= Flashback =
Bip. Bip. Bip.
Un rumore regolare si infiltra nella mia mente. Mi sveglio per quel suono
insistente, quasi assordante.
- Ciao – mi dice una voce calda.
I miei occhi scrutano la stanza, per poi posarsi sulla persona che aveva
parlato. Ron.
- Ciao… dove sono? – gli chiedo. Parlo a fatica, sottovoce, avverto il peso
di un respiratore sulla mia bocca. Le forze diminuiscono improvvisamente, non mi
ero mai sentita così.
- Sei in ospedale, Hermione… Non parlare se non ce la fai. Sei ancora molto
debole, non è da tutti prendere 6 cruciatus in pieno petto ed essere ancora viva
-.
Ecco, ora so spiegarmi quel Bip. Sono le macchine a cui sono "connessa". Ma
che ci faccio io in ospedale?
Ad un tratto mi ricordo quello che era successo: la guerra contro Voldemort,
lo scontro con i Mangiamorte fuori dal castello… Fenrir Greyback che mi lancia i
cruciatus… devo essere svenuta.
Improvvisamente mi ricordo di Harry. Ron sembra leggermi nel pensiero ed
esclama subito – Sta bene, Hermione. L’abbiamo sconfitto. Ora lui è alla Tana,
era stanco… -.
- Da quanto dormo? – dico, sempre più a fatica.
- Da tre giorni -
- E che ore sono? –
- Le 23 e 30. –
- E da quanto tempo sei qui? –
- Da quando ti abbiamo portato qui. Non ti ho mai lasciato sola nemmeno un
momento. – mi dice serio.
Poi mi sorride, un sorriso accogliente e caldo, per quanto i suoi occhi
reclamano stanchezza. Mi tiene la mano. Lo amo tantissimo, e non vedo l’ora di
uscire da qui per stare insieme e goderci la vita.
Ma bussano alla porta. La maniglia si abbassa velocemente, ed entra un
dottore che mi rivolge uno sguardo triste. Poi si rivolge a Ron.
- Signor Weasley, potrei parlarle un momento? –
- C-certo… - dice lui, si alza dalla sedia, mi da un bacio sulla fronte e mi
dice – Aspettami, torno subito -. Annuisco in silenzio e li guardo
allontanarsi.
Si fermano appena fuori la porta. Il dottore comincia a parlare.
- Signor Weasley… sono venuto qui per parlarle della paziente che segue ogni
giorno, la signorina Granger -.
- Si… si è svegliata no? Quando potrà tornare a casa? –
- Purtroppo mai. I cruciatus hanno avuto luogo sul petto, in corrispondenza
del cuore. E appunto il cuore… non ce l’ha fatta. Signor Weasley noi crediamo
che la ragazza potrebbe decedere da un momento all’altro –
- C-come decedere? Muore? –
- Purtroppo si… mi dispiace. –
- Ma non c’è niente che possa guarirla? –
- Noi abbiamo fatto il possibile, nonché il massimo. L’unica cosa che
potrebbe salvarla è un cuore nuovo. E noi al momento ne siamo a corto. –
- Io… Ma siete sicuri? –
- Sicurissimi signor Weasley. Mi dispiace. Arrivederci. –
Una lacrima mi riga le guance, arriva al respiratore. Avevano lasciato la
porta aperta, ho sentito tutto, anche il rumore del corpo di Ron che si accascia
per terra e qualche suo singhiozzo. I miei sogni vanno in frantumi. Non potremmo
mai vivere la nostra storia d’amore!
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Dopo una mezz’ora circa, Ron rientra in stanza.
- Che ti ha detto il dottore? – chiedo, sperando che lui mi dica la verità,
che sia sincero almeno nelle mie ultime ore di vita.
- Niente… niente di importante. – mi dice sedendosi, anche se ha lo sguardo
triste.
- Qualcosa mi dice che non sei sincero, Ron. Voglio che tu lo sia, almeno in
questi ultimi attimi che mi rimangono -.
Mi guarda sorpreso, con gli occhi lucidi; ha come uno scatto, si alza dalla
sedia, si china su di me, mi sfiora la fronte con le sue labbra.
- Non ti lascerò morire – mi sussurra all’orecchio, prima di andare via,
lasciandomi sola a rimuginare sui miei rimpianti, angosce e paure, e dopo un
po’, mi addormento.
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Una miriade di persone accorrono nella mia stanza svegliandomi dal mio
dormiveglia, mi iniettano qualcosa. Non capisco più niente… solo un ultimo
sguardo alla stanza per incrociare lo sguardo del mio Ron, ma lui non c’è, e
subito dopo realizzata l’idea, l’anestesia fa il suo dovere e mi addormento.
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Mi sono appena svegliata. Ci sono un sacco di persone nella
stanza: I Weasley, i miei genitori, l’Ordine, Harry. Ma lui… dov’è lui?
- Dov’è Ron? – dico con flebile voce.
Molly abbassa lo sguardo portandosi un fazzoletto agli occhi, e Lupin mi si
avvicina.
- Ciao Hermione… Come stai? – mi chiede.
- Dov’è Ron? – chiedo ancora.
- Stai bene? Tutto a posto? Visto, qualcuno ha donato un cuore per te…
l’intervento è andato bene, il dottore ha detto che ti rimetterai presto… -
continua Lupin.
- Dov’è Ron? – ripeto. Perché nessuno vuole rispondermi?
- Hermione… Lo devi capire – mi dice Harry.
- Capire cosa? –
Harry mi indica un mazzo di rose rosse sul comodino. C’è un biglietto.
Riconosco subito la calligrafia di Ron. C’è scritto:
TI AVEVO DETTO CHE NON TI AVREI LASCIATO MORIRE…
ORA IL MIO CUORE BATTE DENTRO DI TE!
TI AMO HERMIONE…
ADDIO
RON
Le lacrime scendono copiose sul mio viso. Non può aver fatto una cosa del
genere, non può…
- Hermione… Ron mi ha detto di dirti che lo ha fatto perché ti amava troppo e
non poteva lasciarti morire, così si è sacrificato… - mi dice Harry.
- Non doveva – dico singhiozzando. Tutti sono commossi.
- Non doveva farlo! Lo odio! Lo odio con tutta me stessa! – grido
disperata.
Rimangono tutti sconvolti a quell’affermazione tanto che Harry si fa avanti
cauto cercando di farmi ragionare.
- Hermione… -
- Vai via Harry! Vai via! Andatevene tutti! Voglio restare sola… - grido
impulsivamente contro Harry.
Tutti capiscono e Ginny esce per prima, dando il buon esempio agli altri.
Rimasta sola crollo nel letto a piangere ininterrottamente per una buona
mezz’ora. – Sei uno stupido Ronald Weasley… sei uno stupido! – esclamo, prima di
riaddormentarmi stremata dal pianto.
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Il mio sonno viene interrotto poco dopo da un’infermiera con una cartella in
mano.
- Signorina Granger… ho una notizia per lei… -.
= Fine Flashback =