*approda
in questa sezione* salve a tutti quelli in ascolto(?)! Chi vi scrive
è una ragazza che ha letto i libri di questa fantastica saga
in tre giorni ciascuno l'altra settimana e ha pensato bene di rompere
le scatole anche qua XD tornando semi-seri, vi giuro che Hunger Games
mi ha preso in una maniera assurda *^* mi sento tipo drogata da questi
libri XD
venendo
all'argomento principale, questa one-shot mi frulla nella testa da
stamattina, e siccome avevo tempo ho pensato bene di scriverla LOL me
la immaginavo più breve, ma pazienza XD
per
altri commenti ci risentiamo più in basso XD ah si, il testo
scritto in corsivo è tratto proprio dal libro **
All'improvviso la porta
alle spalle di Cinna si apre e tre Pacificatori irrompono nella stanza.
Due immobilizzano le braccia di Cinna dietro la schiena mentre il terzo
lo colpisce alla tempia con tanta forza da farlo cadere in ginocchio.
Continuano a colpirlo coi loro guanti rivestiti di metallo, aprendogli
degli squarci nel volto e sul corpo. Io urlo a squarciagola e tempesto
di pugni il vetro infrangibile per cercare di raggiungerlo. I
Pacificatori mi ignorano totalmente, mentre trascinano fuori dalla
stanza il corpo esanime di Cinna. Di lui restano soltanto delle chiazze
di sangue sul pavimento.
“Qualcuno
è ancora vivo?”, supplico.
“No Katniss.
Non verrà più nessuno”, dice Gale,
“Solo gli ibridi”
Incapace di accettare la
cosa, uso la torcia del fucile di Cressida per fare luce lungo il
condotto. Molto più giù, riesco appena a
distinguere Finnick che si sforza di resistere mentre tre ibridi lo
dilaniano.
(…)
Mi sfilo l'Olo dalla
cintura, con voce soffocata dico per tre volte 'tic-tac' e poi lo
lascio cadere. Mi rannicchio contro la parete insieme agli altri mentre
l'esplosione scuote la piattaforma e pezzi di ibrido e carne umana
schizzano fuori dalla conduttura, piovendoci addosso.
Prima intravedo la
treccia bionda che le scende lungo la schiena. Poi, quando si strappa
di dosso il cappotto per coprire un bimbo che si lamenta, noto la coda
da paperella formata dal lembo di camicetta che le è uscito
dalla cintura.
(…)
Sono quasi arrivata
lì, ho quasi raggiunto il recinto, quando credo che mi
senta. Perché per un attimo mi scorge, le sue labbra formano
il mio nome.
Ed è allora
che i paracadute rimasti esplodono.
“Katniss?... Katniss!”
Mi sveglio di soprassalto quasi urlando, le immagini degli incubi che
ho vissuto ben chiare nella mia mente.
“Katniss, stai bene tesoro?”
Metto a fuoco la persona che sta di fronte a me: Effie Trinket (che
indossa un completo rosa abbinato alla parrucca) mi guarda con un'aria
preoccupata e un po' spaventata. Al suo fianco il mio staff di
preparatori ha la stessa espressione, Flavius si mangiucchia
addirittura le unghie. Devo avere veramente un'espressione sofferente
se è arrivato addirittura a rovinarsi la manicure.
“Sì.. sì sto bene”, rispondo
con un fil di voce.
“Tranquilla cara”, mi rassicura Octavia,
“sarà la tensione, è più che
normale”, finisce con la voce che trilla salendo di un'ottava.
La tensione? La tensione per cosa?
“Katniss ti prego non addormentarti
più”, mi rimprovera Flavius, “Altrimenti
la messinpiega e il trucco si rovineranno, e non abbiamo certo tempo
per rifare tutto”
Ma di che diavolo sta parlando? Messinpiega? Trucco? Per cosa? E poi
perché è così preoccupato? Mica devo
sposarmi!
… Ah, in effetti devo veramente sposarmi. Oggi è
il fatidico giorno. Gli incubi che ho appena vissuto mi hanno offuscato
la mente tanto da dimenticarmi questo piccolo particolare.
Sono seduta sul divano della mia casa nel Villaggio dei Vincitori del
Distretto 12 con indosso una sottospecie di paravento che mi impedisce
la maggior parte dei movimenti: io odio i vestiti così
ariosi, sarà perché ho sempre dovuto correre per
salvarmi la pelle e cose del genere sarebbero state d'intralcio.
Però questo vestito mi piace: poco fa mi sono vista allo
specchio e ho pensato per la prima volta di essere stupenda; del resto
questo abito l'ha disegnato Cinna.
