Chapter I - Say
Do you know where your
heart is?
Do you think you can find it?
Or did you trade it for something
Somewhere
Better just to have it?
Do you know where your love is?
Do you think that you lost it?
You felt it so strong, but
Nothing's turned out how you wanted
OneRepublic – Say (All I Need)
La neve cadeva placida dal cielo, coprendo col suo candore qualsiasi
cosa incontrasse e donando alle strade un'aspetto tipicamente
natalizio. Hermione affondò le mani nel lungo e sformato
cappotto marrone: aveva dimenticato i guanti ed ora aveva le dita
talmente gelate da non riuscire quasi a sentirle. Le strade di Londra
erano tutte addobbate a festa, così come le vetrine,
decorate in accordo con i gusti dei loro proprietari, o con simpatici
pupazzi, o, nel caso in cui si volesse davvero osare, addirittura
dipinte con immagini che ritraevano le più disparate storie.
La ragazza pensò a come si potesse intuire il carattere di
coloro che si erano adoperati in quella mansione, solo osservando il
modo in cui avevano condotto il loro operato: ecco la vetrina di un
piccolo negozio, dall'altra parte della quale faceva bella mostra di
sé un abete con decorazioni argentate, di certo il
proprietario doveva essere un tipo molto raffinato; poi eccone
un'altra, straripante di nastri, colori e cose divertenti, senza dubbio
scelte da una persona dal carattere decisamente allegro.
Una lieve folata di vento distrasse la giovane da questa sua piccola
occupazione, costringendola a stringere maggiormente la sciarpa intorno
al collo e a calare quanto più possibile il cappello di lana
sulla testa. Dietro di lei, i suoi passi avevano lasciato chiare
impronte sul manto nevoso, che però sarebbero ben presto
state cancellate. Erano impronte solitarie le sue e lo sarebbero
rimaste per tutta le sera, nonostante si trattasse della Vigilia di
Natale. I suoi genitori avrebbero passato la serata, così
come tutte le feste, a casa di alcuni parenti della madre, invito che
lei aveva declinato adducendo ad alcuni progetti con i suoi amici.
Ovviamente aveva mentito, poiché non vi era stato nessun
laborio di menti volto alla pianificazione di quelle vacanze,
né suo né tanto meno dei suoi amici. Loro, come
ogni anno, avrebbero trascorso il Natale alla Tana, alla cui solita
compagnia si erano aggiunti, da un paio d'anni, anche Luna e Neville.
Inutile sottolineare che anche lei, come sempre, era stata invitata,
ma, così come il precedente, anche questo invito era stato
declinato, con la scusa di dover trascorrere le vacanze da alcuni
lontani parenti.
Hermione Granger non era mai stata una persona alla quale piaceva
mentire, eppure, quell'anno e in un periodo in cui le cattive abitudine
dovrebbero essere totalmente estraniate dalla propria vita, si era
ritrovata a farlo per ben due volte. Un comportamento apparentemente
senza senso, che però trovava una spiegazione nella presenza
di un nuovo invitato previsto alla Tana per quella sera: Lavanda Brown.
Già, la sua vecchia compagna di Casa e dormitorio, colei che
era stata la causa della quasi totale rottura del magico trio ai tempi
di Hogwarts, questa volta faceva bella mostra di sé, dinanzi
agli occhi di tutta la famiglia, come futura moglie dell'ultimo genito
Ronald Weasley. Ebbene sì, dopo anni di fidanzamento,
neanche cinque mesi prima Ron l'aveva lasciata, perché, a
quanto pare, aveva soltanto confuso l'amore con l'amicizia. Ironia
della sorte, era tornato con la vecchia fidanzatina della scuola, alla
quale aveva chiesto di sposarlo dopo appena due mesi di frequentazione.
La cosa aveva suscitato animate proteste da parte dei membri della
famiglia, i quali avevano più di una volta tentato di far
tornare il ragazzo sui suoi passi, ma, alla fine, tutti erano stati
costretti a cedere di fronte alla grande determinazione del
più giovane di casa Weasley. In principio aveva creduto di
non riuscire a sopportare la cosa, eppure, col senno del poi, aveva
compreso che Ronald era stato capace di scegliere la strada che invece
lei non aveva mai avuto il coraggio di imboccare. E così,
alla fine, anche lei si era ritrovata a dare la sua benedizione alla
nuova coppia, augurandogli ogni felicità.
