Note
preliminari: questa
one-shot si colloca in un punto particolare della long “Le
lacrime della Fenice”, è un missing moment di una
scena
che non abbiamo vissuto. Qualora, quindi non aveste mai letto suddetta
long, vi sconsiglio di immergervi nella lettura di questa storia.
Qui giace il mio
matrimonio
“Having a baby is like
getting a tattoo on your face.
You really need to be
certain it's what you want before you commit.”
Elizabeth
Gilbert, Eat, Pray, Love
La
fottuta
metropolitana era piena di gente, tutti stretti come sardine, come se
la nebbia fitta e il vento gelido non fossero già abbastanza
fastidiosi. Perché prendere i mezzi pubblici se sei una
strega,
vi chiederete voi. Beh, la risposta è semplice, se sei
incinta e
non vuoi dirlo a tuo marito, allora cerchi di posticipare il ritorno a
casa il più possibile (1).
Un ragazzino
con gli auricolari mi urtò nel tentativo di avvicinarsi alle
porte scorrevoli senza creare scompiglio.
«
Scusi, signora » borbottò.
Signora? Ho
venticinque anni, mica quaranta!
D’altronde
ben
presto avrei avuto un bambino, giusto? Ingrasserò di
cinquanta
chili in sei mesi, comincerò a mangiare alimenti che prima
mi
avrebbero fatto solo ribrezzo e inizierò a trattare mio
marito
come un Elfo Domestico; da lì a diventare una vecchia
racchia
scorbutica il passo è breve, meglio che mi abitui a essere
chiamata “signora” alla svelta!
Il segnale
acustico della
chiusura delle porte rimbombò nell’abitacolo
silenzioso e
io mi chiesi ancora una volta come Blaise avrebbe preso la notizia.
Come avrei reagito io al posto suo? Male.
Beh, in
effetti non
è che qualche ora prima, nello studio di Hermione, avessi
fatto
i salti di gioia… sarei in grado di comprendere
perfettamente
mio marito se non volesse più vedermi.
Una
senzatetto mi
passò a fianco, l’odore di sudore e di sporco
raggiunse le
mie narici qualche istante dopo provocandomi un attacco di nausea
tremenda. Una ragazzina si accorse della mia reazione e si
alzò
per cedermi il posto, in viso quell’espressione servizievole
che
i bravi genitori insegnano ai bambini. Rifiutai con un cenno del capo e
me la filai in fretta, uscendo alla fermata successiva.
La panchina
del parco era
gelida, l'aria fredda e il vento impetuoso sferzavano il mio viso e mi
sembrava di essere colpita da mille lame ghiacciate. Il sollievo alla
mia nausea era stato immediato, anche se il tormento che sentivo non
accennava a diminuire.
E dire che
di cose
stupide nella vita ne avevo fatte parecchie, la prima era stata quella
di chiedere al mio migliore amico di sposarmi a soli diciannove anni;
la seconda quella di accettare, invece, la proposta di Blaise. Non che
mi fossi mai pentita di averlo fatto, s’intende, ma a volte
mi
capitava di domandarmi se non gli avessi rovinato la giovinezza
inconsapevolmente. Certo, se fossi riuscita miracolosamente a evitarlo
in precedenza, di sicuro avrei raggiunto lo scopo con questo bambino in
arrivo.
Merlino! Un
bambino! Come sarebbe cambiata la mia vita con un bambino?
Ma
soprattutto, cosa ne sarebbe stato del mio matrimonio?
Cercai di
chiudere la
porta di casa nel modo più silenzioso possibile, mi tolsi le
scarpe lasciandole all’ingresso, camminai furtivamente, ma
non
servì a un dannato accidenti.
<<
Dove sei stata? >>
Dio(2)! Ma
come diavolo riusciva quell’uomo ad arrivarti alle spalle
senza che ne nemmeno te ne accorgessi?
<<
Io? >>
chiesi, fingendo noncuranza e cercando di non palesare la mia sorpresa
<< A fare un giro, sono stata a Londra da Hermione
>>.
