Il dottore
Questa
fanfiction è stata scritta per le Olimpiadi di Writers Arena
Rewind.
Uffizi.
«Trovo
le mostre
d’arte così soporifere e poco
interessanti… Lei non trova, dottor Lecter?»
Il
dottore, quel
magnifico e affascinante uomo, ti guarda con i suoi occhi di ghiaccio e
per un attimo
qualcosa ti turba - ma è solo un attimo, poi ti sorride e il
tuo corpo si rilassa
immediatamente.
«Questione
di
gusti, temo. È mai stata a Firenze?»
«Ah,
sì, ho visitato
persino gli Uffizi. Una noia mortale, e la città
è così sporca!»
Il
suo sorriso
si allarga, ed è con un moto di gioia che acconsenti alla
sua proposta:
«Le
va di cenare
con me stasera, Mrs. Jackson?»
[103
parole]
La
Madre.
«Com’è
andata
questa settimana, Jack?»
La
tua mano trema,
gli occhi si spalancano all’inverosimile e fissi il dottore
con aria smarrita, il
corpo in preda a degli spasmi incontrollabili. Apri la bocca ma non
riesci a formulare
alcuna frase, il viso si contrae in una smorfia orribile.
«Ancora
problemi
con tua madre, ragazzo mio?»
Madre,
madre…
La parola rimbalza contro il muro che hai eretto attorno alla tua
fragile mente,
mostruosi demoni invadono la tua coscienza. Le lacrime sgorgano senza
che tu possa
capirlo.
Il
dottore annota
qualcosa sul proprio taccuino e poi ti dice, con aria rassicurante:
«Soffrirai
ancora
per poco, Jack. Lo prometto».
[105
parole]
Lingua
bollita.
«Mio
padre parla
sempre così bene di lei, signor Lecter…»
Fissi
ammirato
l’amico di famiglia, da sempre osannato come luminare della
psichiatria. Inutile
dire che vorresti seguire le sue orme… Lui sorride e afferra
il calice di vino con
la mano dalle sei dita - e inconsciamente arricci il naso, internamente
disturbato
da quell’elemento così innaturale in lui.
«Non
mi aspettavo
fosse anche un cuoco eccelso. Questa lingua bollita è
eccezionale».
Lo
scintillio
nel suo sguardo si fa da malizioso a… pericoloso?
Scacci questo pensiero, infastidito.
«La
ringrazio,
Mr. Turner, ma le assicuro che il merito è tutto del
soggetto…»
[100
parole]
Istinto
primordiale.
«Non
mi piace
quell’uomo», aveva sussurrato tua moglie,
afferrandoti il braccio e stringendotelo
convulsamente. Tu avevi scrollato le spalle, deridendo la debolezza
femminile, il
bisogno innato di creare problemi anche laddove non avrebbero senso
d’esistere.
La
mano che si
carezza il ventre è piena di sangue, ora, e tu capisci che
quello di tua moglie
non era un timore immotivato, quanto il riaffiorare di un primordiale
istinto che
in te era rimasto seppellito da montagne di burocrazia e noiosa routine.
“E
pensare che invece a me piaceva così
tanto…”,
fai in tempo a pensare, prima di perdere i sensi.
[99
parole]
Tabù.
«Sente
mai il
bisogno di uccidere? Di afferrare la gola di qualcuno e di premere,
premere fino
a non avere più sensibilità nelle dita, fino alla
morte di qualcuno?»
«La
morte è istintuale
nella nostra natura, così come il bisogno di dormire,
mangiare, riprodursi ed espellere
le proprie funzioni».
«Ma
l’assassinio
è condannato dall’etica…»
«Così
come l’incesto…»,
sussurra il dottore, quasi sovrappensiero. Si riscuote e ti sorride.
«Non
siamo animali,
siamo dotati di un’intelligenza per distinguere
ciò che è giusto da ciò che
è sbagliato».
Annuisci,
ma
non riesci a toglierti dalla mente la meravigliosa sensazione del collo
di tua moglie
sotto i tuoi palmi…
[105
parole]
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