Ma allora perché non aveva voluto trascorrere quei giorni
con i suoi amici? Solitudine, ecco la risposta. Sì,
perché la nostra ex Grifondoro si sentiva terribilmente sola
e questa sua sensazione non faceva altro che acuirsi ulteriormente in
presenza di altre persone, che non facevano altro se non
“sbatterle” in faccia la loro felicità.
C'erano state volte in cui aveva creduto di odiare addirittura Harry e
Ginny per essere così felici insieme, per poi sentirsi
spaventosamente in colpa anche solo per averla pensata una cosa del
genere. Quindi è questo il motivo per il quale la ragazza
è stata così categorica nel rifiutare qualsiasi
invito: non voleva intaccare con la sua tristezza la gioia di nessuno.
Stanca di camminare, si decise ad entrare nel primo Café,
sedendosi ad uno dei tavoli accanto alle vetrate. Fuori, la nevicata
non accennava a smettere e ciò sembrava soltanto aumentare
la sua malinconia
- Posso portarle qualcosa? - una delle cameriere le si era avvicinata e
lei, finché ella non aveva parlato, neanche si era resa
conto della sua presenza, come di quella di chiunque altro in quella
sala
- Un tè al latte, grazie - l'altra scribacchiò
velocemente la sua ordinazione per poi allontanarsi. Di solito, in
momenti come questi, Hermione era solita tirar fuori dalla sua borsa un
libro e cominciare a leggere, eppure, strano a dirsi, stavolta non
aveva nessun libro pronto a farle compagnia, tanta era stata la fretta
che aveva avuto nel voler uscire di casa. Perché, nonostante
non vi fosse nessuno che potesse disturbarla, la sua amata dimora era
troppo pregna di armonia famigliare perché lei potesse
sopportarne anche solo la vista
- Hermione! - qualcuno sembrava aver pronunciato il suo nome, ma doveva
necessariamente trattarsi di un errore: chi mai poteva conoscerla
lì? - Ehi Hermione! - no, stavolta non c'era stato alcun
errore e infatti, dall'altro lato della vetrata, c'era uno dei gemelli
Weasley che la salutava dimenandosi come un pazzo. La gente intorno lo
guardava stranita e solo in quel momento la giovane si rese conto che,
probabilmente, per farsi sentire da lei, doveva aver urlato parecchio
- Ciao.... George? - rispose lei, alzando a sua volta leggermente la
voce per farsi sentire
- Sono Fred - disse sorridendo - Aspetta, ti raggiungo! - non ebbe
neanche il tempo di ribattere, che il suo interlocutore già
si trovava in piedi accanto al suo tavolo, scuotendo via la neve dal
cappotto - Che sorpresa trovarti qui! - disse ancora, sedendosi
- Bè, questo dovrei dirlo io piuttosto - ribatté
l'altra - Cosa ci fai nella Londra Babbana? -
- Ecco il suo tè - l'arrivo della cameriera interruppe
bruscamente la loro conversazione - Posso portarle altro? - chiese,
mentre poggiava la tazza e un piattino colmo di biscotti dinanzi a lei
- No, grazie -
- Lei invece desidera qualcosa? - chiese poi, rivolgendosi a Fred con
un tono.... ammiccante?!?
