Salve
a tutti!!! Eccomi qui con la mia seconda storia!
L'idea
mi è venuta durante un compito in classe e so già
che probabilmente
è venuta uno schifo, specialmente verso la fine, ma vi prego
comunque di recensire.... Grazie =)
E'
notte. Sono in camera, rannicchiata sotto le coperte e ascolto: in
lontananza sento lo stridere di freni di una macchina, poi il pianto
di un bambino entra imperterrito nella mia mente, probabilmente si
tratta della piccola Elena, la figlia dei vicini, poi il
silenzio..... Continuo ad ascoltare quando improvvisamente uno sparo
rompe la quiete, e poi il nulla.
Mi
sveglio, dopo quelle che mi sono sembrate ore, a causa di un mormorio
indistinto, che pian piano si tramuta in un vociare piuttosto
concitato. In mezzo a quella confusione riesco a distinguere solo
alcune parole "...
colpo... cuore... proiettile... sangue... niente...".
Poi
non sento più niente, sembra che le persone siano andate via.
Sto
provando ad alzarmi, con scarsi risultati, quando scorgo una luce
azzurrina in lontananza che man mano si avvicina. Poco più
tardi
scopro che si tratta di una lanterna retta da un bambino di circa 6
anni, vestito di bianco e oro, sembra un piccolo angioletto.
Questo
si avvicina e mi prende per mano, non mi rivolge una parola, si
limita solamente a stingermi la mano molto forte.
All'improvviso
inizia a camminare, verso una luce verde e io non posso fare a meno
che seguirlo, dal momento che non accenna nemmeno a mollare le mia
mano.
Presto
giungiamo alla nostra meta, una semplice porta sovrastata da
un'insegna verde evidenziatore con la scritta EXIT. Il bambino la
apre e davanti a noi si stagliano una serie infinita di colline,
ognuna indicata da un nome e un numero, il piccolino allora decide
finalmente di parlare e mi dice " Ora scegli! ",
dopodiché mi lascia andare la mano e se ne va.... neanche il
tempo
di muovere un muscolo che la porta scompare.
Non
mi rimane quindi altra alternativa se non salire su una di quelle
colline, ne scelgo una a caso: la Beat 3 e inizio
la mia
scalata, quando sono circa a metà sentiero mi ritornano in
mente
tutti gli splendidi momenti passati con mio padre, prima che se ne
andasse, specialmente del giorno in cui facemmo a gara per arrivare
in cima alla collina dietro casa della nonna, quello è
ricordo più
bello che ho di noi due perché mi ricordo che quando
finalmente
arrivai in cima davanti a me si stagliò un paesaggio
magnifico: una
splendida radura erbosa, verde brillante, con qualche macchiolina
rossa e bianca qua e là.
Intanto
persa nei mie ricordi non mi accorgo nemmeno di essere arrivata alla
fine della salita, mi ritrovo davanti il bambino di prima che mi
prende nuovamente la mano, lo guardo in volto e vedo le sue labbra
muoversi, dentro di me sento che sta per dirmi qualcosa di veramente
importante quando....
mi
sento scuotere leggermente e la voce di mia madre mi etra come un
trapano in testa "Svegliati!
Forza! Che oggi è il primo giorno di scuola!"
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