Hylè
et Azoth
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Occhi
di fuoco ridenti nell’ultimo istante della vita.
Cosa
induce tanta arroganza persino prima di essere avvolto dalle fiamme fatali?
Ride…Ride
come se non temesse nulla…nemmeno
la morte.
Quell’inquietante
ghigno disegnato sul suo volto rimase impresso nella mente di Fiona
oramai in
balia della follia. L’ennesima vita si era stroncata davanti
ai suoi occhi.
Ancora
una volta era stata lei? Oppure il fato, cui Lorenzo stesso era andato
incontro, punito per la sua pazzia, come gli altri?
Di
nuovo la ragazza dovette diventar cieca
e decise di non rispondere alle domande che logoravano la sua mente
giovane e
troppo fragile per quell’incubo che aveva dannato la sua
vita.
Richiamò
il candido cane, il suo unico compagno in quel posto malsano.
“Hewie..!
Andiamo!”
disse,
impartendogli quell’ordine con tenerezza. Dovevano proseguire.
Crollava
tutto. Le pareti traballavano, e l’opera di Aureolus
Lorenzo Belli lentamente si stava cancellando con lui.
Era
come se, una volta morto il suo padrone, l’intera Villa, da
lui chiamata la Casa della Verità,
non avesse più
significato d’esistere.
Le
sue
mura, conoscitrici delle scoperte oscure dell’uomo che per
secoli aveva abitato
fra di esse e che l’avevano accettato come padrone
assoluto, consenzienti di essere controllate da egli
stesso...
Ora,
invece,
scricchiolanti, cedevano, facendo crollare un mondo che mai
più sarebbe stato
conosciuto da alcuno.
L’unica
erede stava solcando la soglia e ben presto sarebbe stata lontana da
ogni cosa
di quel mondo.
I
suoi
sottili capelli pallidi ondeggiavano a ogni suo passo. I suoi occhi
tremavano
incessantemente. Era ignara se fosse la fine o no, poiché
troppe volte
ingannata. Procedette dunque a passo lento, timorosa
del futuro. Timorosa dell’avvenire.
Un
boato proveniente dal terreno la fece cadere a terra. Hewie si
affiancò a lei e
abbaiò per farle coraggio, come a dirle che quello era
l’ultimo sforzo e che fosse
finita davvero. Fiona alzò il viso sporco.
“Grazie,
piccolo…”
disse
e una lacrima scivolò dal suo viso.
Una
volta
fuori, sarebbe stata libera. Una volta fuori, l’incubo
sarebbe finito. Tutto
era finito per davvero.
“Mamma…Papà…”
Ripensò
ai suoi genitori, Ugo e Ayla Belli.
Erano
morti tutti…tutti…per colpa di un Azoth
che neanche sapeva cosa fosse. Ed ora…cosa sarebbe
rimasto...? Come sarebbe
stata la sua vita fuori dal Castel Belli? Come avrebbe vissuto la
giovane
fanciulla senza più nulla?
Guardò
attorno a sé e ritrovò solo macerie. Esattamente
come era il suo cuore. Tutto era
distrutto, tutto era
frantumato. Non c’era più nulla. Poteva anche
farla finita lì, pensò. Hewie
abbaiò di nuovo.
“Scusami
piccolo…!”
lo
accarezzò con dolcezza. No. Non
era sola.
Riuscì
a sorridere. Così si alzò. Valeva la pena
proseguire e conoscere il suo fato.
Sarebbe
morta anche lei fra quelle macerie o l’Asta caduceus,
reperita grazie al suo odiato Azoth,
l’avrebbe condotta in
salvo?
Pregò
semplicemente
che tutto finisse…
Ma
il Sole si presentò ai suoi occhi. “Mio amato Azoth…!”
“Non
affliggerti, la vita stessa è un disperato
e inutile tentativo di resistenza!”
Un
uomo
avvolto dalle fiamme rise come un folle, mentre le lingue di fuoco,
scarlatte,
danzavano sul suo corpo. Oltre queste, senza alcuna
razionalità umana, vi era
il corpo di Aureolus Lorenzo Belli,
intatto, per nulla ustionato, ma fiero davanti a lei in tutta la sua
superbia, con
quei suoi occhi azzurri che risplendevano nel rogo.