Un
consiglio: quando
tentate di nascondere qualcosa a un marito italiano molto attraente
girarsi a guardarlo non è una mossa intelligente. Era troppo
bello quel giorno e i maledetti ormoni cominciarono a zompettare tutti
felici già solo osservando i suoi occhi blu come il mare; mi
riproposi di non piangere, ma non ci riuscii. Tempo tre secondi e la
povera camicia di sartoria che gli avevo regalato a Natale venne
bagnata da copiose lacrime, mentre Blaise mi stringeva a sé.
<<
Cosa c’è, mia cara? >>
Mia cara.
Per quanto
tempo sarei rimasta la sua cara dopo che avesse scoperto la mia
gravidanza? Vedevo già la tomba di marmo bianco: “
Qui
giace il matrimonio perfetto dei coniugi Price-Zabini; ci eravamo tanto
amati, ma in tre siamo troppi”.
Fu allora
che cominciai a
singhiozzare. Non mi ero mai resa conto di quanto la mia vita fosse
perfetta, l’avevo data per scontata, a volte avevo anche
rimpianto le occasioni perdute con il matrimonio: come la
possibilità di innamorarsi di nuovo, mangiare una montagna
di
gelato perché sei stata mollata, rimorchiare uno sconosciuto
in
un bar e sentirsi bella… quanto si può essere
stupidi?
Non avevo nulla da rammaricarmi, nulla che mi sarebbe mancato
seriamente, nulla tranne quello che già possedevo. E
all’improvviso pensai alle domeniche pomeriggio passate
abbracciati sul divano, alla cioccolata calda dopo una giornata di duro
lavoro, alle risate, alla complicità e all'amore tra due
persone
che non hanno segreti l’uno per l’altra, e mi
accorsi con
nostalgia che tutto questo mi sarebbe mancato e che presto
l’avrei perso, senza nemmeno aver avuto
l’opportunità di apprezzarlo.
Strinsi
forte la camicia di Blaise, affondando la testa nell’incavo
del suo collo; odorava di casa, di famiglia, di noi.
Avrei dovuto
dirglielo,
durante il viaggio di ritorno in metropolitana avevo stabilito di
aspettare il momento migliore, di temporeggiare ancora un
po’, ma
in realtà prima mi fossi tolta il pensiero, più
facilmente avrei scongiurato l'ipotesi che mi lasciasse. In fondo non
è che l’avessi fatto da sola quel bambino, giusto?
La vocina
della mia
coscienza però, mi ricordò che le bugie avevano
le gambe
corte, anche quelle che racconti a te stessa.
In quel
momento il trillo del telefono si levò acuto
nell’ingresso del maniero.
Salvata
dalla campanella!
Ok, forse, e
dico forse,
quella gravidanza non era stata poi così
improvvisa…
c’era la remota possibilità che io sapessi
esattamente
cosa stavo facendo.
A dire tutta
la
verità, perché preoccuparsi di essere abbandonata
dal
marito se la gravidanza non è colpa vostra? Non ce
n’è motivo, giusto? Lui di certo è in
grado di
comprendere e di accettare l'ineluttabile destino.
E se invece
la colpa fosse tutta vostra?
Sì,
perché,
in realtà io sapevo alla perfezione di quante settimane
fossi in
ritardo senza alcun bisogno di ricorrere ai test Babbani o di chiedere
la consulenza di Hermione; succede quando smetti di prendere i
contraccettivi.
Era accaduto
due mesi
prima, una sera come tutte le altre, poco prima di Natale. Ricordo di
aver mirato la boccetta di pozione a lungo, senza nessun motivo
apparente, solo riflettendo sulle infinite conseguenze di una minuscola
azione. Ammettere di volere un figlio, anche solo nella mia mente, mi
appariva stupido e volgarmente plebeo. Ero nobile, benestante, ben
accasata, colta; diamine, ero pure una Strega! Perché
desiderare
altro? Mi era stato insegnato che nulla importava più di se
stessi, e io ero realizzata; una donna in carriera con un gran
“manzo” italiano come marito, e allora
perché quel
vuoto?
C’erano
giorni in
cui mi soffermavo a guardare il giardino della villa per ore,
auspicandomi di riempirlo di risate, di pianti, di urla. Potevo stare
settimane intere senza pensarci nemmeno un secondo e credere finalmente
di essere guarita da quella strana malattia, ma poi mi ritrovavo a
guardare Blaise negli occhi e desiderare di vederli riflessi in un
piccolo visino e mi rendevo conto che non esisteva cura al mio male.
