E
stavolta la beta è stata di nuovo Faithfully,
che mi ha salvato la storia. Di nuovo.
Non
ho davvero parole per dirti quanto mi faccia bene e quanto mi renda
felice
tutto
quello che stai facendo per me ♥
Sei una persona fantastica ♥
Questo
capitolo è per Giulia,
alla quale ho promesso una storia qualche giorno fa in
uno
stranissimo dialogo su Facebook. Ed io ho tradotto Homecoming
dall'inglese al
greco
antico. Già. Si intitola Καθόδος
Οικάδε
(kathòdos oikàde), e significa ritorno
a casa.
Proprio
come Homecoming.
Oddiomio, lasciatemi perdere.
Annuncio
una sfumatura di OOC (sempre che la mia amata beta non mi smentisca)
nel dialogo
fra
Gwen e Courtney, ma ne ho avuto bisogno.
REVIEWS
MAKE CLOVER HAPPY :)
Ti
ritroverò.
Erano
passati due mesi e Trent non era ancora riuscito a buttare giù
nemmeno il più inutile straccio di lettera.
Aveva
afferrato una matita almeno sette volte nell'ultima mezz'ora, si era
seduto davanti ad un foglio di carta di qualità scadente ma
non era riuscito a cavare un ragno dal buco. O una parola dalla
grafite, come dir si voglia.
Provava
invidia, un'orribile e ingiusta invidia verso Duncan quando lo vedeva
scrivere qualcosa a Courtney. Cosa avevano da dirsi? Come faceva quel
cuore di pietra a trovare le parole più adatte da imprimere
sulla carta per spedirle ad una donna?
Perché
lui era crudele ma aveva una ragazza, mentre Trent era un animo buono
ed era solo?
Quasi
per rimarcare queste sue eterne domande e per amplificare la sua
gelosia, in quel momento entrò un Duncan piuttosto scosso.
«Problemi?»
si ritrovò a chiedere Trent.
Perché
continuasse a parlare con Duncan era un mistero bello e buono.
«Sì,
due: tu e i tuoi affaracci, che non ti fai mai.» sparò
il moro. Era palesemente di cattivo umore, e Trent decise di non
andare oltre per evitare di prendersi altri insulti. Non ne aveva
bisogno.
Aveva
confessato a Gwen di essere incinta, ma dopotutto non sarebbe
riuscita a nasconderlo a nessuno. La sua vita e i suoi seni si
ingrossavano e non c'erano scusanti se non il portare un bambino -o
una bambina, chi l'avrebbe potuto dire?- dentro di sé.
Gwen
aveva sbarrato gli occhi di liquirizia ed aveva tirato fuori la
faccia più scandalizzata del suo repertorio.
«Ed
ora?» chiese, con voce tremante.
«Non
lo so, ma qualcosa mi inventerò.» rispose la castana.
Courtney
non si sarebbe mai buttata giù, nemmeno davanti ad un ovvio
problema come questo.
«Potremmo
andare in Canada.» provò la mora. Inarcò le
sopracciglia verso l'alto e tentò un'espressione
incoraggiante, col solo risultato di un viso segnato dalla
preoccupazione.
«Potrei
venire con te.» sussurrò in seguito.
Courtney
ingrandì le pupille aprendo le ciglia inverosimilmente.
«Non
ho bisogno di te. Hai anche lasciato Trent, seriamente, restatene
qui.»
La
castana era orgogliosa. Era sempre stata orgogliosa fino al
midollo e Gwen sapeva che avrebbe rifiutato questa sua offerta di
accompagnarla. Non voleva di certo dire a Courtney che si era quasi
pentita di aver lasciato Trent, aveva una dignità anche lei.
Diamine.
«No,
Court.»
Non
aveva addotto alcuna spiegazione al suo diniego, ma l'altra sembrava
averla presa abbastanza bene, visto che abbassò gli occhi e
cercò con lo sguardo una borsa nella quale riporre qualche
effetto personale per il viaggio.
«Resta
qui.» sputò Courtney fra i denti.
Per
sua sfortuna, però, Gwen era determinata al massimo. C'è
da dire che da Chicago a Vancouver non era proprio una passeggiata
col parasole, ma c'era in ballo molto.
