Digimon Frontier & Savers: Record of Digital Wars
Una fanfiction di Digimon Frontier e Digimon Savers scritta da: Justice
Gundam
Uff... ora che gli script sono stati vietati, fare la presentazione è
diventato molto più noioso! E va bene, adeguiamoci... allora cominciamo pure!
Eh-hm... a tutti i fan di Digimon italiani, do il benvenuto alla mia nuova
fanfiction, dedicata alle mie due serie di Digimon preferite, Frontier e Savers!
Sono passati un pò di anni per i Leggendari Guerrieri, e le avventure a
DigiWorld ora sembrano solo un bel ricordo del passato... ma, come avrete modo
di scoprire, la grande battaglia contro Lucemon non era che l'inizio!
Infatti, la breve emersione del Satan Mode di Lucemon nel Mondo Reale non ha
lasciato indifferenti certe persone... ed ora, tre anni dopo l'avventura, Takuya
e i suoi amici si trovano invischiati in un nuovo intrigo, che questa volta
coinvolge entrambi i mondi. Ma adesso non è il caso di fare eccessivi spoiler:
lasceremo che tutto si sveli, man mano che la storia andrà avanti!
Una cosa però vi posso dire: questa storia, primo caso tra tutte quelle
scritte da me, sarà un crossover tra due serie di Digimon... Frontier, e
l'ultima ancora inedita sia negli Stati Uniti che in Italia: Digimon Savers!
Quindi, in attesa che questa serie arrivi finalmente nel nostro paese, noi tutti
fan italiani di Digimon avremo la possibilità di conoscere Masaru, Tohma,
Yoshino, Ikuto... e tutti gli altri personaggi che popolano quest'ultima,
bellissima serie! Questo significa, in effetti, che ci saranno spoiler per la
serie Savers, ma solo fino ad un certo punto... infatti, questa fanfiction è
anche un'AU, e gli eventi di Savers si svolgeranno in maniera diversa dalla
serie ufficiale! Quindi non preoccupatevi, se non conoscete la trama di Savers!
Non sarà necessario ai fini della comprensione di questa fanfic!
Come al solito, i personaggi utilizzati non appartengono a me, ma alla Toei, e li sto usando senza permesso e senza scopo di lucro! Credo inoltre che sia giusto avvertire i lettori di un paio di cose. Come immagino saprete già, io uso i nomi originali per i personaggi umani di Digimon. Quindi,
per far orientare meglio chi è abituato ai nomi italiani / americani... Izumi è
conosciuta in Italia come come Zoe, Junpei come J.P. e Tomoki come Tommy. Gli
altri nomi non hanno subito modifiche nella traduzione.
Introdurrò qualche personaggio originale di mia creazione nel corso di questa
storia, personaggi che avranno un ruolo di una certa rilevanza. Di chi si
tratterà, lo scopriremo più avanti. E ancora una volta, come ho fatto per la
storia appena pubblicata di Digimon Tamers, informero alla fine di questo
prologo dei pairings che userò Se non vi dispiace di rovinarvi la sorpresa, c'è
una piccola sezione a fine capitolo. Per favore, indipendentemente da quali
siano le vostre preferenze, non cercate di farmi cambiare idea!
Per finire, vorrei ringraziare la mia amica Fabiana, alias Driger, per avermi
permesso di usare e sviluppare una sua idea che aveva utilizzato nella
fanfiction 'Neo Digimon Adventure'. Mi auguro che il modo in cui questa idea è
stata impiegata sia di tuo gradimento! A questo punto, non resta che lasciarvi
al resto della fanfiction, e augurarvi buona lettura. Aspetto recensioni!
Si parte, ragazzi! BURN UP AND GO!
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Capitolo 1 - Tre anni dopo
Stava correndo.
Continuava a correre ormai da molto tempo, nonostante la stanchezza e il
fiato corto, destreggiandosi in qualche modo tra le larghe foglie degli arbusti
che costellavano il sottobosco nel quale si muoveva. Attorno a lui, solo il
rumore frusciante delle foglie spostate, mentre persisteva nel suo disperato
tentativo di sfuggire a ciò che lo stava inseguendo... come del resto era stata
sua abitudine fin da quando la sua vita era iniziata, appena qualche mese fa.
Non era stato nella tranquillità e nella sicurezza di un Primary Village...
magari tra le ali affettuose di una Swanmon, circondato da tanti altri
cuccioli... i suoi primi ricordi erano stati soltanto i frammenti di un
Digi-Tama violetto infranto, e le fredde gocce di pioggia che battevano senza
pietà sul suo piccolo corpo, trasmettendogli un gelo desolante. E da allora, la
sua vita era stata un'unica, immensa fuga da Digimon di vario tipo, che
sembravano volerlo cancellare per chissà quale motivo...
Lui aveva provato a chiederlo, qualche volta... cosa avevano tutti quei
Digimon contro di lui? Perchè lo odiavano senza averlo neanche mai visto? Lui...
non ricordava di aver mai fatto niente di male... eppure, ad ogni sua domanda,
gli altri Digimon reagivano con rabbia e aggressività, come se la sua ignoranza
fosse stata una colpa. Ed ogni volta, proprio quando sembrava che per lui fosse
la fine... tutto improvvisamente scompariva in un turbinio di luci e rumori che
soffocavano i suoi sensi e la sua coscienza per un periodo di tempo che a lui
sembrava interminabile. E quando finalmente tutto tornava a scorrere, lui si
ritrovava ancora in vita, in un luogo di DigiWorld completamente diverso da
quello in cui ricordava di trovarsi... e del nemico, nessuna traccia. Era sempre
stato come... se l'attacco, la paura, la rabbia che aveva provato per l'odio
ingiustificato nei suoi confronti... fossero soltanto un sogno... e tuttavia, li
sentiva ancora bruciare nel suo cuore e nella sua anima.
Per il resto, nulla rimaneva mai nella sua memoria... e questo mistero lo
aveva assillato al punto che Dorimon ormai si rifiutava anche soltanto di
chiedersene il perchè. Ormai si era rassegnato a quello che, molto
probabilmente, era il suo destino - trascorrere un'esistenza solitaria, in fuga
da Digimon che volevano distruggerlo senza che lui avesse mai fatto niente, fino
all'inevitabile giorno in cui non sarebbe più potuto fuggire, e avrebbe
incontrato la sua fine. Tuttavia, la sua disperata volontà di vivere continuava
a sostenerlo... non si sarebbe arreso tanto facilmente! Il fatto che sapesse
quale era il suo destino non gli avrebbe impedito di opporvisi con tutte le sue
forze!
Muovendosi con circospezione, Dorimon scivolò silenziosamente dietro un
cespuglio, e si guardò attentamente attorno, alla ricerca di eventuali minacce.
Per sua fortuna, sembrava non esserci nessuno in vista, e tutto quello che vide
fu un vasto spiazzo dal terreno ricoperto di muschio, popolato unicamente da
qualche lucciola che danzava a poche decine di centimetri dal suolo. Dopo aver
dato un'altra occhiata per prudenza, il piccolo Digimon, che era simile ad un
tozzo cagnolino con le zampe cortissime, il pelo blu-violetto con una "stellina"
bianca sul muso arrotondato, grandi occhi gialli dalla pupilla nera, e le
orecchie triangolari, mosse qualche passo esitante sul muschio. Attorno a lui,
soltanto la penombra spezzata qua e là da qualche raggio di sole, e il
tranquillizzante verde della foresta... Dorimon stava quasi per tirare un
sospiro di sollievo, credendosi al sicuro...
...quando un'ombra minacciosa apparve all'improvviso sopra di lui, facendolo
sobbalzare per la sorpresa! Con uno scatto, Dorimon alzò lo sguardo e vide una
figura in parte umanoide e in parte bestiale scendere in picchiata su di lui,
brandendo una mazza. Che errore che aveva fatto! Preoccupandosi troppo per i
pericoli che avrebbero potuto nascondersi nella vegetazione della macchia, non
aveva prestato attenzione ai rami sopra di lui! Soltanto i riflessi pronti di
Dorimon lo salvarono, una volta di più, da una brutta fine: riuscì a saltare via
dalla sua posizione proprio un secondo prima che la mazza del Digimon lo
colpisse, ma l'impatto fu comunque sufficiente a fargli perdere l'equilibrio e
farlo rotolare per terra. Si rialzò una frazione di secondo dopo e si acquattò
sul terreno umido, squadrando il Digimon che aveva cercato di piombargli
addosso: si trattava di una scimmia muscolosa ma longilinea, alta un pò più di
un essere umano e ricoperta da una pelliccia gialla che diventava più folta
attorno al collo e alla testa, formando una specie di criniera. Le sole parti
del corpo non coperte erano il muso ringhiante, simile a quello di un babbuino,
le orecchie a punta, i pettorali, le mani e i piedi, ricoperti invece da una
spessa pelle grigia simile a cuoio. Portava un bracciale verde attorno al
braccio destro, un pò sopra il gomito, e un anello dorato all'anulare della mano
sinistra. Qualche segno rosso decorava il muso, gli avambracci, le ginocchia, e
alcuni ciuffi di pelo giallo più scuro che si dipartivano da braccia e gambe del
feroce primate, e tra le mani soppesava con apparente indifferenza una grossa
mazza di legno, resa ulteriormente letale da chiodi di metallo. Un Apemon,
riflettè tra sè Dorimon. Un Digimon scimmia che di solito non era così
aggressivo...