Così
quella sera
di Dicembre avevo fissato la provetta verde smeraldo per
un’ora
prima di farla cadere a terra e vederla infrangersi sul pavimento in
marmo di Carrara della camera da letto.
Era questo
che avrei
dovuto confessare a Blaise una settimana prima, quando il maledetto
telefono aveva squillato e lo stramaledettissimo Potter aveva chiamato
a raccolta tutto l’Ordine. Ma poi avevo avuto
un’ulteriore
scusa per tergiversare, che per me voleva dire crogiolarmi nella colpa
e nella depressione.
Quella
mattina stavo
bevendo una tazza di tè nero, era sabato e credo stessi
osservando sovrappensiero l’immagine di una coppia sorridente
sulla Gazzetta del Profeta, lui le teneva una mano sulla spalla e
l'altra sull’enorme pancione, annunciavano l’arrivo
del
loro primogenito.
«
Insomma? Che ha detto Hermione? »
Alzai gli
occhi dal
quotidiano per incontrare quelli di Blaise, che si stava accomodando
per fare colazione proprio in quel momento.
«
Mh? »
«
Hermione, sei
andata a trovarla settimana scorsa, giusto? Poi non abbiamo
più
avuto modo di parlarne, cosa ti ha detto? » ripeté
lui.
In quel
momento andai nel
panico. Che mi aveva detto Hermione? Insomma, a parte il fatto del
‘Sai una cosa? Non stai male, sei incinta!’, non
credevo di
aver ascoltato una sola sillaba.
«
Le solite cose
» risposi, abbozzando un sorriso. « Bla, bla, la
mia vita
fa schifo, Draco Malfoy non mi ama… »
Lui rise.
« Si beh,
Draco è inevitabilmente parte di ogni discorso che esce
dalla
bocca di quella ragazza, e viceversa, naturalmente! Chissà
se se
ne accorgono! »
«
Ma certo che non
se ne accorgono! Sono talmente orgogliosi che anche ammettere di essere
ancora innamorati l’uno dell’altra dopo anni
sarebbe una
vittoria non indifferente! » affermai.
«
Sì, beh,
comunque non intendevo dire quello » proferì lui,
accompagnando le parole con un gesto secco della mano « io
volevo
sapere cosa ha detto del bambino ».
Alla parola
bambino mi bloccai. La tazza cadde a terra frantumandosi in mille pezzi
e io mi voltai verso mio marito, sconvolta.
«
Ba-bambino? Che Bambino? » balbettai.
Blaise
pareva calmissimo,
continuava a guardarmi con quell’espressione indecifrabile,
tra
il serio e il faceto, che di solito mi mandava su tutte le furie.
«
Quello che porti
in grembo da due mesi » replicò. «
Quello di cui non
trovi il coraggio di parlarmi; nostro figlio, Elaine. »
«
Cosa? È ridicolo! Io non ti ho tenuto nascosto
nessun… »
«
Oh, per favore! » mi interruppe « Non provare a
negarlo, lo so da mesi! »
Silenzio.
Rimanemmo a
fissarci per parecchi istanti, non sembrava arrabbiato, solo
determinato a farmi cedere.
«
Ok, va bene! Lo ammetto, sono incinta di due mesi! »
Blaise
incrociò le braccia al petto e riprese a guardarmi. Strano,
mi aspettavo che svenisse.
«
E...? » incalzò.
«
E basta! » urlai io esasperata.
«
No, no, non basta! Sei incinta di due mesi e… »
E fu allora
che il vaso di Pandora si aprì.
«
SONO INCINTA DI
DUE MESI E VOLEVO UN BAMBINO DA TE COSÌ TANTO DA SMETTERE DI
PRENDERE I CONTRACCETTIVI SENZA DIRTI NULLA! » gridai,
rimanendo
senza fiato.
Blaise fece
un passo nella mia direzione.
«
Hai visto? Non era poi così difficile… »
«
Col cavolo che
non lo era, brutto pezzo d’imbecille senza cervello!
» lo
bloccai. « Hai idea di come ci si senta, eh? Volevo un
figlio! Ti
rendi conto? Come se alla mia vita mancasse qualcosa, come se tu non mi
bastassi più! Mi sento talmente in colpa che sospetto che
questo
bambino nascerà menomato! » proferii arrabbiata.
