Salve a tutti! Un piccolo intervallo da “Don’t wanna close
my eyes” (ma non preoccupatevi! la ff è già tutta scritta e a presto l’aggiornamento;))
Sinceramente non so da dove questa storiella sia uscita
fuori, la considero diciamo uno sfizio che mi son voluta togliere… ^^
Una storia(ella) senza pretese, da una lettura leggera. Ma
mi son chiesta come in realtà il primo incontro tra Draco e Pansy sia avvenuto
ed eccolo qui, questo effetto collaterale del troppo studio! Spero che comunque
vi piaccia e vi faccia trascorrere una decina di minuti di lettura serenamente.
So che la coppia Draco/Pansy non è tra le più amate, so che
la storia può sembrare senza senso, magari troppo fine a sé stessa, ma (anche
se non mi aspetto molto) non sapete quanto mi farebbero piacere le vostre
recensioni.
Mi era balenata in testa anche l’idea di trasformare questa
oneshot in una fic a capitoli; ogni capitolo una storia con personaggi diversi,
ovviamente tutto sarebbe esposto dal nostro Narratore…
Ma viaggio troppo con la mente, deciderò su questo solo in
seguito alla fortuna che la mia storia avrà…
Buona lettura ;)
Era un affronto, un affronto imperdonabile!
Un ragazzino di appena dodici anni era seduto a gambe
penzoloni sul letto, le guance gonfie e rosse, gli occhi puntati sul pavimento,
ridotti a fessure, a guardare l’ombra del suo piede ciondolare.
Le candele dei dormitori erano per metà spente, ma quelle
due fiammelle vicino al suo letto erano più che sufficienti per non lasciarlo
completamente al buio.
Le ombre scure dei mobili si proiettavano sul pavimento di
pietra, dorato per effetto della luce calda.
La porta si aprì e si richiuse discretamente, uno dei suoi
compagni di stanza, Blaise Zabini, entrò nella stanza e si accomodò sul suo
letto. Le gambe incrociate e un sorriso che protendeva sempre di più a
scoppiare in una risata, mentre fingeva di cercare qualcosa nella sua borsa.
Il bambino biondo lo guardò per qualche secondo, rabbioso
per la sua voglia di ridere, e poi voltò di scatto la testa, continuando a fissare
il pavimento, rimuginando ancora e ancora su quanto successo.
“Allora…” fece una pausa per schiarirsi la voce, portando
una mano chiusa davanti alla bocca. Il tono ilare sempre presente “… che cosa
intendi fare, ora?”
Draco soffiò tra i denti e poi rispose, senza guardarlo in
viso.
“Non la passerà liscia… questo è sicuro…”
“Ma il buon galateo ti impone di non sfiorare una donna
nemmeno con un fiore…” proseguì comprensivo il moretto, sorridendo e guardando
il soffitto dalle volte scure.
Un grugnito fu la risposta che ebbe.
“Però devi fare qualcosa, Malfoy. Ti ha fatto fare la figura
dell’idiota davanti a tutti” aggiunse, sogghignando nel piacere di stuzzicarlo
colpendolo nell’orgoglio.
Non ottenne risposta, ma lo vide voltarsi e guardarlo. La
candela illuminò il visetto pallido e affilato, e ancora il segno rosso di
cinque dita impresse come un marchio doloroso sulla guancia.
Blaise tentò di trattenere una risata ma le immagini si
susseguirono troppo velocemente per essere bloccate: il ghigno beffardo del
ragazzino che gli era di fronte, lo sguardo offeso e sin troppo permaloso di
lei, il sonoro schiaffo che fece voltare tutti, l’espressione sgomenta,
umiliata e furiosa dell’impeccabile principino di casa Malfoy.
“Vedrai che non potrà resistermi.”
E proprio non ce la fece più, così, sotto lo sguardo
indignato del suo compagno, scoppiò a ridere piegandosi su se stesso.
“Avessi… avessi visto la tua faccia… e tutte le persone che
vi guardavano…” tentò di dire soffocato dalle risate.