Ma con quello che stava accadendo di recente nel Mondo Digitale, non c'era da
stupirsi che anche il Digimon più pacifico diventasse pericoloso e
aggressivo...
Emettendo una serie di ringhii che potevano suonare come una risata, Apemon
si erse in tutta la sua statura e cominciò ad avanzare minaccioso verso Dorimon,
sollevando ancora una volta la sua mazza. Non serviva un genio per capire che
era ben deciso a porre fine alla breve vita del Digimon più piccolo...
"Finalmente ti ho trovato..." mormorò con ferocia, squadrando la sua preda
con soddisfazione. "E ora, piccoletto, è il momento di cancellarti. Nulla di
personale, davvero! E' solo che ho degli ordini a cui devo obbedire!"
Dorimon indietreggiò, stringendo i denti. Allora la sua fine era giunta?
Proprio quando credeva di essersi salvato almeno temporaneamente? No, non poteva
lasciare che andasse così! Non sarebbe stato cancellato in questo modo, avrebbe
lottato fino allo stremo delle sue esigue forze per sopravvivere. Come avrebbe
fatto lui, un piccolo In-Training, a sfuggire alle grinfie di un Champion, non
lo sapeva... ma qualcosa doveva tentare!
"Io..." rispose Dorimon. "Io... non mi lascerò uccidere così... prima voglio
sapere... perchè ce l'avete tutti con me? Che cosa vi ho fatto io di male per
meritarmi questo? Non ricordo di aver mai offeso, insultato o aggredito
nessuno!"
Il sogghigno di Apemon si trasformò in una smorfia di disprezzo. "La tua
stessa ESISTENZA è un insulto alla razza dei Digimon, piccoletto! Tu sei una
cosa che non avrebbe mai dovuto esistere, oltre che un ostacolo al nostro grande
progetto, e tutti i miei fratelli e i miei superiori vogliono correggere questo
errore distruggendoti!" rispose, continuando ad avvicinarsi. Dorimon fece un
altro passo indietro, preparandosi allo scontro inevitabile... e sentendo
crescere in sè quella familiare rabbia nei confronti di tutti coloro che lo
avevano condannato fin dalla sua nascita, senza che lui avesse mai fatto
niente...
La rabbia... il desiderio di vendetta... la disperazione... tutti sentimenti
che lui conosceva bene, e ai quali tuttavia non si sarebbe mai abituato...
Dorimon continuò a squadrare Apemon con odio, mentre quest'ultimo sollevava la
mazza e si apprestava a colpire...
All'improvviso, successe qualcosa: la vista di Dorimon si annebbiò... i
contorni degli oggetti sfumarono... e tutti i colori iniziarono gradualmente a
svanire, sostituiti da un pericoloso rosso sangue che ben presto coprì l'intera
visuale del piccolo Digimon...
Poi, tutto divenne nero...
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Ma mentre il Mondo Digitale, solo tre anni dopo la sconfitta del tiranno
Lucemon da parte dei Leggendari Guerrieri e di Susanoomon, era nuovamente in
subbuglio, la vita sulla Terra proseguiva secondo i suoi ritmi. A Tokyo, nel
quartiere di Shibuya, un pomeriggio d'autunno come tanti altri aveva appena
visto la fine delle lezioni per gli studenti del primo anno di un liceo del
quartiere alla moda, annunciata da quattro rintocchi di campana. Gli studenti di
una delle aule al piano terreno si alzarono quasi subito dai loro banchi, felici
di potersi finalmente godere il weekend in santa pace, e cominciarono a
raccogliere le loro cose ed infilarle negli zaini con ordine, ma al tempo stesso
non vedendo l'ora di uscire di lì.
"Sigh... e va bene, ragazzi, le lezioni per questa settimana sono finite!"
sospirò il professore, interrotto proprio durante la spiegazione di un teorema a
suo parere molto interessante. "In questo weekend, cercate di ripassarvi quello
che abbiamo fatto oggi... e quanti di voi abbiano il compito di recupero, si
ricordino di guardarsi bene tutti gli argomenti, se vogliono rimediare!"
"Va bene, sensei!" risposero all'unisono gli studenti, mettendosi
sull'attenti e facendo un inchino quasi ad angolo retto, che l'insegnante
ricambiò con uno meno profondo prima di uscire dalla porta. Per quanto queste
fossero le parole degli studenti, era fin troppo chiaro che per molti di loro
non corrispondevano alle loro reali intenzioni, in particolare per un certo
quattordicenne castano di nostra conoscenza...
"Aaaah, finalmente è arrivato il weekend! Questa settimana è stata davvero
una barba!" esclamò Takuya Kanbara, quattordici anni da poco compiuti,
stiracchiandosi, mentre attorno a lui gli altri alunni raccoglievano i loro
zaini e si dirigevano verso l'uscita. "Finalmente, una giornata in cui
rilassarsi e non pensare a compiti, teoremi, e altri problemi scolastici!". Con
queste parole, il ragazzino rimise a posto il suo banco e controllò la cartella
per assicurarsi di non aver dimenticato niente.
Takuya Kanbara non era cambiato moltissimo come aspetto fisico negli ultimi
tre anni: certo, ora era più alto, ma i suoi scompigliati capelli castani scuri,
accompagnati da occhi dello stesso colore, la sua aria allegra e il suo modo di
vestire un pò stravagante (almeno fuori dall'ambiente scolastico, visto che in
quel momento indossava la divisa rosso-violetta con scarpe da interno del suo
istituto...) erano rimasti gli stessi, e dava ancora l'impressione di un
ragazzino vivace e determinato, come del resto era... ma comunque, uguale a
mille altri ragazzi della sua età. Certo, nessuno avrebbe mai immaginato,
guardandolo così, che Takuya fosse stato protagonista di una grande,
straordinaria avventura in un mondo infinitamente vicino e infinitamente
lontano, e di una lotta disperata contro le forze del Male...
Ebbene sì, era proprio così! Tre anni prima, Takuya aveva ricevuto un
misterioso messaggio sul suo telefonino, proprio mentre si apprestava a
festeggiare il compleanno del suo pestifero fratellino Shinya, che gli chiedeva
se voleva 'iniziare il gioco'. Annoiato, e per certi versi curioso di sapere di
cosa si trattasse, il ragazzino aveva risposto di sì, e aveva ricevuto
istruzioni di recarsi alla stazione dei treni di Shibuya. Una volta arrivato lì,
era riuscito appena in tempo a salire su uno strano treno che partiva da un
binario segreto sotterraneo, assieme ad altri tre ragazzi che avevano ricevuto
lo stesso messaggio: la bionda ed energica Izumi Orimoto, il piccolo Tomoki Himi
e il simpatico (anche se all'inizio non troppo socievole) Junpei Shibayama.
Quello strano treno, che in seguito si era rivelato essere una strana creatura
chiamata Trailmon, li aveva portati in un fantastico mondo, che Takuya non aveva
visto neanche nei suoi sogni: DigiWorld!
Lì, i ragazzi avevano conosciuto quelle che sarebbero diventate le loro guide
ed inseparabili amici: il saggio, anche se un pò brontolone, Bokomon e lo
svampito Neemon, due Digimon che li avevano messi al corrente della loro
missione: loro, assieme a numerosi altri ragazzi della loro età, erano stati
chiamati a DigiWorld per diventare i Leggendari Guerrieri e sconfiggere i
Digimon malvagi che minacciavano di distruggere quel meraviglioso mondo. Grazie
ai Digi-Spirits, ognuno di loro avrebbe acquisito l'abilità di trasformarsi in
un Digimon e combattere... e Takuya aveva ricevuto lo Human Spirit Agunimon, e
più avanti il Beast Spirit BurningGreymon, e lo Hybrid Spirit Aldamon!
