Madness isn't a State of Mind

di Emily Liddell
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“Il Paese delle Meraviglie è distrutto. Cosa sta accadendo? Corruzione! Inquinamento! Il Paese delle Meraviglie… mi sta uccidendo…!”
Angus Bumby osserva Alice, delirante, stesa sulla poltroncina. Era la seconda visita psichiatrica quella settimana.
Ormai erano due anni che era in cura da Bumby, psichiatra di Oxford.
Aveva fatto così tante sedute, eppure pareva che nulla cambiasse.
Niente.
“Ecco Alice. Dimentica. Dimentica.”

« Ecco Alice. Va meglio non trovi? »
« La mia testa è esplosa e nel petto ho un maglio a vapore. »
« Il prezzo per dimenticare è alto. »
« Cosa posso fare? Voglio dimenticare. Chi mai vorrebbe restare imprigionato in ricordi spezzati? » la ragazza continua a massaggiarsi le tempie.
« Ti aiuterò io, Alice. La memoria è più una maledizione, che una benedizione. »
« L’ha già detto. Molte volte. »
« E lo ripeterò ancora. Il passato va scordato. Ora, prima della prossima seduta vai da quel farmacista e prendi quelle pastiglie che ti ho prescritto. »
« D’accordo. »
La ragazza esce dalla stanza.
La casa del Dottor Bumby è grande ed ha 3 piani, nonché vi ospita anche dei bambini che egli cura.
Mentre Alice si incammina verso l’uscita della casa, vari bambini le ronzano intorno. La prendono in giro, sparlano di lei e fanno delle smorfie.
Alice non ci fa caso.
 
Il cielo è nuvoloso e c’è gran chiasso.
Prostitute con abiti stacciati, conversano con dei passanti e dei venditori ambulanti, urlano cercando di vendere.
Un gattino bianco si avvicina ad Alice.
« Che bel gattino sei. »
Quando cerca di accarezzarlo, esso scappa.
“Aspetta!”
La ragazza lo rincorre.
 
Arrivata in un vicolo buio, il gatto è sparito. Eppure, fino a pochi istanti fa era li.
Ad un tratto, qualcuno da un buffetto alla spalla di Alice.
Stava quasi per cacciare un urlo, prima di capire che la persona dietro di lei era l’infermiera Witless Priss.
« Ma chi si vede! Alice Liddell. Ancora nei bassifondi? »
« Infermiera Witless, che coincidenza. » la ragazza sospira.
« Ma che fortuna e coincidenza, rincontrarvi. »
« Perché non vieni a trovare i piccioni? Sono carini, come te. »
« Preferisco di no. L’ultima volta mi è costato parecchio e non mi servito a niente. »
« Beh, se vieni potrei anche ricordarmi dov’è il tuo coniglio…»
 
“Alla fine mi ha convinto, quella vecchia ubriaca.”
Priss Witless era l’infermiera che si occupava di Alice al manicomio di Rutledge, colei che mandò Alice da Bumby.
Da tempo, Alice, pagava l’infermiera per avere informazioni -visto che ella presumeva di averne- e per avere il suo silenzio su varie cose che Alice le aveva raccontato sull’incendio, visto che ella presumeva di averne. Ma non era mai servito a niente. I suoi ricordi continuavano ad essere infranti e confusi nella sua mente.
Arrivata alla terrazza, da dove si poteva vedere il panorama della città, con il cielo cupo in tramonto e il fumo delle fabbriche,la vecchia donna stava dando del mangime agli uccelli.
« Infermiera, vuole rimandarmi al manicomio? »
« Non posso non dire di no. Comunque, ho molta sete. Mi piacerebbe tanto bere un drink. E non è solo la mia sete che devo placare. »
Ad un tratto, la vecchia donna trema. Dalla sua gobba spuntano ali di pipistrello e il suo viso somigliante a quello di un mostro. Le sue mani provviste di lunghi artigli, cercano di toccare Alice.
La ragazza, spaventata e confusa, indietreggia.
La terra sotto di lei crolla.
Un istante dopo, Alice Liddell stava precipitando nel buio più totale.





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