Tribute to Heathcliff Andrew Ledger, the Legend. di Slyth (/viewuser.php?uid=145721)
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HEATH2
Sai una cosa, Heath?
Se tempo fa avessi dovuto pensare alla mia vita senza di te, non avrei
avuto problemi, perché tu non sei mai stato con me. Non ho mai
atteso la premiere di un tuo film solo per poterti vedere, non avevo
tue foto appese sull'anta dell'armadio, né tantomeno conoscevo
le tue battute a memoria, quando ancora eri in vita.
E' immaginare un'esistenza senza te, adesso, che mi fa contorcere lo
stomaco e fremere il cuore. Perché ora, ora che vorrei averti
qui, adesso che l'anta del mio armadio è zeppa dei tuoi poster,
adesso che conosco i tuoi ruoli come le mie tasche, adesso che
attraverserei la distanza che ci avrebbe separati a piedi pur di
vederti, adesso non è possibile, non più.
Non ricordo bene perché, come e quando tu sia arrivato, posso
dirti solamente che è stato troppo tardi, ed è troppo
tardi anche in questo momento: troppo tardi per dimenticarmi di te.
Perché ci ho passato diciassette anni senza di te, diciassette
anni in cui avrei potuto fare tante cose, incontrarti, amarti, quando
ancora il tuo cuore pompava sangue nelle vene. E non ho intenzione di
trascorrere nemmeno un altro attimo della mia vita senza pensarti,
senza sorridere, emozionarmi guardando un tuo film, senza versare
lacrime perché tu non ci sei. Non ci sei, Heath, non sei qui,
ora che vorrei saperti vivo, in qualche parte lontana del Mondo, ma vivo.
E invece mi mangio le unghie e piango, affondo la testa nel
cuscino fino a farmi mancare l'aria e piango più forte,
perché chiunque ci sia lassù, qualunque sia il suo nome,
il suo volto e la sua nazionalità, è stato crudele con me
ancora una volta, prendentoti con lui così presto. Prima che io
potessi anche solo gioire del tuo sorriso strabordante di
vitalità dietro ad uno schermo, prima che potessi dire a
chicchessia: ''la mia ispirazione? Si chiama Heath Ledger, e proprio adesso sta lavorando ad un nuovo film''.
Ci penso la notte, prima di addormentarmi, fantastico su
un'altra realtà, dove tu non sei morto, ed io sono la tua
più grande fan. Ti vedo, nella mia mente, ridere felice, con tua
figlia in braccio e tanti anni ancora davanti a te. Ti vedo con l'Oscar
in mano, mentre i tuoi famigliari ti sorridono commossi dal pubblico:
vorrei vederti stringere quell'Oscar, Heath, vorrei che tuo padre non
lo avesse mai dovuto stringere al tuo posto. E poi viaggio, ancora ed
ancora, la mia fantasia raggiunge i picchi più elevati, sfiora
il sogno. Ti immagino, bello come la libertà, sfilare su tappeti
rossi con magnifiche donne al tuo fianco, goderti appieno ogni istante,
perché te lo meiti, perché le persone come te
meriterebbero tutto quanto di più bello esiste, ed anche
ciò che ancora deve esistere.
Questo ed altro io penso, queste e mille altre idee viaggiano per la
mia mente, ma una le schiaccia tutte, solo un pensiero prevale, in
fondo: che per quanto tu non ci sia, per quanto i tuoi occhi siano
chiusi, le tue labbra distese e fredde, per quanto il tuo Oscar sia
poggiato su qualche mensola a prendere polvere, e mai ti sarà
possibile sfiorarlo, malgrado ciò e malgrado molto altro ancora,
io ti amo. Ti amo, ed ogni
giorno quando mi alzo, e le mie palpebre si schiudono, in quel momento
si stanno schiudendo anche le tue; quando respiro e prendo aria nei
polmoni, anche il tuo petto si sta gonfiando; quando le mie dita
sfiorano le lettere della tastiera, tu stai scrivendo con me.
Perché io mi sveglio, respiro e scrivo portandoti dentro. E sei
tu un po' del sangue che esce dalle mie ferite quando mi faccio male, e
sei tu quella lacrima un po' meno salata delle altre, che riga la mia
guancia quando sembra che non valga la pena sollevare la testa e
continuare a resistere, e che mi ricorda che anche nel dolore
c'è la salvezza, la speranza. E la mia speranza non è
morta con te: la mia speranza sei tu, nonostante e a dispetto della tua morte.
Cosa c'era sotto quel telo bianco, quel telo che vidi in quel video,
mentre la giornalista parlava contrita della tua 'tragica e prematura
scomparsa'?. C'eri tu, o solo il tuo corpo? Mi piace pensare che in
realtà tu ci sia ancora, da qualche parte, o perlomeno, che un
qualcosa di te sia rimasto a dare valore ai ventinove anni che hai
vissuto su questa Terra. Un frammento della tu passione in ogni
pellicola che hai girato, una goccia del tuo cuore in ogni personaggio
in cui ti sei calato, un pizzico di cattiveria per ogni giornalista a
cui hai galantemente mostrato il dito medio, e tutto il bagliore del
tuo sorriso in tua figlia: gran parte di te è in lei,
perché tu eri lei.
E poi ci sono io, ma qui si rema al contrario: sono io, che prendo un
po' di te ogni volta e lo faccio mio, affinché tu non sia morto
invano, affinché tutto ciò che hai dato venga ripagato
con qualcosa che vale ben più del denaro: l'ammirazione, e
l'amore, a mio modo.
Lo avverti, senti ciò che provo, da dove sei ora? Sappi che è tutto per te,
angelo, tutto il calore che riesci a percepire non è merito del
sole (a cui devi essere così vicino, adesso), ma mio. Allunga
una mano, Heath, prova a sentirlo, e sorridi ancora, perché tu
non sei morto, tu vivi, in me.
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