A Beautiful Mind!

di Nodosenoatriale
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I numeri sono numeri, e anche quelli irrazionali sono logici.
Ma le persone no, neanche quelle che tutti ammirano per la loro lucida coerenza.
Zayn Jawaad Malik aveva prima imparato a contare e poi a respirare.
Suo padre borbottava, tra la barba scura che il freddo aiutava la concentrazione, e lui era stato costretto a passare la sua infanzia con un principio di ipotermia costante.
Il culo stanco relegato sulla sedia di legno, le espressioni numeriche che imbrattavano le pagine e i suoi occhi ambrati.
Malik non lo voleva quel talento vomitato dalle nuvole, non importava esattamente a nessuno se lui a sette anni calcolava asintoti orizzontali di funzioni improbabili.
Capiva la ragione delle progressioni aritmetiche, ma non i pensieri che animavano l’agire dei bambini sconclusionati e caotici della sua età.

Dieci anni più tardi le cose non erano cambiate poi tanto; con i capelli corvini sparsi in fronte aveva preso coscienza di poter incarnare tutti gli stereotipi legati alle sue origini.
I pakistani per due cose erano conosciuti: la matematica e la droga.
Lui, come da pronostico, non faceva eccezione: risolveva il cubo di Rubik in trentanove secondi e rollava una canna in dieci, esemplare.

Non riusciva a fare amicizia con nessuno, neanche con quel biondino occhi mare che gli aveva fatto scacco matto in cinque mosse sbottonandogli i jeans.
Quella volta Zayn, anche se per poco, dei numeri se n’era sul serio fregato, e l’aspetto caucasico, la bocca carnosa di Niall gli avevano fatto capire che risolvere problemi di fisica gli faceva, sì, vibrare le dita scheletriche ma niente era come sporcare la faccia di un biondino leggero.




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