente di meno che da lui e Naruto, in un giorno
particolarmente storto per entrambi. Dopo le solite frecciatine erano
passati ai fatti e avevano ritenuto giusto ed opportuno iniziare a
darsele di santa ragione nell'appartamento di Sakura quando Sakura era
appena uscita a comprare un paio di di scatole di ramen istantaneo per
pranzare assieme. Erano volati molti insulti, e la carica di mille
Naruto che aveva invaso l'appartamento l'avevano spedito dritto dritto
contro il muro, premurandosi di spaccare la sua testa a metà e
di creare quella vistosa e lunga crepa che tutt'ora lo deturpava.
Sakura si era rifiutata di curarli, ma dopo qualche giorno aveva
accettato le loro scuse. Quando poi erano tornati al suo
appartamento e Naruto aveva chiesto il perché non avesse fatto
riparare la crepa lei aveva risposto che l'avrebbe lasciata così
com'era perché "Non succedeva tutti i giorni che quel Uchiha
Sasuke si spaccasse il cranio contro un muro".
C'erano tante altre cose in quell'appartamento (la collezione di
modellini che li raffigurava in pose decisamente compromettenti, fatti
intagliare appositamente per loro in un villaggio vicino ad Iwa; le
cartoline che a volte le avevano spedito quando erano stati impegnati
in missioni più lunghe di un mese; le molteplici calamite sul
frigorigero, acquistate in ogni singolo viaggio fuori da Konoha; molti
fiori - e sospettava che Ino Yamanaka ne fosse l'artefice), ma
ciò che veramente si distingueva fra quella marmaglia di
cianfrusaglie era la quantità spaventosa di foto.
Era diventata un'altra delle sue numerose ossessioni coltivate in
quegli anni (nata probabilmente fra la mania per il giardinaggio,
quella per il cucito e quella per il decoupage), ma gli
anni passavano e lei non aveva mai smesso di portarla avanti: e
così l'appartamento si era riempito di foto che li ritraevano
nei
momenti più strani ed imbarazzanti possibili. Si passava da una
foto di un Naruto dormiente senza pantaloni e truccato come un clown,
fino a quella di un Sai che tentava di
approcciare una ragazza in modi decisamente insoliti.
Aveva creato anche un album tutto suo, "Il Team Sette negli Anni" - lo aveva intitolato, con un sorriso.
Così, piano piano, passo dopo passo, erano giunti fino a quel
punto. Ora erano cresciuti, erano adulti, e spesso e volentieri, fra le
loro vite caotiche e sempre piene di impegni, trovavano poco tempo per
trovarsi fra loro - come fino a poco tempo prima invece erano soliti
fare sempre. Era successo tutto molto in fretta, a dire il vero; in un
paio di mesi le cose erano cambiate radicalmente, e dei loro pomeriggi
trascorsi a casa di Sakura a godersi il sole non erano rimasti altro che
ricordi. In poco più di sei mesi lui e Naruto erano stati
rispettivamente nominati Capitano e Vice-Capitano degli ANBU, alla
guida di un team formato da loro, Sai e Neji Hyuuga. Sakura aveva preso
in mano le redini dell'Ospedale, affiancata da Shizune, e così
il Team Sette si era ufficialmente sciolto, lasciando libero campo alle
loro personali carriere.
E così erano nati.
[Quegli incontri]
Dalle lamentele di Naruto, che ogni volta piagnucolava di non riuscire mai
a trovare del tempo per vedere la sua Sakura-chan, ai silenziosi
incoraggiamenti di Kakashi, al sorridente assenso di Yamato, alla più disparata ed eclatante
approvazione di Sai - che Sasuke sospettava non avesse capito un
accidenti dell'intera faccenda fino a quando non si era trovato
legato ad una sedia con un piatto davanti.
Andavano avanti da otto mesi, e complici i loro turni, il
mercoledì di ogni settimana era diventato un appuntamento fisso
con Sakura, il suo appartamento e, in particolare, la sua deliziosa,
gustosa e meravigliosa cucina.
<< Sakura-chaan! >> quando la porta si aprì e il
caloroso sorriso di una Sakura ventenne li illuminò tutti e
quattro, Naruto le si precipitò subito addosso, stringendola in
un abbraccio stritolaossa. << Mi sei mancata un sacco,
Sakura-chan! Tantissimo..! Vero.. Teme? Kiri era orrenda come sempre
e.. >>
Era una settimana che non la vedevano, sette giorni tondi tondi.
Solitamente riuscivano a ritagliare qualche ora per la loro amica anche
i finesettimana, il sabato sera - se quei decerebrati dei restati loro amici li
trascinavano fuori a bere per locali - e la domenica mattina, se il
turno di lei era favorevole. Ma questa volta non erano riusciti a
scorgerla neanche in fotografia per sette lunghi giorni, e Sasuke
doveva ammettere che era abbastanza snervante avere attorno quegli
spostati senza Sakura con lui. Per di più Kakashi era stato
spedito in missione con loro, perciò non avevano avuto nemmeno
la sicurezza di averla lasciata in buone mani a Konoha.