Non
era mai stato adatto a lei l'amore che tinge di rosa anche il più
nero dei giorni, ma ricordava com'era stata dopo che aveva visto una
ragazza mora e con gli occhi grigio piombo baciarlo a tradimento
davanti a lei solo per far ingelosire un altro.
«Courtney,
no.»
Intrapresero
una lunga e difficile battaglia di sguardi, facendo cozzare le loro
iridi scure senza che distogliessero l'una gli occhi dall'altra. In
quei fili d'argento che legavano le loro pupille, c'era tutto. C'era
tristezza e c'era determinazione, c'erano rimpianti e c'erano
speranze. In quello che partiva da Gwen ed andava a Courtney c'era
anche una richiesta silenziosa.
«Passami
quella gonna.» disse la castana.
Gwen
assottigliò gli occhi e distese le labbra in un mezzo sorriso.
Iniziarono
a mettere le cose nella borsa da portarsi appresso, notando con
contentezza quanto l'aria fosse meno carica di tensione, in quel
momento.
Dieci
ore di treno, questa era la durata del viaggio, o almeno così
appresero alla stazione.
Comprarono
i biglietti senza troppe esitazioni e si diressero verso il binario
indicatogli dal capostazione, dal quale il mezzo sarebbe partito
un'ora dopo. Si guardarono intorno alla banchina d'attesa per
individuare i loro compagni di viaggio.
Notarono
immediatamente due ragazzi, che avranno avuto pressoché la
loro età, ad una decina di metri da loro. Lui, nonostante la
sua aria da ragazzo serioso e rigido, non faceva altro che grattarsi
la nuca coperta da una zazzera nera ed abbassare gli occhi, neri
anche quelli, al suolo, mentre la ragazza agitava le braccia
scuotendo la testa bionda e volgendo gli occhi blu da ogni parte. Le
sue labbra si muovevano, ma a causa del chiasso che c'era, alimentato
anche da tutti quelli che aspettavano il treno da quel binario, né
Courtney né Gwen riuscirono a capire cosa stava dicendo. Le
sopracciglia inarcate verso il basso, però, erano un chiaro
segno che quello non era un discorso dolce, ma una discussione vera e
propria.
Chissà
perché stavano litigando.
Il
rumore del treno in arrivo le destò dalla coltre scura di
pensieri in cui erano affondate, così entrarono e presero i
posti nello scompartimento il cui numero era scritto sul biglietto.
La
coppia che avevano visto prima in stazione si sedette di fronte a
loro, ma la situazione restò bloccata per un po'.
Nessuno
dei quattro parlò per molti minuti.
Duncan
si era alzato prima del solito, beccando di nuovo Trent abbracciato a
lui.
«No,
forse non hai capito.» quasi urlò quando disse queste
parole scandendo bene ogni sillaba. L'altro ragazzo si destò
di soprassalto spalancando gli occhi e ritrovandosi con le braccia
attorno al corpo di Duncan.
«Non
devi toccarmi. Non devi abbracciarmi nel sonno. Non devi dormire nel
mio letto.» continuò con uno sguardo di ghiaccio.
«Posso
sapere, allora, come mai non hai ancora tolto quelle... -fece un
cenno alle proprie braccia- da te?» proclamò il moro in
modo riprovevole.
Duncan
ruotò il busto senza tuttavia sgusciare via dagli arti
dell'altro finché non si trovò faccia a faccia con
Trent. Si avvicinò ancora di più e per un attimo Trent
temette di ritrovarsi nella stessa situazione di qualche mattina
prima, quando Duncan aveva toccato il suo naso con il proprio.
Ricordò la sensazione di sconforto che aveva provato e venne
attraversato da un tremolio. Invece, Duncan accostò le labbra
al collo del moro, per poi sussurrare ad un centimetro da esso
«E
tu perché non ti sei ancora alzato e non ti sei scostato da
me?»
Trent
si girò repentinamente e si tirò in piedi velocemente,
aprendo le braccia e posando i palmi sul petto di Duncan per
allontanarlo in fretta.
Si
riassettò i capelli con una nota d'isteria e si strusciò
le mani sulla giacca del pigiama, per poi aprirla e togliersela.
«Che
succede, sfigato, ti sei accorto di voler andare oltre i semplici
contatti di naso?»
