2. esame di coscienza
La volta scorsa mi sono
dimenticata di avvisarvi che siccome la moglie
di Hotchner mi sta parecchio antipatica ho preferito farlo scapolo.
Buona lettura sku.
Liliana non si diede la pena di vestirsi elegante, non doveva fare una
buona impressione doveva solo controllare dei particolari; in
jeans, scarpe da ginnastica, maglia di cotone e berretto da baseball si
diresse alla sede dell’FBI.
Era in anticipo, come al solito, era una sua fissa arrivare sempre
prima, dato che odiava far aspettare la gente. Il problema era che
anche lei non era un granché ad aspettare, non riusciva a
stare
ferma. Inoltre non sapeva se entrare e farsi annunciare “Che
scemenza, non sono certo alla corte della regina
Elisabetta!!” o
restare fuori, attendendo che lui uscisse a cercarla. “Mi
creo
sempre delle paranoie inutili!!”. Camminava avanti e indietro
nervosamente riflettendo sul suo dubbio “Che definirei quasi
amletico”, quando dalle porte uscì Hotchner,
sempre
elegante, che la guardò fuggevolmente per poi spalancare gli
occhi dalla sorpresa quando la riconobbe.
- Non mi aveva riconosciuto?- lo salutò sorridendo.
- Mi scusi, ma è molto diversa… sembra molto
più giovane, dottoressa Meli. –
- Non si preoccupi, ci sono abituata, ma mi chiami Liliana e mi dia del
tu. –
- Non c’è problema, basta che lei facc, che tu
faccia lo
stesso. Vieni andiamo nel mio ufficio, cosa vuoi controllare?
–
- Pensavo agli effetti collaterali. –
- Effetti collaterali? –
- Volevo sapere per quanto tempo sono state sedate le vittime, se sono
simili, particolari di questo genere. –
- Sono tutte donne dai 40 ai 50 anni, alte circa 1.60 m, tendenti al
sovrappeso… -
- Bianche? –
- Sì, è importante?-
- Dopo ti spiego, vai avanti. –
- Sono state tenute prigioniere per circa 2 mesi, probabilmente legate
ad un letto, dall’esame tossicologico risulta che la
sedazione
sia stata prolungata anche se non possiamo sapere con certezza quanto
lunga, sono presenti molti segni di iniezione, alcuni più
vecchi
e quasi rimarginati altri più recenti, diffusi in tutto il
corpo. -
- Ha fatto loro ripetute somministrazioni. Io credo che le donne non
siano il fine, ma il mezzo, le sta usando come cavie. Sono una
rappresentanza dei maggiori consumatori di tranquillanti: donne,
bianche, dopo i quarant’anni, con altezza e peso pressappoco
nella media, che non riescono a dormire o hanno problemi per cui
prendono ansiolitici. Sono tutte molto simili come struttura fisica,
come se avesse studiato un tipo di vittima-paziente e la cercasse
sempre uguale. Penso che la somministrazione sia stata continua, credo
che voglia studiare le loro reazioni: quanto ci mettono ad
addormentarsi, se sviluppano dipendenza o abitudine, o delirano. Credo
che stia formulando un farmaco, che cerchi di eliminare gli effetti
avversi e…–
-... e non essendo soddisfatto dai risultati, per la rabbia le tortura
poi le uccide per cambiare cavia! – concluse
l’agente al
suo posto.
- Un farmaco perfetto, è un’utopia! –
Era
inorridita. Hotchner dovette leggerle in viso il suo orrore
perché le sorrise e cercò di tranquillizzarla.
- Sei stata utilissima, adesso ho le idee più
chiare…-
Proprio in quel momento la porta si aprì e un agente biondo
entrò.
- Ne ha presa un’altra ieri, ci hanno chiamato adesso.
–
- Arrivo subito. Mi dispiace, ma devo andare, puoi darmi il tuo numero
di telefono? Dobbiamo assolutamente finire questa conversazione e penso
che avremo ancora bisogno di te.- disse l’agente rivolto alla
farmacologa, che annuì scrivendo su un post-it i numeri di
cellulare e di casa. “Vorrei che mi avessi chiesto il numero
per
qualche altro motivo… ma cosa mi viene in mente, non lo
conosco
neanche!”
Uscì dall’edificio accompagnata da
un’agente e si
incamminò con la testa piena di pensieri; trovare
l’ipnotico-sedativo perfetto senza effetti avversi, era
sicura di
averci scherzato qualche volta con Mary in laboratorio, pensando a
quanto ricche sarebbero potute diventare brevettandolo, ma era solo
fantasia, non esisteva al mondo farmaco perfetto, tutti avevano effetti
collaterali o controindicazioni. Guardò l’orologio
e
trasalì notando che era molto tardi, alle 11 doveva essere
in
laboratorio per la lezione.