Sakura rise, e ricambiò l'abbraccio di Naruto con entusiasmo.
Era il tipo di persona che richiedeva sempre quel genere d'attenzioni,
in fondo. << Sono contenta di rivederti, baka >>
proferì, una volta che si fu staccato da lui, pizzicandogli
affettuosamente una guancia.
Subito dopo abbracciò anche Sai, che ricambiò l'abbraccio
col suo solito sorrisetto snervante. Sakura baciò Kakashi
su entrambe le guance e gli sorrise, quando lui le scompigliò i
lunghi capelli rosa. Quando giunse il suo turno di ricevere il
bentornato - erano stati via una settimana, d'altronde - Sakura si
comportò esattamente come aveva fatto con gli altri due: lo
abbracciò affettuosamente - e lui, ovviamente, non
ricambiò l'abbraccio - e gli scompigliò la frangia dei
capelli, facendolo sbuffare apertamente. A quel gesto rise e gli occhi
le brillarono. << Bentornato, Sasuke-kun >> gli disse,
prima di invitare tutti quanti ad entrare.
Non ce ne fu il bisogno comunque, si erano già tutti accomodati.
***
<< Naruto, spero per te che prima di venire qui tu sia passato da
Hinata-chan >> Sakura emerse da dietro il bancone con in mano la
seconda portata della sera. Che sembrava proprio dello squisito donburi.
Sasuke mai l'avrebbe ammesso a voce alta, ma la cucina di Sakura era
assolutamente divina. Non c'era altro modo per descriverla, quella
ragazza cucinava bene tanto quando curava le ferite. Era.. fenomenale.
Ricordava ancora il momento in cui aveva assaggiato per la prima volta
qualcosa cucinato da lei: era stato ai tempi dei loro giorni da Genin,
in una di quelle frequenti missioni del tutto inutili e prive di
significato. Solitamente si portavano da casa i rispettivi pranzi, ma
quella volta sia lui che Naruto non ne avevano avuto il tempo, e Sakura
si era offerta di condividere con loro il suo bento.
Naruto dopo aver assaggiato il primo boccone, senza troppi giri di
parole e alcun imbarazzo, le aveva chiesto di sposarlo. Lei ovviamente
lo aveva preso a pugni, e solo dopo si era voltato verso di lui con
sguardo speranzoso. Ovviamente lui l'aveva sapientamente ignorata, ma
non per questo aveva smesso di mangiare.
<< Certo che sì! >> Naruto si strofinò le
mani, leccandosi le labbra. << Subito dopo che siamo stati in
ospedale, vero Teme? Quel bastardo di Neji mi ha quasi ucciso.. beh..
però ho visto la mia Hinata-chan! Domani abbiamo un
appuntamento! Finalmente, dopo settimane. Sai da quanto è che
non sto un po' con lei? >>
<< Questo è tutta colpa vostra e delle vostre stupide
missioni >> Sakura, dopo aver servito tutti, si accomodò
nuovamente al suo posto. << Se non foste così impegnati
con tutta quella roba degli ANBU, a quest'ora potresti vedere
Hinata-chan tutti i giorni, Naruto. Sai quanto è triste quando
non sei al villaggio? >>
<< Sono missioni che ci affida l'Hokage, Sakura >> Kakashi
chiuse con un colpo secco il suo libro, nel mentre Sasuke saggiava il
primo boccone del suo piatto, faticando a non rilasciare un sospiro
estasiato. << Non possiamo certo chiederle di smetterla >>
<< Certo che potete! >> protestò lei, sbattendo il
bicchiere sul tavolo. Sai osservò con interesse la crepa creata
da quest'ultimo.
<< Potete inventarvi qualche scusa, che so.. che volete stare un po' coi vostri amici! >>
<< Credi che queste scuse funzionerebbero, Kakashi? >> Sai interrogò il suo sensei.
<< Non ne sono affatto sicuro, Sai >>
<< Non pensate a me? Mi abbandonate sempre qui da sola! >>
rise, questa volta. Stava scherzando, ma era anche vero che un po' si
sentiva affetta dalle loro continue assenze. << Non ho nemmeno
qualcuno con cui uscire! >>
<< Ino? >> Naruto sputacchiò donburi sulla tovaglia.
<< Ah, è sempre impegnata con Shikamaru. E poi la vedo
quasi tutti i giorni a lavoro >> disse, masticando un boccone.
<< Uscirei volentieri con qualche ragazzo se voi non li uccideste tutti prima che mi si avvicinino >>
inforchettò un pezzo di carne con ferocia. Cominciava ad
innervosirsi.
<< Tze >> Naruto sembrò molto indisposto. <<
Ti aspetti che lasciamo che uno di quegli schifosi maiali ti si
avvicini? >>
Sakura sbuffò, roteando gli occhi. << Per la centesima
volta, Naruto >> gli disse. << Avere appuntamenti non
significa.. lasciarmi toccare. Non posso uscire con un ragazzo solo per
andare a divertirmi e ridere un po'? >>
<< No >>
<< Assolutamente no >>
<< Certo che no! >>
<< Hn >> era l'unico commento che Sasuke aveva fatto negli
ultimi venti minuti, e tutti alzarono lo sguardo. Sakura sbuffò
per l'ennesima volta.