Draco aspettò in silenzio, sempre più umiliato e furente,
che il suo compagno finisse di ridere e quando finalmente sembrava aver deciso
che poteva bastare, mentre ancora era intento ad asciugarsi gli occhi umidi
con il dorso della mano, rispose.
“Non eri tu quello che dicevi che la Parkinson era cotta di
me?”
“Io e tutto il resto di Serpeverde, ma magari non ha gradito
l’approccio…”
Stava per ricominciare a ridere ma uno sguardo fulminante
blocco la sua risata sul nascere, così, per clemenza e compassione Blaise
decise che poteva aspettare per rigodersi appieno tutta la scena e farsi una
grassa risata.
“Un po’ troppo diretto, non credi? E va bene che sei Draco
Malfoy, e va bene che le piaci ma le donne sono sensibili… in certe zone del
corpo ancor di più…”
“Okay basta. L’ho capito da solo che non è stata una felice
idea” disse portandosi una mano a coprire la guancia offesa.
“Picchia forte?”
“Non me l’aspettavo…” ignorò la domanda di Blaise e parlò più
come se stesse riflettendo fra sé e sé, ad alta voce.
“Qualcosa mi dice che la cosa non ti è dispiaciuta poi
tanto…”
Draco si voltò a guardarlo, interessato alle sue parole come
se avesse appena pronunciato qualche incantesimo dalla grande magia oscura.
Incantesimo che si rese conto di conoscere già.
“Già, lo credo anch’io.”
Con una piccola spinta saltò giù dal letto e si diresse a
passo spedito verso la porta.
“Dove vai?”
“Pansy, giusto? Pansy Parkinson” disse aprendo la porta e
andandosene senza nemmeno aspettare una risposta.
Blaise Zabini continuò a fissare la porta rimasta semi
aperta, non riuscendo a cogliere il filo conduttore dei pensieri del suo
compagno. Spinto dalla curiosità decise di seguirlo, sgattaiolando fuori dalla
stanza, in silenzio.
Draco superò la Sala Comune, quasi del tutto vuota. Era
ora di cena e poteva trovarla solo in Sala Grande.
Pansy Parkinson.
Solo per la prima volta in quei giorni le aveva rivolto la
sua attenzione più del dovuto, più di quanto cioè non fosse tenuto a fare in
quanto semplici compagni di casa e di corso. Accade tutto quando circa una
settimana prima iniziò a circolare la voce maliziosa, e talvolta insidiosa, che
quella ragazzina si era infatuata del principino di Serpeverde.
Non che non sapesse della sua esistenza, in realtà. Durante
il primo anno di per certo c’era stato qualche scambio di parola, ogni tanto
l’avrà vista, ma mai l’aveva considerata.
Ancora troppo presi dai nuovi studi, dal nuovo luogo, ancora
troppo impegnati ad ambientarsi per sondare adeguatamente tutti e tutto.
Conosceva poco e niente di lei. Purosangue però, di questo
ne era certo.
Con passettini veloci salì le scale dei sotterranei e
risalì per la Sala d’Ingresso. Gli sembrò di sentire un respiro un tantino
affannato come al suo, alle sue spalle, ma quando si voltò non c’era nessuno. Nessuno
che voleva essere visto, per lo meno.
Sogghignò e decise di non disturbare Zabini mentre si
divertiva a fare il detective, continuò perciò a procedere verso la Sala
Grande.
Istintivamente si portò una mano a massaggiarsi la guancia,
prima di varcare la soglia della Sala.
Picchiava forte, sì.
Non poteva che constatare che era un tipo un po’ troppo
permaloso, per una toccatina! Storse le labbra scocciato e, camminando
lentamente per tutta la lunghezza del tavolo dei Serpeverde, esaminò ogni
ragazza per cercare una testolina nera, dai capelli neri e lisci, dalla
corporatura gracile, ma dalla mano… scattante.
La prima e l’ultima che si sarebbe permessa di fare una cosa
del genere a lui, Draco Malfoy.
La prima e l’ultima che, forse, avrebbe anche avuto il
coraggio di farlo.
La prima e l’ultima che avrebbe avuto un tale onore come
quello che stava per ricevere.
