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Titolo: La Notte Degli Zii Di Junior
Fandom: Looney Tunes
Rating: Verde
Personaggi/Pairing: Tweety&Sylvester, Bugs&Duffy, Junior
Tipologia: One-Shot
Lunghezza:
Avvertimenti: AU (Gijinka), Slash
Genere: Generale, Commedia, Fluff
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama
ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di
proprietà della Warner Bros. Entertainment che ne detiene tutti i diritti.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di
mia invenzione, non esistenti in essa, appartengono solo a me.
Credits: La canzone “The Wizard” appartiene a Damon Jones e alla Warner Bros
Entertainment.
§§§
LA NOTTE DEGLI ZII DI JUNIOR
Con indosso una
semplice tuta, Bugs si richiuse la porta di casa alle spalle, poggiandosi con la
schiena contro il muro e incapace di trattenere un sorriso mentre, dal salotto,
sentiva provenire borbotti e gorgheggi di varia natura.
Si concesse solo un
momento per riordinare i propri pensieri e riallacciarne le fila.
Poi, si asciugò i
palmi umidi di sudore sui pantaloni e chiuse a doppia mandata la porta blindata
prima di incamminarsi lungo il corridoio: a ogni passo, le voci si facevano
sempre più vicine e distinte, più chiare e limpide fino a poterne distinguere la
minima inflessione.
Quando infine si
affacciò alla porta della stanza, per prima cosa vide una arruffata capigliatura
nera ondeggiare oltre lo schienale del divano: Daffy era seduto per terra, sul
tappeto, e teneva lo sguardo puntato sul fagottino arancione che gli rotolava
davanti al naso, a qualche centimetro di distanza, e che rideva come un matto
tra cubi colorati e pupazzi.
A quella vista,
Bugs non potè non scoppiare sonoramente a ridere.
“Perchè
gli avresti messo quel coso in testa? No, la domanda è... Perchè l'hai tirato
fuori?”
L'altro sbuffò,
senza però alzare lo sguardo, totalmente catturato dalla palletta che abbatteva
le costruzioni e si inceppava tra i cuscini: “Vuoi che si faccia male?”
Bugs scosse la
testa, fece il giro del divano, e andò a sedersi accanto a lui: “No, ma non
pensi che sia esagerato mettergli il tuo casco da hockey? E' il doppio di lui.”
notò.
Daffy sbuffò ma non
disse nulla, limitandosi a impilare nuovamente i cubi di gomma e a osservare
Junior farli cadere mentre ci cozzava contro.
“Sylvester
è andato?” s'informò Daffy dopo parecchi minuti di piacevole silenzio, rotto di
quando in quando dalle risatine gorgoglianti del piccolo.
“Dritto
filato. Gli è venuto un po' il panico prima di andare ma sono riuscito a
rassicurarlo abbastanza a lungo da rifargli il nodo della cravatta e spedirlo
nell'ascensore. Speriamo che Tweety non lo punzecchi troppo. Anche se è il loro
primo appuntamento.”
Daffy ridacchiò tra
sé e sé: una coppia peggio assortita della loro, eppure praticamente perfetta,
non poteva esserci: isterico a livelli spropositati Tweety, soprattutto se con
due o tre tazze di caffè in corpo, tranquillo e fin troppo simile a un gatto di
casa Sylvester, che diventava nervoso solo quando c'era l'altro nei paraggi.
Avevano cominciato,
per così dire, a ronzarsi vicendevolmente attorno, da un tempo infinito: pur
conoscendosi da una vita, si poteva dire che i rapporti, in quel senso, non
erano mai stati approfonditi a fondo, almeno per i primi tempi, e c'era voluta
la convivenza - disastrosa peraltro - tra Sylvester e una donna, - una compagna
di college di cui praticamente nessuno di loro ricordava il nome la quale, dopo
aver dato alla luce Junor, se n'era semplicemente andata, lasciando il bimbo
all'ex compagno, il quale, di punto in bianco, oltre alla depressione, si era
trovato ad avere quel frugoletto a cui badare – a far finalmente girare la ruota
nel verso giusto.
Padre single e con
un figlio a carico e una carriera fin troppo incasinatissima per potergli stare
dietro.
