I
Capitolo: Ritorno a
Beacon Hills.
Quando suo zio le aveva comunicato che sarebbero tornati a Beacon
Hills, Rachel era rimasta sconvolta, e quando seppe che avrebbe dovuto
frequentare il liceo il panico la pervase: sin da bambina aveva
studiato a casa, e l'idea di andare a scuola la terrorizzava, non aveva
la minima idea di come fosse seguore le lezioni, mangiare nella mensa o
svegliarsi presto la mattina. Ma nonostante tutto aveva dato il suo
consenso al trasferimento sebbene odiasse quella cittadina della
California.
Ora
che erano
finalmente
arrivati, dopo ben ventitrè ore di viaggio interrotte
solamente
dalle soste per mangiare e per i cambi al volante, Rachel non vedeva
l'ora di farsi una doccia e prepararsi, in particolar modo
psicologicamente, per la giornata successiva. Una volta a letto sperava
di cadere subito in un sonno profondo, ma nella sua mente tornarono a
galla le immagini del suo passato, che si era ripromessa di
dimenticare: i pomeriggi passati nella casa in mezzo alla riserva con i
suoi due migliori amici, le passeggiate con i suoi genitori per il
centro di Beacon Hills, le festività passate con gli Hale
nella
loro casa. Se fossero riaffiorati solo quei ricordi la ragazza avrebbe
anche potuto prendere sonno, immersa in uno stato di malinconia, ma
quando i ricordi della morte di suo padre, avvenuta nove anni prima
proprio in quei boschi dove era solita giocare, quando i ricordi della
vista del cadavere della madre, suicidatasi due mesi dopo l'incendio di
casa Hale avvenuto del 2005, e quando il ricordo della notizia della
morte di tutti i componenti della famiglia Hale tornarono a galla nella
sua memoria, Rachel maledisse ancora una volta quella città.
Quando finalmente era riuscita ad entrare in uno stato di dormiveglia
una musica rock partì a tutto volume dalla casa vicino alla
sua.
Arrabbiata come non mai, la ragazza si alzò dal letto e
prese
una pallina da tennis che aveva trovato in macchina quella mattina e la
lanciò contro la finestra della casa da cui proveniva la
musica
ed ignorando che fosse ormai mezzanotte e probabilmente nel vicinato la
gente dormiva urlò :
"Razza di cafone, non lo sai che la gente a quest'ora vorrebbe anche
dormire?!" e sperava che la persona responsabile di quella musica
aprisse la finestra in modo da poter sfogare parte della rabbia che
aveva dentro. Quasi come se le avesse letto nel pensiero, un ragazzo
con un paio di grandi occhi marroni e capelli corti sbucò
dalla
finestra e con fare impacciato e mortificato disse:
"Chiedo scusa, non sapevo ci fosse qualcuno nella casa, di solito
è disabitata e gli altri vicini non si sono mai lamentati,
probabilmente perche sono una coppia di vecchietti mezzi sordi.
Comunque piacere, sono Stiles Stilinski!" concluse il ragazzo porgendo
la mano come se non avesse visto i metri che separavano le due case,
cosa che Rachel invece notò eccome e lo fece notare al
ragazzo,
che ritirando la mano disse:
"Ok, forse è meglio che io abbassi la musica...è
stato un
piacere conoscerti, ragazza dal nome ignoto." concluse con un sorriso
mentre chiudeva la finestra. Poco dopo la musica cessò e
Rachel
tornò a letto e ripensando al sorriso inaspettato che il
ragazzo
le aveva rivolto finalmente si addormentò.
Il liceo Rachel se l'aspettava sì caotico, ma non
così
tanto, anche solo per il semplice fatto che Beacon Hills fosse una
piccola città. C'erano studenti che andavano in ogni
direzione,
ed un'infinità di armadietti tutti allineati, per non
parlare
del chiasso e del rumore. Si diresse velocemente al suo armadietto per
posare le cose che le avevano dato in segreteria e prendere i libri per
la sua prima lezione. Mentre sistemava il tutto una voce familiare
attirò la sua attenzione e proveniva dall'armadietto vicino
al
suo.
"Ti giuro Scott, quella è fuori di testa! Ok avevo la musica
un
po' alta ma andiamo! Addirittura lanciare una pallina da tennis contro
la mia finestra? E se le fosse capitato sotto mano un libro o un
martello?! Avrebbe anche potuto uccidermi, e sinceramente non ho voglia
di morire per colpa di un martello volante, non dopo che sono
sopravvissuto a Peter e a tutto il resto! Mi ha anche chiamato cafone,
e dovevi vedere la sua espressione quando mi sono presentato e le ho
sporto la mano; ok c'erano diversi mentri tra le case, ma
almeno
sorridere o presentarsi a sua volta!" Era Stiles, il suo vicino. "Ma
possibile che debba averlo anche come vicino d'armadietto?! E quanto
accidenti parla si può sapere?" pensò Rachel, e
pensò anche di dirlo al ragazzo, ma si limitò a
chiudere
l'armadietto e a dire in tono gentile ed ironico:
"Hai ragione, la prossima volta ti avviserò prima di tirare
qualcosa contro la tua finestra per farti notare quanto tu sia poco
educato verso il vicinato. Comunque piacere, sono Rachel Moore!"
concluse porgendogli la mano. Stiles aveva un'espressione stupita e
Scott rideva sotto i baffi e vedendo che l'amico non dava cenni di
vita, prese lui la mano della ragazza e si presentò:
"Scott McCall, migliore amico di Stiles! Sei nuova?"