- Vorrei una cioccolata calda con panna e una fetta di dolce alla crema
- rispose lui allegro, apparentemente inconsapevole degli sguardi che
quella giovane donna gli stava rivolgendo
- Benissimo, un attimo e sono da lei - e mentre quest'ultima si
allontanava, Hermione ridacchiò
- Che c'è? - chiese il gemello, afferrando uno dei biscotti
dell'amica e addentandolo
- Davvero non te ne sei reso conto? -
- Di cosa? -
- Come “Di cosa?”! Ma degli sguardi che quella
cameriera ti stava rivolgendo, sembrava mangiarti con gli occhi. -
- Sai com'è - rispose - Ero impegnato a pensare ad altro -
fece lui, misterioso
- Ah sì? - chiese lei scettica - E a cosa? - il ragazzo
sogghignò, prendendo un altro biscotto
- È un segreto, forse un giorno te lo dirò - poi
continuò, prima che lei avesse il tempo di ribattere - Ma
non provare a cambiare argomento, perché sei qui? Non dovevi
essere fuori città? - la ragazza, suo malgrado,
arrossì, trovandosi, forse per la prima volta nella sua
vita, senza nulla da dire - Oh-oh - infierì allora lui - A
quanto pare il nostro perfetto prefetto ha qualcosa da nascondere -
- Smettila - disse stizzita - Non siamo più ad Hogwarts ed
io non sono più un prefetto - lui storse il naso
- Credimi, nonostante la scuola sia finita, tu rimarrai prefetto in
eterno -
- Ho come l'impressione che la cosa non ti faccia piacere -
- Ehi, non dimenticare che stai parlando con uno dei gemelli Weasley,
l'incubo di tutti i professori - rispose, decisamente orgoglioso della
cosa
- Bè, dubito ci sia qualcosa di cui vantarsi in tutto questo
-
- Perché, almeno per il momento, tu non sei suscettibile al
fascino dello “scavezzacollo”, come direbbe mia
madre -
- E non accadrà mai - lui fece uno strano sorriso
- E chi può dirlo... -
- Ecco la sua cioccolata! - ancora una volta, la cameriera giunse ad
interrompere la loro conversazione ed Hermione gliene fu quasi grata,
poiché la loro chiacchierata aveva cominciato a prendere una
piega che non le piaceva affatto
- Grazie - la ragazza sorrise, posando un'altro piattino di biscotti
– era lei o ce n'erano troppi? – e il dolce proprio
di fronte al ragazzo
- Di nulla - poi lanciò un'occhiata sospetta ad Hermione -
Lei o la sua fidanzata desiderate altro? - Bingo!
- Veramente... -
- Per il momento nulla - si intromise Fred, prima che lei potesse
smentire l'affermazione
- Oh - il tono sembrava decisamente deluso - Come volete - e se ne
andò, la coda tra le gambe.
Quando fu certa che la donna fosse sufficientemente lontana
perché potesse udirli, la ragazza diede un calcione all'amico
- Ehi! - si lamentò quest'ultimo
- Smettila di fare lo stupido, adesso tutte le cameriere del locale
penseranno che stiamo insieme! -
- E la cosa sarebbe un male perché? - chiese lui,
massaggiandosi una gamba
- Perché non è la verità! -
sbottò lei indispettita, il ragazzo sbuffò
- Hermione, rilassati, avresti preferito continuare ad avere gli occhi
di tutte quelle cameriere puntati addosso per il resto della serata? -
quindi se ne era accorto?
- Bè, no... -
- Quindi -
- Ma non sta bene mentire - lui inarcò le sopracciglia
- Senti un po' da che pulpito... Ahia! - un altro calcio gli
impedì di completare la frase - Di questo passo
tornerò a casa pieno di lividi -
- Così impari a chiudere quella boccaccia -
- Non pensavo fossi una donna tanto violenta, Hermione, mi deludi -
lei, per tutta risposta, gli fece una linguaccia - E anche maleducata!
- suo malgrado questa volta volta la ragazza
scoppiò a ridere, coinvolgendo anche lui
- Credo che questa sia la prima volta che ci ritroviamo a ridere in
questo modo da soli -
- Senza che Ron abbia fatto qualcosa di stupido intendi? -
- No - rispose lei sghignazzando - Intendo proprio noi due, da soli,
che ridiamo insieme -
- Non esserne così sorpresa, Granger: in compagnia dei
gemelli Weasley ci si può solo divertire -
- Cercherò di tenerlo bene a mente d'ora in avanti - a quel
punto ognuno si dedicò alla sua bevanda. Quando
poggiò la tazza alle labbra, Hermione notò che il
tè, da bollente che era stato, era diventato tiepido. Il
silenzio era caduto sul loro tavolo, ma, contrariamente a quanto le
accadeva di recente, non si trattò di un silenzio
imbarazzato, pesante, dal quale avrebbe voluto scappare. No, era uno di
quei silenzi consapevoli, sereni, ma carichi di aspettative.
Stranamente si ritrovò a sperare che quel momento non
finisse mai
- Ora voglio la verità - la voce di Fred irruppe fra i suoi
pensieri - Perché sei qui e non con i tuoi genitori? - l'ex
Prefetto pensò di non aver mai visto lo sguardo del giovane
tanto serio, era uno sguardo che non ammetteva una via di fuga
- Non sono più andata dai miei parenti - rispose evasiva
- Quindi stai a casa con i tuoi genitori? - inutile, voleva davvero
conoscere tutta la verità
- No -
- Ebbene? - poteva Fred Weasley essere seccato?
