Facciamo il punto della situazione?
Avevano parlato a lungo. Gli aveva raccontato tutto: dove era finita
quando i pirati avevano incendiato la loro città, come aveva
fatto a sopravvivere e soprattutto come era entrata in possesso della
nave del padre e come aveva fatto a diventare capitano di una nave di
pirati, essendo una donna.
-Beh... diciamo che è stata fortuna mischiata a un po' di
determinazione- gli aveva detto.
Non era cambiata, per niente. Era sempre la dolce Alice che riempiva le
sue giornate di giochi e litigate.
Anche se adesso lui era un uomo e aveva moglie e due figli, e lei era
una giovane donna, sentiva sempre che sarebbe rimasta la sua piccola
sorellina.
L'aveva creduta morta e per questo si odiava.
-Sai- iniziò -Devo ammettere che non ti sta male il castano
come colore dei capelli!- ironizzò
-Ah-ah. Ma ti credi simpatico, Andrew?- scherzò lei.
Poi scoppiarono a ridere e la ragazza, finalmente, potè
togliersi quella scomodissima parrucca e lasciare che i suoi lunghi
capelli biondi le sfiorassero la schiena.
-Finalmente. Non ce la facevo più! Non sai quanto sia
scomodo portare una parrucca così piccola con
così tanti capelli!- si sfogò la bionda.
Il fratello la guardava con occhi dolci. Quegli occhi, avevano
aspettato tanto per rivedere il bel colore dei suoi, il lucente biondo
dei suoi capelli e il rosso rosa delle sue labbra. La amava. La amava
veramente tanto.
Non riusciva a non muovere la gamba. Era troppo nervoso. Chi era quel
tizio? Come aveva osato lasciare fuori lui e Debora per rimanere da
solo con Dimitri?
O meglio con Alice. Perchè era quello il suo vero nome. Il
Capitano Dimitri era in realtà una ragazza poco
più piccola di lui. E di questo ne era felice.
-Ehi vuoi stare calmo? Non te la ruba mica...- disse scocciata Debora.
-Non mi ruba che cosa? E chi poi?- chiese Whilliam, "tornando" dai suoi
pensieri.
-Alice. Stai tranquillo, lui non te la ruberà. Scoprirai tra
poco perchè- fece lei girandosi verso la porta della casa,
sperando di vederla aprire.
-Come fai a dirlo? E' biondo, bello e la conosce. E' il tipo di uomo
che voi ragazze definite "figo", no?- ribattè Whill.
-Tu fidati per una volta- concluse la mora.
Poi finalmente la porta si aprì.
Era andata a cambiarsi. Non ne poteva più di quei pantoloni
di almeno tre taglie più grandi che portava per non far
notare i suoi fianchi. Non ne poteva più nemmeno della
casacca, anche quella molto più grande per non far notare la
forma del suo seno.
Si tolse anche gli stivaloni che portava. Ormai aveva deciso che per
quella notte sarebbero rimasti lì e che poteve essere se
stessa. Per sua fortuna aveva già avvertito il nostromo e
così potevano rimanere senza far preoccupare nessuno.
Si spogliò e poi si immerse nella vasca che si trovava nel
bagno di camera del fratello. Anche se Andrew non abitava
più in quella casa, la teneva sempre pulita e pronta "per il
suo ritorno" come gli aveva detto qualche ora prima.
Era rilassata. Il tepore dell'acqua le faceva una specie di massaggio
naturale, che a lei piaceva molto. La schiuma le faceva il solletico e
per un attimo la riportò indietro nel tempo, quando era
piccola e faceva il bagno con il fratello che le buttava la schiuma nel
naso per dispetto. E lei per vendicarsi lo zuppava tutto.
Un sorriso malinconico apparve sul suo roseo viso.
Era lì dentro ormai da un bel po' di tempo. Decise di
uscire.
Si guardò allo specchio. Il suo viso era cambiato: era quasi
una donna. I lineamenti erano da adulta, ma le sue guance rotonde,
facevano capire che era ancora una ragazzina e che presto sarebbe
cresciuta.
