Premessa
L’uomo aveva uno strano
sorriso sul volto, anzi più che strano inspiegabile. Perché trovarsi di fronte
a quella palese anomalia genetica dall’esame di un paziente all’apparenza
normale era tutto fuorché divertente.
<< Professor Wise >>
gli chiese un ragazzo alle sue spalle,<< non potrebbe essere una lieve
variazione delle malattia di Huntington? >>
Il professore non si degnò
neanche di rispondere.
Fabian Wise era un uomo
piuttosto notevole, sulla trentina con un fisico prestante, scompigliati capelli
castani e penetranti occhi azzurri.
Diventato professore ordinario
da pochi mesi alla Università Isac Newton avrebbe dovuto occuparsi con la sua
equipe di trovare correlazioni tra patrimonio genetico e rischio di attacchi
cardiaci, ma quel giorno la fortuna gli aveva dato qualcos’altro...e forse non
era stata la fortuna.
<< Professore >>
intervenne un altro P. S. S.(piccolo studentello sputa sentenze)<<
forse... >>
<< Non ora Tom >> lo
prevenne il professore, << anzi per favore, uscite dal laboratorio e
lasciatemi solo >> non si curò di essere stato scortese, era un momento
troppo importante per simili sciocchezze.
Quando se ne furono andati tutti
Fabian emise un gran sospiro.
Mio Dio
pensò, quanto
ho aspettato questo momento.
Eh si, perché quel giorno non
era stata la fortuna a tendergli una mano....
Intermezzo uno:
<< Auguri
pulce! >>
Il dodicenne
Fabian Wise abbracciava il fratellino Robert, di un anno più piccolo, nel
giorno del suo compleanno.
<< A
settembre quando verrai a Stanford ne combineremo di tutti i colori vedrai!
>> disse Fabian.
<< Entrerò
nella squadra di calcio >> affermò sicuro il piccolo Robert.
<< Ma se io
che sto al secondo anno sono entrato solo tra le riserve, tu che devi fare
pulce? >> lo sfotté il fratello.
<< Robert,
vatti a preparare che stanno arrivando i tuoi amici >> la voce della mamma
salì nitida attraverso la tromba delle scale fino alla camera dei ragazzi,
<< e ricordati di HAAAA!
>>
<< Mamma!
>> i ragazzini si precipitarono al piano di sotto.
Un grande gufo
fulvo era appena entrato dalla finestra aperta della cucina lasciando cadere una
lettera sul tavolo.
Fabian tirò
fuori la lettera e prese a leggere:
SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI
HOGWARTS
Direttore: Albus Silente
Caro signor Wise…
<< Ehi Bob,
ti hanno fatto uno scherzo >> disse Fabian ridendo, ma si sbagliava.
Diciotto anni dopo Fabian
guardava con interesse lo schermo di un computer.
Entro questa
notte pensò, dovrà sparire tutto di questo risultato, dirò che era
stato un errore della macchina, ma ora dacci dentro Fabian.
Nello stesso momento in un altro
luogo…
<< Dottoressa Lewis, a
cosa devo questo onore? >> Il direttore sanitario William Holt non era
famoso per la sua pazienza, e quella dottoressa Lewis lo stava mettendo a dura
prova da quando era entrata a fare parte dello staff del St James Hospital,
circa sei mesi prima.
<< Mi dispiace disturbarla
a quest’ora >> rispose la donna, << ma da quando sono venuta ho
notato una palese disorganizzazione nei referti clinici. Come sa sto catalogando
i parametri di tutti gli pazienti per misurare il valore di colesterolo
presente, ma… >> e qui trasse un foglio dalla tasca della giacca,
<< di trentasette pazienti che sicuramente sono stati qui mancano i dati
nell’archivio elettronico… >>
<< Dottoressa >>
l’interruppe Holt, << I miei medici hanno priorità ben più importanti
che mandarle i dati per questa benedetta inchiesta ministeriale >>.
<< E allora mi permetta di
prendere gli originali su carta, così potrei… >>
<< Le ho già detto più
volte, la stanza 2B dei referti e delle cartelle cliniche è riservata per
motivi di sicurezza al personale autorizzato, e adesso mi scusi, ma ho da fare
>>.
A Elizabeth Lewis
non restò che uscire dall’ufficio del direttore.
L’ingresso è
vietato al personale non autorizzato eh? Pensava intanto, la
vedremo.
Ora, la dottoressa Lewis aveva
circa vent’otto anni, un corpo minuto ma ben fatto, e favolosi occhi verdi
sotto una cascata di capelli neri. Nel complesso risultava una donna decisamente
attraente.
<<
Jeremy >> chiamò, << Ehi, Jeremy >>.
Jeremy era un giovane infermiere
che lavorava nel reparto di terapia intensiva.
Elizabeth era sicura che avesse
un debole per lei, e cosa fondamentale aveva anche l’accesso allo stanzino 2B.
<< Oh, salve dottoressa
Lewis >> salutò il ragazzo, << posso esserle d’aiuto? >>
<< Veramente sì >>
rispose la donna avvicinandosi più del dovuto al suo interlocutore, <<
credo di aver dimenticato lo stetoscopio nella 2B >> mostrando così la
generosa scollatura della sua camicetta dove si sarebbe dovuto trovare lo
strumento, << e ho anche lasciato le chiavi nell’armadietto, sai sono
tre rampe di scale a salire e scendere… speravo tanto che tu potessi aiutarmi
>> finì con l’aria della fanciulla disperata di fronte
al suo eroe.
<< La stanza 2B? >>
chiese il ragazzo attonito, sforzandosi disperatamente di guardare in faccia la
donna, << io no…non sapevo che lei ne avesse l’accesso >>
<< Ma certo che ce l’ ho
>> disse la donna con voce da cospiratrice, avvicinandosi ancora di più
al ragazzo, << solo che il dottor Holt
non vuole che si sappia in giro, manterrai il segreto, vero? >>
Due minuti dopo, Elizabeth
varcava la soglia della 2B.
Nello stesso momento in un altro
luogo…
Harry si svegliò di
soprassalto, tutto intorno a lui era avvolto nel silenzio e nell’oscurità.
Il sogno era stato tremendo, un
pericolo enorme minacciava il suo mondo, tutta la loro civiltà rischiava di
collassare.
Scese dalla randa con cautela,
per non svegliare le altre reclute dell’addestramento auror.
Ron, che dormiva sotto di lui,
ronfava ancora alla grande.
Harry si diresse nella stanza
attigua dove sapeva c’era il camino di comunicazione, prese un pizzico di
polvere marrone e la lanciò nel fuoco.
Dopo circa un minuto una faccia
assonnata si presentò dall’altra parte.
<< Professor Silente
>> disse, << devo parlarle >>.
|