E' come un sogno. Apro gli occhi e lo vedo. Gli chiudo e non esiste più, neanche nella mia mente.
Esiste perché qualcuno, in un ricordo lontano, mi ha parlato.
“Ci sono, sono dappertutto. Se non ci credi prendi una penna e segnati quando li vedi.”
Così ho fatto. E lo faccio tutt'ora.
Io non so cosa mi dicono o cosa vogliono da me. Fatto sta che sono intorno a me e forse non solo.
Il mio braccio segnato lo conferma.

“John, smettila di segnarti il braccio.”
Sbatto le palpebre e la mia mano lascia la matita.
“Hai detto qualcosa?”
Mi sorride e le sue dita prendono la mina che ho fatto cadere. Ci gioca, fissandomi negli occhi.
“Ho solo dimostrato ciò che posso fare.”
Lo guardo.
“Cioè?”
Il sorriso si fa più ampio.
“Tutto.”

Ancora un altro sogno. Stavolta una donna con lunghi capelli rossi che urla, disperata.
E la mia mano che...
“Smettila di sognare.”
Apro gli occhi e lo sguardo di Sherlock è fisso sul mio.
“Puoi anche controllare i miei sogni?”
Non mi risponde, ma non credo di avere bisogno di conferme.

Non ho smesso di vederli. Lo so, lo so che ci sono.
Ma per qualche motivo il mio braccio è vuoto, vuoto come la mia mente.
Non sogno più, non faccio nulla.
Solo tengo lo sguardo su Sherlock. Io aspetto.

E poi Sherlock si alza e mi fissa.
“Adesso basta fingere.”
Chiudo gli occhi.
Ascolto e basta.
Dovreste spararci a vista!
Li riapro, così come mi risveglio da Silente.
Una esistenza che nasce e muore in uno sguardo.
Osservo i nostri nemici.
Anche se ho accettato di essere come loro, nella realtà non li comprendo.
Colui che conosco come Sherlock ha ragione.

“Ho solo dimostrato ciò che posso fare.”
Lo guardo.
“Cioè?”
Il sorriso si fa più ampio.
“Tutto.”

Note: Visto che mi hanno fatto notare che è un po' difficile spiego cosa succede.
John e Sherlock sono Silenti, semplicemente stavano facendo degli esperimenti sulla percezione degli umani nei loro confronti.
Oppure stavano sognando di essere umani.
Magari anche i Silenti lo fanno.