Ma, come si suol
dire, nella sfiga c'era stata la fortuna, perchè Syl non era solo: c'era tutta
un'intera famiglia di zietti che letteralmente pendeva dal frugoletto, primi fra
tutti Bugs e Daffy, i quali convivevano piuttosto pacificamente, incursioni di
Lola a parte, dopo aver realizzato che si, non erano proprio attratti dal gentil
sesso e si, si sarebbero volentieri e vicendevolmente saltati addosso.
Oddio, non che
fosse una novità o cosa.
Effettivamente, fin
dalla prima adolescenza, era parecchio facile vederli assieme, spesso da soli, e
nessuno avrebbe mai scommesso un soldo bucato su una relazione di uno dei due
con una donna.
E infatti, quando
Bugs aveva annunciato, assieme a un Daffy imbarazzato a morte, ad amici e
parenti della loro relazione...
“Ah,
ma dovevate dirci solo questo?”
“Che
noia, già lo sapevamo. Taz, passami la salsa tartara.”
E così, dopo quella
disastrosa - almeno per Bugs che voleva godersi le facce degli amici ma che
invece si era ritrovato fregato – cena, il problema più pressante che si era
presentato a loro era stato appunto quello del far finalmente “atterrare il
pennuto sul trespolo”, ovvero sia...
Fare in modo che
Tweety ammettesse di essersi preso una cotta poderosa e colossale per Sylvester
e ovviamente il contrario.
Il che, non era
stato troppo facile.
Nonostante tutto,
però, i due effettivamente provavano qualcosa e, per Bugs, pescarli in
atteggiamenti equivoci sul divano sfondato nel garage del “grosso micione di
casa” che era Syl, era stato il coronamento di un sogno.
Sogno che stava
procedendo spedito sulla retta via.
I due piccioncini
fuori, si sperava tutta la notte, e il bimbo affidato a lui e a un Daffy
letteralmente entusiasta.
Perfetto.
“Ancora
dieci minuti di giochi e poi a nanna, campione.” esclamò Bugs rivolto al cosino
gorgheggiante ai suoi piedi prima di stiracchiarsi e allungare la mano per
mollare un pizzicotto sul fianco del fidanzato, “Io vado di là un attimo, ci
pensi tu?”
Daffy annuì,
lasciandolo libero di dirigersi in cucina a versarsi un bicchiere di succo di
carota.
Tra una cosa e
l'altra, complice anche la chiusura delle imposte della zona giorno della casa,
ci mise più tempo del previsto a tornare in salotto, ma ciò che vide lo lasciò
letteralmente basito: “Si può sapere cosa ti salta in testa?” Bugs rimproverò il
fidanzato con piglio minaccioso, correndo a recuperare il “nipotino” dalla
schiena dello zietto su cui era arrampicato e impegnato a saltellare con
gridolini di pura gioia.
Lo strinse tra le
braccia che questi ancora rideva come un matto e Daffy si massaggiava i lombi:
“Mi ha catturato lui!” esclamò nel panico, sputacchiando tutto attorno nel
solito modo che aveva quando qualcosa lo infastidiva.
“Dovrebbe
già essere a letto!” ribattè Bugs, cullando la piccola peste, che effettivamente
non sembrava tanto propensa ad andarci, a letto.
“Non
riesco a farlo addormentare. Le ho provate tutte...” confessò l'altro irritato;
distolse lo sguardo e raccolse un orsacchiotto dall'angolo più estremo della
stanza, lo sbattè per levare la polvere, e poi lo avvicinò a Junior, il quale
reagì scoppiando a piangere sonoramente.
“Ma
cos'ha che non và questo peluche?!” esclamò Daffy esasperato.
“Forse
perchè a un bambino normale fa naturalmente paura un orsacchiotto con la faccia
dipinta di nero e bianco?” azzardò Bugs: “So cosa stai per dire, che è un pezzo
da collezione, ma è un bambino di neppure sei mesi, ti ricordo! Non capisce la
differenza tra Paul Stanley e un mostro, il che, francamente, è quello che
sembra quel coso.”
Sbuffando
sonoramente, Daffy ripose il pupazzo nella sua scatola, che venne nuovamente
nascosta nella madia d'angolo: “Che facciamo? Se questo piccoletto non si decide
ad addormentarsi, oltre a venir uccisi da Syl per non aver fatto il nostro
dovere di zii, non potremmo neppure...”
“Prima
di pensare a quello, aiutami a trovare una soluzione per sedare questo
pestifero!” esclamò Bugs, che a fatica riusciva a trattenere Junior, che
scalciava come un matto con il musetto affossato nella maglietta dello zio.
