Fingerprints
Capitolo
intenso... è il penultimo!
Vi
avverto: preparate i fazzoletti!
Buona lettura, ci leggiamo alla fine... XD
Le
torri.
E'
una splendida mattina a New York, che si è svegliata presto per fare qualcosa. I
bambini vanno a scuola felici, è il loro primo giorno di lezione.
Uomini
e donne, affaccendati, corrono verso il lavoro, chi in taxi, chi in bici o con i
mezzi propri. New
York è una giungla la mattina.
Per
qualcun altro, un uomo sulla trentina, è una mattinata speciale. Cammina,
sicuro di sé, prende l'ascensore. Il suo avvocato divorzista che se la faceva
con sua moglie, è al venticinquesimo piano. Salgono altre persone con lui. Lo
scrittore fischietta, innervosendo alcune di quelle persone, mentre altre lo
guardano e sorridono.
Se
solo loro sapessero... se solo sapessero quanto è felice il suo cuore in quel
momento.
"Se
attende un secondo, l'avvocato Carter sarà qui a momenti."
"Certo, non vado da nessuna parte. Ho tutto il tempo del mondo."
Spalanca
le braccia, è un gesto liberatorio.
La
segretaria lo guarda un attimo allibita. Pensa che sia un pazzo per come è
vestito adesso.
Camicia
bianca vecchia di alcuni giorni e per niente stirata, volto stanco, jeans
stracciati sul ginocchio destro.
Rick
è disperato d'amore. Vuole
ottenere questo divorzio per poter stare finalmente con la sua Kate... la sua
futura moglie!
Oggi
è una bella giornata, pensa. Si
avvicina a quelle ampie vetrate dell'ufficio di Carter. Il
sole splende, e lui si trova al venticinquesimo piano di quella torre... una
gemella, insieme all'altra vicino.
Osservando
gli uccelli cinguettare e volare sereni nel cielo, e poi dando un'occhiata giù,
pensa da filosofo a come sia stato possibile che l'uomo abbia creato una tale
meraviglia. Quelle torri rappresentano il cuore dell'America stessa.
E'
il World Trade Center, non per niente. Respira orgoglioso di essere americano.
Guarda il suo orologio. Carter sarà lì a momenti, inizia a lavorare per
quell'ora.
Kate
sarà appena uscita di casa per andare al lavoro. Sua figlia Alexis sarà a
scuola. Sua madre Martha, sicuramente in giro a far compere dopo aver
accompagnato la nipotina.
Sono
le 9 di mattina a New York.
E'
martedì 11 settembre 2001.
Kate
esce dal suo appartamento per andare al lavoro. E'
al settimo cielo.
Il
suo scrittore le aveva chiesto di sposarla la sera precedente. E
poi avevano passato la notte insieme.
Borsa
in spalla, cammina felice... Ma
qualcuno non lo è.
Si
scontra con dei passanti. Tutti vanno verso un'unica direzione. Lei li segue,
corre.
Dai
loro sguardi ci legge il terrore, la paura. L'incubo.
Tutti
si fermano in un punto. Kate li guarda spaesati, poi quando alzano gli occhi al
cielo, coprendosi con una mano sopra gli occhi, per evitare l'impatto del sole,
lei capisce tutto. Le
Torri vanno a fuoco. Cadono pian piano pezzi a terra. Istintivamente
vorrebbe correre e andare a tirar fuori lui da lì... è intrappolato, il
suo cuore lo sa! Carter lavora lì dentro, c'è uno studio legale, Rick glielo
aveva detto. Ma
non riesce a capire se sia vivo oppure no.
Si
fa largo tra la folla, mentre accorrono le altre voltanti della polizia.
Kate
piange, urla contro il cielo, quel cielo che improvvisamente si è tinto di nero
e rosso sangue.
"Noooooo!
Rick!!"
Royce
arriva, scende dalla volante, la prende per la vita e la trattiene, tra Kate che
tira spintoni. Seguono
auto dei pompieri.
Kate
si dispera, si dimena tra le braccia di Royce.
"Lasciami
andare, Royce! Lui è lì dentro! Rick è là sotto le macerie!"
"Kate,
ascoltami! Non c'è più nessuno, c'è solo cenere lì!"
"Ma
lui deve essere..." non riesce a trattenere le lacrime.
Le
lacrime sovrastano le parole. Ma
non sono neanche lacrime. Sono grida di terrore.
Si
accascia a terra. Piange addosso a Royce, che non può far altro che
abbracciarla, baciarle la testa e non dire nulla.
