Amore. Passo e chiudo.

di Joyce_oates
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5 settembre 2011.
 
Alla buon ora signorino! disse con tono euforico lei.
Era una di quelle umide mattine di fine estate ad Hartford, Karol era eccitatissima al pensiero di vederlo dopo più di cinque giorni. Aveva messo la t-shirt che piaceva tanto a lui, quella verde, amava ripeterle che faceva un bell'effetto con la sua carnagione olivastra; un jeans e un paio di adidas che preferiva indossare per i tempi incerti. I capelli scuri li aveva raccolti come usava fare di solito.
"Dobbiamo parlare..." disse lui. Aveva adottato quel tono di voce che si usa rare volte... quando le notizie che si vogliono dare non sono delle migliori.
Silenzio.
Marcus era diverso quel giorno, indossava una polo azzurra quella che aveva indosso anche la prima sera che si erano conosciuti; jeans e un paio di hogan che, orgoglioso amava sfoggiare. I capelli di un castano scuro che sembravano unirsi in maniera perfetta al colore degli occhi.
"Riguardo a quella questione ho preso una mia decisione. 
E... voglio stare un pò da solo, non voglio vederti, per questi giorni." disse risoluto lui. 
"Se vuoi mi aspetterai." continuò.
Battiti cessati in un secondo, un brivido agghiacciante. 
Gelo, gelo e ancora gelo inconcepibile.
"Ci... ci sentiremo casomai in settimana, mi aspetterai?" incalzò inespressivo.
Le mani non rispondono più ai comandi, le ginocchia cedono energie. 
Un secondo ancora... 
e tutto adun tratto sento il cuore che pulsa incessante.
Ancora silenzio...
Parole stanche, lacrime codarde e buio invisibile.
Sintomi d'abbandono, sintomi di solitudine, sintomi di fine.
"Va bene, ti aspetterò..." con voce esitante, lei.
ho la vista annebbiata, questo è un addio.
Parole già scritte, già dette, non potevano essere per noi, invece... fa freddo.
"Ora vado, ci sentiamo... Ciao." distante lei, fece per andarsene, ma si voltò ancora una volta. Forse per l'ultima.
Addio.
"Okey, ciao." infine, serafico lui, decise di prendere la strada opposta.
Il cuore fermo, inerte, dimmi che è un gioco, non farmi andar via.
Non hai capito niente di me.
Sto pagando per i miei errori passati. Un addio accelerato.
Un domani inesistente, un ieri dimenticato; un noi sbagliato.
Un giorno di luglio scordato, accantonato in uno spazio infinitamente piccolo della memoria. Quello che c'è stato tra di noi, io non l'ho confuso; 
Il presente si arrende al passato.
Ricordi, ricordi e ancora memorabili ricordi riafforano in me... accantonati, da te; cancellati per dar spazio ad errori del passato.
Quella mano delicata, ne toccherà un'altra non tua. Le disse giudizioso il cervello.
I suoi occhi non devono guardare qualcuno che non sia lui. Ribattè il cuore.
Domani mi risveglierò e tutto questo sarà solo un brutto sogno, frutto dei miei sciocchi timori e delle mie paranoie. 
Invece no, quella era la realtà e la realtà parlava chiaro: non c'era sbocco risolutivo per lei...
 
 Nasconderò, mentirò per poi illudermi di star vivendo. La notte mi ingannerà, il tempo mi prenderà per il culo per poi soffocarmi dentro di lui. E un nuovo strato di ghiaccio rivestirà, di nuovo, il mio cuore.

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Questo è il primo capitolo della mia storia, spero vi piaccia, anche se è un pò troppo prematuro... il fatto è che vorrei qualche dritta o comunque ricevere anche una critica. Ringrazio chi ha impiegato del tempo per soffermarsi a leggere questo capitolo. :) Ah, quasi dimenticavo... ho pronti altri capitoli oltre questo che ho pubblicato, li pubblicherò non appena mi lasciate un commento, quindi se volete il secondo capitolo... scrivetelo qui sotto. Un saluto da Joyce ! : )




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