The infinite roads of the heart

di Marty_Winchester
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La vita è il risultato delle proprie scelte, ma se non puoi scegliere nulla, che vita è? Non sono responsabile degli avvenimenti che mi hanno condotto qui, in questo squallido bar; sono stata spinta al limite, e oltre esso.
Preparo un Mojito e con una cortesia professionale servo una ragazza, dai lineamenti delicati e femminili, un paio di occhi azzurri, innocenti, e una frizzantezza giovanile. Presto la vita spegnerà quella luce che brilla nei suoi occhi chiari, spero per lei che succeda il più tardi possibile. Guardo l’orologio: mancano solo dieci minuti e stacco, ma la giornata è ancora lunga per me. Servo gli ultimi clienti e saluto i colleghi che iniziano adesso il turno, sto per uscire, ma decido di bere qualcosa. Mi avvicino al bancone e mi siedo su uno sgabello malconcio.

«Richy, vorrei una vodka liscia, senza ghiaccio»

«Sei sicura?»

«Si, sarà una notte lunga questa»
Il mio collega annuisce leggermente e mi porge il bicchiere. Lo butto giù tutto d’un fiato, sento un torpore in tutto il corpo, ma è troppo leggero perché basti. Apro la bocca, sto per ordinarne un altro, ma una voce melodiosa cattura la mia attenzione.

«Non è il solito alcolico femminile»
La mia solita risposta sagace tarda ad arrivare, sono persa in un paio di occhi verdi.

«Brutta giornata, bellezza?»
Continua lui, forse mal interpretando il mio silenzio.

«Non immagini quanto»
Alla fine riesco a rispondere, trovando interesse per le mie mani.

«Allora qui ci vuole un altro bicchiere, per tutti e due. Prendo quello che ha ordinato la ragazza, doppio per favore»
Ordina anche per me il bellissimo ragazzo, parlando molto educatamente.

«Come ti chiami splendore?»
Mi chiede, sorseggiando la sua vodka.

«Niente nomi, non complichiamo le cose, ci pensa già la vita»

«Mi piaci sempre di più»

***

Sono svegliata prematuramente da un terribile mal di testa. L’unica soluzione per il dopo sbornia è bere molta acqua, non mi ricordo come ho imparato questa cosa, so solo che il fegato ha bisogno di liquidi per trasformare l’alcool in qualcosa di innocuo e sottrae acqua al cervello, che si ristringe all’interno della scatola cranica, provocando il mal di testa.

«Che voglia hai ancora di bere?»
Sussulto, ma poi delle immagini sfocate mi fanno ricordare qualcosa della notte passata: il bar, l’alcool, questa camera di motel, sesso favoloso.

«Tieni» Gli lancio una bottiglietta «Il tuo fegato ha bisogno di liquidi, non chiedermi perché lo so»

Lui è restio, ma alla fine segue il mio consiglio. Cerco in giro i miei vestiti, mi do una rinfrescata ed esco dalla stanza. È stata una serata fantastica, ma le favole finiscono.




**angolo dell'autrice**
eccomi qui con quest'altra ff, come se non fossero già troppe quelle che sto scrivendo =D
ringrazio tutti per la lettura, un abbraccio alla cupido!





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