- Ebbene, i miei genitori sono partiti, mentre io sono rimasta a Londra
- lui parve irrigidirsi leggermente
- Perché? -
- Come? -
- Perché? Perché non sei venuta alla Tana,
perché non sei partita, perché eri da sola. - lei
tirò un lungo sospiro
- Non volevo -
- Non volevi? - fece eco lui, assottigliando lo sguardo
- Esatto -
- Bè, potresti essere un po' meno dettagliata? -
sbottò - Che cosa non volevi? -
- Non volevo stare con nessuno di voi - ammise alla fine, chinando il
capo
- Per la barba di Merlino! E perché? -
- Perché la vostra felicità mi faceva sentire
fuori luogo - nuovamente il silenzio, questa volta, però,
non fu piacevole come la precedente. Hermione avvertiva un intenso
pizzicore agli occhi, ma per nessuna ragione al mondo avrebbe concesso
a sé stessa di piangere
- È per Ron? - a quella domanda, posta così a
bruciapelo, la ragazza si voltò di scatto verso di lui
- Certo che no! - dichiarò offesa
- E allora mi spieghi il senso di ciò che mi stai dicendo? -
- È quello che sento, non deve necessariamente avere un
senso. Non per te. -
- Per caso ti abbiamo fatta sentire in qualche modo a disagio? -
stavolta sembrava seriamente preoccupato
- Assolutamente no! Si tratta solo di un mio problema, voi non
c'entrate nulla - lui la guardò intensamente
- Non ti va di dirmi cosa non funziona? - a questa richiesta
dell'amico, cominciò a torcersi nervosamente le mani
- Bè, ecco... - tentennò - Non saprei davvero
come fare per spiegarti -
- Prova - la incoraggiò
- È che.... a volte, spesso mi sento così triste
e sola, che la felicità altrui non fa che darmi fastidio -
cominciò - Mi sento così arrabbiata,
continuamente e non sai quanto io mi odi per questo. Ma, soprattutto,
mi odio perché, delle volte, arrivo addirittura ad odiarvi.
Tutti voi e le vostre vite felici. - quasi non respirava - È
che... - una lacrima scese lungo la guancia - è che mi sento
così sola - finalmente era libera - Chi se lo aspettava che
sarebbe stata così dura - disse infine, sorridendo tra
quelle lacrime che, ormai, non si sforzava più di
trattenere.
Il momento in cui, dopo lunghi e interminabili tentennamenti, si riesce
finalmente a dire quello che si sente davvero, è talmente
magico che potrebbe anche essere il frutto di un incantesimo.
Finalmente ci si trova in uno stato di quiete, tutta la tensione
accumulata sembra quasi sparire nelle lacrime e un nuovo e speciale
rapporto si crea con la persona alla quale abbiamo deciso di confidare
i nostri turbamenti. Di certo, Hermione Granger che racconta i suoi
dolori a Fred Weasley è alquanto paradossale
- Nessuno ha detto che debba essere per forza facile. Ma non va bene
che tu tenga tutto dentro. - lei annuì
- Adesso lo so -
- Caspita, Hermione Granger che mi dà ragione -
cercò di sdramatizzare il gemello di casa Weasley, mentre le
porgeva il suo fazzoletto - Un evento più unico che raro -
sorrise e lei gli sorrise di rimando
- Grazie - disse - Vado un'attimo al bagno - e si dileguò.
I'm a slow dying flower
Frost killing hour
The sweet turning sour
And untouchable
Nathalie Merchant – My Skin
Quando fu dentro si assicurò di essere sola,
dopodiché chiuse a chiave la porta affinché
nessuno la disturbasse. Con passi lenti, quasi strascicati, si
avvicinò al lavandino, aprì il rubinetto e
lavò via dal volto le tracce del pianto. Quando ebbe finito
e l'acqua fu asciugata dal fazzoletto di Fred, la ragazza si concesse
di gettare un'occhiata al suo riflesso nello specchio: gli occhi erano
ancora rossi, ma il gonfiore, per fortuna, si era attenuato. A
differenza delle altre donne non doveva temere che il trucco le si
fosse sciolto, perché non ne indossava mai, se non in
occasioni davvero particolari e in quantità minime. Ginny le
diceva sempre che, prima o poi, sarebbe arrivato il giorno in cui
avrebbe desiderato essere più carina per un ragazzo e che
allora avrebbe rimpianto di non averle mai prestato ascolto. Scosse la
testa: che diamine si metteva a pensare in un momento del genere?
