Di
radio, giornate afose ed Elvis Costello.
Sarebbe
esploso. Questo era certo.
Ma ad esplodere non sarebbe stato di certo solo quell'aggeggio a onde
radio.
Assunse un espressione vittoriosa pregustando la testa di lui che
rotolava a terra.
Fu però interrotto da un altro di quegli odiosi sibili di
interferenza.
«Ti decidi a spegnere quell'affare?»
In risposta sentì un'esclamazione stizzita da parte del
biondo.
Sasuke odiava l'estate: faceva caldo.
«Teme! Mi ha fatto sbagliare! Di questo passo non
troverò mai la stazione radio che ti dicevo!»
Oh, giusto. La famosissima stazione radio super trendy che dava in
onda una canzone altrettanto
trendy e moderna.
Chi era poi l'autore?
Ah, si: un certo Elvis Costello. Ma chi lo conosce?
Adesso ricordava perché Naruto era lì, a
smacchinettare con quell'affare.
Da più di due ore.
«La romperai prima che trovi il canale, dobe.» lo
avvisò.
Dopotutto la radio era sua!
«Scommetto invece che la trovo prima che Sakura
torni dallo shopping con Ino!»
«Rimane comunque il fatto che il tempo in cui Sakura torna a
casa non equivale
a quello in cui ci stai impiegando tu per trovare quella dannata
canzone.»
Sasuke odiava l'estate: faceva troppo caldo.
E Naruto era rimasto a bocca aperta.
Wow, pensò, Sasuke Uchiha aveva detto ventisette parole! E
nella stessa frase perlopiù!
«Teme! Ma ti sei sentito?!»
Che cretino.
«Hai detto ventisette parole, 'ttebayo!»
esclamò indicandolo nemmeno fosse Babbo Natale.
«Ventotto,
dobe. E questo
dimostra che sei ancora più stupido di quanto
appari.» lo
avvisò senza troppo peli sulla lingua l'Uchiha.
E cosa fece Naruto?
Mise su il broncio, come i bambini di quattro anni che non ottengono il
gelato.
Allorché Sasuke sbuffò.
E si ritrovò quasi a ringhiare quando si trovò la
faccia
di quell'idiota a pochi centimetri dal naso a fare gli occhioni
dolci e (secondo Naruto) irresistibili.
Sasuke odiava stare con Naruto in estate: perché oltre
all'afa doveva sorbirsi quell'idiota.
Al moro parevano più vomitevoli, quegl'occhi.
Ma Naruto si era messo in testa che, come Sakura lo guardava sbattendo
le lunghe ciglia per vincere una delle tante guerre
del "Si va a cena fuori!",
anche Naruto credeva di poterlo fare per convincerlo a non sbatterlo di
casa.
E se proprio la fortuna non avrebbe avuto null'altro da fare ci
sarebbe anche riuscito, se non per il fatto che Sasuke non era
attratto da uomini, e che quegl'occhi che lo incantavano erano d'un verde limpido.
E non azzurri,
come quelli dell'idiota davanti a lui.
«Guarda che ti soffoco, Naruto.»
Ma vedendo che il suddetto continuava imperterrito ignorandolo (o forse
non aveva capito, chissà?), decise di optare
per minacce più esplicite, conservando ancora per poco la
pazienza.
«Non credo che Hinata mi perdonerebbe se diventasse vedova.»
Naruto assunse un espressione confusa.
«Scollati, Naruto.» sibilò, delineando
quanto fosse sottile il muro che divideva Pazienza da Istinto omicida.
Proprio in quel preciso momento i due sentirono delle chiavi che
giravano nella toppa, e videro Sakura bloccata sulla soglia, indecisa se ridere o allarmarsi.
«Che state facendo?» domandò spostando
lo sguardo dal marito all'amico.
Sasuke si liberò con una spinta della visione orripilante di
Naruto, facendolo cadere per terra, e a piedi nudi si diresse verso la
cucina.
«Abbiamo ancora i coltelli, vero
Sakura?» domandò dalla cucina Sasuke.
Naruto impallidì: ecco questa volta l'aveva fatta grossa.
«Beh si, ma perché- NON CI PROVARE!» esclamò
Sakura avendo capito quello che voleva fare.
Non che Sasuke volesse macchiarsi d'un omicidio; era più che
altro un pretesto
per far squagliare il biondo.
«Farei un favore a Hiashi. Anzi a tutta la famiglia Hyuga, e
sono sicuro, anche ai posteri!» esclamò spazientito
l'Uchiha verso Sakura, che si era appena fiondata in cucina per farlo ragionare.
"May be the face, I
can't forget...
...A trace of pleasure
or regret..."
Naruto fermò i suoi pensieri ascoltando la
canzone, mentre i coniugi Uchiha discutevano sulla sua sorte.
"...She, may be the
beauty or the beast...
...May be the famine or
the beast..."
D'un tratto il suo volto si illuminò.
«Ehi teme! Vieni! É questa la canzone
che ti dicevo!»
L'Uchiha tese le orecchie: lenta, orribile e lagnosa.
Vedendo un Sasuke nero di rabbia varcare la cucina, e puntare dritto a
lui deglutì a vuoto: adesso nemmeno Sakura poteva fare
qualcosa.
Sasuke odiava
l'estate: perché oltre all'afa e a Naruto, c'era sempre
qualcosa di nuovo che rovinava la giornata.
Angolo
dell'autrice:
698
parole. Titotlo compreso.
Okay, é il mio primo tentativo nella sezione
Naruto.
Spero vogliate dirmi la vostra, per sapere
soprattutto se sono OOC, così metterò
l'avvertimento.
L'idea di Elvis Costello mi é venuta senza troppi preamboli:
un canzone che non mi piace? Eccola!
L'autore é il sopra citato come
avete capito, e il titolo è She.
Beh, che dire? Spero sia stata di vostro gradimento!
Tanti saluti, Harley_s.