ONESHOTFRAMMENTI
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“Non si tratta di sesso”
Le parole di Jude sembrano prudere, sulla sua lingua, come le nocche, che si ostina a tormentare, mentre parla con Ewan.
“Ok allora di cosa si tratta, esattamente?”
La voce dell’amico si indurisce, Jude ne conosce il motivo, ma lo evita, elegantemente.
“Lui è incasinato forte” – sospira, Ewan
ridacchia nervoso – “Conosci la sua storia, vero?”
“Le avventure del tuo americano”
“Robert non è mio” – puntualizza Law, quasi
inacidendosi: non desidera che Ewan giunga a conclusioni affrettate.
“Ok … Quindi cosa o chi sarebbe, di grazia?” – e simula un inchino,
restando seduto al loro tavolo del pub di Tom, un ex compagno di scuola
di Jude.
“E’ Robert Downey Junior, è molte persone, da quando è al mondo, però
quando parliamo … sì, insomma, succede sul set, visto che in camera
succede ben altro”
Ewan prova ad analizzare le sfumature nel tono del suo interlocutore, per carpirne i segreti, che Jude gli nega.
“Scopare non vuole dire amarsi” – esordisce Mcgregor,
tanto vale parlare chiaro, visto che Law si ostina a non farlo.
“Noi”
“Voi non scopate?!” – lo interrompe, ne ha abbastanza, fa caldo, anche se sono a novembre e fuori nevischia.
Londra è assurdamente grigia, uggiosa, pesante ai suoi occhi, che
conservavano la gioia della California assolata, almeno finché non si
era accomodato per una birra, convocato da Jude.
“Sì …” – Law è stranamente imbarazzato.
“Come se tu ed io non l’avessimo mai fatto, cazzo!” – ringhia, ora lo
prende a schiaffi, sì, sì, certo, non può trattenersi, ma lo fa, per
evitare spettacoli vergognosi, specie per il suo orgoglio.
“Adesso cosa centra quello che abbiamo fatto, tu ed io, Ewan?!” – sibila, fissandolo.
“Sembra tu stia parlando di cose aliene, Jude, mentre invece c’era
confidenza, tra noi, intimità …” – quindi vorrebbe morire, anzi,
spostarsi, con un incantesimo, direttamente a Malibu o New York, dove ha
conosciuto un ragazzo molto interessante, fisico asciutto, occhi verdi,
studente a tempo perso e nel letto di Mcgregor a tempo pieno.
“Mi scopo un tizio …” – vuole raccontarlo a Jude, anzi, vuole fargli
rodere quello stesso tarlo, che sta consumando lui, da quando è iniziata
quella tortura.
“Bella notizia”
“Ti importa?” – sta arrossendo, peggio di così, solo correre in mutande
intorno all’isolato, con una serie di barattoli attaccati alle chiappe,
stile auto degli sposi.
Law si chiude nelle spalle – “Sono preso da lui Ewan, mi sto innamorando”
Finalmente lo ha ammesso.
“E non potevi più tenerlo per te, quindi mi hai interpellato, giusto?”
“Pensavo che non ti desse fastidio Ewy”
“Non chiamarmi in quel modo …!” – è un ruggito da topolino, però lo
infastidisce sul serio, quel nomignolo storpiato, come è stata in fondo
la loro relazione, a ripercorrerla adesso o meglio, ad evitarla.
“Ne discutiamo come se fossimo stati una coppia!” – sembra una protesta quella del biondo.
“Ah non la eravamo? No, spiegami, convivere per due anni, fare l’amore
tutte le notti, le mattine, i pomeriggi, Jude, cosa doveva essere o
sembrare??!”
Gli occhi di Ewan vengono invasi da un pianto, tanto inopportuno, quando sincero.
Jude si sente un verme.
Un dettaglio: non è la prima volta che accade, a proposito di Ewan.
L’imprevedibile.
Robert Downey Junior ha sete; Robert Downey Junior entra nel locale di Tom.
Appena vide Jude, sembrò precipitarsi da lui.
“Il mio Watson! … Jude, ti ho cercato ovunque” – manco si accorge di Ewan.
“Oh … salve …” – impallidisce, ma i suoi occhi guizzano nuovamente sulle
gote vermiglio di Law, accarezzandone la destra, con il dorso della
mano sinistra.
E’ affettuoso, quasi paterno – “Jude, scusami, non sapevo fossi impegnato, il separé …”
“Sì Rob … non hai visto che non ero da solo …”
Glielo dice in una maniera così dolce, che ad Ewan viene voglia
di fuggire, perché ormai siamo alla soglia
dell’umiliazione.
“Ragazzi, ho interrotto qualcosa di speciale?”
Downey lo chiede senza nessun astio: lui rispetta Jude, forse i due non
si incontravano da molto, avevano cose da dirsi, tematiche da
affrontare, ormai gli risultò palese, viste le emozioni dipinte sul
volto di Mcgregor, che lui conosceva appena, ma stimava parecchio come
attore.
Ewan si alzò – “Ho un aereo tra due ore, devo
lasciarvi.” – dice trafelato, quindi puntò Jude
– “E poi sono di troppo, vero?”
Silenzio.
“Robert è stato un piacere rivederla, ci siamo incrociati
a Los Angeles, a giugno, durante quel noiosissimo festival”
Downey annuì – “Già, infatti … magari
gireremo insieme, ne abbiamo parlato … non ci davamo del tu,
Ewan?”
“Sì, forse … Ok, vado, arrivederci, buon film, Holmes”
“Ciao Ewan … ti telefono …” – intervenne Law, flebile.
Nessuna risposta.
Altro silenzio.
Più greve, rispetto al precedente.
Ora Jude poteva parlare solo alle spalle di Ewan, ma era troppo lontano perché lo ascoltasse.
Robert conquistò il posto sul divanetto, che era stato dello scozzese.
“Posso rimanere, Jude?”
“Certo …” – abbozzò un sorriso.
Il moro gli prese i polsi, accarezzandoli e poi baciandoli, complice il famoso separé.
“Mi mancavi … non riuscivo neppure a ragionare, dovevo trovarti Jude”
Così tornò a guardarlo, rendendo liquidi i pensieri di Law.
“Temo che … temo che sarò una pessima compagnia Rob …” – e chinò la
testa, dove Downey si affrettò a posare un ulteriore bacio, senza
sciogliere l’intreccio delle loro dita.
“Posso aiutarti, Jude?”
“A fare cosa Robert?” – chiese, ancora debole.
“A togliere i frammenti di lui, rimasti nel tuo cuore …”
Si scrutarono, Downey sorrise, sereno.
Jude adesso piange, con una calma spontanea e complice, nell’abbraccio
di Robert, che consola il suo cuore ribelle, lo definisce in quel modo
dal primo bacio, dal primo frammento di vita insieme, dall’aurora di una
storia d’amore, che può portare solo i loro nomi, da questo istante in
poi.
Per sempre.
THE END
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