Eccomi
qui con la mia prima fic su Bleach! Il pairing è l'Ichiruki,
quello
che in assoluto preferisco *^* mi è venuta in mente mentre
ascoltavo
la canzone di Christina Perri “A thousand years” e
ho immaginato
che ci fosse come un ballo scolastico e... be' il resto lo lascio a
voi lettori! :D
A
Thousand Years
Ichigo
camminava lentamente guardandosi attorno.
Vide
Inoue che cercava di trascinare Tatsuki a ballare, ma questa
ovviamente avrebbe preferito battersi con il primo che passava che
sottoporsi ad una tortura simile. Sorrise tra sé.
Inoue
aveva un vestito turchese a sirena decisamente appariscente, anche
troppo per i gusti di Ichigo, mentre Tatsuki, al contrario, indossava
semplicemente una minigonna e una maglietta leggermente scollata.
C'era
anche Ishida, con uno smoking bianco, che non faceva altro che
sistemarsi gli occhiali sul naso, imbarazzato, ogni volta che una
ragazza gli si avvicinava.
Chad
era insieme a Keigo, che sbavava dietro ad ogni donzella che
adocchiava, e Mizuiro, sempre in compagnia di una ragazza
più grande
di lui.
Eccoli
lì, i suoi amici.
Vi
chiederete cosa sta facendo Kurosaki Ichigo ad una cosa così
stupida
come un ballo scolastico. Ebbene, se non fosse venuto l'ira dei suoi
suddetti amici si sarebbe fatta sentire. E credetemi, mai nella
vostra vita vorreste vedere Tatsuki Arisawa arrabbiata. Mai.
Poi
vide lei.
Heart
beats fast
colors
and promises
how
to be brave, how can I love when
I’m
afraid to fall
but
watching you stand alone
all
of my doubt suddenly goes away somehow
one
step closer
Una
semplice minigonna perlacea che seguiva ogni movimento delle gambe
sottili e delineate.
Una
semplice maglietta blu di lino, larga, fresca.
Nessuna
traccia di trucco, solo quel sorriso furbo che le irradiava il viso.
Una
mezza coda che le teneva legati solo la parte superiore dei capelli,
tranne quel ciuffo sbarazzino che perennemente le attraversava il
viso.
Così
semplice.
Così
semplicemente bella.
Così
Rukia.
Il
cuore gli martellava nel petto come un martello pneumatico.
Il
respiro era irregolare.
Gli
occhi che si beavano della sua essenza.
Ed
ecco che ancora una volta lo sorprendeva: tutte quelle ragazze con
chili di trucco sulla faccia e vestiti striminziti svanivano di
fronte a lei, senza trucco, senza vestiti firmati,
senza
trampolini al posto delle scarpe.
Svanivano
come l'alba spazza via l'oscurità.
Quell'alba
così bella e luminosa nella sua semplicità.
Time
stands still
beauty
in all she is
I
will be brave,
I
will not let anything take away
what’s
standing in front of me
every
breath, every hour has come to this
one
step closer
Sobbalzò
quando sentì una sonora pacca sulla spalla.
-Ehi,
cos'è quella faccia da pesce lesso? Chi hai visto?- chiese
la voce
di Keigo.
-Nessuno-
bofonchiò Ichigo, distogliendo lo sguardo.
Ma
Keigo aveva capito in che direzione stava sbavando il suo amico.
-Oh!
Ma quella è Kuchiki!- esclamò, poi gli rivolse
un'occhiata
maliziosa -Allora era lei che stavi fissando prima?
-Per
niente! A me non interessano queste cose.
-Certo,
vai a raccontarla a qualcun'altro.
-Di
tutte le ragazze che ci sono perchè dovrei guardare proprio
lei?
-Chiedilo
alla tua faccia da pesce lesso- ribatté Keigo tornando in
direzione
di Mizuiro e Chad.
-Cos'è
quel broncio, Ichigo? Non ti diverti?- chiese una vocina alle sue
spalle.
Ichigo
si voltò e la vide, col suo sorriso sghembo in volto, come a
prenderlo in giro.
-Certo,
non si vede?
-No,
non direi. Vieni a ballare?
-Non
se ne parla neanche.
-Nemmeno
se ti regalo un disegno extra large di Chappy?
-Specialmente
se lo fai.
-Offendi
i miei disegni?
-Come
ti viene in mente una cosa del genere?- chiese Ichigo, fingendosi
sorpreso.
-Stolto!-
gli urlò addosso Rukia, sorridendo, per poi tirargli un
calcio ben
piazzato allo stomaco. Il ragazzo si piegò in due,
maledicendola con
tutte le offese che gli passavano per la testa.
-Faccio
finta di non aver sentito!- ribattè lei, poi lo prese per un
orecchio e lo condusse in mezzo alla pista prima che lui se ne
rendesse conto.
-Stronza!
-Stolto,
lasciati andare e divertiti un po' ogni tanto!
In
quel momento la musica cambiò. Era una canzone lenta,
suonata col
pianoforte, una melodia dolce, di quelle che ti fanno sorridere a
prescindere dal tuo umore. E così fecero Ichigo e Rukia. Si
sorrisero come se fossero stati soli in quella grande sala impregna
di un'atmosfera magica.
-Dai,
vieni qui, cretina- sussurrò Ichigo abbracciandole la vita e
stringendola a sé mentre lei gli circondava il collo ed
entrambi
cominciavano a dondolarsi lentamente sul posto a ritmo di musica.
I
have died everyday waiting for you
Darling
don’t be afraid I have loved you
for
a thousand years, I’ll love you for a thousand more
All
along I believed I will find you
time
has brought your heart to me,I have loved you
for
a thousand years, I’ll love you for a thousand more
Gli
occhi chiusi.
Il
profumo dell'altro.
Un
mezzo sorriso costante sulle labbra.
Una
dolce sensazione di casa, di protezione, di affetto.
La
strana consapevolezza di essere esattamente nel loro posto nel mondo.
Si
stringevano e il mondo spariva.
Esistevano
solo loro, la musica, nient'altro.
One
step closer,one step closer
La
fine della canzone arrivò troppo presto.
Ichigo
le strinse la vita ancora di più, la sollevò e la
fece volteggiare.
Rukia
scoppiò a ridere, alzando le mani verso il soffitto.
E
i loro occhi si incontrarono ancora, sorridenti, caldi, felici.
Erano
lì, fermi in mezzo alla pista che si guardavano mentre le
altre
persone intorno a loro ballavano la canzone successiva.
Ichigo
non accennava a volerla lasciare andare. La teneva ancora sollevata,
perdendosi nei suoi profondi occhi blu. Rukia gli posò le
mani sulle
spalle e continuò a guardarlo, come se non l'avesse mai
visto in
vita sua. Gli posò la mano su una guancia e
l'accarezzò piano.
Fu
un attimo, un battito di ciglia.
Le
loro labbra si sfiorarono.
Non
era chiaro chi avesse baciato chi, ma era successo.
Ma
non bastava, entrambi continuavano a fissare le labbra dell'altro,
col fiato corto. Ichigo si fece coraggio e allungò il viso
verso di
lei fino a soddisfare il suo muto bisogno di Rukia. La fece scendere
piano, attento a non interrompere il bacio e a non lasciarla andare.
Si
separarono e allora, titubanti, imbarazzati e leggermente impauriti,
si guardarono nuovamente negli occhi per leggere le emozioni
dell'altro.
Si
sorrisero ancora.
Non
c'era più bisogno di parole, ma d'altronde, tra loro, non ce
n'era
mai stato.
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