Mi guardo intorno senza vedere niente in realtà; fra poche
ore sarò sposata con l'uomo che mi ha fatta 'sopravvivere'
tutto questo tempo e che finalmente mi ha strappato una promessa di
matrimonio. In fondo gli ci sono voluti solo sette anni.
“Katniss è ora”
Flavius mi risveglia dai mie pensieri e mi aiuta ad alzarmi stando
attenti a non sgualcire il vestito, anche se non ce ne sarebbe bisogno,
perché è fatto con una speciale stoffa su cui non
rimangono pieghe indesiderate.
Esco dalla mia casa e mi avvio sul sentiero, scortata dai miei
preparatori e da una Effie saltellante ed emozionata. La cerimonia si
terrà nel Prato, dove sono state portate sedie disposte in
due parti a file in modo da lasciare libero lo spazio in mezzo per
permettermi il passaggio; al posto dell'altare dovrebbe essere stato
allestito un arco di rampicanti, almeno da come avevo visto nel
progetto. Io non volevo una cerimonia in grande, ma tutti quelli del
Distretto 12 che hanno saputo che mi sposavo si sono autoinvitati.
Cammino e raggiungo l'ultimo edificio dietro il quale è
stato allestito il tutto, e dal quale inizierò la mia
camminata fino all'altare.
L'ansia inizia a farmi tremare e sudare; ho le mani completamente
inutilizzabili a causa dei tremori e per il fatto che sono bagnate.
“Katniss non agitarti!”, mi dice Venia,
“O si rovinerà tutto!”
“Ma lasciatela stare!”
Una voce inconfondibile interrompe i miei pensieri tetri: Haymitch
avanza con una bottiglia di liquore in mano, ma stranamente
è ancora perfettamente sobrio; forse si sente teso anche
lui. O forse Effie gli ha proibito di bere, e l'ultima ipotesi
è rafforzata dal fatto che lei gli strappa la bottiglia di
mano e lo rimprovera a dovere, e questa volta devo darle ragione. Non
può essere ubriaco, non oggi. Perché è
lui che mi deve accompagnare all'altare.
“Bene, allora noi andiamo a sederci”, dice Effie
agitata, “Katniss cara...”, inizia, cercando di
trovare le parole, ma alla fine scuote la testa e si allontana, seguita
da Venia, Octavia e Flavius, che mi mandano baci volanti.
Restiamo io e Haymitch in attesa di sentire la musica che annuncia la
mia entrata.
“Come va, dolcezza?”
Neanche gli rispondo, sono troppo nervosa.
“Non penso servirà tirare frecce addosso a
qualcuno per ottenere attenzione oggi”, dice, riportando alla
mente la mia prima impresa contro gli Strateghi.
Sorrido forzatamente: “Ora vorrei solo scomparire”
“Peccato che non puoi farlo. Comunque tranquillizzati,
sarà solo per il resto della vita”
Vorrei prendere il tubo che vedo per terra e ficcarglielo in bocca per
far tacere la sua ironia, ma mi trattengo, perché
è iniziata la musica: si sentono strumenti ad arco
(dovrebbero essere violini, li ho visti poche volte e non so
distinguerli), suonati da persone provenienti dal Distretto 11, quello
che è sempre stato il più sensibile di tutti alla
musica.
È il momento. Haymitch mi prende sottobraccio e sbuchiamo da
dietro l'edificio.
Mi martella il cuore nel petto e non riesco a deglutire: ci saranno
almeno un centinaio di invitati, se non di più! E tutti si
sono voltati a guardare me. E mi sorridono. Alcune donne piangono pure.
Ma che c'è da piangere dico io?
Ad un tratto non sono certa di star facendo la cosa giusta; vorrei
fuggire, togliermi quel vestito e scappare nel bosco poco lontano.
Haymitch mi tiene ben salda, forse ha captato le mie intenzioni e non
vuole lasciarmi fuggire.
Quasi mi blocco: anche da lontano riesco a riconoscere che tipo di
fiori sono stati usati per decorare l'arco. Rose. Rose bianche. Ecco,
l'ennesima prova che sto facendo un enorme sbaglio. Prima gli incubi,
poi il vestito, i miei dubbi e infine quei dannati fiori bianchi.
Gli incubi. Ora mi sono ritornati in mente, e sono così
vividi che mi sembra di di esserci dentro. Cinna. Finnick. Prim.
Tornate da me!
Sto per strattonare il braccio per liberarmi dalla presa del mio
mentore, correre verso il bosco e nascondermi. Al diavolo il vestito.