Nel corso del loro viaggio per DigiWorld, Takuya e i suoi compagni avevano
avuto modo di fare nuove conoscenze, accogliere altri Leggendari Guerrieri nel
loro gruppo, e incontrare altri due preziosi compagni di viaggio: il solitario
Kouji Minamoto, il Digiprescelto possessore degli Spirits della Luce, e il suo
tranquillo fratello gemello Kouichi Kimura, detentore degli Spirits delle
Tenebre. Certo, l'incontro con quest'ultimo era stato... rocambolesco, per usare
un termine riduttivo... ma alla fine, il gruppo dei sei ragazzi era riuscito ad
affrontare numerosi nemici terribili, e ne era sempre uscito più forte e più
determinato: dai quattro (anzi, cinque, se contiamo anche Duskmon...) Leggendari
Guerrieri corrotti, al demone Murmuxmon e ad Ornismon, a Kerpymon... per finire
con il vero burattinaio che tirava i fili di tutti - Lucemon, il capo dei sette
Grandi Signori dei Demoni, un angelo caduto dotato di poteri incommensurabili
che voleva distruggere DigiWorld e il Mondo Reale per ricrearli a suo piacimento
e dare vita ad un tirannico nuovo ordine! Non era stato facile affrontare lui e
i suoi Cavalieri Reali, il violento Dynasmon ed il perfido Crusadermon... ma
alla fine, grazie all'eroico sacrificio di Kouichi / Loweemon, e all'apparizione
di Susanoomon, il potentissimo Digimon nato dall'unione di tutti gli Spirits, le
forze del Male erano state sconfitte proprio mentre già assaporavano la loro
vittoria finale, e DigiWorld era stato ripristinato! Era stato un lieto fine per
tutti... e ognuno era tornato a casa portandosi nel cuore preziosi insegnamenti
di vita.
Sì, Takuya poteva a buon diritto dire che il tempo passato a DigiWorld gli
aveva fatto capire molte cose, e lo aveva aiutato a maturare come persona: era
riuscito a temperare il suo carattere impulsivo, e fargli capire l'importanza
dell'amicizia, del gioco di squadra, e a non arrendersi mai davanti alle
avversità!
"Beh, adesso vediamo che cosa fare di questi due giorni... intanto, ora devo
tornare a casa a sbrigare due faccende..." mormorò Takuya, sgranchendosi un
braccio e volgendo lo sguardo verso uno dei suoi compagni che era rimasto in
classe con lui. "Hey, Masaru, di solito sei il primo ad uscire! Hai qualche
programma per il weekend?"
L'altro ragazzo, che era rimasto seduto al suo banco a riguardarsi alcuni
appunti con espressione irritata, alzò lo sguardo verso Takuya e sospirò. "Sì,
purtroppo... i prof me l'hanno organizzato per bene, il weekend!" ribattè acido,
tamburellando con un dito sul banco mentre si sorreggeva la testa con il pugno
chiuso dell'altra mano. "Ho preso un'insufficienza nel compito di fisica, e
questo significa che tra una settimana dovrò fare il compito di recupero! E
proprio il giorno del compleanno di mia sorella, maledizione!"
Brontolando per l'irritazione, Masaru Daimon si alzò e infilò un pò di cose
alla rinfusa nello zaino, mentre Takuya lo guardava con aria un pò dispiaciuta.
L'amico di Takuya era un ragazzo della sua stessa età, piuttosto alto e
slanciato, con i capelli castano-rossicci un pò lunghi, legati in una piccola
coda dietro la nuca, e gli occhi di un castano così chiaro da sembrare quasi
dorato. Come Takuya, indossava in quel momento l'uniforme scolastica
rosso-violetta della scuola, completa delle scarpe da interno. Era conosciuto
nell'ambiente scolastico, e non solo in quello, come un teppistello allegro e
determinato, anche se spesso era un testardo con cui era difficile discutere
senza fare a pugni. Inoltre, aveva una strana passione per le risse e i
combattimenti, oltre che per il cibo... e grazie alla sua abilità nella lotta da
strada, si era guadagnato una certa fama tra i ragazzi della sua età e anche più
grandi. Lui e Takuya erano diventati amici quella primavera, appena dopo
l'inizio del nuovo anno scolastico, e spesso si ritrovavano per fare i compiti
assieme o per gironzolare un pò per Shibuya, alla ricerca di qualche divertente
passatempo. Da quello che Takuya sapeva di lui, Masaru viveva in una piccola
casa appena fuori Shibuya assieme a sua madre Sayuri e a sua sorella minore
Chika ("se assomiglia anche solo un pò a Shinya, amico mio..." aveva commentato
scherzosamente Takuya la prima volta che Masaru gliene aveva parlato. "...non ti
invidio!"). Di suo padre, invece, non si sapeva più niente da tre anni. Susumu
Daimon, informatico, ricercatore ed esperto di arti marziali, era scomparso
durante una misteriosa 'spedizione', e sembrava essere letteralmente svanito
dalla faccia della Terra... ma Masaru nutriva ancora speranze di rivederlo, un
giorno o l'altro, e continuava la sua vita senza farsi scoraggiare.
Inutile dirlo, Masaru non era esattamente il ragazzo più brillante nello
studio che Takuya avesse conosciuto... e di solito non gli sarebbe importato
nulla di un brutto voto in fisica. Il problema era che il compito di recupero
cadeva proprio il giorno del compleanno di Chika, una ricorrenza a cui Masaru
teneva particolarmente. Nonostante la sua fama di teppistello, era molto
affezionato alla sua famiglia.
"Cavolo... mi dispiace che ora tu sia costretto a ristudiare... e a perderti
il compleanno di Chika-chan!" disse Takuya, sinceramente dispiaciuto per il suo
amico. Masaru, comunque, alzò le spalle, rendendosi conto che la cosa più
intelligente da fare era prenderla con filosofia. Del resto, anche se odiava
ammetterlo, non poteva molto semplicemente mandare al diavolo il compito di
recupero...
"Bah, inutile recriminare! Mi rimetterò a studiare e vedrò di fare bene
quest'accidente di compito di recupero! Per Chika... cercherò una soluzione,
anche se mi dispiace per lei..." tagliò corto Masaru, alzandosi dal suo posto e
prendendo la cartella. "Senti, Takuya, io vado a fare un salto al parco e vedo
se c'è qualcosa di interessante da fare! Tu che dici? Facciamo la strada
assieme?"
Takuya diede una rapida occhiata al suo orologio. "Mi piacerebbe... ma ho
promesso a mia mamma che le avrei fatto delle commissioni dopo la scuola...
facciamo così, tu vai avanti, io in caso ti raggiungo... e faccio uno squillo
anche ai miei amici, vediamo se vengono anche loro! Okay? Tanto è presto, sono
appena le tre..."
"Perfetto! Allora, che aspettiamo? Togliamoci questa cavolo di uniforme e
usciamo di qui, che il parco di Shibuya ci aspetta!" concluse allegramente
Masaru.
I due ragazzi non persero altro tempo, e si diressero verso gli spogliatoi,
dove si cambiarono nei loro abiti civili. Poi uscirono, prendendo ognuno la sua
strada e salutandosi mentre si allontanavano sotto il cielo limpido e il caldo
sole di fine settembre.
"Allora, a dopo, Masaru! Ci si vede!"
"D'accordo!"
Dopo essere rimasto ad accompagnare con lo sguardo l'amico che si
allontanava, Takuya partì nella direzione opposta, gettandosi lo zaino in spalla
e controllando che il suo telefono cellulare fosse carico. Per qualche motivo,
guardarne lo schermo a cristalli liquidi, in quel momento, gli fece tornare alla
mente un mare di ricordi... in fondo, era da lì che era iniziata la più grande
avventura che lui avesse mai vissuto. Il suo pensiero andò ai suoi compagni di
viaggio, a Junpei, Izumi, Tomoki, Kouji e Kouichi, con i quali era sempre
rimasto in contatto fin da quel giorno fatidico, e con i quali si vedeva ogni
volta che ne avevano la possibilità.
"Chissà cosa stanno facendo i ragazzi in questo momento..." si chiese ad alta
voce, iniziando la strada verso casa.
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La risposta alla sua domanda la si sarebbe potuta trovare andando un pò in
cerca per i quartieri e gli edifici di Shibuya. E partiamo da una biblioteca
vicino ad un altro liceo...
