IL GIOCO DELLE PARTI
-Capitolo 1-
Nel momento in cui una
ragazza si guarda allo specchio
scopre
quanti difetti può avere il suo corpo.
Nel momento in cui ha una vita
sociale
scopre
come gli altri possano sottolineare quei difetti per farla sentire uno schifo.
Nel momento in cui ha
un’amica
scopre
come può essere proprio lei la più crudele.
E
se per proteggersi la ragazza dovrà indossare una o cento maschere, lo farà.
Sera. La sala comune di grifondoro risuonava di voci, di confusione, di rumore. Un
gruppo di primini consultava sfiduciato una pila di
libri, forse per il tema di pozioni o forse per la ricerca di trasfigurazione.
Una ragazza del settimo sfogliava nervosa il volume “Rune antiche nella storia”.
Un paio di ragazzi giocava con gli scacchi magici.
Il caos e il disordine
provenivano da due gruppetti ai lati opposti della sala, capitanati
rispettivamente da un ragazzo e da una ragazza che si guardavano in cagnesco.
Il ragazzo raccontava le
sue ultime avventure, spalleggiato dai suoi migliori
amici, adorato dalle ragazze e ammirato dai ragazzi.
La ragazza gli faceva il
verso. Si passò una mano fra i capelli spettinandoli e lanciò in aria una
pallina che aveva tutta l’aria di essere babbana e destinata al ping-pong. La riprese al volo e
sfoderò un sorriso soddisfatto.
-Guardatemi! Sono il miglior cercatore della scuola!- disse, imitando il
tono superbo e la voce grave del ragazzo e suscitando le risate del gruppetto
di ragazze che le stavano intorno. Salì sul tavolo e abbozzò una riverenza.
Dall’altra parte della
stanza il ragazzo lanciò un lungo fischio e applaudì.
-Coraggio, Evans! Ancora un po’ d’allenamento e sembrerai un ragazzo
alla perfezione!- la prese in giro con tono di sfida.
-Tu invece non ci
riuscirai mai, Potter! Così fanatico e vanitoso, di
certo non sei molto virile-
Le ragazze sogghignavano,
molte di loro consideravano James Potter
il massimo in assoluto e una buona parte di loro sapevano come poteva essere
virile.
-Allora facciamo così Evans: tu sali di sopra e io ti do una dimostrazione!-
-Nei tuoi sogni più
remoti!- rispose, sovrastando gli ululati e le grida di incoraggiamento
dei ragazzi e gli urletti maliziosi delle sue
compagne di casa.
Lily Evans
scese dal tavolo, lo spettacolo serale era finito, doveva scrivere un tema e
non aveva più voglia di giocare con Potter.
-James,
le lasci l’ultima parola?- urlò un grifondoro
tra la folla. Era Sirius. James
gli rispose con un tono leggermente contrariato: -Questa volta sì Felpato. Ma non temere. Anzi nessuno di voi deve temere!- alzò la
voce per farsi sentire da tutti nella stanza e assunse un tono volutamente
sfacciato- la Evans sarà mia!-
James
Potter sprofondò sulla poltrona, con l’uscita di
scena della Evans la serata
era tornata tranquilla e noiosa.
-Ragazzi, che ne pensate di un’incursione in cucina?- propose. Non poteva
finire tutto con quel tono smorto. Era il momento di una malandrinata.
-Cazzo,
James abbiamo mangiato un’ora fa! E
poi ho promesso ad Alice di aiutarla con aritmazia!-
replicò Frank, cercando di dissuadere l’amico.
-Ti stai rammollendo, Paciok? Diciamo che devi dare
lezioni di anatomia ad Alice e non vuoi perderti una bella nottata!- disse Sirius- Anch’io ho una seratina
in programma. Avete presente quella bella Corvonero,
tutta curve del quinto anno?-
Peter
lo guardò con ammirazione, James si limitò a
costatare che, in effetti, era un bel bocconcino e Sara gli rifilò una cuscinata in piena faccia.
-Black,
sei un pervertito!- affermò con sicurezza, mentre rideva come una pazza per la
faccia seccata di Sirius.
-Charlie!
Ti consiglio di tenere a freno la tua ragazza! La prossima volta che prova a
darmi una cuscinata non risponderò
delle mie azioni!-
-Perché
non ci provi, Felpato? Vedrai che belle fatture ho in
programma per te!- continuò il battibecco la ragazza.