Si avvicinò al muro, si voltò, vi
poggiò la schiena, scivolando lentamente verso il pavimento,
le ginocchia strette al petto: ancora adesso, senza sforzo, riusciva a
ricordare nei minimi dettagli il giorno in cui Ronald aveva chiuso con
lei. Ricordava l'ora alla quale si era svegliata, cosa aveva mangiato a
colazione, le faccende sbrigate in ufficio, la cena con il suo
fidanzato....
Ricordava alla perfezione il modo in cui lei si era aggrappata al
tavolo nel momento in cui lui aveva pronunciato le fatidiche parole,
come temesse di sprofondare, come avesse perso qualsiasi certezza. Era
riuscita a vedere chiaramente tutti i suoi progetti per il futuro
sgretolarsi e riversarsi in frantumi ai suoi piedi, lasciandola vuota,
condannandola ad essere niente. Quasi le era sembrato di essersi
tramutata in un'altra, trapiantata in un corpo che non era il suo,
tanto la sua vita le era parsa improvvisamente sciocca e priva di
senso.
Dio, come aveva potuto essere così stupida?! Come aveva
fatto a non rendersi conto di quel che stava accadendo proprio sotto il
suo naso?
Non vi erano stati urla, pianti, ira, né, tanto meno,
richieste di chiarimenti: semplicemente Hermione si era alzata dal
tavolo, aveva ringraziato l'amico per la cena e si era congedata.
Nessuno aveva avuto più sue notizie per oltre una settimana,
né a casa né al lavoro, ancora restava un mistero
dove si fosse recata. Aveva preferito che nessuno lo venisse a sapere,
più per una sorta di capriccio personale che per una ragione
veramente significativa. Non aveva voluto incontrare nessuno, parlare
con nessuno, aveva soggiornato in un piccolo hotel a Liverpool,
pregando i proprietari di non disturbarla se non per consegnarle il
pranzo. No, non aveva bisogno neanche del servizio della cameriera, si
sarebbe fatta bastare le stesse lenzuola. E lì, chiusa in
quella stanza, aveva trascorso la sua settimana a riflettere, lontano
da quelle frasi e quegli abbracci che avrebbero dovuto esserle di
conforto, aiutarla ad incassare il corpo, ma di cui lei non aveva alcun
bisogno.
Tornata a Londra aveva pazientemente subito i rimproveri di tutti,
oltre allo sguardo mortificato del suo ex, che, a quanto pareva, ancora
non si era scomodato a render nota la notizia, costringendo lei ad
essere la portatrice di quelle poco piacevoli novità.
Pavido fino alla fine, eh Ronald?
Toc Toc.
- Hermione - silenzio - Hermione sei ancora lì dentro? -
- Frederick Weasley smettila di dire assurdità - rispose
alzandosi, la voce nuovamente limpida - Dove mai sarei potuta scappare?
È un semplice bagno, non l'ingresso per la camera dei
segreti - poté udirlo sghignazzare da oltre il pannello
- E allora sbrigati Granger, dobbiamo andare - la porta immediatamente
si spalancò
- Andare? - chiese leggermente allarmata - Andare dove? - lui le porse
il cappotto e il resto
- Oh, andiamo Granger! Che fine ha fatto il tuo spirito Grifondoro? -
le lanciò uno sguardo di sfida - Non avrai paura, spero -
- Di te Weasley? Mai. -
'Cause it's you and me
and all of the people with nothing to do
Nothing to lose
And it's you and me
and all other people
And I don't know why
I can't keep my eyes off of you
Lifehouse – You and Me
La nevicata doveva essere cessata già da un po',
poiché il mantello bianco della strada era già
colmo di centinaia, se non migliaia, di impronte. Anche quelle di
Hermione tornarono a far parte della schiera, questa volta,
però, non da sole
- Mi spieghi perché sono praticamente stata costretta a
seguirti? - Fred Weasley sbuffò
- Non essere così acida, Granger. Ammetti semplicemente che
anche tu sei caduta vittima del mio fascino irresistibile -
- Ha! - gli diede un forte scappellotto - Non credo proprio - per tutta
risposta lui le fece lo sgambetto, così che la ragazza si
ritrovò a faccia un giù nella neve, ancora
più seccata - Sto per tornarmene a casa -
annunciò, mentre tentava di rialzarsi. Il gemello le porse
una mano e, dopo un'attimo di titubanza, lei l'afferrò
- E va bene, va bene - la tirò su - Prometto che
farò il bravo -
- C'è da fidarsi? - un sorriso
- E chi lo sa - e detto questo ricominciò a camminare, senza
aspettarla
- Ehi, almeno aspettami! - gli corse dietro a fatica - Si
può sapere dove stiamo andando? - chiese affiancandolo, lui
scosse la testa
- Eh no, signorina Granger - le rispose, imitando il tono di voce della
McGranitt - Lo scoprirà quando saremo arrivati - la bruna
incrociò le braccia al petto
- Sei un testardo! -
- E tu invece una bambina - ribatté
- Co...! -
- Ma non importa - continuò lui prima che potesse terminare
la frase - mi vai bene anche così - per un attimo, quando
l'amico pronunciò quelle parole, non disse nulla,
limitandosi a ricambiare il suo sguardo: chissà
perché non aveva mai notato quanto fossero blu i suoi occhi,
tanto profondi che le parve quasi di poterci sprofondare.