Trent
lo guardò con odio e gli si riavvicinò gonfiando il
petto nudo. Aveva pochi peli sul torace che sembravano decisamente
piacevoli al tatto. Senza dare il minimo preavviso all'altro, andò
a toccargli la fronte con la sua. Inarcò le sopracciglia verso
l'attaccatura dei capelli e piantò le iridi rese più
scure dalla rabbia e dalla frustrazione in quelle quasi trasparenti
di Duncan.
«Smettila
di darmi fastidio. Sei insopportabile, te l'hanno mai detto?»
Duncan
rimase sorpreso da se stesso per l'insolita reazione che aveva appena
avuto. Infatti, si era sentito la gola secca ed aveva avvertito un
flusso di sangue maggiore del solito dirigersi verso le guance.
Ma
non era attratto da Trent, o almeno di questo provò a
convincersi.
Lui
era innamorato di Courtney, ed era etero. Etero
inconvertibile.
Passarono
due ore, ma i quattro passeggeri rimasero in silenzio. In un
imbarazzante silenzio, cosa che portò Gwen a diverse risatine
isteriche e Courtney a chiedere all'altra a bassa voce se avesse con
sé dei biscotti d'avena.
«Ottima
scelta! Io amo i biscotti d'avena!» s'illuminò allora il
ragazzo seduto di fronte a Gwen, suscitando un sussulto della ragazza
in questione e beccandosi una gomitata nello stinco da quella che
stava affianco a lui.
«Fa'
silenzio, Capitan Piscina!»
Courtney
sgranò gli occhi scuri: com'è che l'aveva chiamato?
Si
dipinse in faccia un'espressione intelligente e si passò una
mano sulla fronte.
«Oh,
ma non ci siamo presentati, eppure dovremo trascorrere altre ore
insieme!» tese il braccio verso i due, non sapendo bene se
doverlo dirigere più verso l'uno piuttosto che verso l'altra.
«Courtney.»
Disse
il suo nome con una nota esaltata.
«Gwen.»
pronunciò indicando l'amica al suo fianco.
Il
moro di fronte a loro spalancò gli occhi piacevolmente stupito
da questo slancio, e replicò con un Brick a voce molto
alta.
«E
Jo.» aggiunse quella accanto a lui. Aveva gli occhi blu e
severi, come quelli di un serioso generale pluridecorato dell'USN.
Gwen
rilasciò l'ennesima risatina sconclusionata.
La
bionda davanti a loro sembrava indisposta a parlare, ma Brick no e
quindi la conversazione in cui tanto avevano sperato, per quanto
basilare e poco attenta ai dettagli, ebbe inizio.
«Perché
andate in Canada?» chiese lui ad un certo punto.
La
situazione si bloccò, in quanto né Gwen né
Courtney amavano dire i propri fatti a tutti.
Notando
l'assenza di risposte, Brick prese la mano di Jo e la strinse.
«Noi
ci concediamo un minimo di pausa dall'America. A volte non è
male staccare.»
Non
fece però in tempo a finire la frase che lei rimosse
celermente la mano da quella di Brick e si voltò verso il
finestrino, smorzando ogni speranza che il discorso venisse ripreso.
Quando
arrivarono alla loro postazione di lavoro quella mattina, Trent e
Duncan trovarono una sorpresa né sgradita né ben
accetta.
Accanto
alla scrivania di Duncan c'era una donna molto formosa e poco
vestita, o almeno il proprietario della sedia notò questo.
L'altro, invece, si accorse dello sguardo della donna: aveva due
occhioni azzurri molto grandi che sprizzavano stupidità.
Se
era una ragazza intelligente, allora era veramente brava a
nasconderlo.
«Voi
siete i nuovi architetti? Io sono Lindsay, sono stata assunta ieri da
Chase perché vi aiutassi nel vostro lavoro!»
Enunciò
queste parole di fretta, senza riprendere mai fiato. Trent si chiese
se avesse mai avuto un'ipossia*.
«A
dire il vero -continuò lei-, Chase non ha detto solo 'lavoro'.
Ha detto scabro lavoro, ma al momento non so cosa significhi
la prima parola, quindi...»
Ci
misero un po' prima di capire che Chase era in realtà
Chris: ci arrivarono solo quando sentirono le parole successive della
bionda.