-Ma
guarda te! Che spudorata!- con un ghigno Sirius prese la bacchetta e Sara fece altrettanto.
-Sirius,
non è il caso!- disse Charlie nel tentativo di
evitare alla sua ragazza una brutta sconfitta e un probabile viaggio in
infermeria- Credo che a Ramoso serva intera la cacciatrice di Grifondoro-
-Proprio così- pose fine alla questione James -Mia cara
Sara, stai diventando troppo acida! Assomigli alla Evans-
-E
per questo mi trovi più attraente?- replicò, ostentando sfacciataggine.
Charlie
lanciò un’occhiata sconsolata ai suoi amici. –è ora che i membri femminili
della squadra vadano a nanna- disse severamente a
Sara, prendendola per un braccio e scongiurandola con lo sguardo di andare via.
Non amava queste manifestazioni di “affetto” verso altri ragazzi.
-Io, invece, resto. Non
potete divertirvi solo voi!-
A Charlie
non restò che annuire.
-Visto che parliamo di membri femminili della squadra, dov’è Amandine?- guardò verso Remus che
era rimasto muto tutta la serata e non aveva partecipato agli scherzi.
-Perché
guardate me?-
Gli amici gli lanciarono
occhiate maliziose.
-Ma
noi non guardiamo te!- disse Sirius con aria
convinta- Noi guardiamo Peter!- e scoppiò a ridere.
Il povero Minus si fissò i piedi, sconsolato. Cosa
poteva ribattere? Lui non aveva mai avuto una ragazza.
Alle risate di Sirius si aggiunsero quelle degli altri. Solo Lupin rimase silenzioso. Potevano essere molto crudeli.
Tutti possono essere cattivi, anche con i propri amici, soprattutto con i propri amici.
-Amandine!
Ti ricordi quando i goblin
hanno assaltato il ministero della magia?- chiese Lily. Se non finiva quel tema avrebbe preso Troll
in storia della magia. Non poteva permettersi di rovinare la media.
Disgraziatamente le ore del professor Ruf avevano per
lei un effetto calmante, di sonnifero e quella data le era sfuggita.
Amandine
aveva i suoi appunti sottomano. -1744 ne sono sicura!- La data segnata sul foglio era però 1359.
-Grazie tantissimo! Pensa
che ero convinta fosse intorno al 1300! Che sciocca!- scrisse in fretta gli ultimi centimetri- Con questo
ho finito!- Osservò compiaciuta i fogli perfettamente ordinati, la scrittura
tondeggiante e precisa era perfettamente allineata ai margini. Il foglio
era pulito: nonostante spesso prendesse in giro i professori con le loro
imitazioni, ci teneva ad essere considerata una brava alunna. Doveva mantenere una buona media, non si sarebbe mai
perdonata il contrario.
-Sono
sicura di piacere a Lupin!- affermò Amandone,
con un tono di sottile superiorità.
Lily l’osservò
interessata; le faceva sempre piacere ascoltare pettegolezzi e farsi un po’ gli affari degli altri.
-Devi sapere che l’altro
giorno mi ha aiutato a pozioni ed è tutto arrossito quando
l’ho ringraziato! Ah, è così timido! Ed era veramente mortificato
quando mi ha intruppato nel corridoio!-
-Chiunque con un minimo di educazione si sentirebbe mortificato!- rispose lapidaria
Lily. Amandine almeno una volta a settimana le
raccontava di piacere ad un ragazzo. Malgrado la
curiosità, la ragazza ultimamente si sentiva seccata dopo queste esternazioni.
Ciò contrastava con l’animo pettegolo femminile, ma non poteva fare a meno di
odiare la sua compagna di stanza in certi momenti. Dopo tante
e tante considerazioni silenziose tra sè e sè, era giunta alla conclusione che si trattasse di
gelosia. Amandine aveva dato il suo primo bacio a undici anni. Lei ne aveva sedici
e ancora non aveva tenuto per mano nessuno …
-Se non sei interessata ad
ascoltarmi, non ti racconterò più nulla!-
-No, tranquilla, ti
ascolto. Voglio ascoltarti-
Come era
brava a farsi del male…