Quando capì di essersi incantata, immediatamente volse il
volto, arrossendo notevolmente
Spero non se ne sia accorto
Per distrarsi l'ex Grifondoro cominciò a guardarsi intorno
con più attenzione, perdendosi nella contemplazione di
quella immane folla che invadeva le strade della città
- Fred -
- Dimmi -
- È una mia impressione o anche tutte queste persone si
stanno recando nel nostro stesso posto? -
- Caspita Granger! - guardò l'orologio - Neanche cinque
minuti, è un nuovo record! - altro scappellotto
- Scemo! - lui rise
- Non ti dirò dove andiamo, non ne ho alcuna intenzione -
che bambino dispettoso!
- Oh, insomma Weasley! - gli disse fermandosi - Se non parli giuro che
pianto i piedi qui e neanche un tir sarà in grado di farmi
spostare! Non ho alcuna intenzione di andare alla deriva con te -
- Ah sì? - le chiese lui divertito
- Sì! - rispose annuendo vigorosamente
- Bene - ancora una volta non ebbe neanche il tempo per rendersi conto
di cosa stesse accadendo, che Fred l'aveva afferrata e caricata sulla
spalla come un sacco di patate
- Ma cosa fai! - si lamentò, cominciando a scalciare -
Mettimi giù! -
- Smettila di lamentarti Granger, ti stanno fissando tutti -
- E tu non credi che in realtà stiano fissando te che mi hai
letteralmente preso sulle spalle, no eh? - fece lei caustica
- Certo che no - obbiettò lui sicuro - E adesso fai la brava
- le intimò inoltre, dandole una pacca sulla schiena
- Giuro che quella mano te la stacco a morsi -
- Però, siamo violente - osservò con noncuranza
- Non immagini quanto - tentò di minacciarlo, lui fece
spallucce
- Oh bè, sai com'è, con cinque fratelli dopo un
po' ci fai l'abitudine - tentò di ribellarsi ancora per un
po', fino a che, stanca, non si rilassò completamente,
lasciandosi trasportare a peso morto. Dalla sua posizione non le era
possibile vedere granché, sia perché era a testa
in giù, che perché le frange della sciarpa le
bloccavano la visuale. Eppure, nonostante generalmente odiasse non
avere controllo sulla situazione, dovette ammettere a sé
stessa che non le dispiaceva, per una volta, essere in totale balia di
qualcuno, come non fosse più costretta a pensare, ma solo a
lasciarsi trascinare. E, a dirla tutta, non le dispiaceva nemmeno che
fosse Fred Weasley a farle sperimentare quella nuova sensazione
- Non esagerare, potrei abituarmi a questo silenzio - la
riportò alla realtà il diretto interessato
- Stavo pensando - si limitò a dire
- Mi chiedo se ci siano momenti in cui non lo fai - osservò
- Sai Granger, credo dovresti imparare a rilassarti un po' - lei
ridacchiò
- Non mi dire! E suppongo tu ti ritenga la persona più
adatta ad insegnarmi una cosa del genere -
- Esattamente - disse compiaciuto, poi parve rifletterci su - Ehi,
aspetta un attimo! Mi hai forse appena dato dello zuccone? -
- No, è stata davvero questa la tua impressione? - gli
chiese ironicamente, per tutta risposta ebbe un'altro buffetto sulla
schiena - Ehi! - lui sciocchò le labbra
- Granger, Granger... cosa devo fare con te? -
- Mettermi giù? -
- Ci hai provato, ma no, ritengo tu stia benissimo dove sei -
sbuffò
- Manca ancora molto? - si lamentò - Questa posizione inizia
ad essere scomoda! -
- Guarda che sono io a portarti in spalla! -
- Stai forse dicendo che sono grassa? -
- E questo che c'entra? -
- Se ti sei stancato di portarmi è perché ritieni
che io sia pesante, ergo, pensi sia grassa -
- Benedette donne! - esclamò fermandosi - Perché
nessuno ha ancora creato un manuale d'uso apposta per voi? -
- Perché ancora nessun uomo si è dimostrato tanto
intelligente da esserne in grado - a questa sua Fred rise di cuore, da
quando aveva una risata così bella?
