Appena prima della fine.

di misslittlesun95
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IV.

I mesi passavano, la riabilitazione di Elena andava bene e l'essere ormai fidanzata stabilmente con Fabio l'aiutava davvero tanto.
Tutto pareva andare per il meglio, ormai ancora un trimestre ed Elena sarebbe potuta tornare alla sua vita di sempre.
Non sapeva ancora se avrebbe potuto riprendere a lavorare, non ne era sicura, ma per la prima volta nella sua vita del lavoro non le interessava nulla.
Era giovane, intelligente, sapeva di essere bella, aveva una laurea, in qualche modo si sarebbe guadagnata da vivere anche dopo quell'esperienza poco piacevole.
Luca e Anna si sarebbero sposati dopo la sua uscita dalla riabilitazione, quasi come per festeggiare tutto insieme.
Quella mattina Elena però si sentiva strana. Ormai mancava davvero poco alla guarigione, pochissimo.
Un paio di giorni prima una ragazza in disintossicazione si era sentita male ed era morta prima dell'arrivo dell'ambulanza.
Senza sapere bene il perché, Elena collegava a quel decesso, per tanti motivi assurdo e terribile, la sua angoscia.
La risposta l'ebbe nel pomeriggio, quando Fabio varcò la porta dell'istituto.
- Elena...- Aveva una voce strana, e la donna capì subito che qualcosa non andava, che i suoi presentimenti avevano un senso.
- Fabio hai una faccia? Che t'è successo?-
- Elena ascolta; io ti amo, ma non ce la faccio più a venire qua. Da quando due giorni fa è morta mia sorella, da come in questo maledetto posto me l'hanno ammazzata...- Gli occhi di Elena si riempirono di lacrime. In un attimo capì tutto; chi era la ragazza, perché quella mattina si era sentita tanto strana.
- Vuoi lasciarmi, è così?-
- Voglio prendere una pausa... finché non uscirai di qui... cerca di capirmi...- Elena lo capiva, lo capiva benissimo. Ma una parte di se, quella ancora fragile, quella che aveva più di tutte bisogno di quell'ultimo trimestre di riabilitazione, si sentì morire ascoltando quelle parole.
- Va bene. No, davvero, ti capisco. Ti chiamo io quando esco da qui. Ma, per favore, ricordati che ti amo. - Elena ricacciò indentro le lacrime, non doveva piangere, almeno non davanti a lui.
- Ti amo anche io... scusami...- Fabio la lasciò senza neanche il coraggio di baciarla un'ultima volta, sapeva che l'avrebbe rivista presto.

 

 

La notte era scesa su Roma. Elena non dormiva, era seduta davanti alla finestra e pensava.
Cercava il coraggio, ma non sapeva se quello per andare avanti o quello per fermarsi lì, in quel giorno di primavera.
Si alzò e aprì la finestra.
Un vento leggero l'accolse nel mondo delle ore buie, quelle fatte apposta per i giovani, per il popolo della notte, della felicità.
Erano anni che non sapeva cosa fosse, la felicità.
I piedi sul davanzale li mise insieme facendo un salto.
Chiuse gli occhi e le ripassò tutto davanti; la morte dei genitori, la sparatoria a Genova, Irene morente in quel letto d'ospedale, Marco che spirava tra le sue braccia, Davide che tornava, Davide che rischiava la morte, Davide che moriva davvero.
In fine ricordò ogni dettaglio del giorno in cui aveva provato a togliersi la vita, e non le era mai successo prima di riportare alla memoria così bene quella giornata.
Aprì gli occhi.
Non sapeva se quello giusto o quello sbagliato, ma un coraggio arrivò.
I suoi piedi si staccarono dal freddo marmo del davanzale.





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