«Chase
mi ha parlato di voi. Siete Dylan e Grant, giusto?»
Alzarono
gli occhi al cielo non propriamente nello stesso momento, ma con un
quarto di secondo di sfalsamento.
«Duncan
e Trent.» puntualizzò quello con gli occhi verdi.
In
quell'istante, entrò un'altra ragazza nello studio. Aveva i
capelli rossi ed era molto graziosa. Soprattutto, aveva due occhi
nocciola come due cavalli imbizzarriti: si muovevano velocemente,
ansiosi di sapere e conoscere.
«Lindsay
è qui?» chiese con una nota acuta di preoccupazione
nella voce.
Dopo
averla vista, si calmò.
«Duncan
Nelson e Trent McCord? Piacere, sono Zoey, la seconda delle due
assistenti.» proclamò tendendo loro il braccio. Trent le
prese la mano e la strinse.
«Il
piacere è mio. Io sono Trent e lui è Duncan.»
disse, tanto per precisare chi fosse chi.
Zoey
sorrise.
«Che
strano, a prima vista avrei detto il contrario! Non è forte?»
trillò la bionda lì accanto battendo le mani tra loro
più volte.
Trent
si passò le dita sulle tempie.
La
situazione gli stava sfuggendo di mano.
***
A/N Non
riesco a credere di essere in regola coi tempi. Sono esaltatissima,
lo ammetto **
E,
lo so, avevo detto che Court non sarebbe andata in Canada. Ma non ho
detto che non ci avrebbe messo piede, bensì intendevo che
non ci sarebbe andata da
sola.
La
tensione tra i due aumenta, non posso fare a meno di scrivere
scenette pseudo-slash su di loro, è più forte di me!
:DD
C'è
un appunto importante su quella scena, ma lo scriverò negli
spoilers, per chi non si vuole rovinare la sorpresa.
E
poi cos'altro abbiamo? Ma loro, i nuovi arrivi: finalmente, eccovi
Brick, Jo, Zoey e Lindsay, come avevate richiesto! Diciamo che mi
sono divertita troppo a scrivere di Lindsay, è la mia
paperotta ed è troppo divertente da descrivere :°D Zoey
è un po' l'anima ragionevole della situazione, colei che
farà rendere conto Trent e Duncan di una cosa.
Di
Brick e Jo si sa ancora poco, ma vi assicuro che se ne saprà!
Vi
chiedo umilmente perdono per la coltre di OOC che non sono riuscita a
rimuovere dal primo dialogo fra Gwen e Courtney, se lo trovate
estremamente sgradevole non esitate a dirmelo!
Ed
ora ho una domanda: cosa ne pensate del femslash? Insomma, ormai ho
deciso che *SPOILER
SPOILER SPOILER*
Trent e Duncan si baceranno, anche se vi ricordo che NON SARANNO
INNAMORATI. Non ne scaturirà una storia slash, voglio solo
provare a farli sbaciucchiare :33 Per questo la mia domanda è:
volete che si bacino anche Gwen e Courtney? Ovviamente senza
innamoramenti, come fra i Trencan ù.ù
PRECISAZIONI:
*
- l'ipossia è la malattia di chi ha poco ossigeno che arriva
al cervello. Lindsay, parlando velocemente senza prendere mai
fiato, fa destare in Trent il sospetto che le possa venire :D
E
questa la scrivo per Faith: no, tesoro, il fatto che Lindsay scambi
il nome di Trent per Grant non è un caso xD
SPOILERS:
Zoey
darà la spinta a Trent e Duncan perché accettino che
sono l'uno il ragazzo eccezione dell'altro. Sapete cos'è un
ragazzo eccezione? È una persona del sesso opposto dal quale
si è attratti verso la quale comunque c'è attrazione.
Attenzione, non amore, ma attrazione. Un po' come Santana e
Sebastian, se seguite Glee xD
AVVISO:
Dunque,
mi vedo costretta a comunicarvi che Mercoledì prossimo non
potrò aggiornare, perché sarò in vacanza
studio. Lo sarò anche la settimana dopo, ma per fortuna ho un
fratello fantastico, Hidden Writer, che avrà il capitolo e
le informazioni con cui postarlo. Comunque sia, mi piange il
cuore, ma salterò una settimana nella tabella di marcia :(
CloClo
:)
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