<< E' assurdo >> protestò. << Voi uscite, vi
divertite con.. chissà quante ragazze..! E io non posso uscire con
un ragazzo solo perché voi soffrite di qualche strano complesso
maschile! >>
<< Sakura >> Kakashi la osservò dietro la sua
maschera. Seriamente. << Tu sei bella, intelligente, giovane,
dolce e amorevole. E una cuoca provetta. E per di più sei anche il miglior medico di
questo villaggio. E se qualche ragazzo ti si avvicinasse per
approffittarsi di te? Per farti del male? Noi non possiamo permetterlo,
vero ragazzi? >>
Sai annuì, continuando a mangiare. << Personalmente non
troverei, in ogni caso, un motivo per cui i ragazzi dovrebbero
avvicinarsi a te. Non assomigli affatto ad una donna, mostriciattolo
>>
Sakura roteò gli occhi. << Ma non possiamo comunque
permetterlo. Ne va dell'integrità del nostro Team >>
<< Assolutamente! >> aggiunse Naruto. << Non possiamo
certo permettere che qualche schifoso possa venirti vicino,
Sakura-chan! Non fino a quando non avrà la nostra piena
approvazione! Vero Teme? >>
Gli sguardi di tutti si concentrarono sulla figura dell'ultimo degli
Uchiha, che fino a quel momento era rimasto tranquillo e silente al suo
posto.
In realtà Sasuke si era sempre tirato fuori dai quei loro
discorsi, preferendo non partecipare mai attivamente, ma era
altresì vero che non aveva mai fatto nulla per negare una sua
possibile posizione. Alla fine, molto in fondo, anche a lui avrebbe
dato fastidio vedere Sakura sgattaiolare fuori in compagnia di qualche ragazzo sconosciuto.
[Molto molto in fondo]
Non aveva alcuna intenzione di indagare sul probabile motivo, in ogni caso.
Nel dubbio optò per proferirsi in un dignitoso: << Hn >>
Sakura, che per un istante sembrò speranzosa di vederlo
contraddire le opinioni degli altri, sospirò e affondò le
bacchette nella zuppa, storcendo le labbra in una smorfia. <<
Grazie per pensare che qualsiasi ragazzo possa interessarsi a me solo per
la mia posizione o per il mio aspetto fisico >> disse, grondando
sarcasmo.
Kakashi le sorrise, conciliante, ma lei ricambiò il sorriso con
un'occhiataccia poco amichevole. A disagio, il loro sensei, si
grattò una nuca.
Sakura scosse la testa, medita che era decisamente meglio lasciar
perdere la questione. Alzò lo sguardo, e osservò in tutto
il suo splendore Sasuke Uchiha che ripuliva la sua ciotola di donburi,
spazzolando via fino all'ultimo pezzetto di carne. Sorrise.
<< Allora, chi vuole il dolce? >>
***
Dopo cena trovavano sempre qualche scusa per rimanere a gironzolare nel
suo appartamento fino a tarda serata. C'erano state notti in cui erano
anche rimasti tutti e cinque a dormire, quando Yamato era con loro - solo perché avevano
tutti alzato un po' troppo il gomito, bevendo sake e giocando a carte.
Solitamente cercavano sempre qualche nuovo passatempo, quella casa era
piena di giochi da tavolo e cose interessanti da leggere. Sakura si
impegnava sempre per obbligarli a fare qualcosa di produttivo dopo il
bicchierino di liquore digestivo, ma la storia alla fine era sempre la
stessa: Sai avrebbe aiutato la loro amica a rigovernare un po' la
cucina - per quanto potesse farlo - Kakashi si sarebbe disteso sul
divano col suo libro fra le mani, Naruto si sarebbe parcheggiato
davanti alla tv con qualche nuovo videogioco. Lui?
Lui avrebbe ammazzato il tempo leggendo qualche rotolo disperso qua e
là, in attesa che Sai e Sakura si fossero liberati dai loro
impegni domestici. Una volta giunto quel momento avrebbe atteso di
vedere quale sarebbe stata la mossa di Sakura: a volte si sedeva vicino
a Naruto, con Sai, e tutti e tre si ritrovavano ad urlare e
schiamazzare davanti alla tv, in mano i controller della console di
videogiochi che Naruto aveva trasportato lì dentro tempo prima;
a volte era l'unica a sedersi vicino a Naruto - Sai si dirigeva
verso di lui, e Sasuke concludeva la sua serata con lui, giocando a
dama o a shogi.
A volte era lei a venirgli incontro.
Quando succedeva, solitamente gli chiedeva cosa stesse leggendo di
bello, e lui le rispondeva monotonico come sempre, ma le rispondeva. E
aveva sempre pensato fosse abbastanza.
Lei, poi, gli avrebbe chiesto se avesse voluto giocare a qualcosa, lui
avrebbe annuito, e avrebbero sicuramente giocato a shogi.