All'improvviso, il
viso fino a poco prima pensieroso di Daffy s'illuminò e un sogghigno trionfante
si fece strada: con un pizzicotto sull'avambraccio del compagno, ne attirò
l'attenzione: “Tienilo a bada per qualche minuto, ci penso io.” gli sussurrò
all'orecchio prima di correre fuori dalla stanza, lasciando un Bugs decisamente
in difficoltà alle prese con il “nipote”.
Per un attimo, il
giovane soppesò l'idea di lasciare il bambino seduto sul divano e correre dietro
al fidanzato per capire se per caso non si fosse del tutto rincitrullito ma non
poteva certo lasciare il piccolo Junior lì a piangere da solo, spaventato
com'era.
Con un sospiro, gli
accarezzò la testolina piena di foltissimi capelli neri e gli massaggiò la
schiena: “Shh, adesso passa. Quel cattivo di Daffy non voleva spaventarti.”
spero bene per lui, “Adesso cerchiamo di dormire un po', ok?”
Ma di nuovo,
malgrado si fosse calmato, il bambino non sembrava affatto propenso a
collaborare.
All'improvviso, la
luce del salotto si spense, facendo sobbalzare il giovane e strappando un
gridolino a metà tra l'eccitato e l'incuriosito a Junior che, Bugs lo sentiva,
cercava di gattonare via da lui: per tutta risposta, la piccola peste venne
presa in braccio e tenuta saldamente al sicuro.
“Che
accidenti è successo? Un sovraccarico?” borbottò tra sé e sé, facendo per
alzarsi.
“
'Affy! 'io 'Affy!”
Le prime parole del
bambino precedettero l'arrivo dell'altro giovane sulla soglia della porta del
salotto, accompagnato da uno stereo che mandava fuori le inconfondibili note
di...
“Non
è possibile...” gemette Bugs tra sé e sé, avvicinandosi cautamente al compagno
che, a una più attenta analisi aveva perfino indossato le vesti del Mago, le
stesse che erano state il suo costume di scena in quell'episodio che avevano
girato solo poche settimane prima.
Lo stupore per le
prime parole del bimbo venne del tutto soppiantato dallo sbalordimento per
l'imprevisto e inaspettato sviluppo della situazione.
La lunga veste
grigia col cappuccio...
La sciarpa
svolazzante...
Il bastone con la
palla di cristallo...
Come accidenti era
riuscito a tenersi quegli affari?! Aveva nascosto l'intero set di costumi
nell'armadio della loro camera?!
Behold the
wizard.
Beware his powers.
Unspeakable powers
Bugs però doveva
ammettere una cosa, nel vedere Daffy muoversi e cantare in quel modo davanti a
un Junior letteralmente entusiasta.
Per quanto fosse
incredibilmente buffo, stava facendo del suo meglio, e la cosa non poteva che
fargli piacere.
Fu solo quando,
infine, lo spettacolo giunse alla sua conclusione e le luci si furono riaccese,
che Bugs notò il nipote placidamente addormentato tra le proprie braccia, con
un'espressione pacifica e sorridente e il pugnetto stretto attorno alla sua
t-shirt da casa.
“Ci
sei riuscito.” notò con un sorriso rivolto verso il compagno, che stava cercando
di levarsi di dosso quella scomoda tunica: “E' stata l'unica cosa che mi sia
venuta in mente.” ammise questi con un sorriso imbarazzato.
Bugs accarezzò la
guancia di Junior, che si mosse ma non si svegliò: “Sai che prima ha detto la
sua prima parola?” la buttò lì lui: “Ha detto 'Affy.”
L'espressione
imbambolata strappò una risata a stento trattenuta a Bugs, che si frugò in tasca
alla ricerca di un fazzoletto da dare al compagno prima che questi inondasse il
salotto di lacrime.
Poi, Bugs si alzò,
facendogli cenno con la testa di fare lo stesso.
Poi gli poggiò un
bacio sulle labbra: “Sei stato bravo, 'Affy. Porto la peste a letto,
aspettami in camera. Suppongo tu ti sia meritato un premio.” sorrise, prima di
sparire nel corridoio.
NOTE
DELL'AUTRICE:
Fanfiction
scritta in onore di Setsuka e in onore del suo compleanno, pur se in
estremissimo ritardo... TANTI CARISSIMI AUGURI, NEESAN!
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