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E con questo epilogo la storia si conclude. Ringrazio coloro che hanno letto e anche coloro che hanno commentato. In particolare Rospina, Tetide, Seferidi, Nisi, Silvermoon74. Ringrazio anche coloro che l'hanno seguita (BrianneSixx, Sailorgemini, Saruccia, Silvj, Tetide, The_time_is_over) e preferita (Rospina, Arcadia5 e Seferidi).
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2 mesi dopo…
Eisuke Hayami era seduto sulla sua sedia a rotelle nella platea dello
Shuttle X. Osservava rapito le prove della nuova Dea Scarlatta. Non
credeva ai propri occhi: oramai erano innumerevoli le volte in cui
l’aveva vista rappresentare il capolavoro
scomparso… eppure… ogni volta era come la prima.
Aveva visto la ragazza alla competizione preliminare, l’aveva
vista nelle successive prove una volta che Chigusa Tsukikage le aveva
assegnato i diritti di rappresentazione e l’aveva vista di
fronte al pubblico.
Ogni volta veniva rapito fuori dal suo corpo e con lo sguardo incantato
veniva condotto nella magica Valle dei Susini.
La Dea Scarlatta lo prendeva per mano, gli parlava del suo amore umano
e del suo sacrificio. Ogni volta riviveva la sua intera esistenza. Era
incredibile!
Non perdeva occasione di osservare la giovane, soprattutto dopo che la
Daito aveva ottenuto la delega per l’allestimento dello
spettacolo.
Ricordava ancora quando la candidata vincitrice aveva scelto loro:
Chigusa Tsukikage non aveva battuto ciglio. Doveva aspettarselo.
Di lì a poco le prove si sarebbero concluse. Attese
pazientemente.
Saeko Mitsuki era in giro per Tokyo in uno dei suoi rari giorni liberi.
Doveva incontrarsi con il suo compagno. Già da tempo aveva
quella relazione che si era cementata anche grazie alle vicende
sentimentali del suo principale.
Si era detta che se lei aveva avuto la possibilità di
incontrare una persona che la faceva sentire accettata per quello che
era, che non pretendeva che si comportasse in modo diverso da come
sentiva, che l’attraeva nel profondo e che era in grado di
farla sentire ‘a casa’ in ogni parte del mondo si
trovasse, allora non doveva buttarla al vento.
Avevano così deciso che avrebbero sempre cercato di superare
i problemi che si sarebbero presentati: non avrebbero abbandonato la
nave al primo cenno di tempesta.
Masumi Hayami stava per lasciare l’ufficio.
Da quando si era sposato non aveva più orari di lavoro
massacranti.
Andava presto in azienda, ma non vedeva l’ora di tornare a
casa da sua moglie. Aveva atteso talmente tanto, che ora ogni minuto
lontano da lei gli sembrava un’eternità.
Ogni sera tornava a casa e la trovava lì, accogliente con i
suoi dolci occhi innamorati ed il suo caldo sorriso di benvenuto.
Solo lei era in grado di riscaldare la fredda dimora della famiglia
Hayami.
Mentre Eisuke stava aspettando la giovane attrice, ripensò
divertito alla mattina in cui suo figlio si presentò nella
sua stanza con una cartelletta piena di resoconti economico-finanziari
sul gruppo Takamiya.
“Non ho intenzione di fondere le imprese Hayami e la Daito
Art Production con un gruppo che sta rischiando il fallimento. Ti sei
fidato troppo degli analisti e della tua ‘amicizia’
con l’imperatore. Le voci non si sono ancora sparse, ma
sarà solo questione di tempo. Non voglio che la nostra
liquidità vada a far fronte ad impegni non mantenuti per
colpa del ‘vizietto’ del padre di
Shiori.” – disse tutto d’un fiato.
Il vecchio, con sguardo vivo, restò in silenzio.
Infine rispose con un laconico: “E allora?”
Il figlio comprese in quel momento che Eisuke Hayami era ben
consapevole della situazione del gruppo Takamiya.
“Se sapevi tutto, perché hai acconsentito alla
fusione ed al matrimonio?” – chiese Masumi con
impazienza.