Silenziosamente.
Lei l'avrebbe lasciato vincere - era un segreto fra loro due - e dopo
tre partite gli avrebbe sorriso e si sarebbe alzata per preparare un
po' di tè.
Quel giorno Sakura decise di parcheggiarsi davanti alla tv solo con
Naruto, e Sai si diresse verso di lui con il suo solito sorriso da
prendere a pugni - Sasuke a volte si chiedeva se quella disposizione
non la decidessero assieme quei due, quando finiviano di lavare i
piatti.
<< Dobbiamo ancora dare il nostro regalo a Sakura >> Sai
non la chiamava mai "mostro" se non in sua diretta presenza, diceva che
trovava divertente vederla arrossire dalla rabbia.
Sasuke si strinse nelle spalle e continuò ad osservare le sue pedine, meditabondo. << Hn >>
Sai lo osservò con curiosità, incrociando le braccia al
petto. << C'è per caso un motivo per cui non sembra
interessarti questo discorso? >> gli chiese, sinceramente
crucciato. << Pensavo che tutto ciò che concernesse Sakura
potesse interessarti >>
Sasuke preferì ignorare la sua ultima frase, che bastò in
ogni caso a fargli alzare gli occhi dalla scacchiera e a freddarlo con
uno dei suoi tanti sguardi omicidi. << Potresti pensare a
giocare? >>
Sai si massaggiò il mento, con aria pensosa. << Allora mi
sbagliavo. Ero convinto che l'argomento 'Sakura' potesse smuovere la
tua attenzione, Sasuke >> sembrava davvero convinto di ciò
che diceva. << Sembra che dovrò trovare altri argomenti
per riuscire a costruire una conversazione con te >>
Sasuke sbuffò, apertamente indisposto: se dalla solita
franchezza di Sai, o dalla sua continua cantilena riguardo Sakura
proprio non lo sapeva.
Non avrebbero continuato a giocare per molto, comunque, perché
era giunta l'ora del tè, e perché - questo era vero -
ancora non si erano dati pena di consegnare allo loro amica il suo
regalo.
Sakura, proprio in quel momento, buttò il controller sul tappeto
e si voltò entusiasta verso di loro. << Chi vuole un po'
di tè? >> cinguettò, sorridendo. Gli occhi le
risplendettero.
Sasuke quasi sorrise: era prevedibile, oramai. Un abitudine radicata,
qualcosa di cui tutti non avrebbero più potuto fare a meno.
Non ce ne sarebbe stato alcun bisogno, in effetti, ma Kakashi scelse
comunque di rispondere, facendo emergere il viso da sotto il suo libro
e tirandosi su a sedere. A quanto pare si era appisolato. << Oh,
volentieri Sakura >>
Sakura gli sorrise dolcemente e si alzò in piedi, spolverandosi
gli shorts e scostandosi una ciocca di capelli dal viso luminoso.
<< Senza zucchero, Kakashi-sensei >> e rise, ancheggiando verso il cucinotto.
Sasuke la seguì con lo sguardo, superando la figura di Naruto
ancora impegnata ad urlare contro lo schermo della tv e quella
insonnolita di Kakashi che si stropicciava l'occhio.
<< Sei una persona contradditoria, Sasuke >> la voce di Sai
tornò a perforargli le orecchie, peggio di una trivellatrice.
Sasuke ringhiò, sibilando volgarità fra sé e
sé. << Pensavo non ti interessasse parlare di Sakura.
Perché se così fosse non perderesti ore a guardarla
mentre- >>
Sasuke, infastidito, scostò immediatamente lo sguardo dalla
ragazza per puntarlo sul compagno di team, che gli sorrideva con la sua
solita aria saccente. << Chiudi la bocca >>
Doveva averlo detto a voce abbastanza alta perché sia Naruto che
Kakashi si voltarono nella loro direzione, perplessi. In particolare
Naruto sembrò abbastanza impensierito dalla suo viso tutto d'un
tratto crucciatosi, al contrario di Kakashi che si limitò a
scuotere la testa, evidentemente abituato a simili comportamenti.
<< Tutto bene, Teme? >> gli chiese.
<< Perfettamente, Naruto >> Sai rispose per lui,
sorridendo, e Naruto sembrò ancora più perplesso, ma
decise di archiviare la faccenda con una scrollata di spalle, prima che
un qualcosa gli illuminasse il cervello e lo spingesse a dimenarsi sul
posto.
Sasuke sospirò quando lo vide avvicinarsi furtivamente, l'aria
di chi stava per dire qualcosa di importante. << Ehi ehi.. Sai, a
proposito, ce l'hai il regalo, vero? Quel coso che hai dipinto a Kiri..?
>>
Sai annuì. << Ti riferisci al dipinto che ho fatto
appositamente per- >> la mano di Naruto gli tappò la
bocca. << Sta zitto! E' una sorpresa! Non urlarlo! >>
Sakura emerse in quel momento dal cucinotto; in mano aveva un vassoio
con un bollitore e cinque tazze dai colori diversi.
