Anatomia di un viaggio astrale.

di Dave1994
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Attorno a me, il buio più fitto. Bene, questo mi aiuterà.
Inspiro, espiro. Inspiro, espiro.
Percepisco il battere sommesso del mio cuore, un tamburo di guerra che mai smette di suonare. Le braccia lungo i miei fianchi sono immobili e, pian piano, perdono sensibilità. Riesco ora ad avvertire qualcosa: sento vibrare il mio corpo, senza esagerazione. Chiudo gli occhi e disegni senza forma mi appaiono alla mente, semplici echi della mia mente all'improvviso vuota da qualsiasi pensiero. 
Vola.
A questo silenzioso comando la vibrazione aumenta, come anche il battito del mio cuore. Ma è tutto normale, non ho paura. E' questo il segreto per il successo: non averne, mai.
Si tratta ora di infrangere la barriera. E' necessaria più concentrazione, ma il silenzio attorno a me mi aiuta non poco. 
Riesco a percepirlo. Sta succedendo qualcosa.
La gravità si inverte e ora mi sento sollevare verso l'alto, come una foglia secca sospinta dalla lieve brezza autunnale. Mi sento leggero, adesso, come se galleggiassi in una brocca piena d'acqua.
E all'improvviso, mi sollevo. Qualcosa di luminoso e argenteo cattura la mia vista: è la Corda, ciò che mi tiene legato al mio corpo materiale. La guardo con un misto di affetto e devozione. In fin dei conti, lei è il mio biglietto di ritorno verso casa.
Fluttuo fino al soffitto, poi improvvisamente scopro che non mi basta. Esco dalla mia stanza attraverso le pareti e ammiro lo splendore della luna piena. Sento l'aria fresca che punge le mie narici, nonostante siano rimaste due o tre metri indietro.
Come il pensiero, volo via. Come l'uccello che spicca il volo dal nido, come una nuvola d'estate.
Sono tutto e non sono niente.
Sono forma, ma non sono materia.




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