“Al di là del fatto che il gruppo Takamiya, pur
nella difficile situazione finanziaria in cui versa, è
comunque un buon investimento, ero giunto alla conclusione che fosse
tempo che ti trovassi una moglie. Non voglio che ti ritrovi alla mia
età senza nessuno accanto perché sei stato
accecato dal lavoro.” – sospirò
profondamente il vecchio, come se si decidesse a fare un passo
importante – “Ho commesso molti errori nella mia
vita e molte conseguenze ricadono anche su di te. Volevo provare a
riparare.”
Masumi non riusciva a capire se l’uomo che aveva odiato dalla
fine precoce della sua infanzia stesse mentendo o se finalmente stava
rivelando di avere un cuore.
“Ammesso e non concesso che quello che dici sia vero, padre,
perché i Takamiya? Perché Shiori?”
“Perché quando ho avuto modo di conoscerla mi
è sembrata una bella signorina aggraziata, molto dolce e
gentile, del tipo che poteva sciogliere il tuo
gelo…”
Masumi non sapeva se ridere o piangere. Il vecchio generale non si era
mai comportato da padre e, per una volta che ci provava, stava per
farlo finire in una trappola.
Con un mesto sorriso il figlio gli rivelò: “Non
sembra che tu sia un giudice affidabile in fatto di donne: ti vorrei
far notare che Shiori è ben consapevole che io non
l’amo, che tuttavia accetta il matrimonio per salvare le
finanze di famiglia e che intende prendere il buono che dalla nostra
unione verrà, ivi compreso il maggiordomo.”
– si fermò un attimo per vedere
l’effetto che le sue parole avrebbero prodotto sul volto del
genitore. Sembrava averlo realmente stupito, pertanto
continuò: “Visto e considerato che ho prove
circostanziate sia della situazione finanziaria del gruppo Takamiya,
sia delle intenzioni di quella persona tanto dolce e gentile che
è la mia fidanzata, ti informo che intendo sciogliere
l’atto preliminare stipulato nell’uno e
nell’altro verso. Inoltre, ho le carte in regola per non far
pagare nessuna penale alla Daito, vista la falsificazione dei libri
contabili che ci sono stati consegnati al momento della trattativa e
della firma.”
“Bene” – concluse il vecchio –
“Raramente ti ho visto tanto deciso. Hai la mia
benedizione… ad un paio di condizioni.”
Eisuke immaginava il cervello del figlio arrovellarsi per trovare una
soluzione a tutte le possibili richieste che lui gli avrebbe avanzato:
era proprio suo figlio.
“La prima è che voglio essere presente quando lo
comunicherai all’imperatore ed alla sua delicata nipotina.
Non vorrei proprio perdermi lo spettacolo.” – un
breve sorriso sarcastico accompagnò la sua richiesta.
Masumi attese un attimo e fece un breve cenno di assenso con il capo.
“La seconda” – proseguì in
tono piatto – “è che non appena ti sarai
liberato da questo impegno porterai a casa la signorina Kitajima nella
veste ufficiale di tua fidanzata.”
Ah! Ah! Vide il figlio sobbalzare dalla poltrona. Era troppo
concentrato a trovare una contromossa ad un suo eventuale attacco, per
aspettarsi di vedere le proprie carte scoperte in modo tanto sfacciato.
“Ma padre… cosa dici??”
“Masumi, ti conosco molto bene, contrariamente a quello che
credi. Ho visto che questo matrimonio non ti entusiasmava e che,
nonostante questo, l’avevi accettato passivamente. Ora ti
presenti da me con tutte le carte in regola per mandarlo a monte.
L’unico pensiero è che sei innamorato e che solo
recentemente… diciamo ad esempio dalla sera del ballo in
maschera? hai scoperto di essere ricambiato. Se consideriamo che hai
corteggiato nell’ombra la signorina Kitajima da quando non
era nemmeno adolescente e ti sei premurato ben bene di farti invece
odiare come Masumi Hayami, allora deduciamo che lei ti abbia scoperto
ed abbia concluso che ricambia i tuoi reali sentimenti.
Quindi… quando pensi di portarla a casa?”
“Credo… padre…” –
si vedeva che stava cercando di riprendersi dal colpo –
“che sarebbe il caso di aspettare l’esito dello
spettacolo dimostrativo.”
“Concordo. E ora vai e fai quello che devi.”
Masumi si alzò e fece per andarsene. Si fermò,
girandosi ancora a guardare suo padre: “Grazie.”
“Figlio, ho fatto ben poche cose degne di un padre nella vita
che ho vissuto con te… spero alla fine di riuscire in parte
a rimediare”.