Arrivò di corsa appena in tempo, gli studenti cominciavano
ad affollare il laboratorio; Mary le si avvicinò.
- Spero che l’FBI non ti abbia fatto dimenticare che oggi
dovrai
seguire tu i ragazzi, spiegare l’esperimento e risolvere i
loro
disastri!!!- la prese in giro -se avete bisogno sono in ufficio a
compilare noiosissime pratiche.-
Liliana preparò il materiale necessario sotto le cappe
comuni,
fece l’appello, distribuì le fotocopie con le
linee guida
dell’esperimento e cominciò la spiegazione.
Il gruppo era a buon punto, sembrava che tutti avessero capito e
lavoravano abbastanza di lena, poté quindi pensare ad altro.
Non riusciva a capacitarsi che qualcuno obbligasse delle donne ad
assumere farmaci per studiarne le reazioni. Alcuni ricercatori avevano
scrupoli ad usare i topi! Anche lei all’inizio li aveva, non
riusciva a non affezionarsi a loro, ma quando pensava che un
farmaco testato su dei topolini e poi su altri animali avrebbe potuto
salvare la vita a delle persone, non aveva più remore.
Improvvisamente però il corso dei suoi pensieri si
spostò
su un argomento più piacevole, cominciò a pensare
al
bell’agente che aveva incontrato la mattina; era sempre
così calmo, molto concentrato su quello che diceva, aveva
delle
piccole rughe attorno agli occhi che aumentavano quando sorrideva. Non
era bello come un adone, l’agente Morgan era più
bello, ma
era anche vero che la bellezza è negli occhi di chi guarda,
e i
suoi occhi erano pienamente consapevoli della sua attrazione per
Hotchner. Ma mentre il suo corpo aveva le idee ben chiare su cosa
avrebbe voluto dall’agente, il suo cervello le ricordava che
aveva giurato che non avrebbe più sofferto e che non avrebbe
più permesso a nessuno di deluderla. Fino a quel momento era
stata irremovibile, ma ora non era più certa che fosse un
giusto
proposito. “ Sto vivendo una guerra interna, le mie multiple
personalità stanno litigando fra loro! Possibile che sia
così contorta?”
Sapeva che si stava ponendo una domanda retorica, quante volte aveva
scherzato con le sue amiche sulla capacità delle donne di
farsi
venire dubbi inutili su particolari insignificanti? “Certo
che
sei contorta, come ogni donna. E poi l’esperienza non ti
è
stata certo d’aiuto…” Non voleva seguire
quel filo
di pensieri, sapeva quanto poteva essere doloroso.
“ Non puoi vivere come un’eremita per il resto dei
tuoi
giorni! Non puoi negare a te stessa il diritto di amare.”
Sagge
parole che le sue amiche in Italia le aveva ripetuto fino alla nausea,
soprattutto Chiara che la conosceva meglio di tutte. Ma si era accorta
che era più facile dare consigli che accettarli.
Uno schianto la riscosse, uno dei ragazzi aveva rotto il piccolo
recipiente dell’acido solforico diluito spargendone il
contenuto
sul pavimento e ora la guardava con gli occhi terrorizzati del coniglio
davanti alla volpe… Sorrise, non ci si poteva mai
distrarre un momento quando dei ragazzi maneggiano oggetti di vetro. Fu
comunque felice che l’imprevisto interrompesse
quell’esame
di coscienza quanto mai sgradito e inopportuno.
“Ma non puoi sfuggire a te stessa, prima o poi ti
arrenderai…” le ricordò una voce dentro
di lei.
“Non essere alcuna cosa e non amare alcuna cosa sono
tutt’uno.”
Ludwig Feuerbach
Abitudine: Fenomeno per cui per ottenere lo stesso effetto, con il
passare del tempo bisogna aumentare la dose del farmaco.
Dalle recensioni e dalla mia esperienza ho capito che questo telefilm
l'ho visto solo io! Ma è così carino e ben
fatto... speriamo che la prossima serie la guardi più gente
sempre che la trasmettano!
Passiamo ai
ringraziamenti:
lubylover: spero che sia
abbastanza presto per te! grazie per l'intrigante!
sakura_kinomoto: avresti
potuto chiedermi di aggiornare presto non mi sarei offesa!!! sappi in
ogni caso che per i calzini ho pensato a te! sei soddisfatta di essere
un'ispirazione?
grazie anche a
tutti quelli che hanno letto senza commentare, spero vi piaccia! sku
|