"Cavoli..." brontolò il ragazzone con gli occhiali seduto ad un tavolo vicino
alla finestra che dava sulla strada principale. "Il trimestre autunnale è appena
iniziato, e già i prof ci danno questi terrificanti problemi... non c'è più
giustizia a questo mondo, mi chiedo io?". Si trattava di un ragazzone di circa
quindici anni, più alto della media della sua età, ma la cui altezza era
leggermente offuscata dal fatto che era un pò sovrappeso. Aveva i capelli
castani chiari, corti e pettinati 'a spazzola' sopra la testa, con occhi dello
stesso colore nei quali, dietro le sottili lenti degli occhiali da vista che
portava, brillavano intelligenza e bontà d'animo, anche se mescolata ad un pò di
ingenuità, e indossava una maglietta nera a maniche corte con disegnato sulla
schiena il simbolo colorato di qualche gruppo di J-Pop, blue-jeans chiari e
scarpe marroni su calzini bianchi. La sua cartella, nera e ben lucidata, era
apppoggiata alla gamba della sedia, e sul tavolo davanti a lui stavano un libro
e un quaderno aperti, con penne, matite, righelli e altro 'equipaggiamento'
scolastico. In quel momento, stava nervosamente giocherellando con una penna,
scansionando con lo sguardo tutte quelle formule matematiche, disegni, seni,
coseni e simboli che lo guardavano dal foglio del suo libro di esercizi, quasi
volessero prendersi gioco di lui...
Ebbene sì, si trattava proprio di Junpei Shibayama, il Digiprescelto che
aveva custodito gli Spirits del Tuono, Beetlemon e MetalKabuterimon! Ormai tre
anni erano passati dal giorno del suo ritorno da DigiWorld, tre anni in cui il
ragazzo aveva fatto tesoro degli insegnamenti appresi durante quello
straordinario viaggio, e aveva imparato ad essere più socievole e disponibile.
In tre anni era riuscito a farsi più amici veri di quanti amici interessati non
gli avessero fruttato la cioccolata e i suoi trucchetti di magia, e di questo
doveva ringraziare la compagnia di Takuya, Kouji e di tutti gli altri. Inoltre,
aveva capito per quello che veramente era quella cotta per Izumi che si era
preso a DigiWorld - un sentimento di grande affetto e stima per la prima ragazza
che lo avesse apprezzato per quello che era davvero! Col tempo, e col crescere
del suo giro di amicizia, quella cotta si era andata un pò raffreddando, fino a
solidificarsi in una fidata amicizia! Sì, Junpei poteva dire con orgoglio di
essere diventato una persona nuova... senza mai perdere di vista sè stesso, la
sua indole e le sue passioni!
Riportandosi alla realtà, Junpei scosse la testa e si concesse un breve
sorriso. La matematica e la geometria erano le sue materie preferite, e fare i
calcoli gli veniva naturale... ma quegli esercizi sembravano più degli strumenti
di tortura che altro!
"Oh, beh... inutile starsene qua a guardarli, questi esercizi non si
risolveranno da soli! Allora, vediamo un pò... questo è un esercizio sui
triangoli rettangoli..." iniziò, scorrendo ancora una volta il testo del primo
esercizio. Aveva fatto giusto in tempo a prendersi i dati e a ricopiarseli sul
quaderno, quando sentì qualcuno avvicinarsi, a passi brevi e un pò incerti. Una
voce femminile, intrisa di timidezza, si schiarì la gola e gli rivolse una
domanda.
"Ehm... scusa... Shibayama-san..." mormorò, e Junpei alzò gli occhi dai suoi
esercizi per vedere al suo fianco un'esile ragazzina dai capelli
azzurrini-verdemare a caschetto, che indossava un'uniforme alla marinaretta
bianca con un grande fiocco rosso sul petto, e il colletto e la gonna di uno
splendente blu scuro, con scarpette marroni e calzini bianchi tirati su fino al
ginocchio. Come Junpei, portava un paio di occhiali da vista, anche se i suoi
erano più grandi e avevano le lenti più spesse, e teneva in mano una cartella
nera. Di carnagione piuttosto pallida, dava l'impressione di una tipa dolce, ma
timida e insicura; impressione rafforzata ulteriormente dal tono sommesso della
sua voce, oltre che dallo sguardo dei suoi grandi occhioni verdi che tradiva il
suo nervosismo. Junpei la riconobbe subito - si trattava di una sua compagna di
classe, Kaoru Umino, che era stata accolta nella classe all'inizio del trimestre
primaverile, e sembrava avere difficoltà a socializzare con gli altri. Un pò
come succedeva a lui, quando aveva dodici anni... forse era per questo che
Junpei cercava sempre di mostrarsi gentile verso di lei, e incoraggiava i suoi
compagni di classe a fare lo stesso.
"Ah, ciao, Umino-san..." la salutò Junpei, aggiustandosi un pò gli occhiali.
"Dimmi pure, c'è qualche problema?"
Kaoru mosse nervosamente le dita. "Ehm... ecco... il fatto è... che avrei
qualche problemino con gli esercizi di geometria che ci hanno dato..." mormorò,
cercando le parole. "E mi stavo chiedendo... sì, insomma... se non fosse troppo
un disturbo..."
Junpei le sorrise per tranquillizzarla, e scostò una sedia dal tavolo,
facendole cenno di accomodarsi. "Volevi chiedermi se potevamo farli assieme?
Certo, siediti pure!" le rispose. Ma la timida ragazzina dai capelli color del
mare fece un involontario passo indietro, imbarazzata dall'offerta del suo
compagno.
"Ah... ehm... no, grazie, Shibayama-san, sei davvero troppo gentile..." si
scusò. "Io... volevo solo chiederti, se li avevi già fatti... ecco... come avevi
fatto, con che modalità li avevi svolti..."
"Hehehee... e non avresti avuto fortuna, dal momento che mi sono messo ora
anch'io..." rispose Junpei, sfregandosi la nuca con una mano. "Comunque, non ti
fare tanti problemi, Umino-san! Se vuoi farli con me, io non ho problemi! Del
resto, due teste pensano meglio di una..."
La ragazzina si fermò, e rimase ad osservare la sedia che Junpei le stava
offrendo con espressione perplessa. Poi, vinto il suo momento di esitazione,
rivolse al ragazzone un dolce sorriso e appoggiò la sua cartella sul tavolo.
"Beh... visto che insisti, Shibayama-san... io... sarò molto lieta di
accettare!"
"Oh, non c'è bisogno di essere così formali!" la rassicurò Junpei, mantenendo
il suo tono allegro. "Puoi chiamarmi Junpei e basta! Allora, tira fuori le tue
cose, e vediamo un pò questo problema 1..."
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"Così ti ha detto? Non ci credo!"
Da un'altra parte di Shibuya, un'allegra risata provenne da un gruppo di
quattro ragazze adolescenti riunito di fronte ad un negozio di souvenir e
chincagliere di vario tipo. Tutte loro erano vestite all'ultima moda, con abiti
colorati, stivali o sandali con le zeppe, fermagli ai capelli, spille di
svariate forme e colori appuntate ai vestiti e altre cose di questo tipo... e
tra esse svettava una snella ragazza dai lunghi capelli di uno stupendo biondo
naturale, non contaminato da trucchi o tinture varie, che ondeggiavano liberi
con ogni movimento che lei faceva, accompagnati da un paio di splendenti occhi
del colore dello smeraldo. Era chiaro, dai suoi lineamenti, che non era
giapponese, e aveva in sè tutta la grazia e la bellezza che normalmente si
associa ad una persona di etnia mista... accompagnate però, questo lo si poteva
leggere nel suo viso fiero, da grinta e femminilità mescolate assieme al punto
giusto. Indossava un top color lavanda disseminato di lustrini, con una
minigonna dello stesso colore e stivali con le zeppe alti fino al ginocchio, che
mettevano bene in mostra le sue gambe.
"Sì, te lo giuro, Chiaki-chan!" esclamò ridendo Izumi Orimoto, la
Digiprescelta mezza-italiana che aveva detenuto tre anni prima il potere degli
Spirits del Vento Kazemon e Zephyrmon. "Quando le ho chiesto se aveva voglia di
andare a vedere i Maneki Neko del nuovo negozio, lei mi ha risposto che era
allergica al pelo dei gatti! Credevo anch'io che stesse scherzando!"
"Oh, mamma mia... in che razza di mondo viviamo, dico io..." rispose la
ragazza mora con le treccine di nome Chiaki, mentre le altre due si sganaciavano
dalle risate. "Al che tu hai lasciato perdere, vero?"