Pansy Parkinson nel frattempo stava consumando tranquillamente
la sua cena. Ma si parla di una tranquillità apparente, perché in realtà dentro
di lei un mare in tempesta s’agitava.
Gli avvenimenti dell’ultima ora le avevano fatto passare
l’appetito e l’avevano disorientata. Le sue amiche, dopo quello sfoggio di
coraggio e impudenza, l’avevano elogiata e le avevano dato qualche pacca sulla
spalla. Con risatine maliziose, poi, le avevano chiesto come era stato.
Una fortuna tale se il ragazzo che ti piace mostra
interesse per te!
Il pensiero comune più o meno era questo, e anche lei
sosteneva quella tesi, ma non se l’aspettava così quell’interessamento.
Non che fosse una santa, lei, ma…
Li odiava i maschi quando facevano gli spacconi in quel
modo!
Perchè lo sapeva, e nessuno glielo avrebbe tolto dalla
testa, che Draco Malfoy si fosse comportato così, oltre che per natura, per
fare una bella figura davanti ai suoi amici porci.
Alzò gli occhi al cielo e sospirò, giocherellando con la
forchetta nel suo piatto. Le vennero così in mente gli avvertimenti che avevano
seguito le battute maliziose e le lodi alla forza del sesso debole.
“Sta attenta…”
“Malfoy è un tipo vendicativo…”
“L’hai umiliato pubblicamente, te la farà pagare…”
“Brava! Ma sei in un bel guaio…”
Decise di lasciar perdere le voci evanescenti delle sue
compagne che le infestavano la testa peggio dei fantasmi nella Stamberga
Strillante, e di concentrarsi sulla sua cena. Tuttavia i movimenti ansiosi e
inquieti delle sue compagne la indussero a corrugare la fronte e a domandare,
infastidita, alla sua compagna cosa diavolo stesse succedendo.
“Millicente? Che hai, vuoi stare un po’ ferma su questa
panca?!”
Millicente Bulstrode assieme ad altre due ragazze si
voltarono di scatto verso di lei e parlarono confusamente assieme. Sembravano
impaurite ed eccitate al contempo. Di quelle parole riuscì solo a cogliere
“Malfoy” “... sta arrivando” poi il dito indice di Millicente le indicò il suddetto
ragazzo in arrivo.
A mento alto e con espressione imperscrutabile Draco Malfoy
si dirigeva verso di loro stando nella corsia opposta del tavolo, Pansy perse
un po’ di colore e deglutì. Pensò anche, o meglio, volle pensare che in realtà
stesse raggiungendo i suoi amici seduti più infondo, ma un suo sguardo
tagliente e veloce, diretto proprio a lei, la convinse del contrario.
Arrossì e abbassò lo sguardo, concentrandosi sulla sua
forchetta immersa nel purè ormai freddo. Le sue amiche era di colpo divenute
mute e le sembrava, anche, che avessero cercato in tutti i modi di allontanarsi
da lei (per quanto la panca in cui erano tutti seduti talmente vicini da
toccarsi uno con l’altro permettesse).
Cosa sarebbe successo, dunque? Si sarebbe vendicato,
l’avrebbe minacciata? Be’ a quel punto non poteva più tirarsi indietro, tanto valeva
affrontarlo.
Non scartò tuttavia a priori la possibilità di fuga e difatti si guardò velocemente attorno per decidere se aveva lo spazio
necessario per scavalcare la spalliera e filarsela.
Draco era finalmente arrivato davanti alla ragazzina di tanto interesse, senza
curarsene troppo scostò in malo modo il ragazzo seduto di fronte a lei e prese
il suo posto.
Pansy Parkinson aveva il capo chino nel suo piatto, in una
pessima e mal curata interpretazione di una persona intenta a cenare, le sue
amiche invece gli lanciavano sguardi apprensivi e incuriositi.
Quanto gli piaceva essere al centro dell’attenzione…
Una volta sedutosi lei alzò il viso e lo guardò senza dire
una parola.
“Non credi di dovermi delle scuse?” disse in tono
leggermente risentito e irato, mantenendo tuttavia un’espressione di cera.
