Devotion
-Ti hanno
licenziato?-
Una domanda
che detta così, sembrava quasi non valere nulla. Ma, in
realtà, prevedeva l’esodo di una situazione
alquanto scoraggiante.
-No. Senti
è… è solo un congedo.
È… è temporaneo-, affermò.
Peccato che
l’incertezza nella sua voce smascherava bellamente le reali
emozioni che stava provando.
Ed essendo
–purtroppo dovevo ammetterlo- un ragazzo acuto
sapevo captare le diverse sfumature.
-Hanno detto
che è temporaneo o…-
Neanche il
tempo di concludere la frase, che arrivò la risposta, secca
e d’effetto.
-Veramente
no…-, quasi a voler puntualizzare il fatto che ti stessi
prendendo in giro tu stesso, caro papà.
La
verità era ineluttabile e tremendamente triste.
Ed eccola,
la sensazione di sentirsi un verme.
-Ma…
va bene. Non preoccuparti di questo. Ehi, andrà tutto bene-.
Sì,
facile a dirsi. Cos’era, una specie di gara a chi si
convinceva meglio? I sensi di colpa erano abbastanza efficaci quando si
rimuginava a lungo sulle malefatte che io, Stiles Stilinski, avevo
compiuto nella mia breve esistenza.
-Papà-.
C’era
una cosa che mi premeva abbastanza.
Si
voltò, abbastanza amareggiato. Se prima aveva cercato di
nascondere sé stesso dietro una malcelata sicurezza, adesso
ero certo che fosse crollata in frantumi, non più necessaria.
-Non
capisco.- decretai, sovrappensiero.
–Perché… perché non sei
arrabbiato con me?-, era così difficile comprendere la
psiche degli adulti. Possibile che riuscisse a mantenersi calmo dopo
che, per colpa mia, aveva perso -ancora- una delle cose più
importanti della sua vita?
-Non lo so-,
un sussurro che mi lasciò sorpreso per qualche istante.
Ma prima che
potessi replicare con qualunque altra cosa riprese, guardandomi negli
occhi: -Forse non voglio stare peggio di quanto già non stia
per… per aver urlato dietro a mio figlio- concluse, e lessi
nel suo sguardo la sincerità delle sue parole.
Perfetto,
una frase del genere era ciò che non mi sarei mai aspettato.
Ma purtroppo l’unica capace di rendere i miei occhi
estremamente lucidi.
Per questo
ciò che seguì la discussione appena avuta fu solo
un pesante silenzio e la schiena del mio unico genitore che si
allontanava verso il garage. Il quale si chiuse poco dopo in maniera
inesorabile.
Rimasi
impalato lì per quelli che parvero minuti ma di sicuro non
furono neppure dieci secondi. Non avevo fretta?
Non ne ero
più molto sicuro. Era tutto così maledettamente
difficile: la storia di Scott, Jackson-Kanima, Lydia…
-Oh
merda…- imprecai, con la sensazione di dover rientrare
dentro e sistemare il casino di cui era stato vittima anche
l’ammirevole sceriffo Stilinski. In fondo sapevo quando quel
titolo contasse per lui.
Soprattutto
dopo aver compreso che nonostante quello che facevo, la mia esuberante
curiosità, il mio essere propenso alle battute per
affrontare la vita e il mio continuo immischiarmi in cose che non mi
riguardavano… mio padre mi rispettava davvero.
E anche se
l’impulso di chiarire era forte sapevo che la mia missione,
quella sera era un’altra. Se avessi potuto raccontargli la
verità l’avrei fatto. Ma mi bastava il suo
non-sempre-dimostrato “volermi bene” per sentirmi
meno colpevole.
In fondo
bastava crederci.
Note
dell’autrice: 500 parole tonde tonde e la mia prima ff su
Teen Wolf, telefilm che mi ha rapita dall’anno scorso e che,
con la nuova serie, mi ha presa ancor di più! *-*
Che dire?
Amo il personaggio di Stiles e questa scena con il suo papà
(tratta dall’episodio 8 della seconda serie) è
stata una delle poche in cui l’ho visto diverso dal
solito… niente battute, niente esuberanza. Ma anzi una
grossa serietà e tanti sensi di colpa. Come questa, anche la
scena della prima serie in cui si accenna alla mamma di Stiles mi aveva
colpito per la diversità che aveva portato.
Questo mi fa
pensare a quanto è in realtà profondo un
personaggio che la maggior parte delle volte mi fa ridere e porta
quell’aria di comicità indispensabile!
Sperando che
sia piaciuta almeno a qualcuno adesso mi dileguo.
Un abbraccio,
SoraRoxas ^-^
P.s= il
titolo deriva semplicemente dalla “devozione” che
Stiles ha verso ciò che deve compiere per essere
d’aiuto ai suoi amici… è un
po’ stupido forse, ma io lo vedo come l’esempio di
amico che tutti vorrebbero avere!
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