"In realtà non credevo fosse una bella cosa lasciare indietro Nodoka soltanto
perchè non sapeva cosa fosse un Maneki Neko..." rispose la ragazzina bionda,
alzando gli occhi al cielo. "Quindi ho provato a convincerla, ma lei ha
cominciato ad addurre chissà quante scuse... e allora ho capito che non le
interessava venire con noi!"
"Se non le interessava, bastava che lo dicesse, no?" commentò una delle altre
due ragazze. "Vabbè, se non è voluta venire, lei ha solo da perderci! Forza,
ragazze, vediamo cos'ha da offrire di kawaii questo negozio!"
"Arriviamo!" rispose Chiaki, seguendo le altre due. A chiudere la fila c'era
Izumi, che osservava con gioia ed orgoglio il suo gruppetto di amiche. Sorrise
quando le vide fermarsi appena dentro il negozio e aspettarla, facendole cenno
di entrare. Che differenza rispetto a tre anni prima, quando Izumi veniva messa
da parte dalle sue compagne per il semplice fatto che la vedevano come una
'straniera'... l'avventura a DigiWorld che lei aveva vissuto, e di cui di lì a
poco sarebbe caduto l'anniversario, le aveva fatto capire tante cose su di sè, e
sugli amici... Ora non era più Izumi l'esclusa, Izumi la straniera, Izumi la
'gaijin'. Era una ragazza piena di amici e con molti interessi, che poteva
vantare anche una rispettabile, anche se non stratosferica, carriera
scolastica!
"Allora, forza, Izumi-chan, non restare indietro!" la chiamò Chiaki
dall'ingresso del negozio, tenendo aperta la porta per lei, e Izumi non potè
impedirsi di lasciar vagare un'altra volta i suoi ricordi verso il viaggio a
DigiWorld. Anche Chiaki, con i suoi capelli neri e il suo visetto pulito, era
stata una parte importante di quell'avventura: anche lei, assieme ai suoi tre
amici, aveva fatto un viaggio a DigiWorld, anche se non lungo ed avventuroso
come quello di Izumi e compagni... e aveva rischiato grosso quando i crudeli
Cavalieri Reali di Lucemon l'avevano rapita... ma, per fortuna, era finito tutto
bene, e dopo un pò di disavventure Chiaki e i suoi compagni avevano potuto
tornare a casa, appena in tempo per evitare di assistere alla distruzione di
DigiWorld...
"E a proposito di DigiWorld..." riflettè tra sè la bionda
mezza-italiana. "Ora che è stato ripristinato, chissà come se la staranno
cavando Bokomon, Neemon e gli altri... confesso che non mi dispiacerebbe
rivederli, a volte sento la loro mancanza. Ma immagino che, ora che i nostri
D-Tector sono ridiventati semplici telefonini cellulari, sia impossibile..."
A questo pensiero, Izumi rivolse uno sguardo un pò malinconico al cellulare che
teneva nella tasca della sua scintillante minigonna, ma si ricompose subito e
corse verso il negozio nel quale le sue amiche erano già impegnate a guardarsi
attorno alla ricerca di qualcosa di carino...
"Ti sei incantata, Izumi-chan? Guarda che noi non aspettiamo!" la chiamò
nuovamente Chiaki, senza perdere quel tono allegro. Proprio allora, Izumi la
raggiunse e fece un occhiolino amichevole.
"No, Chiaki-chan, non mi sono incantata!" replicò, varcando la porta del
negozio. "Commesse, tremate! Arrivano Izumi Orimoto e le sue amiche in shopping
selvaggio!"
Il gruppetto di amiche di Izumi fece un'altra risata gioviale, prima che il
negozio diventasse il loro terreno di esplorazione...
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"E adesso che ho counterizzato il tuo Signore dell'Abisso e tu non hai più
Mana, tappo il Wurm Squamato e ti attacco! Mi sa tanto che ho vinto io..."
Così si era concluso un appassionante duello di Magic The Gathering in casa
Himi, tra il secondogenito della famiglia, un simpatico ragazzino dodicenne di
nome Tomoki Himi, e uno dei suoi migliori amici, il biondo Katsuharu, di un paio
di anni più grande. Il mazzo misto verde e rosso del piccolo Tomoki aveva avuto
ragione del pur formidabile mazzo nero monocolore del ragazzo più grande, che si
passò una mano dietro la testa per l'imbarazzo.
"Allora, i punti vita sono... 3 per Tomoki, 0 per Katsuharu. Questo duello
l'ha visto Tomoki!" sentenziò imparziale l'arbitro, un ragazzo occhialuto di
nome Teppei, della stessa età di Katsuharu e suo amico per la pelle.
Comunque, nonostante avesse perso, Katsuharu si comportò sportivamente,
tendendo la mano al suo avversario più giovane e stringendogliela. "Beh... le
mie congratulazioni, piccolo, non è facile battermi in un qualunque gioco di
carte!" si congratulò. "Sei migliorato parecchio dall'ultima volta!"
Tomoki, un ragazzino con scompigliati capelli castani scuri che assomigliava
abbastanza ad una versione più giovane di Takuya, ed ex-possessore degli Spirts
del Ghiaccio Kumamon e Korikkakumon, accettò la stretta di mano con un largo
sorriso che quasi gli tagliava la faccia in due. Nei tre anni che avevano fatto
seguito al viaggio a DigiWorld (nel quale, tra l'altro, anche Katsuharu e
Teppei, assieme ad un altro loro amico, erano stati coinvolti...), Tomoki era
cresciuto parecchio, e non solo fisicamente... anche se, con tutto quello che
aveva guadagnato in altezza, ora era conosciuto come uno dei più alti della sua
classe! Era diventato molto più indipendente, e aveva preso a cuore gli
insegnamenti di suo fratello maggiore, che aveva sempre cercato di fargli
capire, anche se a volte con parole un pò brusche, che non doveva aspettarsi che
la gente fosse sempre a sua disposizione. Era riuscito anche lui ad uscire dal
suo guscio, e farsi apprezzare dai suoi coetanei per come era davvero... e la
prova era lì davanti a lui, in quel momento! In effetti, prima del viaggio che
avrebbe cambiato per sempre la sua vita, Tomoki non era stato in buoni rapporti
con i due ragazzi che ora trattava come vecchi amici - Katsuharu e Teppei si
comportavano da prepotenti con lui, ed anzi erano stati loro a costringerlo a
salire sul Trailmon... ma dopo un incontro chiarificatore a DigiWorld, e dopo
aver visto il coraggio che quel 'marmocchio' aveva saputo sfoderare davanti
all'attacco di un branco di Centarumon inferociti, i due avevano iniziato a
riconsiderare le loro opinioni... e questo, quando Tomoki fu tornato a casa,
aveva portato alla nascita di una solida amicizia che continuava ancora!
"Beh, ho semplicemente cercato di elaborare nuove strategie..." rispose
Tomoki con modestia. In quel momento, indossava una leggera t-shirt gialla, ampi pantaloncini color cachi e calzini
bianchi. Pareva aver perso l'abitudine di indossare quel gigantesco cappello
arancione che a DigiWorld era diventato il suo marchio di fabbrica... "E poi,
sei stato molto bravo anche tu, Katsu-kun... per un attimo ho creduto che mi
avresti battuto di nuovo, ho avuto fortuna a pescare quel Potere della Vita e
metterlo in gioco..."
"Beh, bravo lo stesso..." concluse Teppei, volendo dire la sua. Mentre i tre
amici si scambiavano opinioni sulla partita, vennero raggiunti dalla signora
Himi, la mamma di Tomoki e di suo fratello maggiore Yutaka, che portava con sè
un ampio vassoio sul quale stavano tre bicchieri di succo di frutta, completi di
cannucce.
"Salve, ragazzi!" esordì gentilmente la signora Himi. "Ho pensato che, con
tutta la vostra attività, vi fosse venuta un pò di sete, quindi vi ho portato
dei succhi di frutta. Se volete servirvi, sono qui!"
"Ah, ciao, mamma..." ricambiò il saluto Tomoki. "Grazie del pensiero, avevamo
giusto un pò sete..."
Katsuharu e Teppei, a loro volta, ringraziarono facendo un breve inchino.
"Grazie mille, signora Himi..." esclamarono in coro.
"Oh, di niente..." si schermì la giovane madre. "Vorrei solo chiedervi se
poteste abbassare un pò il volume della voce. Sapete, Yutaka è di sopra che sta
studiando, e quindi è meglio se cercate di non disturbarlo..."
Tomoki si diede una finta botta in testa, rimproverandosi la sbadataggine.
"Oops, giusto... me n'ero dimenticato..."
