Family in a hugh

di KayeJ
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Lavi non se lo sarebbe mai aspettato.

Insomma, l'aveva immaginata, sognata, così tante volte in quelle vesti, che ora, poterla osservare leggere mentre era sdraiata sul divano, così assorta, così al di fuori di qualsiasi fantasia, gli sembrava irreale.

Quando gliel'aveva detto si era innanzitutto fermato un momento.

 

 

Erano in casa, in un momento qualsiasi, ed ormai era quasi un anno che convivevano assieme.

Lavi si stava preparando un caffè, mentre lo schermo del computer ronzava in sala.

Rukia era in bagno, ormai da un po' secondo i suoi gusti, ma non si era posto minimamente nessun problema.

Di certo non stava lì a seguirla per qualsiasi cosa facesse.

La amava, ma sapeva anche rispettare i suoi spazi, i suoi silenzi, i suoi momenti privati.

Se ne stava lì, in cucina, a rimescolare lo zucchero nella tazza fumante, quando lei era arrivata.

Era nervosa Rukia. Molto nervosa.

Ma poi aveva fatto un bel respiro, e gli aveva piantato addosso uno sguardo. Uno di quegli sguardi che ti fanno subito capire che il tuo mondo sta per cambiare, stravolto, ribaltato da parte a parte.

Perfino l'aria era diventa immobile in quel momento, in attesa delle parole che avrebbero cambiato tutto.

« Lavi... sono incinta.»

Era arrossita Rukia, dopo quelle parole, ma non aveva distolto lo sguardo, anzi. I suoi occhi profondi sembravano trapassare da parte a parte l'anima di Lavi.

Lavi l'aveva fissata per un attimo, cercando di vedere in qualche suo aspetto, in qualche suo tratto dove fosse, quell'essere incinta. Ma forse era già lì nei suoi occhi. Non chiedevano nulla. Gli stavano dicendo che Rukia, lei, era una donna forte, e volente o nolente, con o senza Lavi, sarebbe andata avanti lo stesso, per se stessa e per quel minuscolo essere che stava prendendo forma in lei.

Era in quello sguardo che Rukia era già madre.

Lavi l'abbracciò teneramente, stringendola a sé, mentre la sentiva sciogliersi fra le sue braccia.

Il sorriso che lui le rivolse gli attraversava il volto da parte a parte, era la gioia pura.

E Rukia, si lasciò andare anche lei, quando vide che Lavi, il suo Lavi, l'amico a cui appoggiarsi sempre, l'amante, il compagno di una vita, il suo uomo, aveva gli occhi lievemente lucidi.

 

«Dici che andrà bene vivere qui?»

 

«E perchè non dovrebbe?»

 

«Non lo so...» fece lui ridendo e baciandola e facendola girare.

 

«Scemo.» Aveva riso lei a sua volta.

 

«Sarà il più bel bambino del mondo.» aveva dichiarato poi Lavi, sedendosi su una sedia lì in cucina e fissando con un sorriso ebete la sua pancia, ancora piatta.

 

«Perchè pensi che sarà un maschio?» gli aveva chiesto scherzosa lei, accarezzandogli la zazzera rossa.

 

«A dir la verità, io spero sia una femmina. Sono più affettuose, e poi la coccolerei all'infinito.» aveva appoggiato le labbra sul ventre di Rukia e aveva dichiarato ad alta voce facendola ridere «Sentito? Sarai la bambolina di papà!»

 

«Ah... mi sa che siamo arrivati al capolinea.» aveva detto melodrammatica Rukia, sghignazzando.

 

«Uhn? Perchè?»

 

«Perchè dovrò proteggerlo dall'idiozia di suo padre.»

 

«Ehi!»

 

«E comunque secondo me sarà un maschio.»

 

 

I mesi erano passati, e anche loro avevano attraversato diverse situazioni.

Le prime nausee, le voglie, i momenti di sconforto, le visite frequenti, e soprattutto i pareri di amici e parenti.

