Fiery kisses from... London

di _A_
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Non riuscì a dormire per tutta la notte. Mi sentivo irrequieta, nervosa, completamente nel caos. Non vedevo l’ ora di incontrare Alice e parlare. Ah si! Gliene avrei dette eccome! Questa volta non l’ avrebbe passata liscia! Ma come si permetteva….
E poi io non ero innamorata di lui! Insomma neanche lo conoscevo! Però…
Niente però! Ma chi si crede di essere anche lui?! Se pensa che cadrò fra le sue braccia solo perché è bello e ha fatto qualche film… beh si sbaglia di grosso!
Mentre mi recavo al bar riflettei bene sul discorso che avrei fatto alla mia amica, ma, alla fine, decisi che sarebbe stato meglio improvvisare considerato lo stato d’ animo in cui mi trovavo.
Spensi il mio mp3 che in quel momento eseguiva “Ironic” di Alanis Morissette ed entrai nel bar già stracolmo di gente.
Mi affrettai dietro il bancone e indossai il grembiule pronta a ricevere il primo ordine.
Guardai Alice di sottocchio, ma mi ignorò. Appena consegnato il caffè le andai vicino.
Armeggiando nervosamente con una tazzina, le dissi << Salve! >>
Si girò, mi sorrise e tornò ,come se niente fosse, a lavoro
Eh?! Come sarebbe a dire?!
<< Comunque ti stai sbagliando! >>
Fece spallucce << Non credo! >>
<< Oh si invece! E guardami in faccia quando ti parlo! >> sbottai
<< Se ne sei convinta… non abbiamo niente altro da dirci >>
Sbattei la tazzina sul tavolo e per poco non si rompeva. I miei colleghi mi guardarono male e feci lo stesso con loro.
Era impazzita! Non si era mai comportata in questo modo da quando ci conoscevamo.
<< Un cappuccino, per favore >>
Alzai lo sguardo. Ebbi una fitta allo stomaco.
Sbattei le palpebre. Ben alzò un sopracciglio
<< Si subito >>
Cercai Alice con lo sguardo, ma continuava ad ignorarmi.
Calmati! Cavolo calmati!
Mi tremavano le mani e il cuore mi martellava nel petto.
Presi un bel respiro profondo. Buttai furi tutta l’ aria e porsi il cappuccino della discordia al BELLISSIMO Ben !
Ehm no a Ben e basta!
Sorrise.
Oddio!
Mi aggrappai con tutta la forza che avevo al bancone per evitare di sbattere per terra.
<< Hai una penna? >>
<< Una pen… si  tieni >> la sganciai dalla tasca del grembiule e gliela passai.
Servì un altro cliente fingendo sicurezza ed indifferenza ma tenendolo costantemente d’ occhio.
<< Alex… grazie >> disse ridandomela.
<< Di niente… >>
Uscì dal bar e si girò indietro un ultima volta.
Guardai la penna e vidi arrotolato attorno ad essa uno scontrino. Lo sfilai e lo girai e lessi : “Glitter rays to see inside your soul” seguito dal disegno di un buffissimo sole sorridente.




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