Sgargianti. Pacchiane.
<< Che succede qui? >> indagò, sorridendo, mentre
posava il vassoio sul tavolino lì accanto e si adoperava a
preparare il tè, diligentemente.
Naruto si grattò la nuca, improvvisamente a disagio. <<
Non succede assolutamente nulla! Vero Sai? A-Assolutamente nulla..!
>>
Naruto non era mai stato bravo a dire bugie. Sasuke, all'improvviso,
ricordò quando avevano fatto cadere per la prima volta il vaso
verde, e di come per una settimana Sakura non si fosse accorta di
niente, fino a quando non li aveva scoperti ad osservare l'allarmante
spazio vuoto fra il telefono e una pila di libri. Ovviamente Naruto non
era riuscito a mentire, e Sakura non solo si era arrabbiata, ma li
aveva obbligati a rincollarlo.
Sakura sospirò, e piuttosto che perdere del tempo a tirare fuori
le parole da Naruto, si rivolse direttamente al suo sensei. <<
Kakashi-sensei, che succede? >>
Kakashi, uomo meticoloso e pragmatico che era, non si fece alcun
problema a riferire per filo e per segno cosa si stessero sussurrando
fino a poco prima. Chiuse il suo libro e accettò con un cenno
del capo la tazza di tè che Sakura gli porse.
Serviva sempre lui, per primo.
<< Oh, nulla di particolare >> disse. << Non hanno il coraggio di darti il tuo regalo >>
<< Kakashi-sensei!! >> starnazzò Naruto,
profondamente indispettito. Sai continuò a sorridere. <<
Doveva essere una sorpresa! >>
<< Regalo? >> Sakura sgranò gli occhi, e li osservò tutti a turno. << Quale regalo? >>
<< Ma il regalo che abbiamo preparato per te a Kiri, sai >>
Kakashi sorseggiò il suo tè, cerimoniosamente. Sakura nel
frattempo si adoperò per servire Sai e Naruto. << Sai,
credo che adesso sia il momento giusto per tirarlo fuori >>
Sai poggiò la sua tazza sul pavimento, si schiarì la gola, compose qualche sigillo e con un sonoro pop
una valigetta corparve sulle sue gambe. Silenti, lo osservarono mentre
l'apriva e ne estraeva un evidente tela coperta da carta; era ovvio che
si trattasse di un dipinto.
Ce n'erano già tanti lì dentro, in realtà. Appesi
ai muri, ed erano stati tutti dipinti da Sai. Alcune erano nature
morte, con della banale frutta, o con oggetti importanti per loro - in
uno c'era un coprifronte, un paio di guanti, un ventaglio con sopra lo
stemma Uchiha. Degli occhi azzurri sullo sfondo.
Altri erano paesaggi dai toni pastello - il campo d'addestramento, la
vista di Konoha dal Monumento degli Hokage, c'era persino una piantina
di quell'appartamento.
Molti erano ritratti.
Così come le foto, Sakura appendeva ai muri dipinti di loro: non
erano scene di vita quotidiana, però. Sai aveva chiesto spesso
loro di posare per dei ritratti, in gran parte dai toni molto
artistici. Quello più particolare era appeso vicino al letto di
Sakura, e li ritraeva tutti in abito da cerimonia, sdraiati sull'erba,
sotto l'ombra di un albero. Era l'unico dipinto per cui non avevano
posato.
A Sasuke piaceva.
Quando Sai consegnò il quadro nelle mani di Sakura lei lo
osservò con gli occhi sgranati; avrebbe voluto dire qualcosa, ma
come sempre si era ritrovata senza parole.
<< Questo è un regalo di scuse per lasciarti sempre sola
>> Kakashi sorseggiò di nuovo il suo tè.
<< Aprilo, Sakura-chan >> Naruto si sporse verso di lei.
<< Sai l'ha finito giusto ieri, prima di metterci in viaggio. Non
abbiamo neanche avuto il tempo di vederlo! >>
Sakura annuì, ancora senza parole, e prese a scartare lentamente
la carta che ricopriva la tela, le mani tremanti. Furono momenti
carichi di tensione quelli che seguirono, Sakura si prese tutto il
tempo possibile.
Quando finalmente il dipinto fu libero da qualsiasi tipo di carta,
Sakura spalancò la bocca in una buffa "o", e per la seconda si
ritrovò senza nulla di dire, tanto era scioccata.
Suo malgrado, Sasuke si scoprì ad allungare la testa assieme
agli altri, curiosi di vedere cosa aveva colpito così tanto la
loro amica.
E ci fu il silenzio.
Sai aveva dipinto una Sakura di profilo, il viso a forma di cuore
appoggiato su una mano; osservava fuori una finestra, gli occhi
socchiusi da un apparente sforzo. Stava pensando.
I lunghi capelli rosa seguivano il moto di un'immaginaria brezza, e
petali di ciliegio cospargevano l'intera tela.
