Rimasero ancora, per lungo tempo, sulla terrazza.
Niente poteva distrarli. Neppure la frescura di quella notte di inizio
dicembre.
A tratti si tenevano per mano e si raccontavano.
Altre volte si abbracciavano stretti per sentirsi ancora più
vicini. Non smettevano mai di guardarsi, ancora increduli.
Il ballo stava ormai giungendo al termine. Decisero quindi di
concedersi un ultimo giro in pista prima di lasciare la sala. Entrambi
rimisero la propria maschera e, mano nella mano, rientrarono.
Masumi si diresse con Maya nei pressi dell’orchestra. La
ragazza non sentì le sue parole, ma alle prime note che si
alzarono nell’aria comprese. Stavano suonando ancora il
valzer delle Rose del Sud, quello che aveva segnato l’inizio
della serata. Abbracciati l’una all’altro,
guardandosi, senza più timore o tormento, danzarono.
La pista era oramai pressoché deserta. Erano gli unici a
godere di quei momenti.
Alla fine, fermandosi, Masumi si chinò sulla mano di Maya,
accolta tra le proprie e, baciandogliela, sussurrò un
“Grazie” che suonava dolce come il miele.
La giovane lo guardò adorante.
Si diressero entrambi verso l’uscita, con l’intento
di recuperare i propri mantelli.
Vennero fermati dall’uomo che Maya aveva incontrato
all’inizio della serata.
Lo sconosciuto la stava infatti apostrofando: “Allora era
vero che non era da sola… speravo fosse una scusa e che
avrei potuto parlarle durante la serata!”
Doveva essere alticcio perché non considerava minimamente la
presenza di Masumi al suo fianco. Con uno sguardo d’intesa,
egli chiese a Maya il permesso di intervenire: era da prima che voleva
rimettere a posto quel giovinastro.
“Ragazzo… la signora è evidentemente
occupata. Vada a cercare compagnia altrove!” – la
maschera rivelava solo gli occhi di ghiaccio, ma sarebbe stato
sufficiente anche solo il tono della voce per farlo
allontanare… se fosse stato sobrio.
“Ma la signora potrebbe non essere dello stesso
parere…” – insistette infatti.
“Non mi faccia essere scortese. Se vuole la risposta della
signora, si ripeterà l’imbarazzante scena
dell’inizio della serata! Se la ricorda?! Io sì e
credo che lo stesso possa valere per molti altri qui intorno. Inoltre,
se vuole continuare a lavorare in ambito cinematografico anche in
futuro, le consiglio di andarsene. Non le conviene avermi per
nemico!”
La minaccia neanche tanto velata alla sua carriera lo fece desistere
finalmente.
Masumi e Maya recuperarono i mantelli dal guardaroba e, uscendo nel
freddo della sera, trovarono l’autovettura del giovane ad
attenderli. Si accomodarono sul sedile posteriore, mentre
l’autista partiva alla volta dell’abitazione della
donna.
“Lo sa che è proprio cattivo, signor Presidente?
Minacciare così quel pover’uomo solo
perché ha provato a parlarmi!” –
scherzò lei.
“Ti stai prendendo gioco di me, vero? Ti diverti a vedermi
geloso. Sapessi quante volte lo sono stato e non potevo fare
niente… ogni volta era peggio!” –
ribatté lui serio.
Con sguardo sognante Maya chiese: “Quante?”
“Se te lo dicessi, mi prenderesti per pazzo!”
“Dimmelo, ti prego!” mormorò.
“Sono stato geloso praticamente di tutti i tuoi partner di
scena… lo sono stato pazzamente del tuo primo
amore… non hai notato come abbia smesso di lavorare nel
mondo dello spettacolo Shigeru Satomi dopo che ti ha abbandonata? Non
ti sei mai chiesta il perché?”
Gli occhi le si illuminarono. Saperlo innamorato da tanto tempo la
rendeva felice. Quanto tempo aveva perso dietro alle sue scaramucce!
“Ma allora è proprio perfido!”
– sorrise. Poi continuò in tono più
serio – “Comunque non provo rancore nei suoi
confronti. Neanche all’epoca ne provai. Anche lui non fu
altro che un’infatuazione. Solo più seria di
quella che ebbi per Sakurakoji quando avevo 14 anni!”
Masumi colse la palla al balzo. Era quello di cui era stato
più geloso in assoluto. Meglio metterci una pietra sopra:
“Ho saputo che l’hai respinto. Come l’ha
presa?”
Lei lo guardò stupita: “Ma come fai a sapere
sempre tutto? E comunque sembra essersi ripreso….”
In quel mentre arrivarono sotto casa di Maya.
Le prese entrambe le mani portandosele al viso. Le baciò per
poi baciare lei.
Prima di aiutarla a scendere la rassicurò:
“Non ti preoccupare. Continua le prove con
tranquillità in vista dello spettacolo dimostrativo. Mi sto
già muovendo. Ti prometto che presto, il prima possibile,
saremo insieme alla luce del sole. Abbi fiducia in me!”
– si zittì un attimo per subito dopo riprendere
– “Dèi, già mi
manchi!”
“Non temere” – lo rassicurò
lei – “ti aspetterò. Vieni
presto!”
Con un ultimo struggente bacio si augurarono la buonanotte.
Masumi attese finché la ragazza non rientrò, poi
ordinò all’autista di condurlo a casa.
Sapeva che avrebbe dovuto sentirne la mancanza per qualche tempo, ma
sperava di risolvere la questione con la famiglia Takamiya entro breve,
soprattutto dopo le informazioni che aveva già raccolto
Hijiri. Non poteva rischiare di coinvolgere Maya in uno scandalo.
Ora sapeva. Sapeva che Maya lo amava, che l’aveva accettato
per quello che era. Se ne rendeva conto al solo parlarle. Si sentiva
leggero e rilassato quando era con lei: si sentiva libero, finalmente.
La partita si stava avvicinando alla chiusura, ma non era ancora
finita. Troppe erano ancora le incognite da risolvere: il suo sguardo
divenne freddo e calcolatore.
Tornò ad essere Masumi Hayami. Mandò un messaggio
al suo collaboratore: “Accelera i tempi”. Sorrise.
Rientrò a casa che il buio della notte stava lasciando il
posto alle prime luci dell’alba all’orizzonte. Le
stelle stavano lentamente sbiadendo. Di lì a poco avrebbe
dovuto recarsi a lavoro, ma non sentiva la stanchezza. Come avrebbe
potuto?!
Salì in camera, si spogliò del costume. Si
concesse pochi momenti di relax sotto una doccia bollente e si
rivestì pronto per scendere a fare colazione con suo padre.
Il suo pensiero non abbandonava i momenti che aveva vissuto quella
sera. Un alone di dolcezza gli sembrava che lo avvolgesse.
Sorrise. Che effetto devastante aveva Maya su di lui!
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