Le sue labbra si erano tinte di un rosso acceso. Sorrise.
Poi si girò con la schiena verso lo specchio.
Si guardò partendo dalle caviglie. Salì con lo
sguardo: le sue gambe erano lunghe e toniche e i glutei sodi. Il
fondoschiena era perfetto, ma proprio quando stava per essere contenta
del suo aspetto fisico la vide. La Cicatrice era ancora lì.
Non si era rimarginata. Per niente. Non sgorgava sangue, ma non si
sarebbe sorpresa se avesse iniziato a farlo.
Si girò con angoscia. Prese gli abiti e si andò a
vestire in camera da letto.
Li aveva fatti entrare. "Finalmente" pensò la ragazza.
-Scusate se vi ho tenuto fuori, ma avevo bisogno di parlare in privato
con mia sorella. Sapete è sei anni che non la vedo e dovevo
raccontarle molte cose. E anche lei doveva dirle a me. Tra poco
arriverà mia moglie e - Andrew fu interroto da Whilliam:
-Tua sorella? Dimitri, cioè .. Alice, è tua
sorella? E tu hai una moglie?- chiese incredulo.
-Beh si, che c'è di tanto strano?- fece il biondo.
-No.. niente- disse Whilliam. Un sorriso ebete apparve sulla faccia del
moro. Debora non potè non notarlo e una nota di dolore le
prese il cuore.
-Andrew senti ... Tu sai "tutto" riguardo tua sorella e la nave di tuo
padre?- chiese Debora cambiando discorso.
-Beh, dipende quello che sai tu. Devo ammettere che hai un colore di
occhi e di capelli molto interessante, come il ragazzo che è
con te del resto. Siete fratelli?- fece Andrew.
La ragazza si bloccò di colpo e sgranò gli occhi.
Un silenzio imbarazzante calò sui tre. Il sorriso di
Whilliam sparì e al suo posto apparì
un'espressione di paura mischiata alla curiosità.
-Ehi, ehi, ehi. Avremo tempo di parlare degli "affari di famiglia"
più tardi. Visto che è sera che ne di te di
iniziare a preparare da cena?-
Grazie al cielo era arrivata Alice. L'aveva salvata ancora una volta.
Non sapeva davvero come sdebitarsi con quella ragazza.
Debora la guardò con uno sguardo di ringraziamento e Alice
si limitò a guardarla e a sorriderle. Il suo sguardo era
cambiato.
Era rimasto a bocca aperta. Lui era lì, o meglio Lei era
lì.
I suoi capelli erano biondi, e non corti e castani. Erano lunghi
capelli biondi che le sfioravano la schiena.
La guardò e finì col fermarsi sulle sue labbra:
erano di un rosso fuoco impnotizzante. Poi la guardò negli
occhi e notò che anche lei lo stava guardando.
Si fissarono per qualche secondo, poi lei distolse lo sguardo con
un'espressione malinconica sul volto, che fu subito coperta con uno
smagliante sorriso.
Mentre si dirigeva in direzione del fratello le guardò il
fisico: era magra, ma muscolosa. Le gambe erano magre e slanciate e i
fianchi leggermente larghi, ma rotondi. Passò al seno. Si
disse che aveva di sicuro una terza ben piazzata.
Sentì di diventare rosso in viso e come se non bastasse, gli
abiti che la ragazza portava lo fecerò "emozionare" ancora
di più:
Portava una maglia lunga di seta azzurra, scollata, che le ricadeva sui
fianchi, dove i bordi venivano interrotti da due triangoli. In vita
portava una cinturina di pelle nera e sotto un paio di pantaloni tre
quarti aderenti di un bianco candido. Ai piedi aveva un paio di sandali
di cuoio.
Strizzò gli occhi e cercò di non pensarci,
altrimenti si sarebbe "trovato nei guai".
-Whilliam- lo chiamò Alice
-S-si!?- rispose balbettando lui.