Quando un sorriso cattura la mia attenzione: gli occhi verdi risaltati
dall'eyeliner color oro non lasciano dubbi; Cinna è seduto
in una delle prime file e mi guarda con il suo sguardo penetrante; sa
che sono completamente nel pallone e mi mima una frase con le labbra: io scommetto ancora su di te.
Sorrido e inizio ad avanzare più rilassata.
Alla mia destra, in seconda fila scorgo due teste dai capelli color
bronzo: Finnick che tiene in braccio suo figlio di 8 anni, una copia
sputata del padre, e al loro fianco Annie. Tutti e tre mi sorridono
incoraggianti e Finnick fa il gesto di gonfiare il muscolo del braccio
destro il che mi strappa un altro sorriso.
In prima fila davanti a Finnick è seduto il mio migliore
amico: Gale è in compagnia di Johanna. Sembra che i due
vadano molto più che d'accordo, e la cosa non potrebbe che
rendermi felice.
A sinistra, in prima fila è seduta una ragazza bionda, ormai
donna, ma con il lembo della camicia che le esce dalla gonna. La mia
paperella, la mia Prim, quella che ai miei occhi ora ha 13 anni e mi
sta tranquillizzando riguardo al futuro di Peeta finito nelle mani di
Capitol City; la stessa ragazzina che cura i feriti più
gravi pur essendo ancora piccola.
Lei incrocia il mio sguardo e una lacrima le percorre la guancia. Mi
sorride felicissima.
Accanto a lei mia madre, che quasi non riesce a guardarmi
perché sta affondando la faccia in un fazzoletto ormai zuppo.
E ora ricordo. L'incubo era così vivo che per un attimo si
è scambiato con la realtà; ora ricordo come sono
andate le cose. Cinna è stato picchiato a sangue,
sì, ma è stato tenuto in vita per essere usato
contro di me, però un gruppo di ribelli lo ha liberato e
nascosto a Capitol City finché non l'abbiamo conquistata.
Finnick stava per essere massacrato dagli ibridi, così ho
fatto detonare l'Olo per non farlo soffrire, ma lui è
riuscito ad infilarsi in un canale di scolo all'ultimo secondo ed
è sbucato nel Distretto 4 passando tutte le fognature. E
Prim non era vicino alle bombe che sono esplose ed ha riportato solo
danni lievi.
Il mio cuore si calma nella consapevolezza che sono sani e salvi.
E poi riprende a battere a raffica.
Lo vedo. L'unico essere umano in grado di assecondarmi e allo stesso
tempo convincermi a cambiare certe mie idee. È per colpa sua
che sono finita in questa situazione. Tutto per causa sua.
Anzi, forse sarebbe meglio dire tutto per lui.
Appena mi vede, Peeta mi sorride come non ha mai fatto: i suoi occhi
azzurri sono così vivi e splendidi che vorrei mollare tutto
e tutti e trascinarlo da qualche parte per averlo tutto per me. Ma mi
trattengo.
Haymitch mi molla il braccio quando sono di fronte a Peeta; lui lo
guarda e gli chiede: “Qualche consiglio dell'ultimo
minuto?”
Sia io che il mio compagno ci aspettiamo la battuta 'restate vivi', ma
Haymitch ci sorprende: “Sì, vivete”, e
va a sedersi al proprio posto vicino ad una Effie già in
lacrime.
Quella parola ha una sfumatura molto diversa dalla frase che ci disse
prima di scendere per ben due volte nell'arena. Quelle volte dovevamo sopravvivere. Ora
dobbiamo vivere.
Guardo Peeta che probabilmente sta pensando la stessa cosa e poi lancio
un'occhiata verso gli invitati. Cinna, Finnick, Prim. Sono tutti vivi,
stanno tutti bene, sono qui insieme a me.
Un senso di beatitudine mi invade il corpo: guardo Peeta negli occhi e
mi convinco che sto per iniziare la più bella delle
avventure.
Quello che ho fatto prima era solo un brutto sogno. Sì, solo
un brutto sogno.
et
voilà! avete già capito cos'è cambiato
** beh, è impossibile non notarlo XD appena ho letto della
morte di questi tre, fino all'ultima pagina del terzo libro ho sperato
che spuntassero fuori dicendo che li avevano salvati gli alieni XD ma
non è successo T_T quindi mi sono veduta costretta a
scrivere una storia (coscienza: chi è che ti avrebbe
costretta?? O_O) <3
che
dire, spero che abbiate apprezzato questo cambio di direzione *^* e
spero che vi sia piaciuta *^* Comunque, le critiche sono ben accette,
anzi!
Per il momento vi saluto **
Passo, abbaio e chiudo <3
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