"Allora, Tomoki, che ne dici se, dopo che abbiamo finito qui, andiamo a fare
un giro con i roller?" propose Katsuharu, che era sempre stato un pò il leader
del terzetto, mentre sorseggiava il suo bicchiere di succo. "Conosco un posto,
qui vicino, in cui si può andare a tutta birra senza timore di andare addosso a
qualcuno!"
Tomoki deglutì il suo sorso, e alzò gli occhi, interessato alla proposta.
"Davvero? Beh, sì, sarei interessato a vederlo! Affare fatto!"
La signora Himi, mentre si allontanava, gettò un breve sguardo, nel quale si
percepiva un certo orgoglio, verso il terzetto di ragazzi. Era molto fiera di
come Tomoki fosse cresciuto, in quegli ultimi tempi...
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Lo stridio di un gabbiano raggiunse le orecchie di Kouji Minamoto che,
appoggiato con le braccia ad una ringhiera, guardava assorto verso l'orizzonte e
verso le azzurre acque della baia di Tokyo. Le famiglie Minamoto e Kimura
avevano scelto quel giorno per uscire e passare un pò di tempo insieme, e in
quel momento gli adulti (il padre, la madre e la matrigna di Kouji) erano
rimasti un pò indietro, a riposarsi su una panchina lì vicino dopo la lunga
camminata. Chiudendo gli occhi ed inspirando profondamente, Kouji si riempì le
narici dell'aria profumata di salsedine, godendosi quel momento di tranquillità
familiare. Con il lavoro stressante che i suoi genitori e la seconda moglie di
suo padre svolgevano, era passato un pò di tempo dall'ultima volta che le due
famiglie avevano potuto trascorrere una giornata insieme, ma per fortuna il
signor Minamoto, la ex-moglie e la seconda moglie erano riusciti a tenersi
libero quel pomeriggio. Cosa per cui Kouji era loro molto grato, apprezzando
molto quelle occasioni...
"Hey, fratellino!" lo chiamò la voce del fratello gemello Kouichi Kimura, che
gli arrivò a fianco silenziosamente e gli appoggiò una mano sulla spalla,
distreandolo dalle sue riflessioni. "Come mai così silenzioso? C'è qualche
problema?"
Kouji si voltò verso il gemello, abbozzando uno di quei suoi sorrisi appena
accennati. L'ex-possessore dei Digi-Spirits della Luce (Lobomon e
KendoGarurumon) era un ragazzo di corporatura slanciata, innegabilmente
affascinante, con un'aria da bello e misterioso (qualcuno avrebbe, ironicamente,
potuto dire 'tenebrosa') che negli ultimi mesi gli era valsa gli interessi di
diverse sue compagne di scuola, per quanto lui si mostrasse neutrale a certe
cose... Aveva i capelli neri come il petrolio, con qualche riflesso blu
oltremare, che gli scendevano lungo la schiena in una coda ben pettinata, e
profondi occhi dello stesso colore, che molte ragazze trovavano magnetici ed
irresistibili. Il suo abbigliamento all'ultima moda non faceva altro che
accentuare il suo aspetto attraente, visto che indossava una t-shirt nera, con
un drago cinese tratteggiato in bianco sul davanti, che aderiva abbastanza al
suo corpo e non lasciava moltissimo all'immaginazione per quanto riguardava il
suo fisico longilineo, un paio di blue-jeans e scarpe da ginnastica bianche con
decorazioni blu simili a quelle che indossava a DigiWorld. Sopra alla t-shirt,
portava una giacchetta in jeans senza maniche. Sembrava invece aver smesso di
mettere il suo accessorio distintivo, l'ormai famosa bandana blu e gialla che
amava portare legata sulla testa quand'era più giovane, lasciando così liberi i
suoi lunghi capelli.
"No, nessun problema, Koichi." rispose il ragazzo, tenendo le mani sulla
ringhiera. "Pensavo soltanto... che sono contento che ora abbiamo la possibilità
di vederci."
Il fratello gemello annuì, comprendendo in pieno i sentimenti di Kouji, e il
suo sorriso si intristì leggermente. Ovviamente, Kouichi assomigliava molto a
Kouji, ma c'erano delle differenze che anche un osservatore distratto avrebbe
notato subito, prime tra tutte i capelli più corti, l'espressione meno
introversa e un modo di vestire un pò più conservativo, con una semplice
maglietta blu a maniche corte, pantaloni arancioni lunghi ma leggeri, un paio di
scarpe nere con il simbolo della Nike disegnato in bianco sui talloni, e un
berrettino da baseball bianco con il frontino girato al contrario, in modo che
ciuffetti dei suoi capelli bluetti ricadessero sulla fronte dall'apertura sul
'retro'. Nel Mondo Digitale, Kouichi era stato il detentore degli Spirits delle
Tenebre, Loweemon e KaiserLeomon... ma prima che si unisse al gruppo di Takuya,
la sua avventura a DigiWorld era stata quantomeno travagliata...
Dei due gemelli, era stato Kouji il primo ad incontrare Takuya e gli altri,
con risultanti non esattamente entusiasmanti. Il giovane Digiprescelto
inizialmente non ne voleva sapere di unirsi al gruppo e collaborare, guardandoli
un pò dall'alto in basso e rifiutandosi di fare amicizia con loro... un
atteggiamento dovuto all'amarezza che lui provava per i suoi problemi in
famiglia, e per la mancanza della madre, che suo padre aveva, a suo dire,
'cercato di sostituire' con un'altra donna. Col tempo, e grazie alle insistenze
degli altri e alle circostanze, Kouji aveva imparato a non allontanare coloro
che volevano soltanto essere suoi amici, e aveva smesso di scegliere
volontariamente la solitudine soltanto per risparmiarsi la delusione della fine
di un'amicizia. Aveva imparato a fidarsi degli altri, e a capire i sentimenti di
suo padre e della seconda moglie di quest'ultimo...
E per quanto riguarda Kouichi... beh, lui era stato probabilmente la più
grande incognita del gruppo dei Digiprescelti, fin dal suo arrivo a DigiWorld.
Pochi giorni prima del grande viaggio, Kouichi aveva saputo, dalla nonna
morente, di avere un fratello gemello... appunto Kouji... e aveva cercato di
prendere il fatidico Trailmon dalla stazione di Shibuya soltanto per poterlo
finalmente incontrare. Ma le circostanze, e il caso, non erano stati dalla sua
parte, e dopo una terribile caduta da una rampa di scale della stazione si era
ritrovato a DigiWorld, immerso nelle tenebre scaturite dalla sua angoscia.
Kerpymon, l'angelo corrotto da Lucemon, lo aveva manipolato e lo aveva costretto
ad accettare come suo Digi-Spirit il feroce Duskmon, un falso Digi-Spirit delle
Tenebre, per poi farlo combattere contro gli altri Leggendari Guerrieri. Solo
dopo una terribile battaglia con Aldamon e BeoWolfmon, Kouichi era stato
liberato, aveva finalmente ritrovato suo fratello, e si era unito alla
squadra... ma nonostante il legame rinnovato, il fatto che gli altri ragazzi lo
avessero perdonato, e i rapporti che stava stringendo con tutti, c'era ancora
qualcosa che non andava...
Giunto il momento dello scontro finale con Lucemon, era venuta a galla la
verità: il Kouichi che era arrivato a DigiWorld era soltanto uno spirito, mentre
il suo corpo si trovava ancora nel Mondo Reale, e ad un passo dalla morte.
Subito dopo aver compreso questa verità, Loweemon si era sacrificato per
difendere gli altri da un devastante attacco di Lucemon, e grazie a questo suo
dono, il gruppo era riuscito ad eseguire l'ultima Digievoluzione, Susanoomon, e
a distruggere una volta per tutte l'angelo senza cuore. Al ritorno nel Mondo
Reale, i ragazzi poterono constatare, con somma gioia di tutti loro e
soprattutto di Kouji, che Kouichi si era salvato e si sarebbe ripreso
completamente!
Da quel giorno, i rapporti di Kouji con i suoi genitori e con la matrigna
erano migliorati a vista d'occhio, e il ragazzo non potè essere più felice di
essersi finalmente liberato di quella rabbia che si portava dentro e di poter
finalmente aprire il proprio cuore alle persone che gli volevano bene, primo tra
tutti il ritrovato fratello gemello. Ora, pur mantenendo quel suo carattere
riflessivo, silenzioso e un pò solitario, Kouji aveva smesso di sospettare di
tutti, e di pensare di essere solo. Dal canto suo, Kouichi fu entusiasta di
avere di nuovo una famiglia completa... e di aver conosciuto tante persone
pronte a volergli bene. Per i due, come per gli altri ragazzi, era stato
l'inizio di una nuova vita...
