Tu, che hai costruito la nuova me.

di MartyDirectioner_13
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Mi chiamo Maggie, ho 16 anni, vivo a Londra e frequento il liceo. Non ho amici, sono sola, ho solo mio cugino che mi protegge da tutti ma è malato e i dottori gli danno pochi giorni di vita. Ho perso i miei genitori a 7 anni, hanno fatto un incidente con un camion e dall’ora ho una grandissima paura dei camion. Sono una normale adolescente solo con gli occhiali, l’apparecchio e sono una che studia di più rispetto agli altri ma non sono secchiona. Sono una timida e associale che se ne sta sempre al posto suo, sono la classica ragazza che ha paura di andare a scuola, ogni mattina è la stessa identica storia quando attraverso quel fottuto corridoio che separa il mio armadietto dalla mia classe: tutti iniziano a ridere di me o bisbigliano qualcosa alle proprie amiche così inizio a correre e sono sempre la prima ad arrivare in classe, sono seduta da sola all’ultimo banco dell’ultima fila, vicino alla finestra.  Vorrei cambiare tutto di me.
 
Quello era un giorno piovoso e cupo di novembre, guardavo la pioggia scendere veloce sui vetri della finestra, la professoressa si schiarì la voce facendo qualche verso poi iniziò a parlare
-Vi presento il vostro nuovo compagno ehm…
-Niall Horan- disse il ragazzo scocciato e imbarazzato
-Bene signor Horan si cerchi un posto
Lui si guardò attorno poi fissò lo sguardo sul banco accanto al mio. Camminò lento fra le file di banchi e si accomodò buttando sul ripiano verde e pieno di scritte il suo astuccio
-Ciao, tu ti chiami?!
Nessuno prima d’ora aveva mai interagito con me, mi sentivo come un ladro che viene scoperto, piena di imbarazzo, abbassai subito la testa
-M…maggie- sussurrai così piano da permettere solo a me di capire ciò che stavo dicendo
-Allora ciao Maggie, io sono Niall
Annuii continuando a tenere la testa bassa Niall, mi piaceva come nome, sentii le sue calde e soffici dita sotto il mio mento che provavano ad alzarmi la testa mentre io mi opponevo ma non ero così forte da farcela
-Non  ti mangio mica
Mi sorrise, mi tolse gli occhiali e mi sciolse i capelli, mi coprii subito il viso con le mani che lui levò con dolcezza
-Sei bellissima
Le mie guancie diventarono color fuoco spingendomi a rimettermi gli occhiali e a rilegarmi i capelli
-Sei libera oggi pomeriggio?
-D..devo s..studiare
-Bene allora studieremo insieme, dove abiti così ti passo a prendere

Dovevo dirglielo? Dovevo fidarmi di lui? Forse era arrivata l’ora di fidarmi di qualcuno e provare a farmi degli amici
-Infondo alla strada c’è una villetta rossa, abito lì
-Capito, ci sono passato stamattina, credo. Va bene per le cinque?

Annuii
-Perfetto
Mi fidavo stranamente di lui, chissà se poi mi avrebbe deluso e avrebbe iniziato a ridere di me come tutti gli altri.




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