Anima e Corpo

di AthenaSkorpion
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Un piccolo omaggio a Oscar Wilde, del quale "Il ritratto di Dorian Gray" mi ha scavato non nell'anima, non nel corpo, ma nel mezzo.

Anima e corpo, i due opposti...

Ci sono vere e proprie fazioni, chi pensa sia fondamentale l'una chi l'altro.

L'essere umano è l'unico animale a fare questa distinzione anche se in effetti gli animali più vicini ad esso, gli "addomesticati", iniziano ad acquisire un valore spirituale. Se l'essere umano pressoché l'unico ed è il più evoluto, si può dire che i due fattori sono complementari. Di conseguenza, perché il corpo è più importante? L'unica spiegazione che so dare è che il motivo di tale importanza derivi dalla sua libertà. L'anima è idealmente costretta nel corpo mentre quest'ultimo sembra avere più forza, quasi potesse vivere senza il suo simbionte.

Tuttavia è proprio qui che il prigioniero diventa padrone, perché se l'anima non ci fosse, il corpo a sua volta deteriorerebbe, privato di energia motrice ma ancor di più decisionale.

Anima e corpo si ritrovano indistintamente incatenati l'uno all'altra, vincitori e vinti. Nessuno di essi può permanere in assenza dell'altro e questa costrizione, questa prigionia diviene salvezza.

Ma perché il corpo riceve più attenzioni? E' ovvio: perché è più immediato. Ogni percezione è rapida, ogni senso all'erta e infine il corpo diviene tramite dell'anima con il mondo esterno. Può soffrire, ma mai quanto l'anima, che comunque influisce su di esso trasferendo dolore o gioia. E chi lo sa, magari non c'è un'anima e tutto ciò che diciamo è dettato da ormoni che la nostra nascita su questo mondo ci ha messo in dotazione per sopravvivere credendo di vivere.

Ponendo però che sia "di più", si può dire che l'uomo non sia in verità così evoluto, ancora non comprende che la distanza tra le due parti è decisa e ampia, che ciò che il corpo sente è dovuto al corpo ma anche all'anima, che è lei la regina nella gabbia più o meno dorata e che in un'epoca in cui gli ideali che la ponevano sul trono sono caduti il corpo l'ha spodestata. Il corpo è solido, è la barriera esterna, l'anima è solamente la batteria, che nella sua immaterialità è più materiale della sostanza stessa.

L'evoluzione, sinonimo di miglioramento, diventa quindi impossibile. Potremmo imparare, nei milioni di anni, a respirare sott'acqua o volare ad alta quota, ma come in una piramide, raggiunta la cima si potrà solo ridiscendere nuovamente allo stato ferino o ucciderci.

In effetti pare che la nostra evoluzione abbia interessato molti più lati della vita quotidiana che non per gli altri esseri della biosfera. Esistono animali dalle capacità per noi impensabili o quasi temibili, eppure a noi è stata concessa in dono l'anima, i fenomeni della quale, pur difficilmente, si possono descrivere a parole e che alcuni considerano tutt'altro che un beneficio. Nonostante però conosciamo così bene l'anima (talvolta tuttavia rimane un argomento piuttosto misterioso), non riusciamo ad elevarci al punto da conoscere l'anima del pianeta che abitiamo, che anche se di roccia non sappiamo se è vivente quanto noi o no. Siamo evoluti, così come i nostri problemi, basti pensare che se prima una florida giornata di caccia poteva metterci di buonumore oggi tendiamo all'autodistruzione, complicandoci la vita per puro autolesionismo con guerre interculturali, lingue diverse che ci impediscono di conversare con la nostra stessa specie, con assetti economici che invece di migliorare i rapporti con il genere umano rischiano ora di estinguerlo.

Che il nostro grado di evoluzione sia troppo alto o troppo basso? Perchè in effetti la domanda sorge spontanea. Ad animali meno evoluti è dato di sottostarci, eppure non hanno i nostri problemi. Se quindi non siamo ancora abbastanza evoluti, cosa deve migliorare, il corpo o l'anima che è in esso contenuta?

E se siamo troppo evoluti non c'è più strada di ritorno? Le bombe atomiche diventeranno gli antibiotici della Terra, contro il vir/virus che ha osato troppo?

 





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