Anche se alcuni sembravano non averci quasi fatto caso, anche se Rukia continuava a sostenere che Byakuya era contento all'idea di avere un nipote, sebbene non lo desse a vedere.

E anche il vecchio Panda. Sembrava essere scorbutico come al solito, ma ogni volta che chiamava chiedeva sempre come stesse Rukia.

Lavi aveva addirittura ipotizzato che un giorno avrebbe giocato come un bravo nonno con il suo nipotino.

Ma Rukia continuava a ripetere che prima di allora Lavi avrebbe dovuto farsi regalare tutti i fermacapelli di Yu.

Grimmjow aveva esordito con un: «E così è finito tutto il divertimento, eh?» dando una sonora pacca sulle spalle di Lavi, prima di beccarsi un pugno nello stomaco da parte di Tatsuki, che aveva continuato a parlare con una calma inquietante di tutine e biberon con Rukia.

Orihime si era sciolta di gioia alla notizia, e aveva promesso che lei e Kanda sarebbero stati disponibili per qualsiasi turno come baby-sitter in futuro. Kanda però non sembrava troppo contento all'idea: probabilmente il figlio dello stupido coniglio sarebbe stato una seccatura come il padre, ma non aveva il coraggio di contraddire la sua Hime.

E dulcis in fundo, Linalee aveva guardato Ichigo con uno sguardo significativo che aveva fatto impallidire il ragazzo all'idea di una possibile richiesta in tema.

 

E ora la sua Rukia era lì, con il pancione bello in vista, che leggeva tranquilla sul divano.

Non mancava ormai molto al termine, e in quegli otto mesi trascorsi a vegliare sulla loro creatura, Lavi aveva visto Rukia diventare sempre più bella.

Si era chiesto mille volte che cosa fosse, che le faceva brillare lo sguardo a quel modo, che rendeva la sua pelle bianca ancora più morbida e pura, che la rendeva così attraente sebbene il suo corpo fosse mutato tanto.

E ogni volta che aveva provato ad intavolare il discorso, lei lo aveva fermato con un sorriso enigmatico e dolcissimo.

 

In quegli otto mesi avevano fantasticato, ma non avevano mai voluto conoscere il sesso del loro piccolo. Lo avrebbero amato, comunque.

Così come non avevano deciso di sposarsi: a loro andava bene vivere così, il matrimonio non era una loro priorità, sebbene qualcuno li avesse guardati male, per quella scelta.

Ma in fondo, come aveva detto Lavi una volta, non è poi necessario essere marito e moglie per amare il proprio bambino.

 

Ogni volta che la guardava, sembrava che tutto il suo universo fosse lì: due persone racchiuse in una.

L'idea che si trattasse di qualcosa a cui erano stati loro a dar la vita gli faceva venir voglia di piangere ogni volta.

Non aveva neanche idea di come sarebbe stato poi, avere un figlio tutto loro che scorrazzava per casa, qualcosa che era la prova tangibile del loro amore che viveva, e li guardava, ed era lì a far affidamento su di loro.

Probabilmente sarebbe scoppiato dalla felicità molto prima, assolutamente.

 

Aveva abbracciato la pancia di Rukia, sentendo la mano di lei andare ad accarezzare i propri capelli, e sotto la sua guancia, a contatto con la pelle calda del ventre della sua donna, poteva sentire i piedini del loro bambino.

 

I motivi della sua vita, erano tutti racchiusi in quel gesto, ora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Notes:

 

Eccomi qua, lanciata come non mai con questo nuovo pairing.

Devo dire che l'idea mi è venuta grazie ad una frase contenuta in una ff di Neme, (che penso non ringrazierò mai abbastanza, assieme a Angy_Valentine e M e g a m i) per scrivere storie fantastiche sul LaviRuki.

Spero di aver reso giustizia al loro lavoro e impegno,

Grazie mille!

 

Kaye.





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