Silenziosa.

di GCLem
(/viewuser.php?uid=197323)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Una discesa impercettibile come il fruscio di granelli di sabbia dentro una clessidra. Cadere dolorosamente nonostante il pavimento di candide piume; e sento la testa scoppiare sotto il delicato peso dell'aria. Intorno è tutto così bianco da rendere la vista sensibile e gli occhi si lamentano e bruciano e protestano. Nessun suono. Eppure percepisco mille batterie e un milione di bassi che risuonano assieme senza alcuna ritmata alternanza. Classico sapore amaro in bocca e l'essenza del nulla nelle narici. Sto scivolando, adesso, e mi sbriciolo al suolo come foglie brune sotto il peso di un passo innocente. Mio carnefice. Guardami sorridere. Accarezza ciò che rimane del mio viso e bacia queste labbra. Schiantarsi al suolo mille e mille volte. Solo per te. No, a causa tua. E ogni volta, una nuova ferita. Dolorante eppure inesistente. Una cicatrice. Perché eviti il mio sguardo? Hai paura di ciò che potresti...capire? Ciò che vedi è come il vuoto. Ci fluttui dentro senza trovare né appigli su cui aggrapparti né un fondo su cui cadere. Risaliamo insieme questa faticosa salita. L'erba secca scricchiola sotto i nostri piedi nudi e il terreno scuro ulula alla luna. Risaliamo insieme questa salita. Per poi scivolare ancora in una silenziosa caduta.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1176288