- Ok Granger, va bene - mollò la presa e la fece cadere
seduta in terra - Mi arrendo - sorrise
- Finalmente accetti la mia superiorità - lui le porse una
mano, sorridendole di rimando, lei l'afferrò
- Ritengo sia dovere di un uomo accettare la sconfitta quando
necessario -
- Incredibile! Fred Weasley che mostra un briciolo di
maturità - ma la frase le si smorzò in gola,
poiché l'amico aveva tirato troppo forte e lei si era
trovata stretta a lui, il viso a pochi centimetri dal suo. Con tutta
probabilità divenne paonazza, in quanto Fred non perse tempo
per ricomnciare a prenderla in giro, stemperando la tensione
- Emozionata Granger? - Hermione si staccò con uno spintone
- Ti piacerebbe, Weasley - rispose con aria di sfida
- Basta così - disse poi lui inaspettatamente, alzando le
mani in segno di resa - Siamo arrivati -
- Siamo arrivati? - gli fece eco lei, per tutta risposta lui le
afferrò le spalle e la fece voltare - Mi hai portata al
Covent Garden(1)? - chiese ancora, inarcando un sopracciglio
- Non c'è posto migliore per trascorrere la Vigilia di
Natale - affermò annuendo
- Ma se questa è la prima volta che ci vieni! -
- Bè, lo dicevano i manifesti per strada! - la ragazza
alzò gli occhi al cielo
- Sei proprio un bambino Frederick Weasley -
- Può darsi - ammise - Fatto sta che ora siamo qui, tanto
vale divertirsi - e così la prese per mano, trascinandola
verso l'Apple Market(2).
Mentre si lasciava guidare da lui, lo sguardo le cadde sulle loro mani
intrecciate, facendola arrossire di nuovo
- Guarda che posso camminare anche da sola -
dichiarò
- Non mi fido, potresti scappare -
- Che cosa?!? - sbottò indignata - E sentiamo, di grazia,
perché dovrei farlo? - lui continuava a camminare senza
voltarsi
- Perché hai troppa paura di scoprire che puoi divertirti
assieme a me -
- Tu vaneggi Weasley - a questo punto finalmente si girò
verso di lei, guardandola intensamente
- Lo vedremo Granger -. Insieme passarono sotto l'arco dell'Apple
Market ed Hermione si stupì delle grandiose decorazioni che
scendevano dal soffitto e adornavano la struttura
- Non spalancare troppo la bocca, potrebbero entrarci le mosche - la
punzecchiò l'amico, lei si limitò a sorridergli,
con gli occhi che le brillavano. Aveva dimenticato quanto potesse
essere bello andare in giro per la città durante le
festività, in special modo in luoghi caratteristici come
quello, che sembravano sprigionare magia da ogni angolo. Le
tornò alla mente che anche con i suoi genitori, da bambina,
aveva l'abitudine di percorrere quello stesso tratto la sera del 24
Dicembre: divertirsi girando tra le bancarelle, mangiare mele candite
e, infine, fermarsi a bere una bollente tazza di tè. C'erano
così tante cose belle da osservare, che la giovane
desiderò poter restare lì in eterno solo per
poterle ammirare tutte. Si fermò presso uno stand pieno di
buffi cappelli, ne prese e indossò uno a forma di hot dog
gigante, mentre Fred ne provò uno con le sembianze di un
tacchino. Era talmente buffo che cominciò a ridere fino a
che la pancia non iniziò a dolerle, il ragazzo le mise il
broncio, ma non durò più di cinque minuti,
poiché l'amica ne calzò un altro a forma di mucca
che lo fece sganasciare
- Aspetta un secondo - le disse, ancora ridendo. Lo vide
allontanarsi, parlare con quello che doveva essere il proprietario del
banchetto, per poi tornare da lei - Ok, adesso vieni con me - la prese
nuovamente per mano