La
giovane portò una mano alla bocca, spalancando i suoi occhi
smeraldo, increduli
dell’immagine che stavano vedendo. Le pupille abbagliate dal
Dio, Signore del Fuoco, che aveva
dinanzi, si
strinsero incapaci di reggere quell’energia.
Lei,
che era sporca e vestita solo di uno straccio, si piegò su
se stessa sentendosi
debole e sola. Tuttavia non scostò gli occhi da lui,
vincolati al suo sguardo
come mossi da una forza mistica.
Assieme
erano un’eclissi solare.
La
luna che era lei, attraversata dai
raggi
del Sole abbagliante, che era lui,
in
un’immagine meravigliosa eppure insostenibile.
L’unione
dato dagli eterni opposti.
L’uno dominatore del giorno,
l’altro
della notte.
Hewie
ringhiò come mai aveva fatto, feroce e pronto a combattere,
come consapevole di
quella resa dei conti. Si aizzò contro di lui, Lorenzo rise.
Fiona riuscì
soltanto ad urlare.
“Hewie,
Nooo!!”
Il
fedele Hewie scomparve tra le fiamme nella durata di quello stesso urlo
disperato. S’incenerì ancora prima di
raggiungerlo,
cremato dalle fiamme che
contornavano il nemico.
Il
suo
ultimo istante di vita, sacrificato per la padrona amata,
l’aveva condotto
lontano dalla libertà per sempre.
Fiona
strinse gli occhi e le lacrime rigarono il suo viso delicato. Una
creatura così
bella e soave, angelica e preziosa, era ora ridotta allo stremo, per
quell’ultima infausta sconfitta.
La
sua
forza d’animo, la sua razionalità, la sua
risoluzione nel rimanere fredda di
fronte le assurdità di quel Castello, vacillarono.
La
rabbia prevalse la sua natura pacata e ragionevole, accecata
dall’ingiusto fato
che non faceva che voltarle le spalle, costringendola a vivere
quell’incubo
continuamente, come in una trappola
circolare destinata a ripetersi sempre…sempre…
Rinchiusa
in quelle tenebre, non aveva mai
più visto la luce e
così
aveva finito
con lo sprofondare sempre di più in quella realtà
dannata di cui si era circondato
quel folle alchimista immortale.
Una
vita ossessionata dalla ricerca di
una verità assoluta sul
mondo che mai
avrebbe ottenuto, altro non era anch’essa una vita di prigionia.
Imbrigliato
nelle
stesse catene della sua dannazione eterna, egli era solo un folle che aveva scelto di imprigionarsi
da solo.
Se
la
verità era la luce, paragonabile al Sole, allora lui era Plutone, il pianeta più
lontano da esso. Arido e di pietra…lontano
anni luce dal sole.
Come
non aveva mai fatto, Fiona si scagliò lei stessa contro il
fautore del suo
male. Contro colui che aveva dannato
la sua esistenza.
Da
pallida ed eterea luna prigioniera,
ora
era il Sole con l’ira negli occhi,
pronta a sacrificare invano la sua razionalità per
vendicarsi di tutti. Pur
cadendo in braccio alla morte del fuoco eterno.
L’uomo
dai capelli ramati rise di nuovo, provando un’ironica
pietà per lei. Allargò le braccia
accogliendo il suo Azoth, che
ferocemente si buttò contro di lui e si avvolse nelle sue
fiamme sacre.
“Finalmente…
sei mia…!”
sussurrò.
La
sua
espressione d’improvviso cambiò drasticamente. La
donna che aveva di fronte,
avvolta dal fuoco, non finì in balia dell’atroce
morte.
Era
viva.
Le
iridi verdi di Fiona erano diventate di fuoco.
La sua detentrice del nobile Azoth dominava il Fuoco come lui. Lorenzo
sorrise,
questa volta lieto.
“Oh,
Azoth…mio, Azoth. Anzi…Fiona.”