-Ci aiuti anche tu a preparare la cena non è vero?- chiese .
-Certo ... - disse con estrema difficoltà il moro.
Si misero all'opera.
Avevano finito di cenare. Andrew sarebbe dovuto tornare a casa da sua
moglie e dai suoi figli. Ringraziò il cielo che gli diede
l'idea di avvertirli che non ci sarebbe stato a cena quella sera.
Ripulirono tutto e dopo essersi seduti tutti e quattro al tavolino
disse:
-Allora, so perchè siete venuti qui e posso darvi una mano.
L'unico problema è che il materiale che ci serve
è a casa mia e purtroppo ci vuole più di un'ora
ad andare e a tornare. E sono anche tanti i materiali. Ora il mio
suggerimento è questo: la mora viene con me e voi due
rimanete qui per la notte. Ci rivedremo domani mattina, così
io e lei potremmo portare il materiale occorrente.-
-Ehi no! Aspetta un attimo! Perchè devo venire io con te?
Non possono venire Alice o Whilliam!?- protestò Debora.
-Sai usare la spada?- chiese il biondo
-No ...- risposa Deb.
-Sai usare un coltello?-
-No .. -
-Sai usare un QUALSIASI tipo di arma per difenderti?-
-Beh no ... ma non capisco dove tu voglia arrivare- chiese la ragazza.
-Se questo posto venisse attaccato dai briganti questa notte, Alice
dovrebbe proteggere sia lei che te dall'attaco, ci sei fin qui?- chiese
Andrew
-Si, ma- -Whilliam tu sai usare la spada?- la interruppe per
rivolgersi al ragazzo.
-Beh si ... Me la cavo- disse modesto il moro
-Se la cava più che bene- intervenne Alice.
-Quindi, se questo posto venisse attaccato ognuno dei due potrebbe
pensare a se stesso e al limite ad aiutare l'altro, senza essere una
palla al piede, capisci?- finì di spiegare il biondo.
Dopo altre proteste di Debora, Alice riuscì a convincerla e
la ragazza insieme al fratello s'incamminò verso la casa di
lui. Si sarebbero rivisti la mattina seguente.
-Buonanotte- fece il biondo e schioccò un dolce bacio sulla
fronte della ragazza.
-Buonanotte- rispose Alice, con un sorriso di rimando.
I due uscirono e sparirono nel buio della sera.
All'inizio stettero in silenzio per un bel po'. Nessuno dei due aveva
il coraggio di parlare. Poi Alice prese l'iniziativa e disse:
-Questa casa ha una sola camera, quindi tu puoi pure dormire sul
divano, mozzo-
-Oh ma come sei gentile. Sai ti converrebbe stare zitta, se parli
rovini la tua bella immagine- disse maligno Whill.
La ragazza lo guardò con occhi feriti. Lui se ne rese conto
e abbassò lo sguardo.
-Forse era meglio se fossi andata con mio fratello, almeno tu saresti
potuto stare con Debora- finì lei.
-Io non sare voluto stare con Debora.... - ammise il moro.
-Ah no? E come mai eravate avvinghiati come due piovre sul ponte, eh!?
Me lo spieghi?!- la ragazza alzò il tono di voce.
-Come mai ti turba tanto il fatto che io mi sia baciato con Debora?-
provocò Whill.
-Non mi turba-
-No? E come mai allora ti scaldi tanto?-
La ragazza divenne rossa in viso, distolse lo sguardo e non
proferì parola.
Whilliam si trovava dall'altra parte del tavolo rispetto a lei. Lui era
in piedi e lei era appoggiata al mobile del cucinotto presente in
quella stanza.
Le si avvicinò. Lei provò ad allontanarsi da
quella posizione, ma Whilliam aveva poggiato le braccia al mobiletto,
immobilizzandola a lui.
-Whilliam ... staccati immediatamente da me- provò a essere
minacciosa Alice, ma l'imbarazzo glielo rese impossibile.