"Sì, hai ragione, Kouji... è incredibile come momenti come questo, che
passiamo così naturalmente con le nostre famiglie, una volta non immaginassimo
neanche di poter vivere." assentì Kouichi, fissando a sua volta l'orizzonte.
Quasi per caso, il suo sguardo si posò su un edificio dalla forma strana che
sorgeva su un'isoletta artificiale nel bel mezzo della baia di Tokyo, connesso
alla città tramite un lungo ponte sul quale, già da quella distanza, si vedevano
transitare delle automobili che andavano avanti ed indietro senza interruzione.
Si trattava di una grande costruzione che ai due gemelli dava l'impressione di
una sorta di quartier generale, o di complesso di uffici, e la sua insolita
architettura ne denunciava immediatamente la modernità. In effetti, Koichi
ricordò, non era passato neanche un anno dal loro ritorno da DigiWorld quando
quell'edificio venne ultimato ed entrò in attività... ma per qualche motivo, non
si era mai saputo che cosa accadesse là dentro. Era una domanda che più volte
aveva sfiorato le menti di Kouji, Kouichi e di molte altre persone...
"A proposito, Kouji..." chiese Kouichi, cercando di cambiare discorso.
"Domani tu hai le prove con il gruppo, mi sembra... ti dispiacerebbe se venissi
ad assistere?"
"Per niente..." rispose il gemello. "Anzi, lo sai che mi fa sempre piacere.".
Tempo prima, Kouji si era messo a studiare chitarra, e l'aveva trovato un hobby
interessante. Tutti dicevano che aveva talento per la musica e che la sua
personalità riflessiva e calma lo rendesse particolarmente adatto a quella forma
d'arte, e Kouji stesso, una volta affinita un pò la sua abilità, aveva voluto
provare a mettere su un piccolo gruppo musicale. Idea che per il momento si era
rivelata vincente, visto che molti ragazzi della loro età trovavano belle le
loro canzoni. Non avevano ancora avuto la possibilità di farsi vedere
ufficialmente, per esempio in un concerto, ma tutto lasciava credere che presto
sarebbe venuto il loro momento...
Kouichi, invece, aveva sviluppato un certo interesse per la programmazione, e
nel corso dell'ultimo anno aveva frequentato alcuni corsi (gratuitamente offerti
dalla sua scuola, visto che la sua famiglia, pur non essendo più in
ristrettezze, non era comunque ricchissima). Ora poteva vantare di conoscere
abbastanza bene i computer, e trovava affascinante l'analisi e la risoluzione di
problemi informatici. Aveva anche cominciato a scrivere qualche semplice
programmino, e si stava facendo conoscere tra i suoi amici come 'l'esperto di
computer'...
"Kouji! Kouichi! Venite, che riprendiamo il giro!" li chiamò la voce del
padre. Voltandosi verso i loro genitori (naturali e acquisiti), i due gemelli li
videro alzarsi dalle panchine e fare loro cenno di venire. Dopo essersi
scambiati un cordiale sguardo di intesa, e un cenno affermativo della testa,
Kouji e Kouichi si affrettarono verso la loro famiglia, ben decisi a godersi
ogni momento di quella giornata speciale...
Certo, nessuno dei due immaginava cosa stesse accadendo davvero nel grande
edificio sulla baia che si erano lasciati alle spalle. Nè sotto terra proprio
sotto i loro piedi, se era per quello...
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"Non voglio tornare là... non mi ci porterete!"
Gli unici suoni che accompagnavano la disperata corsa di Agumon nel tunnel
oscurato erano il suo respiro affannoso e il clangore dei suoi piedi artigliati
sul pavimento di freddo acciaio. Il Digimon era stanco e frustrato, e cominciava
a temere che quella galleria nella quale si era infilato non dovesse finire
mai... ma per quanto fosse umida, buia, fredda e scomoda, il piccolo dinosauro
la preferiva di gran lunga alla cella di contenimento nella quale quegli strani
esseri umani in uniforme lo avevano rinchiuso in attesa di ridurlo ad un
Digi-Tama... un laboratorio così sterile... con quell'odore innaturale che ad
Agumon dava il voltastomaco... era tutto così grande, così brutto, così
minaccioso... e poi lui aveva fame, e doveva procurarsi qualcosa da mangiare
alla svelta! E se avesse aspettato che quegli strani esseri umani gli portasseo
qualcosa, avrebbe fatto in tempo a morire di fame!
Così, Agumon continuava a correre senza sosta, ignorando le dolorose proteste
delle sue corte zampe e delle sue esauste giunture...
La sua pazienza, alla fine, fu premiata: in lontananza, il piccolo dinosauro
riuscì a vedere una piccola luce bianca, dalla quale proveniva un profumo di
brezza di primavera che riattivò i suoi sensi e gli diede la carica necessaria a
sopportare ancora un altro sforzo... nonostante la stanchezza, Agumon prese a
correre ancora più velocemente... e con ogni passo che faceva, la luce del
giorno si avvicinava sempre di più... la libertà si faceva sempre più
vicina...
...finchè Agumon, con un sospiro pieno di gioia, non uscì dal tunnel,
ritrovandosi in mezzo alla folta vegetazione di un angolo nascosto del parco di
Shibuya!
Finalmente libero! O almeno, di questo era convinto...
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Masaru Daimon poteva dire con tutta tranquillità di aver avuto giorni
migliori. Era approdato al parco di Shibuya, in una zona in quel momento
praticamente deserta, dopo una infruttuosa ricerca di qualcosa di interessante
per il quartiere, ed ora stava passeggiando lungo una passerella del parco,
dalla quale si godeva una spettacolare vista di Tokyo e della baia. Si era
cambiato dopo la scuola, e in quel momento indossava una leggera t-shirt bianca
con sopra una giacchetta rossa a maniche lunghe, entrambe tenute fuori dai suoi
ampi pantaloni blu e penzolanti verso terra in maniera abbastanza trasandata.
Portava inoltre un paio di comuni scarpe rosse, un pò consunte dall'uso assiduo,
e al collo indossava una catenina alla quale era attaccata una medaglietta
argentata rettangolare. I suoi capelli rosso-castani erano pettinati in modo da
ricadere in due frange laterali sulla sua fronte, e la coda dietro la sua nuca
era stata sistemata in modo da ondeggiare più liberamente.
La giornata di inizio autunno era bella, con un clima mite e un sole
splendente, ma questo faceva ben poco per alleviare la sua noia... che senso
aveva, si chiedeva, una giornata così bella se non c'era niente di interessante
da fare? Sì, va bene la passeggiata, va bene il classico giro in sala giochi...
ma poi? Per una volta, non aveva neanche incontrato l'ormai classica banda di
teppistelli che voleva farsi un nome sconfiggendolo in uno street fight... sì,
certo, come no, riflettè Masaru facendo un sorrisetto un pò arrogante. Come se
la cosa fosse così facile! Molti avevano cercato di sfidare Masaru o di
coinvolgerlo in una rissa credendo di avere gioco facile su di lui, ma il
ragazzo li aveva sempre smentiti con piacere, e davanti alla sua abilità nelle
arti marziali, tutti gli sfidanti fino a quel momento si erano dovuti arrendere.
Probabilmente era per questo che di sfide ne riceveva sempre meno... ormai, la
sua fama si stava diffondendo, e questo scoraggiava chiunque dal provare a
misurarsi con lui...
Il problema, dal punto di vista di uno che amava combattere come Masaru, era
che senza una bella rissa di tanto in tanto, la routine giornaliera si faceva
così noiosa... A volte Masaru desiderava che succedesse qualcosa di eccitante,
qualcosa che gli facesse scorrere un pò l'adrenalina nel sangue e soddisfacesse
la sua sete di avventure... qualcosa di NUOVO, tanto per intenderci, e in quel
periodo la città di Tokyo sembrava non avere nulla da offrire! Mentre camminava
lentamente lungo la passerella, le mani congiunte pigramente dietro la nuca e
con il sole che gli batteva sul viso, Masaru scosse la testa e decise di non
pensare più a queste cose... tra non molto, magari, Takuya lo avrebbe chiamato
per dirgli che aveva organizzato un pomeriggio con la sua gang, e che per quel
giorno la giornata era organizzata. Beh, se non altro il gruppo degli amici di
Takuya era simpatico, e Masaru ci stava volentieri assieme...
FRUSH!
