Ero
fermo sulla riva di un lago dalle acque di un azzurro
talmente intenso e luminoso che quasi faticavo a guardarlo: era
bellissimo,
splendente, e trasmetteva gioia, felicità, amore.
“Achille…
dove siamo?”
Mi
voltai sorpreso nel sentire quella voce dolce che mai mi
sarei aspettato in un sogno evocato da mia madre, ma gli risposi
comunque
sorridendo: “A quanto pare mia madre vuole parlare anche con
te, quindi ti
attira nei mi sogni…”
“Gran
donna, tua madre… solo non gli sto molto
simpatico.”
ribatté Patroclo con un sorrisetto teso, e io risi:
“Guarda l’acqua.” dissi
senza smettere di sorridere, mentre una strana sensazione che urlava
“lieto
fine” mi invadeva: “Vedi che è chiara?
Questo è un buon segno…”
“Speriamo…”
sussurrò lui avvicinandosi a me di qualche passo
ed insieme attendemmo fino a quando Teti, ninfa dei mari, figlia di
Poseidone
non che mia madre, ci comparve davanti, nascendo dalle luminose acque
lacustri:“Buongiorno
a voi, ragazzi…” cominciò severa, ma il
suo viso si sciolse quasi subito in un
sorriso dolce: “Innanzi tutto volevo scusarmi con te,
Patroclo, per come ti ho
trattato: ho fatto una chiacchierata con Zeus Padre e ragionando
insieme siamo
stati costretti ad ammettere che il tuo amore verso Achille
è sincero e che non
sei come tua padre. In ogni caso, conosciamo entrambi la potenza di Ade
e forse
ti darà del filo da torcere, ma, in ogni caso, Zeus sta
provvedendo anche a
questo ad ha inviato Ermes a dirgli due paroline: ci sono speranze che
Ade si
rassegni alla tua scomparsa, ma non posso esserne sicura.”
Sentii
chiaramente Patroclo trattenere a stento la tentazione
di mettersi a saltare per la felicità, quindi mia madre
riprese senza abbandonare
la sua espressione serena: “Cerca di capirmi: il fatto che il
figlio di Ade
girasse intorno a mio figlio mi ha agitata, ecco tutto… ho
avuto paura per lui,
che già troppe sventure ha dovuto patire. Ma prima, quando
avete affrontato il
re di Ftia ho capito quanto il vostro amore sia sincero e puro, per
questo vi
ho aiutato a scappare: nessuno di malvagio avrebbe saputo tenere testa
a quel
modo al re. In ogni caso…” si bloccò
facendosi improvvisamente seria, quindi
riprese con espressione preoccupata: “la storia non
è finita, purtroppo: forse
riusciremo a tenere a bada Ade, ma tuo zio, Achille, non si
darà pace.
Ovviamente, se lo vorrai non farai la minima fatica a sfuggirgli
perché tu sei
molto più forte di lui. Il problema, invece, è
questo: desideri più la gloria,
o rimanere con Patroclo? Se è la prima, allora, torna
indietro, unisciti ad
Odisseo e combatti con lui, ma sai quale sarebbe il tuo destino:
morirai, e
prima di te cadrà Patroclo stesso per amor tua e degli
uomini.”
Quelle
parole mi fecero gelare il sangue: Patroclo sarebbe
morto a causa mia e del mio desiderio di gloria? non me lo sarei mai
perdonato,
quello era sicuro…
“Se
invece non è questo il tuo più grande desiderio,
fuggi, chiedi
aiuto a chi ti è amico fino a che giungerai lontano, in una
terra sicura, in
salvo. Torna a Ftia solo quando tuo zio sarà morto: sarai
comunque un grande
re, ma la tua gloria non sarà eterna. A te la scelta, figlio
mio, e mostrati
saggio almeno questa volta.”
Dettò
ciò, mia madre sparì.
***
Mi
sveglia di soprassalto
e Patroclo con me, ma lui sembrava solo scosso mentre io…
si, beh, piangevo.
Subito
sentii le sue
braccia stringermi mentre con una mano mi accarezzava i capelli, per
calmarmi: “Va
tutto bene…” sussurrò: “La
scelta è tua e io ti seguirò qualunque essa
sia.”
“Ma
è proprio questo il
problema: se io scelgo la gloria tu morirai sotto le mura di Troia a
causa mia!”
