Non sarai mai solo.
Albus era seduto sul letto, a casa loro, un bell'appartamento a Londra.
Suo marito - ancora gli faceva strano chiamarlo così, si erano sposati da pochissimo - era ancora a lavorare, nonostante fosse tarda sera.
D'altra parte il Medimago era un lavoro impegnativo, bisognava studiare, e in effetti a Scorp non erano mai mancati i buoni voti.
La mente di Albus si perdeva in pensieri così, inutili, aspettando che l'amore della sua vita tornasse a casa.
L'amore della sua vita. Dio, quanto ci aveva messo per riuscire a capirlo.
Era stato innamorato del suo migliore amico per cinque anni prima di riuscire a dichiararsi, per poi scoprire che il suo amico era innamorato di lui dal primo momento in cui l'aveva visto. Ogni volta che ci pensava si mordeva le mani, ma in fondo anche suo padre aveva perso anni prima di mettersi con sua madre.
La porta di casa si aprì, e Scorpius Hyperion Malfoy in Potter entrò in casa. Sembrava sfinito.
Albus gli si avvicinò e gli posò un bacio sulle labbra.
-Come va, amore?
Scorpius non rispose, e, improvvisamente scoppiò in lacrime.
-Ehi...che c'è che non va, Scorp?
-Oggi...oggi ho p-perso un p-paziente c-ch-che era d-da noi da-da almeno d-due anni, l-lui...era lui c-che mi aveva detto di b-buttarmi, con te, e d-di sposarti...era c-come un padre per m-me, io...mi sento p-perso, Al...
Lui gli asciugò le lacrime, e lo strinse a sè.
-Tranquillo Scorp. Tu non sei perso, ok? Ci sono io qui, tranquillo.
-Ma Al, s-se un giorno t-tu dovessi m-morire, io...
Albus guardò suo marito, il suo migliore amico, l'unica persona al mondo che potesse capirlo, e sorrise.
-Non avere paura Scorp. Non avere paura. Tu non sei solo, non lo sarai mai. E poi, non ho intenzione di morire tanto presto.
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