Perchè
non servirà a niente dire che va tutto bene.
No,
questa è una giornata che l'America ricorderà per tutta la vita.
Sei
un mistero che non riuscirò mai a risolvere, Kate.
Forse
eravamo destinati ad incontrarci. Ora o più avanti, chi lo sa.
Sei
entrata così improvvisamente nella mia vita che non riuscivo neanche a
crederci.
Non
ero pronto. Tu non eri pronta.
Ma
d'altra parte, non volevo lasciarti andare.
Le
impronte che lasciamo nelle vite altrui non spariscono.
Sai,
Kate, mi domando sempre: e se ci fossimo conosciuti in un altro luogo, e in un
altro tempo, come sarebbero andate le cose?
Nello
stesso momento, Martha ritorna con Alexis dalla scuola. E' andata a prenderla.
Entrambe
si sono fermate quando hanno visto il fumo provenire dalle Torri Gemelle.
Martha
sa che in quella torre sinistra c'è lo studio dell'avvocato Carter.
Martha
sa che quella mattina Castle doveva incontrarsi con lui.
Si
porta le mani sulla faccia.
Alexis
la guarda, non capisce e pensa sia un gioco, e quindi fa la stessa cosa.
Meredith
è bloccata nel traffico. Esce dalla sua auto, si arrabbia perchè c'è un gran
casino... fino a quando vedere le Torri andare in fumo.
Di
Torri c'è rimasto poco e niente. Collega
Carter e Castle e capisce tutto.
Brandelli
di fogli, pezzi di carta che vanno e vengono. Ogni
cosa è stata ridotta in cenere.
Kate
si è arresa all'idea di poter trovare il suo uomo lì in mezzo.
Sei
una persona straordinaria, Kate Beckett. E io ti amo. Sempre. Non
dimenticartelo.
12
settembre 2001.
Oggi
è un giorno che l'America non dimenticherà.
Non
sono morte solo delle persone.
E'
morta una nazione che è stata messa in ginocchio.
Mai
nessuno si sarebbe aspettato una cosa simile.
Neanche
lei.
New
York non è mai stata così cupa in questa giornata di settembre.
Lei
rimane fissa, immobile, seria, mentre guarda la folla davanti a sé, seduta,
inerme, come lei. Guarda
le bare davanti a sé e un vuoto la assale.
Ma
era preparata anche a questo. E'
una poliziotta, sa a cosa va incontro. Sa
che è suo mestiere salvare altre vite umane a rischio della sua.
Ma
non l'ha fatto. Non ha salvato Rick.
Questo
attentato era qualcosa che neanche lei poteva prevedere.
Richard
Castle per lei era tutto. Un amico, un compagno, un amante. L'uomo che amava e
rispettava con tutta se stessa.
Posa
i fiori sulla sua bara, poi sopraggiungono una signora e una bambina. Capelli
rossicci entrambe.
"Tu
devi essere Kate Beckett, vero? Mio figlio mi ha parlato tanto di te." le
dice la donna "Io sono Martha Castle."
Kate
trema dalla commozione. Boccheggia.
"Amavo
suo figlio, signora... io..."
Martha
le prende le mani.
"Non
dire nulla cara, anzi... so tutto di te. Sei una donna forte e non mi meraviglio
che mio figlio si sia innamorato di te e abbia deciso di
lasciarti tutto in
eredità."
Questa
è una notizia che non si aspettava.
Resta
a bocca spalancata, coprendosela per non emettere alcun suono, tra lo stupore e
la meraviglia. Stessa espressione che continua ad avere
anche
quando, all'anteprima del secondo romanzo su Derrick Storm, Kate apre la prima
pagina del libro e trova una dedica scritta in caratteri
corsivi.
"Alla
straordinaria K. B. e a tutti gli amici del distretto di M. R."
Angoletto
dell'autrice (poco sana di mente):
Ebbene
sì, mie care lettrici... ho voluto rendere le cose drammatiche inserendo l'11
settembre... non ve lo aspettavate? (forse sì visto che ho già ripreso una
scena di 'Remember me' XD)
E
come ultimo colpo di scena (perchè ce ne sono davvero POCHI), Kate è stata
nominata erede dei Castle. Erediterà tutto, e diventerà una madre per Alexis.
Infatti la piccola ora deve affrontare anche la morte del padre, dopo il
divorzio dei suoi... triste storia, lo so XD
Ci
si legge nel prossimo e ultimo capitolo!
D.
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