Vide il figlio portarsi una mano alla fronte mentre si avvicinava alla
porta. Una piccola lacrima fece capolino nei suoi occhi. Quasi non si
rendeva conto di cosa fosse.
I suoi ricordi furono interrotti da una piccola mano ornata da una
sottile vera d’oro giallo che si appoggiava sulla sua spalla.
“Vogliamo andare? Masumi rientrerà tra poco a
casa!”
“Sì, Maya. Andiamo a casa.”
Chigusa Tsukikage era tornata a Nara. Aveva atteso fino alla prima
messa in scena de La Dea Scarlatta e poi, affidandosi a Genzo, era
tornata nella sua terra.
Ora si trovava a casa, adagiata in una comoda poltrona di vimini sotto
il portico, a respirare la fresca e pulita aria delle sue montagne.
Aveva apprezzato entrambe le prove delle sue allieve, ma come aveva
detto a Genzo tempo prima, Maya era avvantaggiata.
L’aveva visto già alla prima scena: nei suoi occhi
bruciava un fuoco che Ayumi ancora non conosceva. Maya brillava della
stessa luce di cui aveva brillato lei nella sua giovinezza. I suoi
movimenti, i suoi occhi, il suo sorriso, la sua voce, tutto faceva
pensare che provasse nel suo cuore il vero amore di anime. Ayumi aveva
invece fatto risaltare le sue capacità interpretative e la
sua eleganza. Aveva dato vita ad una Dea scesa in terra che non si era
liberata della sua divinità e non era stata catturata nel
profondo dal sentimento umano dell’amore. Il suo era stato
uno spettacolo esteticamente accattivante. Ma solo quello.
Le sue stesse reazioni le aveva colte anche nel pubblico. Ayumi aveva
destato la meraviglia per i suoi movimenti e la sua grazia. Maya aveva
catturato il loro favore facendo vivere a tutti gli stessi sentimenti
che albergavano nel suo cuore.
La vecchia attrice sorrise nel buio.
Ricordava l’imbarazzo misto alla gioia con cui Maya le si era
presentata dopo il verdetto.
La donna le aveva riservato un aperto sorriso di approvazione e
l’aveva lodata per i risultati che aveva conseguito. Maya
aveva pianto silenziose lacrime di riconoscenza rifugiandosi
nell’abbraccio di colei che considerava una seconda madre.
“Signora… signora… la ringrazio per
tutto! Per tutto! Se non fosse stato per lei, non avrei mai potuto
nemmeno iniziare il percorso che mi ha portato fin qui”
– singhiozzò.
“Maya, in un modo o nell’altro ci saremmo
incontrate. Il fuoco del teatro già ardeva in te. Era solo
questione di tempo.” – si interruppe per poi
continuare – “Inoltre, quello che hai fatto oggi
non te l’ho insegnato io. Oggi hai recitato seguendo i
sentimenti che vivono in te. Hai incontrato anche tu la tua anima
compagna. Sei fortunata. Rallegratene.”
Maya si allontanò arrossendo e abbassando lo sguardo.
“Sì, signora Tsukikage. L’ho incontrata.
E’ una persona gentile e generosa, anche se non sembra. Si
è sacrificato nell’ombra pensando che non lo
ricambiassi. Mi è sempre stato accanto e io non
l’ho riconosciuto per molto tempo!”
L’alta figura in nero rimase immobile.
Maya stava parlando del suo ammiratore? L’aveva infine
incontrato?
“Sono contenta per te, Maya. Quando avrò modo di
conoscere questa persona?”
“Ecco… lei lo conosce già,
signora.” – Maya sembrava sempre più
imbarazzata. La donna non capiva per quale motivo.
“Da come vi comportate, non mi sembrava che amassi
Sakurakoji.”
“Infatti…” – rispose
sinteticamente Maya.
“Ma allora… non sarà? Non
dipenderà da tutto questo l’annullamento del
matrimonio di Masumi Hayami?”
Maya lasciò andare un leggero sospiro:
“Sì, signora. Vede è stato Masumi che
mi ha sostenuta in tutti questi anni nell’ombra. E’
lui che mi mandava sempre i mazzi di rose scarlatte. Lui che mi ha
indirizzata per farmi migliorare. L’ho scoperto dopo Lande
Dimenticate.” – disse tutto d’un fiato
ché non voleva che la signora iniziasse a parlare di
intrighi e pregiudizi.
