Qualcosa.

di GCLem
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Io? Me? Il mio essere? La mia anima? Ciò che sono? Risposte vaghe e disconnesse? E poi che sarà? Nulla come tutto, del resto. Ci circondano ammassi di materia, di corpi, di sostanze, di miscugli e di processi che nemmeno comprendiamo. Almeno in parte. Una coscienza per ossa e carne. Un pensiero per ciò che siamo. Cosa siamo? Non servirebbe comunque ricevere risposte sensate per domande affogate nell'ignoranza. Questo è il solito fottuto gioco di pensieri e di parole che regna in me e in voi. Si può giocare o rinunciare quindi assecondare o zittire. E poi? Con questo non ho coinvolto nessuno, me ne rendo conto. E sì? Non ho saputo trasmettere altro che parole indefinite in un discorso troppo elevato oppure troppo infantile. No, infantile no. Insensato, per noi. Un discorso senza fine e con troppe tematiche. Ah. Un discorso che richiede di più, più su tutto. Un discorso che può essere affrontato da tutti, capito da alcuni e sviluppato da pochi. Sempre troppi pensieri. Troppi. Troppa frustrazione e troppa preoccupazione. Per noi con le scarpe di pelle ai piedi. La nostra prima esigenza in assoluto. Ipocrisia! Temi che si scontrano sul senso della vita e fucili in mano a bambini in guerra per un odio incompreso. Si agisce talvolta senza un perché. Le nostre azioni sono così chiare e così giuste che sfiorano l'assurdo. Non mi va di smettere di scrivere. Non ho nemmeno finito. Troppi pensieri.




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