[Era bellissima]
<< I-Io.. >>
Sasuke tornò al suo posto, e incrociò nuovamente le
braccia al petto: se c'era una cosa che sapeva era che Sai avrebbe
potuto dipingere in quel modo solo Sakura. Non era azzardato affermare
che la considerava l'unica donna della sua vita, proprio per il fatto
che semplicemente lo era.
Anche Sasuke non sapeva cosa dire - e anche se l'avesse saputo non
avrebbe detto comunque niente - perché quel dipinto ispirava
tenerezza e riservatezza al primo sguardo. Era un dipinto privato,
frutto dell'immaginazione dello stesso autore, e sapere che Sai pensava
a Sakura in quel modo lo spinse a chiedersi se per caso conoscesse
anche una diversa sfumatura d'affetto, più intima, più
intensa, che lui tempo prima aveva deciso di rinchiudere nel cassetto
più profondo del suo cuore.
L'amore.
Forse l'aveva letta in qualcuno di quei suoi strani libri.
<< Io.. non so che dire, è.. bellissimo.. >>
balbettò, Sakura, cercando di riprendersi dallo shock. <<
Cioè, non voglio dire che è bellissimo perché ci
sono io, però ecco.. >>
<< Abbiamo capito, Sakura >> ridacchiò Kakashi.
<< Caspita, Sai. Non pensavo ti ci fossi messo così
d'impegno >>
<< Ho letto da qualche parte che le ragazze amano verdersi belle
>> disse, pratico. << Perciò mi sono detto che era
giusto che per una volta anche Sakura si vedesse tale >>
Il sorriso sparì dalle labbra della suddetta, che rimase ad
osservarlo truce per un istante, prima di sospirare, rassegnata.
<< Grazie lo stesso, Sai >> sorrise, così
luminosamente che se fosse stato inverno la neve fuori si sarebbe
sciolta.
Sasuke, che si diede mentalmente dello stupido per aver pontificato
troppo, la osservò mentre scostava il dipinto dalle gambe e
gattonava sorridendo verso Sai, aggrappandosi al suo collo e
abbracciandolo stretto, sotto gli sguardi di Kakashi e Naruto.
Sai le accarezzò i capelli con fare impacciato - Sasuke
pensò che stesse riminescendo qualche consiglio dei suoi libri
su come trattare bene una ragazza - e le sorrise contro l'orecchio.
<< Aaawww, Sakura-chaaan! Così ci fai commuovere! >>
bastò quella frase, e Naruto si precipitò addosso ai due
amici, coinvolgendoli in uno dei suoi oramai familiari abbracci
stritolaossa. << Abbraccio di gruppo! Abbraccio di gruppooo!
>> e finirono tutti e tre stesi sul tappeto, mentre Sakura
scoppiava a ridere e si asciugava con la mano libera gli occhi lucidi.
<< Naruto, pezzo d'idiota.. togliti di dosso! >> la voce di
Sakura avrebbe dovuto suonare minacciosa, ma uscì soltanto
soffocata dal braccio di Sai contro la sua gola.
Quando finalmente trovarono il modo di districarsi da quell'ammasso di
gambe, braccia e mani fuori posto - in un attimo di panico Sakura aveva
strillato come un acquila, quando cinque dita si era posate sul suo didietro - stavano ancora tutti ridendo, i capelli
scompigliati e gli occhi che brillavano.
<< Ma-oh! Sasuke-kun, non ho servito il tuo tè!
>> Sasuke sobbalzò, colto di sorpresa, e cercò di
ricordare cosa fosse appena successo. In un istante fece slittare gli
occhi scuri sulle mani di tutti gli altri, che stringevano tazze
fumanti. << Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace! >>
mormorò, mordendosi le labbra e affrettandosi a riempire la sua
tazza con dell'acqua bollente.
Sasuke non disse niente, non mosse nemmeno un muscolo, ma quando Sakura
gli si avvicinò con espressione costernata sul volto, brandendo
il suo tè, non riuscì a non sospirare e a scuotere la
testa. << Fa niente >> le sussurrò, ma
accettò lo stesso la sua tazza.
Sakura gli sorrise, e decise che il posto vicino a lui sarebbe
diventato il suo nuovo giaciglio. Sasuke la osservò mentre si
accomodava accanto a lui, poggiando la schiena contro il divano sul
quale sedeva Kakashi. Era molto vicina, ma c'erano ancora quei cinque
centimetri che separavano la sua spalla da quella di lei, che gli
sorrise prima di voltarsi verso Naruto, steso sul tappeto a mo' di
angelo, dopo che aveva deciso di spegnere la tv.
<< Non è che ripartite subito domani, mh? >>
mormorò, soffiando sulla sua tazza di tè. << Non
avete altre missioni, vero? >>
Naruto scosse la testa con fare insonnolito. << Naa, vero Kakashi-sensei? >>
Kakashi annuì. << La Godaime ci ha dato un po' di tregua,
Sakura >> disse lui. << Dovremmo riuscire a rimanere al
villaggio per.. una decina di giorni circa >>
<< Ma è fantastico! >> squittì Sakura,
agitandosi sul posto. << Allora questo finesettimana potremmo
vederci! Da quanto è che non facciamo una bella rimpatriata con
gli altri? >>
<< Giusto! Possiamo uscire a bere..! >> la voce impastata
di Naruto intervenne nella conversazione, e Sakura sospirò,
mentre accanto a lei Sasuke sbuffava, roteando gli occhi al cielo.