- Ma non possiamo andarcene con questi! - disse, adducendo ai cappelli
- Certo che possiamo, adesso sono nostri. Li ho comprati. -
- Che...? -
- Prego - la bloccò - Adesso entra -
- Non vorrai dirmi che intendi fare una foto mentre indossiamo questi,
vero? -
- Certo che sì - la sua presa si fece più salda,
ma non dolorosa - Non provarci neanche a scappare, non riusciresti a
percorrere un metro -
- Ma io ho una dignità! -
- Non è vero, l'hai persa quando hai indossato quel cappello
a forma di hot dog! - suo malgrado Hermione sorrise
- E va bene - si arrese, entrando nella cabina - Ma facciamo in fretta
-
- Su su - disse lui entrando a sua volta e chiudendo la tendina - Via
il dente via il dolore - concluse sedendosi
- E io? - domandò lei
- Tu cosa? -
- Merlino - sbottò esasperata - Dove mi siedo io? -
domandò di nuovo, con lo stesso tono che aveva usato con
Harry e Ron quando si erano conosciuti in treno
- Ma mi pare ovvio - fece lui, cominciando a battersi una mano sulla
gamba - Qui -
- Vorrai scherzare spero - fece leggermente allarmata
- E perché mai - il suo sguardo la diceva lunga - Sono
sicuro ci starai comodissima -
- Se davvero pensi che io....! - ma – Dio mio, ma
quando imparerò? – non ebbe neanche il tempo di
terminare la frase, che lui l'aveva tirata e fatta sedere a forza sulle
sue ginocchia
- Ora basta Granger - le sussurrò a pochi
centimetri dall'orecchio, lei si irrigidì - Ora devi solo
rilassarti - da quando la voce di Fred Weasley era così....
così?!?
- E come faccio, se tu continui ad irritarmi? - lui si
distaccò e la giovane tirò un sospirò
di sollievo
- Non mi offenderò per questo tuo commento Granger, tanto so
che non lo pensi -
- E va bene, per questa volta anch'io mi arrendo - sapeva che lui non
avrebbe mai mollato il colpo - Farò quello che vuoi -
.....l'aveva detto sul serio?
Spero che la mia morte sia veloce e indolore
- Tutto quello che voglio, Granger? - perché sembrava
così compiaciuto? - Potrei anche approfittarne -
- Non fingere di capire qualcos altro - lo
rimbeccò - Non sei così stupido -
- Non essere sempre così acida Granger, rischi di
farti venire un'ulcera -
- Su - fece poi inaspettatamente lei - Facciamo queste foto - e
inserì una monetina nella macchina - Sorridi - e proprio
quando stava per scattare, Fred Weasley cominciò a farle il
solletico.
Ok, doveva ammetterlo: passare la serata con lui non era poi
così male.
Note:
1) Covent Garden è la parte
più importante della zona d'intrattenimento londinese, il
West End. La Royal Opera House, uno dei più importanti
teatri d'opera al mondo, ha sede qui e si affaccia sulla piazza del
mercato di Covent Garden.
2) L'Apple Market è il centro
del mercato della piazza di Covent Garden, caratteristico mercatino di
creazioni artistiche, souvenir e graziosi atelier; si presenta
circondato da teatri, caffetterie, negozi e piccoli ristoranti,
nonché dalle dimore dei mercanti e degli aristocratici di un
tempo.
N.B. Personalmente non ho mai visitato Londra, quindi tutte le
descrizioni sono frutto della mia fantasia ( e di qualche foto trovata
in internet ).
Spazio autore:
Salve a tutti! Finalmente, dopo anni e anni, riesco a postare il primo
capitolo di una FanFiction. Non ho molto da dire in realtà:
spero possa piacervi e divertirvi, fatemi sapere cosa ne pensate!
Probabilmente aggiornerò la prossima settimana, a presto!
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