"Si, vengo da Dallas, ma da piccola vivevo qui."
"Oh, ecco perchè hai quell'accento! Comunque- si intromise
Stiles-mi dispiace ancora per ieri sera! Se ti servisse mai un aiuto
per orientarti con le classi o cose simili puoi contare su di noi!"
concluse il ragazzo indicando lui e Scott.
"Sei molto gentile Stiles, me ne ricorderò. Ci si vede!"
salutò la ragazza allontanandosi verso il laboratorio di
chimica.
"Quella ragazza mi manderà al manicomio Scott! Sembra la
versione femminile di Derek santo cielo! Ma tutte a me devono capitare:
prima il mio migliore amico diventa un lupo mannaro, poi la ragazza per cui
ho sempre avuto una cotta è stata morsa da un licantropo ma
non
si è trasformata ed ora ho una vicina di casa psicopatica e
con
crisi di nervi! Se arrivo vivo alla fine di quest'anno mi devi almeno
tre mesi di psicanalista Scott!" disse Stiles all'amico,
raccogliendo lo zaino e incamminandosi anche lui verso il laboratorio
di chimica, dove il professor Harris si stava informando con la nuova
studentessa su dove fosse arrivata con il programma.
"Signor Stilinski, che ne dice di aiutare la signorina Moore a mettersi
in pari con gli altri? Così magari il signor McCall non
sarà troppo distratto e potrà impegnarsi un
tantino di
più con lo studio. Prego signorina Moore, si sieda al posto
di
McCall, e lei vada a sedersi vicino al signor Mahealani." disse il
professore, non appena i due ragazzi furono entrati in classe.
Il resto della mattina passò tranquilla e quando Rachel si
stava dirigendo verso la mensa un ragazzo alto, con i capelli biondo
scuro e gli occhi azzurri le si avvicinò; indossava una
giacca di pelle con sotto una t-shirt scura ed un paio di jeans scuri.
"Ciao, sono Isaac." si presentò il ragazzo.
"Io sono Rachel."
"Sei nuova vero? Perchè non ti siedi con me ed i miei amici
a pranzo? Così non resti da sola..." continuò il
ragazzo indicando un ragazzo ed una ragazza vestiti anche loro con un
abbigliamento come quello di Isaac.
"Oh...si, perchè no..."
"Splendido!" concluse il ragazzo sfoderando un sorriso che aveva un
qualcosa di inquietante ed ipnotico e tenne aperta la porta della mensa
per far passare Rachel e gli altri due.
Intanto Scott e Stiles erano seduti al loro solito posto e parlavano di
quello che ormai era diventato il problema all'ordine del giorno.
"Potrebbe essere Derek? A controllare il Kanima dico." propose Stiles.
"No, non avrebbe fatto attaccare un membro del suo branco visto quanto
è pericoloso quel mostro per noi licantropi."
"Il nonno di Allison allora! Andiamo, hai detto anche tu che era
calmissimo quando siete stati attaccati vicino al gay club l'altra
sera."
"Potrebbe essere, ma non abbiamo abbastanza prove. E no, non
chiederò ad Allison di indagare, è già
abbastanza pericolosa la nostra situazione così
com'è, non vedo il bisogno di aggiungere altro onestamente.
E a proposito di Derek," si interruppe Scott per dare un morso alla sua
mela "sembra porpio che voglia continuare a trasformare gli studendi di
questa scuola. Diamine, Rachel è appena arrivata, non le
lascia nemmeno il tempo d'ambientarsi che subito le sguinzaglia dietro
i suoi cagnolini!" disse il ragazzo, indicando con un cenno della testa
davanti a sè e facendo voltare Stiles verso quella
direzione. In quel momento Rachel alzò la testa ed
incrociò gli occhi di Stiles, che la salutò con
la mano. La ragazza rispose con un sorriso ed un piccolo movimento
della mano.
"Conosci Stiles e compagnia bella?" le chiese la ragazza, che aveva
scoperto si chiamasse Erica, mentre l'altro ragazzo si chiamava Boyd.
"Si, Stiles è il mio vicino di casa."
"Ti avranno già parlato male di noi vero?" si intromise
Isaac.
"No, perchè dovrebbero? Non andate particolarmente d'accordo
o mi sbaglio?"
"Hai perfettamente ragione, abbiamo molto un rapporto di amore/odio, e
tendiamo ad ignorarci, tranne nei casi in cui lo scontro non
può essere evitato."rispose ancora il ragazzo. Per il resto
del pranzo Rachel continuò a fare domande sulle lezioni, la
città e ciò che offriva come divertimento. Finito
di mangiare Rachel si diresse al suo armadietto verso la palestra, dove
l'attendevano due ore di ginnastica pomeridiane.
NdA: Ok gente! Inizio con il dire che questa è la mia prima
Fan Fiction che scrivo su Teen Wolf, quindi vi chiedo di essere il
più possibile sinceri con le vostre recensioni. Le critiche
sono sempre ben accette, perchè dagli errori si
può solo imparare, così come dai consigli. Un
bacio ;)
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