Disse
eccitato, con la sua voce calda e suadente, estasiato di avere di
fronte a sé
la sua Dea.
Colei
che
lo avrebbe reso completo.
Colei
tanto
ambita che avrebbe realizzato il suo sogno.
Fiona…l’Azoth,
la Grande Verità che
cercava.
Avvicinò
le labbra alle sue, e
sentì il fuoco
di lei ardere sulla sua pelle.
Premette di più fino ad aprirle la bocca, non curante
che il fuoco di lei bruciasse. Un fuoco vivo,
un fuoco sacro di conoscenza,
incarnato nella sua preziosa
Fiona.
Un
fuoco che lui stesso non avrebbe mai raggiunto, se non con Lei.
La
Grande Verità tanto ambita, avvolta nelle fiamme
infernali che stavano sentenziando la sua vita
dedicata ad essa.
Potette
sentire la forza del mondo intero dentro di sé, una potenza
indicibile che
aveva aperto le porte alla sua
mente oberata della sapienza degli antichi.
Superare
i limiti di tutto e aprire la porta
divina, anche se per pochi
istanti,
fece pulsare il cuore di Lorenzo
Belli.
Poté
rabbrividire dell’istante fatale
che
stava abbracciando per l’ultima volta. L’immortale
Signore del Fuoco, l’Hylè, rise…rise
follemente dentro di se. Stavolta temendo
persino la morte.
Fiona
non capì nulla di ciò che stesse accadendo.
Avvolta tra le fiamme, eppure
ancora viva, amata
e desiderata dal
suo persecutore.
L’Azoth
che era dentro di se vibrò, trasformandola in qualcosa di
nuovo, a lei stessa
sconosciuto. Una strana luce stava brillando, trasmutandola
nella divinità conoscitrice di sapienza.
Da agnello
sacrificale, a padrona di quel
mondo.
L’Azoth,
mercurio in alchimia,
rappresentazione femminile. Esso era parte di
lei.
L’Asta
Caduceus,
ovvero l’asta di Mercurio,
comparsa
solo agli occhi della sua detentrice, altro non era che
l’asta dell’Azoth
stesso.
L’Hylè,
zolfo in alchimia, Signore del
Fuoco, potente e devastante
rappresentazione dell’uomo
che
completa l’Azoth…
Il Signore del
Fuoco
e la
dominatrice dell’Asta Caduceus,
Zolfo
e Mercurio…L’Hylè
e L’Azoth.
Insieme…
Erano
la Grande Opera.
La
giovane spalancò gli occhi, soprafatta da ciò che
stava accadendo.
La
rabbia che aveva in corpo si tramutò in energia.
Una forza che si manifestò tramite un fuoco
mistico sconosciuto che si fuse con quello di Lorenzo.
Per
un
attimo perse il controllo, non capendo più nulla. Si
ritrovò solo a poter assecondare
le labbra di Aureolus Lorenzo
Belli,
quasi bisognosa del loro tocco per scaricare quell’energia
che voleva erompere
dal suo corpo, mentre le fiamme divampavano furenti da lei stessa.
“Fiona…Mi
desideri… come io ti desidero?”
disse l’alchimista
Aureolus Lorenzo Belli soave, l’Hylè completo del
suo Azoth puro tanto ambito.
Fiona
alzò gli occhi verso di lui.
Per
la
prima volta guardò nei suoi occhi pallidi che, oramai
stanchi, non reggevano
più quel fuoco.
Stentò quasi a
riconoscere il suo sguardo.
Cosa
avevano veduto i suoi occhi per essere così, adesso?
Sembravano sereni e… finalmente
appagati.
Notò
il
viso del giovane uomo posseduto dal demonio,
cambiare.
La
Sapienza ambita,
quell’irrefrenabile sete di
conoscenza la quale aveva dannato
l’esistenza dell’alchimista…ora era sua!
Aveva
raggiunto…la sua Verità…
La
sua
ricerca era finita. L’ossessione
divina, il suo sogno di
Sapienza appagato, divincolò
l’uomo
che aveva sacrificato l’esistenza per trovare la sua perfezione, lasciandolo libero,
finalmente, di riposare...