“Non credevo fosse possibile. Alla Valle l’avevo
visto diverso dal solito, senza più il ghiaccio che gli
bruciava negli occhi. Ora capisco perché.”
– si sedette in una poltrona vicina –
“E’ stato merito tuo, Maya! Tu hai cambiato
quell’uomo. Gli hai ridato l’anima.”
Un lieve cenno di diniego col capo: “No, signora Tsukikage.
Masumi ha avuto sempre un’anima gentile. Era solo troppo
ferito.”
“Capisco. Quindi immagino che i diritti di rappresentazione
li lascerai a lui!”
Altro cenno di diniego: “No. Masumi mi ha proposto di cedere
il solo allestimento della Dea Scarlatta alla Daito con contratti
annuali, in modo da tutelarmi pienamente. Non vuole che si pensi ad un
suo interesse economico nella nostra relazione. Inoltre avrò
un ruolo decisivo nelle scelte della messa in scena.”
“Bene” – sospirò di sollievo
la donna – “Quando vi sposerete?”
Maya arrossì di nuovo. Questa volta fino alle orecchie.
“Ecco… pensavamo dopo la prima messa in scena.
Ritarderemo poi il viaggio di nozze fino alla fine delle
repliche.”
Il flusso dei ricordi fu interrotto dal buon Genzo che la invitava a
rientrare.
“Che ti dicevo Genzo? Maya ci ha sorpreso
veramente!” – disse guardandolo con dolcezza.
“E’ vero, signora! Ha proprio ragione!”
“Genzo, il mio tempo sta finendo… lo sento. Ma,
grazie a te e a quelle ragazze, i miei ultimi anni sono stati
piacevoli.”
“Signora!” – Genzo, commosso,
l’aiutò a rientrare in camera e a sdraiarsi per la
notte.
Shiori Takamiya girava le strade di Ginza alla ricerca di qualche nuovo
abito. Ancora non si capacitava di quello che era avvenuto negli ultimi
due mesi.
Aveva dato per scontato di aver accalappiato lo scapolo più
ricercato della buona società nipponica ed invece poco prima
delle nozze Masumi aveva annullato tutto. Si era opposta con tutte le
sue forze quando aveva visto suo nonno capitolare di fronte alle prove
della frode contabile del gruppo Takamiya. Aveva pianto, era
svenuta… le aveva provate tutte. Eppure, quando era svenuta,
Masumi non si era degnato nemmeno di soccorrerla e avrebbe rischiato di
finire per terra se non avesse deciso di buttarsi dalla parte del
divano dello studio.
Inoltre i suoi strepiti non avevano fatto altro che indurre Masumi a
tirare fuori una registrazione compromettente in cui lei provava a
sedurre Takeshi, il loro giovane maggiordomo.
Suo nonno era rimasto attonito dall’imbarazzo e dal trovarsi
di fronte aspetti della nipote che non si immaginava.
Lei aveva mandato a chiamare il maggiordomo, sperando in una sua
smentita.
Dopo lunghi minuti di attesa e di pesante silenzio, un cameriere si era
presentato dicendo che non lo si trovava da nessuna parte e che
l’uomo aveva liberato perfino la sua stanza.
Era stato tutto così sconvolgente che non aveva potuto
ribattere nulla. Inoltre avevano dovuto sottostare alle condizioni
della famiglia Hayami, pena la denuncia della frode alle
autorità.
Il vecchio Eisuke sembrava essersi goduto lo spettacolo.
Dopo qualche settimana, ricordava Shiori, seppe che Masumi aveva
annunciato il fidanzamento e l’immediato matrimonio con la
nuova Dea Scarlatta. Tutti i suoi ‘amici’ si erano
premurati di avvisarla.
Quella piccola ragazzina
impudente!!
In un moto di stizza batté un tacco. Un passante si
voltò stupito dall’atteggiamento di quella donna
all’apparenza tanto elegante e sofisticata.
Shiori si scusò a mezza bocca notando in quel mentre la
segretaria del suo ex-fidanzato al tavolino di un ristorante con un
bell’uomo, vestito con un completo di alta sartoria.
Dalla posizione in cui era lo vedeva solo di spalle, ma
provò invidia per quella donna che lei riteneva quasi
scialba.
La sagoma dell’uomo aveva un che di familiare, ma non se ne
curò e continuò per i suoi acquisti. Quei plebei
non meritavano certo la sua considerazione!
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