A Beautiful Mind!

di Nodosenoatriale
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Come era passato ai quartini, Zayn, non se lo riusciva a ricordare esattamente.
Forse, era stata tutta colpa di quel moro sfacciato che, occhi infiltrati in una trama di ciglia lunghissime, lo osservava riflettere nella caffetteria adiacente alla scuola.
Sospettava che la motivazione che lo aveva spinto a provare fosse da ricercare negli effetti: la possibilità, d’un tratto , di poter vantare un’immaginazione in fluorescenza che nessuno gli aveva insegnato a pensare.
Già, aveva decisamente iniziato a calarsi gli acidi per sentirsi un po’ come il tipo di ‘A Beautiful Mind’ che le visioni le aveva avute come regalo insieme alla vita.

Il pakistano di Bradford era stato davvero grato a Louis Tomlinson, uno che alla mancanza d’intelligenza sopperiva con un’intraprendenza esplosiva; gli era andato a genio da subito.

Quel ragazzo castano, con i capelli spiaccicati in un ciuffo tecnico, era un circuito chiuso in cui fluivano elettroni di sfacciataggine, e non poteva che essere un’elettrocalamita per tutti gli appassionati di fisica e cazzi.

E anche se con le labbra sempre un po’ scorbutiche ed imbronciate, si era fatto comunque baciare dalla bocca sottile e profumata di Louis.
Aveva pomiciato, per davvero, nel bagno della caffetteria perché le case di entrambi erano off-limits.
Schiacciato contro la parete, piastrellata senza ingegno, si era ridotto a ripassare i numeri primi da uno a 2609 per non venire nei pantaloni mentre le mani di quel ragazzo, bello da star male, erano ovunque e indiscrete sul suo corpo.

Nonostante avesse dovuto sopperire da solo, una volta a casa, ai suoi bisogni fisiologici, sottraendo le mani alla meccanica, quel Louis Tomlinson lo avrebbe voluto rivedere.

Si sentiva nelle palle, ormai vuote, che sarebbe potuto andar d’accordo con quel ragazzo furbo di faccia, perché era il classico tipo strambo che non gli avrebbe detto nulla anche se lui si fosse messo a scrivere equazioni sui vetri delle finestre di casa.





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