Lorenzo
guardò Fiona con gli
occhi languidi, con un
sorriso intenso, mentre lentamente si allontanava da lei…come
finalmente…felice.
Fiona
vide
il suo volto annerirsi e lentamente
i
suoi abiti sgretolarsi. La sua
pelle
si scompose e sentì le
sue labbra,
che ancora la sfioravano, screpolarsi
sulle sue.
Il
suo
viso, compreso quello splendido sorriso, si polverizzò
…e Aureolus Lorenzo Belli si ridusse in cenere.
Il Signore del
Fuoco si spense.
Fiona,
avvolta della cenere, ritornò libera
dal fuoco eterno.
Il
viso,
ancora abbandonato sulle labbra del suo carnefice, prigioniero
dei suoi occhi glaciali e seducenti, rimase impietrito di
fronte
ciò che era appena successo.
Nel
momento in cui l’aveva chiamata finalmente per nome, nel
momento in cui
sembrava esserci stata un’intesa, nel momento in cui si era
mostrato…umano…e
forse persino felice,
lui…era morto.
Anche
lei si era sentita insolitamente…completa?
Guardò
ai suoi piedi.
La
cenere
prese a svolazzare per la Villa, la
casa della Verità, nella quale aveva conosciuto il
più temibile, scaltro e folle
uomo, ma anche il più grande alchimista
mai esistito.
Essa
era ora tornata normale.
Non
traballava, non cadeva più a pezzi, nonostante
il suo Signore fosse morto.
Conosciuta la
Verità, egli si era
disintegrato, oppure era stato il fuoco fatuo ad averlo respinto?
Egli
aveva lasciato di sé solo la collana
d’oro puro, che non poteva sciogliersi neanche col
fuoco più intenso, ai
piedi della sua Principessa.
L’unica
padrona assoluta di Castel Belli, ora per
davvero.
Fiona
scostò la polvere da sé. Si sentì
strana…cosa
era accaduto?
Guardò
se
stessa, alzando le mani verso il viso e le esaminò non
comprendendo … era tutto finito?
Un
brivido percorse la sua schiena e
percepì un’insolita
emozione. Come se della vecchia
Fiona
fosse cambiato qualcosa, fino ad
indurla a dubitare persino di se stessa.
Era ancora lei?
Concentrò
sulle sue dita quella strana forza
che sentiva scorrere dentro di se incessante
e caotica, frastornata da quella mistica esperienza.
Qualcosa
si concentrò davvero
sulle sue mani, ma non fece in tempo a comprendere che già
si ritrasse,
spaventata.
Si
guardò attorno.
Era
tutto molto strano e…profondamente
diverso.
Con
timida
voce sussurrò un nome, tuttavia con decisione. “He..Hewie..?”
Un
cane
dal manto bianco corse prontamente
verso di lei facendole le feste.
“Hewie!!”
pronunciò nuovamente,
felice e incredula di vedere il suo
Hewie.
Come…era possibile, tuttavia? Era…morto!
Oppure…
Fiona
sentì che era successo qualcosa
al
suo corpo quando
quell’energia si era
sprigionata fra lei e Lorenzo. Ma cosa?
Cosa
era accaduto realmente?
Cos’era
davvero
la Grande Verità? Chi era…lei?
“Possibile
che io ti abbia… riportato in vita..?”
sussurrò incerta, accucciata accanto a Hewie, ma si
fermò.
“Ma cosa vado a
pensare!” scosse la testa sentendosi sciocca. “Grande
Verità…Azoth…io non so nemmeno cosa
siano.”
Disse e si alzò, cancellando
dalla sua mente tali assurdità che non
avrebbero più maledetto la sua vita.
In
realtà…
La
Piccola Preziosa Principessa di Aureolus
Lorenzo Belli…il temibile
Azoth… Lei era
tutto questo.
La Dea che ora
dominava quel mondo, ma che
non lo sapeva.
Eppure
preziosa…così preziosa…
Fiona
prese
la collana d’oro di Lorenzo da terra, ove era impresso il
simbolo di tutto quello
che aveva vissuto, e se la mise al collo. “Forza
piccolo, andiamocene da qui…” disse.