“Solo se tu le farai a me” rispose decisa e apparentemente
tranquilla.
Draco tuttavia si accorse del lieve rossore sulle sue guance
e del battere inquieto della sua dita sulla panca in legno. Sogghignò e allungò
una mano verso di lei.
“Draco Malfoy.”
La vide strabuzzare gli occhi e, ancora stupita e titubante,
accettare la sua mano.
“Pansy Parkinson” disse a voce lieve.
In fondo, quella ragazza poteva essere un piacevole
diversivo in quelle monotonia di gente e comportamenti servili. Magari
l’avrebbe fatto anche divertire…
Nel frattempo, la scena era osservata a distanza da un
ammiccante e piacevolmente sorpreso Blaise Zabini.
“Una storia da raccontare…”
Due occhi blu cobalto fissavano il soffitto, immersi nel
fiume dei ricordi. Un sorrisetto divertito e sognate a incurvare le labbra
sottili.
“Davvero non sapete come è iniziata?”
La decina di ragazzini che gli era intorno scosse la testa
all’unanime, gli stemmi di Serpeverde scintillavano alla luce del fuoco della
Sala Comune.
“Be’ è stato cinque anni fa, eravamo al secondo anno…”
Tutti i Serpeverde lì presenti subito sollevarono viso e
occhi intenti ad ascoltare le sue parole, a pendere dalle sue labbra.
Come gli piaceva essere il narratore della vita altrui…
“Blaise!”
Draco era appena apparso sulla rampa di scale che
conducevano ai dormitori e guardando sospettosamente tutti quei primini e
secondini, che ora lo fissavano tra bisbigli e sorrisetti, si rivolse al
Serpeverde suo coetaneo, temendo di trovar conferma del suo pensiero.
“Che stai facendo? Perché questi mocciosi non sono ancora
andati a letto?”
“Sto raccontando la favola della buona notte...” rispose,
sorridendo poi maliziosamente quando vide comparire alle spalle di Draco una
scocciata e scarmigliata Pansy Parkinson.
“Draco… andiamo…” gli disse a bassa voce, guardando per
qualche secondo i piccoli Serpeverde che la osservavano, e tirando per una
manica il suo ragazzo. O quello che si presupponeva esserlo, dato che da
parte del suddetto non vi era mai stato alcun interesse ad ufficializzare la cosa.
“State facendo troppo chiasso, cosa erano tutte quelle
risate? Di sopra c’è gente che dorme!”
“Ovviamente non ti riferisci a voi due…” risatine maliziose
accompagnarono la sua battuta.
“Ma non puoi impedire loro di ridere” proseguì Zabini muovendo
in un gesto fluido ed esplicativo la mano, con tono serio e di chi vuole
condurre alla ragione un qualcuno particolarmente ottuso .
“La storia di Potter e della McGraniit dovresti sentirla
anche tu. Magari un’altra volta però, ho appena finito di raccontarla. Ora
passiamo a cose più interessanti e più vicine a noi…”
Draco lo squadrò male e poi si voltò per andarsene.
“Non hai altro da fare, la sera, piuttosto che intrattenere
marmocchi con le tua storie assurde?”
“Sta sera no, e non sono assurde. Ma tutte reali, o quasi…
Altrimenti, secondo te, come nascerebbe il pettegolezzo ad Hogwarts?”
Con un sospiro Draco Malfoy e Pansy Parkinson ritornarono
verso i dormitori e Blaise, tornando a fissare i suoi piccoli ascoltatori, che
subito tacquero in attesa delle sue parole, si accinse a raccontare una delle
sue storie preferite.
Era giusto che tutti avessero l'appropriato bagaglio culturale
per poter sopravvivere nell’immenso salotto di pettegolezzi che Hogwarts, oltre
alle altre cose, era.
“Era un affronto, un affronto imperdonabile!”...
Timorosa e chiusa a riccio apro un occhio e vi chiedo: allora,
è troppo stupida?
Mi ritiro silenziosa… sulla mia panca…
Grazie a tutti per aver letto (e possibilmente recensito)^^