Sand in my hands.
Prompt: Sabbia.
E’ notte fonda e questa spiaggia deserta è il
luogo adatto per riflettere un po’ su quello che è
successo in questi due anni.
Due anni di amicizia, di musica, di cazzate, due anni di te.
La luce della luna illumina l’acqua che si muove calma,
provocando una serie di riflessi. E mi sdraio a terra non me ne frega
se la sabbia entra fra i miei ricci e se si appiccica alla mia candida
pelle, voglio osservare le stelle, forse così
troverò una ragione per andare avanti.
Getto gli occhi al cielo, e tutti quei puntini luminosi riempiono il
mio sguardo, e mi fanno sognare, ricordate le sere passare insieme,
strinti l’uno all’altro coi corpi a contatto, le
volte a fare l’amore all’aperto sotto i raggi della
luna che illuminavano il nostro sorriso, i baci sotto le stelle, in
cima a quel palazzo.
Perché quello che non possiamo essere di giorno siamo di
notte.
Di giorno siamo amici, di notte siamo complici, amanti, fidanzati.
Perché quello che non possiamo fare di giorno lo facciamo di
notte.
Di giorno non possiamo nemmeno sfiorarci, la notte, ci possediamo, ci
amiamo, tocchiamo ogni centimetro di pelle perché sappiamo
che le dodici ore successive non potremo nemmeno fissarci.
La luna conosce i nostri corpi a memoria, da quante volte ci ha
illuminati, nudi, l’uno unito all’altro.
E di sicuro che ha creduto che fossimo una persona sola,
perché non si capiva dove finivano i nostri corpi. E lei non
noterà la differenza questa sera, ma io si,
perché non c’è l’uomo della
mia vita accanto a me che mi bacia, che mi stringe, che mi ama.
Il dolce rumore delle onde del mare che si infrangono col bagnasciuga
mi culla, ma preferivo la tua risata, la tua dolce voce un
po’ acuta che mi sussurrava che mi amava, le stelle mi
guardano, ma preferivo i tuoi occhi azzurri.
So che ti stai allontanando, lo capisco dal modo in cui mi tocchi, dal
modo in cui mi guardi, dal modo in cui parliamo, e capisco che tu non
voglia più lottare, nemmeno io so dove trovo ancora le
forze, poi Lei è sempre in mezzo a noi, e appena abbiamo un
attimo libero arrivano i Manager e dicono che dovete uscire insieme.
Non possiamo nemmeno toccarci, i manager ci separano, e so che non sei
forte quanto me, e so che dietro quella facciata da burlone si nasconde
un ragazzino così fragile, e ho quasi paura di romperti
quando ti tengo fra le mie braccia.
Sei come sabbia che scorre fra le mie mani, non posso fare nulla per
evitare di farti andare via.
La sabbia scorre, ma prima o poi aprendo la mano mi
accorgerò che è vuota, e dentro
c’è solo aria.
È come una clessidra naturale, e ovviamente il tempo
varierà da quanto stringi la mano ma prima o poi
rimarrà solo qualche granello di un nostro ricordo.
E devo prendere in considerazione che un giorno dovremo dirci addio,
salutarci per sempre, e io dovrò doverti lasciare andare,
volare via con una folata di vento, come fanno i piccoli granelli di
sabbia che sono rimasti sulla mia mano sotto il mio soffio.
Seconda giornata delle
#Gaylimpiadi 2012 altre fanfiction da scrivere, idee che mi ronzano in
testa, oggi avrete un bel po’ di storie. :)
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-Ly.
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