Patrolco
fece un sorriso
stanco, inginocchiandosi davanti a me e prendendomi il viso fra le
mani: “Non
temo di ricongiungermi a mio padre, principe Acheo.”
C’era
una tale decisione
nella sua dolce voce che mi sentii morire al pensiero che si sarebbe
potuta
spegnere a causa mia: che diritto avevo, io, di strappare una simile
creatura
al mondo? Non sarei certo stato l’unico a soffrire della sua
prematura
dipartita senza possibilità di ritorno.
“Il
mio cuore vuole cosa
troppo contrastanti…” ammisi mentre lui si chinava
a baciarmi la fronte.
“Segui
quella che urla di
più…”
Chiusi
gli occhi: cosa
volevo veramente? La gloria? Ma poi, cosa me ne sarei fatto della
gloria dell’oltre
tomba? E cosa importava se nel futuro il mio nome non sarebbe stato
ricordato
per sempre? Avrei vissuto io nel futuro? No.
“Voglio
te, Patroclo.”
sussurrai e lui sobbalzò: “Cosa?” chiese.
“Voglio
te.” ripetei
aprendo gli occhi: “Preferisco essere umile ed amato nel
mondo dei vivi, che
solo e glorioso nell’oltretomba, dove l’amore non
vede mai la luce.”
Sorrise;
sorrise come mai
aveva fatto prima di allora: sembrava raggiante e talmente felice che
avrebbe
potuto anche morire così.
“Cosa
me ne faccio della
gloria se tu non sarai con me a condividerla?” continuai
stringendo a me e a
quel punto era lui che piangeva.
“Oh,
Achille.” sussurrò
fra le lacrime: “Oh, dolce principe Acheo,
nient’altro potrebbe rendermi più
felice di queste parole, nemmeno tutto l’oro del
mondo.”
“Niente
potrebbe rendermi
più felice che saperti al mio fianco.”
“Ma
Ftia è la tua casa…”
“E
ci tornerò, non appena
mi sarà possibile. Quando mio zio sarà morto. Per
ora, casa mia è dove sei tu.”
Rise,
rise a lungo,
tenendomi stretto. Sapevo di aver appena cambiato il mio destino e non
me
pentivo. Perché avrei dovuto, infondo? Non avevo forse preso
la decisione
migliore? certo, lo avevo fatto.
Io,
Achille, principe
Acheo, principe di Ftia, figlio di Teti e Peleo avevo buttato una vita
gloriosa
per preferirne una da semplice uomo amato. Tutto grazie ad un
ragazzetto di diciassette
anni, schiavo, figlio del Dio degli Inferi, che nella vita aveva
già sofferto
fin troppo.
Io
avevo cambiato il mio
destino per lui. E non avrei potuto fare cosa migliore.
Ci
rimettemmo in marcia
all’alba per allontanarci il prima possibile da mio zio e
dalla lunga mano
della sua furia: eravamo soli contro un esercito di Mirmidoni
perfettamente
addestrati, con un re furioso e tradito che aveva giurato vendetta e un
dio
folle alle calcagna. Ma cosa importava? eravamo insieme e che solo ci
provasse
il fato a dividerci! Ci allontanammo verso una nuova vita, cambiando il
destino.
Insieme,
fino alla fine.
“Achille?”
“Cosa?”
“Non
importa se non
combatterai a Troia, si parlerà sempre di te come il ragazzo
più coraggioso del
mondo che non ha temuto di sfidare se stesso per amore. Sarai sempre il
più
grande guerriero di tutti i tempi.”
“E
si parlerà sempre di te
come il ragazzo che non ha temuto di affidarsi
ad un destino sconosciuto e pericoloso per amore della
vita, sfidando il
suo stesso padre. Sarai sempre il ragazzo più coraggioso di
tutto i tempi.
***
Cinque
anni dopo…
Due
cavalli si fermarono davanti
alle porte di Ftia, dove bandiere nere di lutto svettavano alte per la
morte
del re.
“Ben
tornato a casa,
Achille, mio guerriero Acheo.”
“Ben
trovato alla tua
nuova, vera, casa, Patroclo, mio dolce compagno.”
E non
ci vuole molto a
capire che, anche se non combatterono sotto le tristi mura di Troia, i
loro
nomi rimasero per sempre leggenda.
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