La setta dei Ganad

di _Luna_
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piani, chiaro? » la voce di Kamensal era seria e Angela si mise ad ascoltare, nonostante inizialmente era stata un po’ scettica. Dopotutto, era difficile credere a qualcuno che credeva nell’esistenza dei rospi. Lui riportò l’attenzione a ciò che stava dicendo « Secoli fa, esisteva un tiranno, molto simile a Galbatorix ma tremendamente più spietato. Faceva continue rappresaglie nelle città, uccideva qualcuno per il semplice gusto di farlo, di possedere quella vita, di fare ciò che voleva. L’unica che si interpose tra il popolo e questo tiranno senza nome fu una ragazza, Gana. Per contrastare il potere del sovrano studiò per anni, per secoli perché essi non morivano mai. Gana riuscì infine a trovare un modo per sconfiggerlo ma solo sacrificando se stessa e tutta la popolazione, il re finalmente morì ma a caro prezzo.»
« Non credo più alle favole per bambini, Kamensal »
« Non è una favola per bambini, Yamè. Io non so i particolari di questa storia, non posso dirti di più… » si morse le labbra, come se volesse aggiungere qualcosaltro, poi chiuse la bocca, mentre metteva le redini del cavallo nelle mani dell’indovina « Gana consumò anima e corpo pere questa missione che si era imposta e arrivò alla conclusione che solo attraverso la distruzione si può creare qualcosa di diverso, di giusto, un mondo senza malvagi. Ma lei stessa era malvagia: era arrivata ad uccidere la sua stessa famiglia che voleva impedirle di combattere contro il sovrano per proteggerla. Quando finalmente trovò la giusta combinazione di magia, richiese del sangue. Tanto sangue.  Nessuno sopravvisse. Solo qualche secolo dopo arrivarono gli elfi, gli uomini e i nani » Salì in groppa al cavallo assieme ad Angela e aggiunse « Io so solo questo. Purtroppo, non so cosa vogliano i suoi seguaci che la venerano come una dea, non so come agiranno. So solo che dobbiamo andarcene da qui »
Finalmente, pensò Angela, si iniziava ad intravedere qualcosa del loro nemico. A quanto aveva capito, stavano combattendo contro una setta. A dirla tutta, però, non le sembrava qualcosa di troppo pericoloso o preoccupante, ne avevano viste di peggiori « Dove stiamo andando? »
« Ad est, a casa mia, al limite della foresta e della barriera »
« Non verrò con te » fece fermare il cavallo e senza troppe cerimonie costrinse l’amico a scendere « Io andrò da Tenga, tu tenta di capire che esistono solo le rane »
Kamensal la guardò dritto negli occhi « No. Parliamo di assassini, di folli che seguono chissà quale pazza dea. Non ti lascerò andare via »  Angela non lo ascoltò minimamente ma spronò il cavallo e lasciò il suo amico nella foresta. L’elfo si guardò attorno, con occhi attenti finché non raccolse qualche erba e si mise in cammino verso casa. La storia che aveva raccontato ad Angela era completamente vera, aveva però omesso di dirle che, da qualche parte, ignaro della propria origine, viveva uun discendente di Gana e, forse proprio in quel momento, la setta lo stava cercando con l’unico modo possibile per trovarlo.




N.d.A. AHAHAHAH. Ok, che schifezza che ho scritto questa volta, davvero. Non penso di aver mai scritto un capitolo così brutto :D In ogni caso, finalmente, qualche dubbio viene scacciato per far posto ad altri. Nel prossimo capitolo sarò ancora più esauriente, perchè introdurrò il personaggio di Tenga. Fatemi sapere cosa ne pensate <3





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