«
In colpa? Per cosa? » chiese lui.
Scherzava,
vero? Cosa significava per cosa? Per il benedetto bambino, era ovvio,
stavamo parlando di quello!
«
Hai qualche
problema? Ti ho appena confessato di aver tramato alle tue spalle per
rimanere incinta e tu non mi incolpi di nulla? »
«
Sì, beh,
non è che tu abbia confessato nulla in realtà, io
sapevo
già tutto » asserì con un ghigno.
Già,
pensai all’improvviso, come diamine fa a sapere
già tutto?
«
Sapevi tutto? »
Lui
annuì. «
Non farmi ridere » continuò poi, alla vista della
mia
espressione stralunata « come se non fossi sempre tu quella
che
si voleva sposare di nascosto il miglior amico gay! Ho imparato molto
da quella lezione, sai? Ho imparato a tenerti d’occhio!
»
Lo guardai
bene, le mani
infilate nelle tasche dei jeans, la camicia stropicciata, i capelli
scompigliati, l’espressione fiera. Che si fosse torturato
tutta
la mattina per decidere se affrontarmi?
E la Serpe
in me vide un’opportunità.
«
Perché sei nervoso? » domandai, alzandomi e
finalmente andandogli incontro.
«
Nervoso? Io non
sono nervoso! » e si tradì. Fu un leggero
movimento della
mano, la strinse e la rilassò, il tutto durò solo
pochi
secondi, ma io lo vidi.
Tutto
divenne
improvvisamente più chiaro. Come diamine avevo fatto a non
accorgermene prima? Erano veramente due mesi che non osservavo mio
marito?
«
Da quant’è che trucchi la mia pozione
contraccettiva, bastardo? »
Non rispose,
ma
alzò gli occhi per incontrare il mio sguardo accusatorio e
restammo così, in silenzio a fissarci con una nuova
consapevolezza: questo bambino era più desiderato di
qualunque
altro.
«
Merlino, Blaise, di quanti mesi sono? » sbottai esasperata.
«
Sospetto di quasi tre. »
Sono certa
che vogliate
conoscere i particolari piccanti della nostra riconciliazione, compresi
quelli della misteriosa sparizione del barattolo di deliziosa crema di
nocciole e cioccolato, ma sono una contessa e non mi abbasserei mai a
tanto! Solo… ecco, tenete presente che essere incinta di tre
mesi dà una certa svolta alla vostra vita sessuale.
«
La prossima volta, promettimi che me ne parlerai » lo sentii
sussurrare tra i miei capelli.
«
E tu? Me ne parlerai? Da quant’è che vuoi un
figlio, Blaise? »
«
Con te? » rise. « Dal primo istante in cui ti ho
vista. »
Ci furono
altri silenzi, altri baci, altri sospiri e dopo un tempo infinito, fui
sorpresa nel sentirlo parlare.
«
Dovremmo dirlo agli altri? »
Alzai un
sopracciglio e mi girai a guardarlo.
«
Oppure potremmo rimandare l’annuncio e sfruttare la
situazione per risolvere un altro problema » suggerii.
«
Cioè? » chiese.
«
Draco e Hermione. » (3)
«
Ti ascolto. »
_________________________________
Un
ringraziamento speciale va a Stregabuffyna
che ha betato questa one-shot con estrema pazienza e
a Nausikaa87
che mi ha aiutato con la trama e i personaggi e continua a farlo sempre.
NOTE:
1.
La storia
si colloca, come è ovvio, durante i primi tre capitoli di
“Le Lacrime della Fenice”, quello in cui Hermione
dà
la lieta notizia a Elaine e, più avanti, quello in cui
Elaine
mente dicendole che Blaise ancora non sa nulla della gravidanza.
2.
Ricordo che Elaine è Nata-Babbana, quindi
è logico
che utilizzi anche delle espressioni non-magiche.
3.
Sì, so che ne volete sapere di più, ma le
risposte alle
vostre domande saranno nel capitolo dodici di “Le Lacrime
della
Fenice”, per ora godetevi questa storiella.
Come
sempre, mi trovate QUI.
Alla prossima con
il capitolo 11 (in betaggio) !
LyliRose
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