Prima
di aprire la Porta della Liberazione, si girò indietro
un’ultima volta.
Era
tutto finito. L’incubo era finito.
Poi
sorrise.
“Anche
tu mi desideri…come io ti
desidero..?”
sussurrò dolcemente, ripetendo quella frase di
Lorenzo Belli…oppure ponendo lei
stessa
quella domanda a qualcuno?
Abbassò
gli occhi, come imbarazzata.
Si
voltò di nuovo verso la porta, questa volta non guardando
più indietro.
La
più
preziosa…Colei che ha il “dono
più grande”…
Il richiamo era
forte.
L’Hylè
e l’Azoth erano destinati a tornare
assieme.
Prima
l’Hylè era senza Azoth. Ora era
l’Azoth senza Hylè.
…l’incubo
non era finito.
…il
Castello, silenzioso, tornò nel suo sonno eterno,
abbandonato dalla sua nuova padrona.
…in
attesa che il prezioso Azoth tornasse a dominarlo…
-End
NdA:
Possibile
Ending di
Haunting Ground che ho
elaborato in una leggera interpretazione LorenzoxFiona.
Ovviamente
quanto ho
scritto è pura
fantasia, ma questo “ending” l’ho
elaborato alle luce di tante teorie fatte.
Hylè
e Azoth
esistono davvero in alchimia e
corrispondo rispettivamente allo Zolfo e al Mercurio.
Li
ho collegati subito a
Lorenzo e Fiona,
essendo lui il “Signore del Fuoco” e lei la
detentrice dell’ “Asta di
Mercurio”, ovvero l’asta caduceus.
Piccola
spiegazione di questo ending:
Fiona
stessa diviene la
Grande Verità di
Lorenzo, essendo l’Azoth che a lui mancava. Tuttavia
l’Azoth è potente, e
distrugge e poi domina la stessa Opera di Lorenzo, alla quale lui ha
dato la
vita.
Lorenzo muore
felice, in quanto ha
aperto le porte della sapienza almeno una volta prima di morire. Per
lui Fiona
diviene dunque la più preziosa, dato che gli ha permesso di
realizzare il suo
sogno. Così le lascia il suo immenso potere prima di
riposare sereno in pace,
finalmente.
La
rende partecipe della
sua Conoscenza, ma
il suo corpo si incenerisce al cospetto del “fuoco”
di Fiona, una potenza che
lei non sospetta neanche di avere ma che l’ha sempre resa la
vera Principessa
di quel castello.
Fiona
resuscita Hewie
come prova del suo
reale potere, ma lo nega, preferendo una vita normale. Abbandona
così il Castel
Belli, che ora la riconosce come padrona assoluta.
Tuttavia
il desiderio
è forte. “Anche tu mi
desideri…come io ti desidero?”, rivolto a
Lorenzo…l’Hylè che ora manca a lei.
Perché per essere completi, l’Hylè e
l’Azoth devono essere insieme.
Prima
lui,
l’Hylè, cercava l’Azoth…
Ora
l’Azoth,
che è lei, cercherà
l’Hylè…
Ho voluto quindi lasciare le porte aperte circa un "ritorno di Fiona"
al castel Belli....stavolta però alla ricerca di quel
qualcosa che le manca e che la renderà come i suoi
"parenti", che agognavano quella famosa completezza per cui l'hanno
perseguitata.
L'idea di Fiona come "stalker" di un ipotetico sequel di HG, che cerca
il suo Hylé...corrotta alla fine dalla perversione di questo
castello.
Questo
è
quello che ho voluto descrivere.
Questa
fanfic è
solo uno spunto di
riflessione scritto in un momento di ispirazione artistica.
Non
corrisponde
alla realtà di Haunting
Ground.
Spero
che sia piacevole
da leggere!^^
Grazie!
La
fanfiction, oltre che per me stessa e per l'amore che ho per Haunting
Ground, è dedicata a La_Morg, con la
quale ho condiviso tante discussioni su HG!
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