Un improvviso rumore di foglie smosse fece rizzare le orecchie a Masaru, e il
ragazzo si guardò attorno con improvviso interesse, la noia di un attimo prima
archiviata in un lampo. Il rumore venne seguito da altri due fruscii, e da un
secco schiocco di rami che si spezzavano, e questa volta Masaru riuscì
chiaramente a vederne la fonte: c'era un cespuglio, a pochi metri dalla
passerella sulla quale si trovava lui, le cui fronde si muovevano in maniera
strana... c'era qualcosa nascosto dentro di esso, ma non poteva essere un umano
adulto... quel cespuglio era troppo piccolo per fare da nascondiglio, a meno che
chi ci fosse nascosto non fosse davvero di taglia ridotta... incuriosito, Masaru
si avvicinò, e gli strani movimenti del cespuglio ripresero, dando una vaga idea
di cosa poteva esserci nascosto, ma nulla di preciso... il ragazzo intravide,
con sua grande sorpresa, qualche lembo di pelle arancione. Di cosa diavolo si
trattava? Sicuramente non un essere umano...
"Hey!" esclamò, allungando una mano verso il cespuglio per frugarci dentro.
"Tu chi, o che cosa, diavolo sei? E che ci fai nascosto là dentro? Vieni un pò
fuori, che voglio vederti più da vicino!"
La sua richiesta fu subito accolta: una zampa artigliata attorno alla quale
erano legate delle cinghie rosse scattò fuori dal cespuglio e colpì la mano di
Masaru con un manrovescio, costringendolo a ritrarre il braccio con un breve
grugnito; poi, la cosa che era nascosta là dentro si fece strada tra le fronde e
apparve davanti al ragazzo, che indietreggiò a distanza di sicurezza alzando la
guardia con i pugni chiusi e sollevati davanti al proprio viso. Gli occhi
castano-dorati di Masaru si strinsero leggermente mentre osservava lo strano
essere che gli si parava davanti in atteggiamento aggressivo: era, senza ombra
di dubbio, la creatura più strana sulla quale il ragazzo avesse mai posato lo
sguardo! Alta come un bambino di dieci anni, assomigliava ad Tyrannosaurus Rex
in miniatura e con la pelle simile a cuoio, ricoperta da sottili squame
arancioni. Era di corporatura abbastanza robusta nonostante la pancetta da
impiegato che sfoggiava, e la sua testa, anzichè essere affusolata come ci si
sarebbe potuti aspettare da un rettile predatore, era piuttosto tozza, con un
naso esageratamente largo, e grandi occhi verdi che scintillavano di decisione.
La sua bocca era piena di piccole zanne triangolari, e delle cinghie rosse erano
avvolte attorno alle sue larghe zampe anteriori, in modo da assomigliare ad una
sorta di guantoni da pugilato greco. Sia le zampe anteriori che quelle
posteriori avevano tre dita ciascuna, con larghi artigli bianchi come l'avorio,
e la sua coda era corta e tozza, e si muoveva lentamente dietro di lui. Sembrava
che la creatura stesse prendendo la misura prima di lanciarsi all'attacco...
"Eeeeh?" esclamò Masaru, accigliandosi vistosamente. "E tu... tu che cosa
diavolo... chi sei tu, sottospecie di ranocchio venuto male?"
Il piccolo dinosauro grugnì, e mosse un paio di passi attorno al ragazzo,
scrutandolo minacciosamente. Masaru, da parte sua, non abbandonava la posizione
di guardia, e si teneva pronto a respingere qualunque attacco lo strano essere
volesse tentare. Poi, finalmente, la creaturina parlò, con astio palpabile, e la
sua voce era acuta e un pò stridente. "Tu... tu sei venuto per riportarmi là,
non è vero?"
"Là dove?" chiese Masaru, non capendo quello che volesse dire il piccolo
tirannosauro. "Non so di cosa tu stia parlando!"
"Non fare il finto tonto con me!" esclamò l'esserino di rimando, sollevando
gli artigli e mettendosi in una posizione di guardia che sembrava il riflesso
speculare di quella di Masaru. "Tanto lo so che ti hanno mandato quelli lì! Tu
vuoi catturarmi e rimettermi in una di quelle strane cose di vetro, non è vero?
Ma io... non mi farò catturare senza aver combattuto! Fatti sotto!"
Masaru continuava a non capire cosa volesse dire quella strana... cosa... di
qualunque cosa si trattasse... che diavolo voleva dire con 'quelli lì'? Era
inseguito da qualcuno? E che cosa volevano fargli? Ad ogni modo, questi
interrogativi vennero rapidamente messi da parte quando il piccolo dinosauro
ebbe pronunciato l'ultima parte della sua frase... quel 'fatti sotto' era
probabilmente la cosa che Masaru più voleva sentire in quel momento!
L'espressione perplessa del ragazzo si trasformò in un ghigno sicuro. "Non ho
ancora idea di che diavolo tu voglia dire, specie di lucertolone..." disse con
tono di sfida. Poi, puntò i piedi a terra e scivolò in una comoda posa di
combattimento, come era ormai abituato a fare!
"Ma se è un combattimento che vuoi... allora io, il grande Masaru
Daimon-sama, sarò lieto di accontentarti!"
Il piccolo dinosauro sogghignò a sua volta. Quel ragazzo parlava la sua
stessa lingua...
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Nel frattempo, ad appena qualche centinaio di metri dal parco di Shibuya...
una misteriosa ragazza con i capelli rossi a caschetto e con addosso un'elegante
uniforme dello stesso colore e stivali bianchi alti fino al ginocchio, seduta in
una piccola automobile, rispose ad una chiamata che era appena arrivata sul suo
cercapersone.
"Sì, qui agente Yoshino Fujieda!" rispose, avvicinandosi l'apparecchio al
viso e premendo il pulsante di accettazione chiamata. "Dite pure!"
"Agente Fujieda, qui quartier generale!" le giunse una voce maschile,
distorta dalla trasmissione. "Il soggetto Raptor One è stato localizzato
nell'area del parco di Shibuya, settore nord-occidentale, nei pressi di un punto
panoramico. Tu sei l'agente più prossimo a quella zona. Individua il Raptor One
e neutralizzalo prima che scateni il panico tra i civili. Se possibile catturalo
senza fargli del male. Ma se dovesse rendersi pericoloso per l'altrui sicurezza,
sei autorizzata ad eliminarlo."
"Ricevuto. Mi reco subito in zona. Passo e chiudo." rispose Yoshino,
attendendo poi che si sentisse il segnale di statico prima di interrompere a sua
volta la comunicazione. Immediatamente, la ragazza infilò una mano nella tasca
della sua uniforme, tirandone fuori un piccolo congegno elettronico, e voltò la
testa verso i sedili posteriori, chiamando qualcuno che vi stava seduto...
"Raramon, c'è un'emergenza! Abbiamo del lavoro da fare!"
CONTINUA...
Note dell'autore: E così si apre la fanfic dedicata alle mie due serie di
Digimon preferite! Allora, che ve ne pare come inizio? Mi sembra che di carne al
fuoco ce ne sia parecchia, più che nelle storie dedicate alle altre serie! State
sicuri che questa sarà la mia fanfic più lunga!
E così, avete avuto un primo assaggio dei personaggi di Digimon Savers, per
quando la serie approderà in Italia! E non solo, ma abbiamo anche rivisto i
Digiprescelti di Frontier! Cosa spingerà queste due generazioni di eroi ad
unirsi? Da dove viene quell'Agumon che Masaru sta per affrontare? Chi è Yoshino,
e per chi lavora? E quel suo Digimon, Raramon, perchè sta con lei e la
accompagna? E che dire poi di quel misterioso Dorimon?
Un pò di pazienza, amici lettori! Questi interrogativi avranno presto una
risposta, e rivedremo presto i Leggendari Guerrieri in azione, a cominciare da
Agunimon! Non perdetevi il prossimo, entusiasmante capitolo di Record of Digital
Wars!
Lasciatemi una recensione!
Justice Gundam
ATTENZIONE SPOILER! Se non volete rovinarvi la sorpresa, NON LEGGETE
OLTRE!
Per questa fanfiction, userò quella che senza ombra di dubbio è la mia coppia
preferita in TUTTE le serie di Digimon... ovvero Takuya / Izumi! E
assieme ad essa, non escludo di usare anche Junpei / Personaggio
originale... anche solo per il semplice fatto che Junpei è il mio
personaggio preferito!
Tutto qui, davvero! Non prevedo coppie per i personaggi di Savers, perchè
Savers non è una serie di Digimon che si presta molto al romanticismo...
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