Lei, che sembrò aver notato la sua grande gioia per l'imminente
rimpatriata, gli rifilò una gomitata sul fianco, facendolo
sbiancare improvvisamente dal dolore. << Oh, andiamo Sasuke-kun.
Sono sicurissima che farà piacere anche a te rivedere gli altri
>>
<< E' così tanto che non stiamo tutti assieme >>
Kakashi annuì per la milionesima volta, e posò la sua
tazza sul tavolino. << Grazie, Sakura >> proferì.
<< Ottimo tè come sempre >>
Lei gli sorrise, riconoscente, e annuì.
Sasuke, osservando lei e il suo sensei mentre si scambiavano le solite gentilezze di ogni
mercoledì, pensò che stava giungendo il momento di
andarsene. Era sempre così in fondo; Kakashi era l'ultimo ad
arrivare ed il primo ad andarsene. Con qualche scusa avrebbe
ringraziato Sakura per la squisita cena, le avrebbe scompigliato i
capelli, li avrebbe salutati tutti quanti dando loro appuntamento per
il giorno dopo in vista del solito allenamento, e sarebbe sparito in
una nuvola di fumo.
Sai era sempre il secondo: avrebbe aiutato Sakura a portare le tazze in
cucina, e le avrebbe asciugate dopo che lei avrebbe lavate. L'avrebbe
ringraziata per la cena, facendola sorridere, e poi le avrebbe detto
che le sue abilità culinarie colmavano ciò che il suo
corpo non aveva in abbondanza - e avrebbe indicato la sua
maglia, guadagnandosi un chop dritto dritto sulla testa.
Sakura poi avrebbe riso, e l'avrebbe accompagnato alla porta,
salutandolo con una mano o con un abbraccio - a seconda di quando
l'avrebbe rivisto.
Lui e Naruto erano sempre gli ultimi.
In realtà anche quella era una situazione che variava, a seconda
di come si concludeva la serata: se la cena era stata particolarmente
abbondante, o se avevano bevuto qualche bicchiere di sake di troppo,
Naruto si sarebbe sicuramente appisolato sul tappeto e a lui sarebbe
toccato l'arduo compito di riportarlo sano e salvo al suo appartamento.
Se invece non fosse stato così, Naruto si sarebbe svegliato di
colpo e sarebbe schizzato fuori in qualsiasi momento
- a volte mentre Sakura e Sai stavano ancora lavando le tazze -
urlando che avrebbe avuto dieci minuti per riuscire a vedere la sua
Hinata-chan.
Lasciando, così, lui e Sakura da soli.
Lui era sempre l'ultimo ad andarsene, semplicemente perché
preferiva fare le cose con calma - se qualcuno non fosse stato
lì a mettergli fretta, e Sakura non gli avrebbe mai detto niente
quando, dopo che Naruto se ne era andato, lui avrebbe chiuso gli occhi
per due istanti, poggiando il capo contro il divano e respirando
lentamente. L'avrebbe aiutata a rimettere a posto i giochi da tavolo,
la console e i libri messi fuori posto, e lei gli avrebbe chiesto se si
fosse fatto curare dopo la missione. Gli avrebbe offerto un'altra tazza
di tè che lui avrebbe sicuramente rifiutato, per cortesia e
vista l'ora tarda. Ma l'avrebbe ringraziata.
Lei l'avrebbe accompagnato alla porta con ancora le braccia colme di
libri o videogiochi, e lo avrebbe salutato come avrebbe salutato Sai o
Kakashi - con la mano, se non avesse avuto una missione il giorno dopo,
o con un breve abbraccio, se non avessero avuto la possibilità
di rivedersi fino alla settimana dopo.
In ogni caso quella era una sera che vedeva realizzarsi la prima
opzione, o almeno questo era quello che sembrava a Sasuke. Dopo che
Sakura aveva chiuso la porta dietro Sai, era sbucata nel salotto e
aveva trovato Naruto che ronfava alla grande sul tappeto e lui che lo
osservava disgustato.
<< Svegliati, dobe >> proferì, calciandolo al fianco. << Dobbiamo andare >>
La risata cristallina di lei gli risuonò nelle orecchie.
<< Credo di aver cucinato troppo, oggi >> rise, incrociando
le braccia dietro alla schiena e sporgendosi a vedere la scena.
<< Hn >> borbottò. << E' colpa del dobe >>
Lei rise di nuovo, e si decise ad avvicinarsi, inginocchiandosi vicino
al volto di Naruto e avvicinando le labbra al suo orecchio.
<< Narutooo.. >> sussurrò. << Svegliatii..!
C'è Hinata-chan che chiede di te, qui fuoriii..! >>
Sasuke sogghignò. << Che colpo basso >>
<< Basso ma efficace >> replicò lei, giuliva.
