Summer
paradise.
Niall
sta tenendo la
mano come se fosse un bambino, quando l'aereo finalmente atterra;
Zayn espira di colpo, forte, come se per tutto il tempo avesse
trattenuto il respiro, e allenta un poco la presa sulle sue dita:
odia viaggiare in aereo, è il mezzo di trasporto che lo
mette più a
disagio in assoluto, per la sensazione di vuoto che sente per tutto
la durata del viaggio o forse per la consapevolezza di essere sospeso
a centinaia di metri da terra.
– Siamo arrivati,
– sussurra Niall, voltandosi a guardarlo con un ampio sorriso
sulle
labbra: ormai il peggio è passato, ed entrambi cominciano a
sentire
l'eccitazione tipica dell'inizio di una vacanza in un luogo
sconosciuto, e il desiderio di scendere dall'aereo, uscire
dall'aeroporto ed esplorare quella nuova realtà in cui hanno
deciso
di immergersi.
La
sabbia è calda
sotto i loro piedi, quando si sfilano le ciabatte e cominciano a
camminare verso il bagnasciuga; sotto braccio stanno portando un
ombrellone e una marea di teli da spiaggia, una borsa frigo con acqua
e schifezze varie da spiluccare, e indossano soltanto i bermuda da
mare che hanno comprato apposta, in vista della vacanza. Il B&B
in cui pernottano è vicino alla spiaggia, e quella mattina
hanno
fatto colazione insieme alla padrona di casa e a due coppie; con i
soldi che sono riusciti a mettersi da parte per quella settimana di
vacanza non potevano permettersi una camera d'albergo, né
tanto meno
un bungalow in un campeggio, ma questa sistemazione piace ad
entrambi.
– Vai a
controllare se l'acqua è fredda, – bofonchia Zayn,
lasciando
cadere sulla sabbia quello che sta portando, poi prende a frugare in
una tasca della borsa frigo alla ricerca delle sigarette e
dell'accendino. Niall gli schiocca un bacio sulle labbra, prima di
annuire e correre verso il bagnasciuga, felice come un bambino.
Il
centro della
cittadina è animato da luci, musica, odori e bancarelle
sparse sul
bordo della strada chiusa al traffico: c'è esposto di tutto,
dai
portachiavi in pelle a strane statuette fatte di metallo intrecciato,
da ciondoli a manufatti etnici, da dolciumi vari a vestiti.
È un
paradiso per Niall, che ha sempre amato quel genere di cose, e che
saltella da un banchetto all'altro per ammirare la mercanzia esposta:
Zayn gli sta dietro, sorridendo davanti alla sua palese allegria, e
di tanto in tanto tira fuori il portafoglio per comprargli qualcosa
che lo colpisce particolarmente.
Prendono un gelato
in un bar piuttosto affollato che dà sulla via principale, e
quando
escono, quasi inconsciamente, si prendono per mano mentre
ricominciano a camminare ed osservare.
Niall
si brucia la
schiena, dopo il secondo lunghissimo giorno in spiaggia; ha
dimenticato di mettere la crema protettiva ed è rimasto ad
arrostire
al sole tutta la mattina, appisolandosi sul telo perché
quella notte
hanno fatto le ore piccole e aveva bisogno di recuperare un po' di
sonno. Zayn gli mette il doposole ridacchiando, seduto sul suo bacino
mentre l'altro è sdraiato supino sul letto, e non
può fare a meno
di prenderlo in giro.
– Te l'avevo detto
che ti saresti addormentato, – sussurra nel suo orecchio,
baciandogli con dolcezza il padiglione mentre le mani piene di crema
scivolano fino alla base della schiena, massaggiandola con cura.
–
Così impari a stuzzicarmi tutta la sera.
La
partenza è
triste, perché in quella vacanza si sono davvero divertiti e
mancherà tutto ad entrambi: il caldo, la voce allegra della
padrona
di casa, l'odore dell'aria salmastra, la spiaggia e la sabbia sotto i
piedi. Non sorridono mentre imbarcano i loro bagagli pieni dei
piccoli souvenir che hanno comprato ogni giorno di quella settimana,
mentre in spiaggia hanno comprato alcuni braccialetti di tessuto che
adesso danno bella mostra di sé sui loro polsi. È
brutto lasciare
tutto quello, la spensieratezza dei sette giorni di vacanza che si
sono potuti concedere con le poche ferie che avevano, per tornare
alla routine.
Il viaggio in aereo
è più silenzioso di quello dell'andata, e quando
atterrano di nuovo
sul suolo britannico l'unica cosa che si scambiano è un
sorriso
appena malinconico e un bacio a fior di labbra, prima di ritirare di
nuovo i loro bagagli e uscire dall'aeroporto per tornare nel loro
appartamento.
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