No
more words
Osservi
nella penombra il suo corpo nudo, avvolto nel sottile
lenzuolo di lino beige, e, seduto su una sedia accanto al letto, ti
ritrovi a
pensare.
Sapevi, hai
sempre saputo, che ciò che è avvenuto la notte
scorsa era inevitabile, fin dal principio. Otto anni prima, ti sei
detto che
saresti ricorso ad ogni cosa- sesso compreso – per
controllare e manipolare
quella poliziotta irreprensibile; poi, però, è
successo qualcosa di
inaspettato, di cui mai e poi mai avresti tenuto conto, ed è
accaduto talmente
lentamente che tu stesso non ti sei reso conto di cosa fosse accaduto
fino a
che non è stato troppo tardi per potersi fermare, per
tornare indietro.
Ti sei
affezionato a lei – prima come amica, poi come
famiglia surrogata, fino al desiderio, celato ai più, a
lungo anche a te stesso
– di essere qualcosa di più per lei; ti sei
lasciato stregare da quella donna,
le hai permesso di impossessarsi di tutto ciò che eri, di
rubarti una parte di
te, ti ha reso suo, cuore anima mente.
Desideravi-
desideri ancora- farle perdere il controllo,
farle capire che nella vita c’è di più,
c’è altro, ed è quello che tu vuoi
essere per lei, quel più, quell’altro, desideri
che lei sia tua come tu sei
suo.
La osservi,
così tenera, fragile, delicata, piccola…. Una
preziosa bambolina di porcellana, l’opposto della donna che
si è sempre imposta
di essere nelle ore di veglia, quando tutto e tutti le danno addosso,
pronti a
giudicarla; sorridi mesto e rigiri l’anello che ancora
risiede sul tuo anulare
sinistro, e lanci intensi sguardi prima all’uno e poi
all’altra, sospirando.
Ti chiedi se
le dia fastidio, sapere e vedere che ancora
porti la promessa di amore eterno fatta – e ricevuta- da una
donna che ti ha
lasciato, per sempre, da ormai quasi dieci anni. Sai benissimo che
parte di lei
ne è turbata, sebbene non lo ammetterebbe mai ad alta voce,
per timore di
ferirti o allontanarti, ma tu sai, perché
nell’attimo in cui i vostri corpi si
sono uniti uno all’altro, le vostre dita si sono
intrecciate a saldare
ulteriormente quel legame, e lacrime traditrici hanno
lasciato i suoi
occhi quando il freddo metallo ha sfiorato la sua bruciante pelle- tu
le hai
baciate via tutte, cancellandole dal suo bellissimo viso.
Non porti
l’anello per fedeltà ad Angela- non sei
così
disperato da credere di aver tradito una donna morta da quasi un
decennio – e
non è nemmeno più per allontanare potenziali
predatrici- a molte donne poco o
nulla importa che la loro potenziale ultima preda sia sposata o meno.
Si tratta di
fedeltà alla tua promessa. Fino a che avrai
quell’anello, ti ricorderai, saprai, di dover lottare, andare
avanti, fino a
che John il Rosso sarà ancora libero.
Libero,
ridacchi al pensiero mentre di nuovo guardi Teresa;
vorresti dirle che sei passato “fino a che
sarà vivo” a “fino a che sarà
libero” per una qualche epifania, ma non
è così (puoi limitare ciò che
sei per lei, ma non cambiare, non del tutto, non nel profondo);
semplicemente,
ti sei reso conto che, visto l’esito del tuo ultimo,
fallimentare piano per
fermare una volta per tutte John il Rosso, lavorare da solo
non è
un’opzione. ti serve il loro aiuto per farlo, e se
vuoi quell’aiuto, sai
di dover giocare secondo le loro regole- puoi accettarlo, soprattutto
se la
contropartita è che tu e Teresa vi apparteniate ora cuore
anima mente e corpo.
Nel letto,
Teresa sussulta, agitandosi nel sonno,
svegliandosi poi irrigidita, occhi sbarrati, il respiro mozzato in gola
da un
singhiozzo che minaccia di farsi vivo con prepotenza esplosiva quando
con una
mano tasta l’altro lato del letto, vuoto freddo abbandonato;
tu, alle sue
spalle, non vedi, tutto, ma sai, conosci
il suo pensiero, poche parole che si ripetono silenziose dentro di lei
come un
mantra, ancora e ancora e ancora… mi
ha
usata, mi ha abbandonata, è stato solo sesso, non gli
importa di me, non mi
ama, sono solo un rimpiazzo, non lo vedrò mai
più, ho rovinato tutto…-
Il tuo
sguardo si colma di tenerezza per quella donna, tenera,
fragile, delicata, piccola, una
preziosa bambolina di porcellana, e sussurrando il suo nome
ti chini verso
di lei, dandole un lento bacio sui capelli corvini, casto ma ricolmo di
significato, ricolmo di passione ma non solo di lussuria.
Si rigira
nel letto, Teresa, e ti guarda; i suoi occhi sono
spalancati, ma in sorpresa, e piange, ma le sue sono lacrime di
speranza e
gioia; ti lasci cadere nel letto e ti accoccoli contro il
corpo
femminile, stringendola così vicina, così
stretta, che potreste passare per un
unico essere, non fosse per il sottile lenzuolo sotto a cui lei
riposava e che
ora divide i vostri corpi.
Non parli,
lasci che siano la tua presenza, il tuo corpo, a
farlo, e ti lasci cullare dal respiro di Teresa, che va via a via
tranquillizzandosi, fino a che entrambi non vi siete assopiti. Il tempo
delle
parole verrà poi, verrà e sarà fino
alla fine dei giorni se lei lo vorrà, e tu
hai intenzione di fare il tutto per tutto perché lei lo
desideri… lo desideri
tanto quanto lo desideri tu.
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