-Perchè? Non ti piaccio? Devo forse ricordarti il bacio che
ci siamo dati quando ti sei risvegliata? O userai come scusa che era
"Dimitri"?- disse con voce seducente il moro.
Il cuore le batteva forte e strizzò gli occhi e poi disse
disperata:
-Si esattamente! Era proprio Dimitri!-
Stava delirando.
-Forse devo ricordarti che tu e Dimitri siete la stessa persona?-
Lei lo guardò con stupore come se le avesse rivelato la sua
vera identità. Non capiva più nulla. Era
ipnotizzata dagli occhi del moro.
Da quanto lo conosceva? Due, forse tre mesi? Eppure già dal
primo incontro aveva sentito le farfalle allo stomaco per lui.
Le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò :
-Io voglio di più da te che un semplice bacio, Alice ... E
credo che ormai te ne sei accorta anche tu-
Poi iniziò a baciarle il collo. Erano baci dolci, anche se
lei sapeva dove lui voleva arrivare.
Era una sensazione bellissima, le toglieva il fiato ogni volta che le
sue labbra sfioravano la sua pelle. Chiuse gli occhi e si
gustò quel momento.
A ogni bacio si ripeteva: "Adesso lo spingo via e gli tiro un pugno" ma
ogni volta continuava a stare ferma.
Poi lui le mise una mano dietro la schiena e con uno strattone la
portò a se.
I loro petti erano a contatto, così come il resto dei loro
busti.
Lui si staccò dal collo e la guardò negli occhi.
Sorrise. Poi iniziò a baciarle il petto.
Le si inclinò la testa all'indietro, così,
involontariamente e iniziò ad ansimare.
Whilliam iniziò a slacciarle il cinturino dalla vita e lo
fece cadere a terra. Lei sospirò più
rumorosamente.
Lui aprì gli occhi per poi richiuderli subito. Prese il
bordo inferiore della maglia lunga della ragazza e iniziò a
tirare verso l'alto.
Lei alzò le braccia e si fece levare la maglia e la
lanciò a terra.
Whilliam la guardò per un istante: era sua. Era tutta sua in
quel momento. E non l'avrebbe sprecato.
La tirò a se e poi la fece sdraiare sul tavolino. Si
arrampicò sopra di lei.
Alice lo guardò: aveva un'espressione seducente. Non lo
aveva mai visto così, prima d'ora.
Era strano, ma allo stesso tempo affascinante.
Portò la sua testa a se e lo baciò. Mentre lo
baciava iniziò a sbottonargli la camicia.
Si staccò e guardò il corpo del ragazzo: era
asciutto e muscoloso. Le piaceva veramente tanto.
Non potè non notare la cicatrice sul petto di Whilliam.
Si fermò per un secondo. La toccò. Lui le strinse
la mano e disse:
-Non so come me la sono fatta ... Ma ogni tanto mi da delle fitte
tremende -
-E adesso ... ti fa male?- chiese lei.
-Adesso l'unica cosa che potrebbe farmi male è una sola,
perchè ha bisogno di una certa cosa, ma ha paura a
chiederla- ribattè malizioso Whill.
-Scemo- rispose imbarazzatissima Alice.
-Ahahaha- rise lui.
Lei fece un sorriso felice.
Si guardarono neglio occhi, poi lui la baciò di nuovo.
-Ti amo. Dal primo giorno che ti ho vista. Anche se lì eri
un uomo- le confessò Whilliam.
-Ti amo anche io. Dal primo giorno che ti ho visto. Anche se
lì eri un orfano piagnuccoloso- provocò la
ragazza.
Si tolsero gli ultimi indumenti che avevano addosso.
E poi successe.
Lo fecero. E capirono tutti e due che lo volevano da troppo tempo per
aspettare ancora.
Tutta la notte.
La notte era loro e non l'avrebbe fatta scappare tanto in fretta.
Godettero ogni singolo attimo di quell'esperienza, che li avrebbe uniti
per sempre.
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