Il suo colpo basso sembrò funzionare davvero, perché
Naruto spalancò gli occhi e si tirò su a sedere. <<
H-Hinata-chan..! >>
Sakura scoppiò a ridere e Sasuke scosse la testa. << Che
dobe >> commentò, sprezzante. << Alzati, idiota.
Dobbiamo andare >>
<< E non c'è Hinata-chan? >> borbottò,
gonfiando le guance in un broncio adorabile. Sakura gli
scompigliò i capelli, sorridendogli dolcemente. << Niente
Hinata-chan, Naruto >>
Naruto sbuffò, stropicciandosi un occhio insonnolito. << Uffi >>
<< Allora? Come rimaniamo d'accordo? >>
Sakura li aveva accompagnati alla porta, e Naruto aveva scambiato la
sua spalla come un cuscino, perché non appena erano riusciti a
tirarlo su dal tappetto si era immeditamente appoggiato a lui,
biascicando qualche scusa.
<< Tu sei impegnata all'Ospedale tutta la settimana, vero
Sakura-chan? >> mormorò Naruto, contro la sua maglia. Lei
annuì.
<< Allora che ne dici sabato se ci alleniamo assieme? Che te ne pare? Sei sempre via, Sakura-chaaan! >>
<< Potrei dire lo stesso di voi >> replicò lei,
indispettita. << Siete voi quelli che mi abbandonano al
villaggio. Priva di qualsiasi divertimento >> aggiunse. <<
Non posso neanche uscire con qualche ragazzo, shannaro! >>
Naruto agitò una mano, con fare noncurante. << Ah.. ma per quello c'è ancora tempo, Sakura-chan! >>
<< Ho venti anni, razza di idiota >> sibilò, e
Sasuke pensò che Naruto nel corso del tempo aveva sviluppato
istinti omicidi. << Ho venti anni e non ho ancora baciato nessuno
>>
Naruto sembrò essere colto di sorpresa dalla sua reazione, o
semplicemente fiutò il pericolo perché saltò
indietro, rifugiandosi dietro le spalle di Sasuke, che lo
osservò con lo stesso sprezzo che riservava ai peggiori nemici
sul campo di battaglia.
<< Ah, va bene va bene >> Sakura sospirò,
abbandonando le braccia lungo i fianchi. << Sabato, al ponte. Vi
ucciderò tutti >>
Sasuke non dubitò affatto della sua ultima frase.
<< Sasuke-kun, per favore riporta sano e salvo a casa sua questo
idiota così che poi io, sabato, possa ucciderlo >> gli
sorrise amorevolmente.
Sasuke annuì, pomposamente. Fosse mai che non portasse a termine
una simile missione, così importante e significativa.
<< Bene, ci vediamo sabato.. allora! >> sorrise ad entrambi, e scompigliò di nuovo i capelli a Naruto.
Lui annuì, e trascinò fuori Naruto, che si era di nuovo
addormentato con bocca spalancata, sostenendolo per la collottola della
maglia. Appena fuori casa, prima che potessero incamminarsi verso
l'uscita del complesso condominiale, Sasuke si fermò e
voltò il capo verso la ragazza ancora alla porta, un'espressione
più morbida sul viso.
<< Grazie per la cena >> le disse, in un sussurro appena
accennato. Se non fosse stata sera inoltrata, le undici passate, se non
ci fosse stato assoluto silenzio attorno a loro, nessuno dei due
avrebbe sentito l'altro.
Lei sorrise, dolcemente, e gli occhi le risplendettero. << Figurati, Sasuke-kun >>
Sasuke annuì, e si incamminò lentamente lungo il
corridoio, trascinandosi dietro Naruto e non preoccupandosi di
sostenerlo in modo decente, cosìcché i suoi piedi
strusciavano sul pavimento.
Fu solo quando giunsero alle scale e Sasuke si fermò un attimo
per meditare in che modo potesse riuscire a scendere con uno zombie
affianco - e per un attimo l'idea di farlo ruzzolare giù, per
tutti i gradini, non gli sembrò esattamente così pessima
- che sentì il click familiare di una porta chiudersi.
Quasi sorrise, issandosi meglio il braccio dell'amico sulle spalle.
Era sempre così, in fondo.
***
Continua.. ?
QuiC'èGè:
Allora, salve bravi signori e signore. Questa fanfiction è molto dolce.
...
...
A parte gli scherzi, i capitoli saranno dieci (compreso epilogo) e gli
aggiornamenti settimanali. In realtà questa fanfiction avrebbe
dovuto avere il suo trailer, ma il monitor del mio computer ha ben
deciso di impazzire proprio ora, e non andando più io non sono
riusciuta a completarlo in tempo. Ma don't worry, verrà
successivamente aggiunto come bonus :)
Che dire? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, ovviamente. E' un po' una cosa diversa; né comica come Non è la solita commedia scolastica né tragica come Battle Royale. Sta in mezzo, qualcosa con cui allietare le vostre calde giornate insomma.
Alla prossima e.. recensioni no jutsu! ♥
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